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Ste82

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messaggi inviate da Ste82

  1. Se n'è già  discusso non molto tempo fa, l'obbligo del V10 per tutti (che in seguito venne esteso fino a prevedere l'angolo di 90 gradi fra le bancate, un certo angolo prestabilito fra le valvole più altre standardizzazioni) fu la prima di una lunga lista di omologazioni che alla lunga hanno trasformato la categoria in quello che è oggi (e che piace poco proprio per la marea di vincoli che impediscono ai tecnici di compiere scelte diverse, sviluppare come e quanto vogliono eccetera). Naturalmente i motori erano ben altra cosa rispetto ad oggi, ma già  obbligare i costruttori ad un'architettura prestabilita fu un primo, pesante limite rispetto alla libertà  che si era avuta negli anni precedenti.

     

    Sono d'accordo.

    Io adoro i V10, sono i miei preferiti, prima ho scritto "V10 per tutti" non perché intendessi dire "V10 obbligatori per tutti", ma perché prediligo di gran lunga quella tipologia di motori rispetto a quella attuale.

    Mi piace un sacco anche il V12, l'ideale per me sarebbe avere ancora un'alternanza tra V12 e V10 ;)

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  2. On board  bellissimo,mi sorge il dubbio che fossero più veloci di quelle attuali...

    Non saprei...solo di una cosa sono certo: pagherei perché ci fossero quelle del 1998 ora.

    V10 per tutti, zero kers, zero drs, la vecchia Hockenheim (non quello SCHIFO di circuitino di adesso), la vecchia Spa, Imola.

    Immagino si avverta appena un pochino, che sono tremendamente nostalgico della F1 che fu.... :(

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  3. Parole sante, è stato il mio sogno fino al 2001 , probabilmente l'ultimo anno in cui Villeneuve (come i suoi tifosi)  credeva ancora nel progetto BAR, dal 2002  purtroppo fu evidente a tutti che il Canadese si era rovinato la carriera per la troppa lealtà  alla causa del Team dell'amico Pollock ; in effetti la carriera del "vero" Villeneuve si chiude nel 2002 con il suo sogno infranto..

    Infatti dal 2003... con i rapporti tesi tra lui e Richards ed  un anno da separato in casa in BAR (anche se ormai si trattava dell'Honda)  e successivamente con un un ritorno inatteso dopo più di un anno di inattività  e quindi  con gli ultimi due anni di carriera,il Canadese a parte alcuni sprazzi ,risultò molto lontano dai suoi livelli,a volte irriconoscibile.

    Credo che se avesse fatto le scelte giuste (ovvero restare in Williams dove avrebbero continuato volentieri con lui) avrebbe vinto di più e la Formula 1 di quegli anni ,sarebbe stata molto più divertente ed interessante per tutti gli appassionati,purtroppo scelse l'esilio...

     

    Sarebbe stata la scelta più saggia, col senno di poi. 

    La vettura del 1999 non era così male, visti i risultati di Ralf Schumacher, e dal 2000 in poi avrebbe avuto gli ottimi motori BMW. 

    Forse non avrebbe vinto un altro titolo, ma di sicuro avrebbe vinto altri GP e sarebbe finito spesso a podio dal 2001 in poi.

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  4. In quel 1998 più che in qualsiasi anno della " F1 moderna" si vide proprio la bravura dei piloti..probabilmente per via dei cambiamenti regolamentari che resero le vetture molto difficili da guidare ed i migliori uscirono nettamente fuori...

    Ricordo di  un grandissimo Schumacher all'apogeo della sua forza agonistica,solo lui  ,in particolare ad inizio campionato, poteva tenere il passo con le McLaren Mercedes , ricordo di un Hakkinen velocissimo su una vettura finalmente degna di lui ,il Finlandese seppe resistere bene alla pressione,all'epoca rse non sbaglio ,alcuni giornalisti sollevarono dei dubbi in proposito....

    Ricordo di un Jacques Villeneuve che nonostante le difficoltà  della Williams Mecachrome  fece delle ottime prove in parecchie gare,dimostrando ulteriormente di essere degno del titolo vinto l'anno precedente (peccato per Monza  ,dove si qualificò secondo con una vettura scarichissima,difficile  da tenere in pista e terminò la corsa nella sabbia per colpa di un testacoda causato  da un'avaria dell'impianto frenante,perdendo così un sicuro podio..), ricordo di un Damon Hill capace di sviluppare e portare la Jordan a livelli mai toccati prima,coronando la stagione con la bella vittoria di SPA ed un Jean Alesi su Sauber praticamente al suo miglior livello ,alla pari col 1995 in Ferrari,un Alesi che raccolse l'ultimo podio della sua carriera proprio in Belgio,un pilota che si vedeva andare ben oltre il valore della vettura, ottenne un ottimo secondo posto in qualifica in Austria...

    Si misero in luce anche i due Italiani Fisichella e Trulli ed il Brasiliano Barrichello..

    Insomma,nonostante al vertice ci fosse un campionato granitico e solo ad appannaggio di McLaren e Ferrari.si potevano notare gli expoilt degli outsiders ,che lottavano anche per un quinto od un sesto posto dimostrando nel contempo tutto il loro valore anche con vetture poco competitive.

     

    PS : all' epoca la livrea della Williams Fw 20 mi sconvolse,nel senso che la vedevo troppo simile a quella della Ferrari e poi ero abituato ai colori della Rothmans...devo dire che a posteriori ho rivalutato la livrea Winfield,era di un rosso molto carico ed aveva delle decorazioni in bianco ed oro,molto accattivanti,anche il canguro sui deflettori non era male.

     

    Condivido.

    In quel 1998 la Mclaren era davvero una macchina formidabile, serviva davvero un signor Schumacher per limitare il cospicuo divario prestazionale con la Ferrari, anche perché dopo Montecarlo Hakkinen aveva qualcosa come 22 o 24 punti di vantaggio sul tedesco  :o

    Schumi guidò davvero ad alti livelli, nonostante qualche errore di troppo (Zeltweg) forse dettato dalla pressione di dover tirare fuori il massimo da una vettura inferiore alla diretta rivale.

    Hakkinen aveva dalla sua una gran vettura, ma va detto che la stessa macchina ce l'aveva anche Coulthard il quale vinse solo una gara, a fronte delle 8 vinte dal finlandese.

    Dopo lo STORICO Gp d'Italia a Monza e la fantastica doppietta Ferrari, i pronostici si erano ribaltati a favore di Maranello e pensavo davvero che Schumi ce l'avrebbe finalmente fatta...invece Hakkinen vinse con autorevolezza alla gara successiva al Nurburgring, nonostante le Ferrari partissero dalla prima fila.

    Peccato per la poca competitività  della Williams; sarebbe stato bello poter vedere anche Villeneuve inserirsi nella lotta per il titolo con una bella sfida a 3 tra lui, Schumacher ed Hakkinen.

    Posto il più bel on board (secondo me) di quel 1998, il giro di qualifica di Hakkinen a Spa. Il sound del V10 Mercedes è poesia  :)  :)

     

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  5. Sono d'accordo con entrambi su tutto, per quanto riguarda Spagna 2001,anche provai dispiacere  per la sorte di Hakkinen ma solo dopo qualche giorno....... l'estasi per il primo podio di Villeneuve con la BAR superò di gran lunga il dispiacere,anche perchè si trattò di un podio prestigioso alle spalle di Michael e Juan Pablo (che Jacques seguì per tutta la gara con un distacco tra i tre ed i quattro secondi)  su Ferrari e Williams BMW.

     

    Anche a me fece piacere il risultato di Villeneuve, era davvero da una vita che non lo si vedeva più tra i primi 3! Volendo tornare in topic, proprio da Budapest 1998... ;)

     

    Jacques_Villeneuve_Michael_Schumacher_MT

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  6. Si è vero ma quell'anno veramente gliene sono capitate troppe, penso che con una partenza di campionato normale (senza molteplici sfighe) avrebbe magari avuto quella motivazione in più per chiudere la carriera al meglio, sarebbe diventato vice campione ancora senza troppi problemi. 

     

    Molto probabile.

    La Ferrari aveva ormai superato la Mclaren in termini di prestazioni (seppur di poco), il problema per Hakkinen fu la cronica inaffidabilità  della macchina...si rompeva sempre. Eppure il piede c'era ancora; in Spagna, prima della rottura dell'ultimo giro, aveva davvero fatto una super gara e pur contento per la vittoria (insperata) di Schumacher, mi dispiacque un sacco per Mika...

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  7. a mio avviso l'ultimo anno degno di nota per i "puristi" delle corse è il  2001,ultimo anno prima delle rivoluzioni regolamentarie,dei tracciati  devastati e dell'arrivo massiccio dell'elettronica.

    Dal 2002 - 2003 in poi, si è cominciato a tracciare la strada che ha condotto allo scempio di oggi. 

     

     

    Vero.

    Secondo me il 2001 complessivamente è stata una signora annata, un gran bel campionato con belle vetture, motori molto potenti (Ferrari, BMW, Honda, Mercedes); l'unica "pecca" è stata la mancanza di un vero avversario per Schumacher, di uno che fosse in grado di dargli davvero fastidio lungo l'arco di tutto il mondiale. Insomma, è mancato l'Hakkinen dei tempi migliori, in buona parte per sfighe allucinanti (rottura della sospensione a Melbourne quand'era secondo, motore ko in partenza ad Interlagos, frizione ko all'ultimo giro quand'era primo a Barcellona, ritiro a Zeltweg mi pare sempre per problemi alla frizione, ritiro a Montecarlo, ritiro in griglia a Magny-Cours) ed in parte anche per evidente demotivazione.

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  8. Quelle del 1998 furono le  vetture più difficili da guidare degli anni novanta ,in assoluto : viscide,senza aiuti elettronici,veloci, domate da piloti "uomini" e non da ragazzini,questi bolidi sfrecciavano su tracciati difficili ,dove pagavi il minimo azzardo...

    Il Circus di oggi è solo un pallido riflesso se paragonato a quello che era all'epoca ,a mio avviso l'ultimo anno degno di nota per i "puristi" delle corse è il  2001,ultimo anno prima delle rivoluzioni regolamentarie,dei tracciati  devastati e dell'arrivo massiccio dell'elettronica.

    Dal 2002 - 2003 in poi, si è cominciato a tracciare la strada che ha condotto allo scempio di oggi. 

     

    Jacques Villeneuve Ragged Lap

     

     

    Pienamente d'accordo.

    Erano vetture molto veloci, instabili in curva (basta vedere le numerose correzioni di Villeneuve nel video che hai postato) e con dei tracciati VERI, senza vie di fuga asfaltate; se facevi un errore andavi a muro o comunque ti insabbiavi e dicevi addio alla gara e/o al giro di qualifica.

    E soprattutto, sentire il magnifico e portentoso sound di quei V10 ruggire lungo il vecchio tracciato di Spa, con il vero Eau Rouge e la vera chicane Bus Stop...non so a voi ma a me far star davvero male. Ridatemi la vera Formula 1.... :(

     

    p.s. che gran controllo di Villeneuve alla Bus Stop! :)

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  9. Pazzesco controllo in uscita dalla Stowe, senza i famigerati parcheggi che ti parano il c*** se commetti errori. Bei tempi andati. 

     

    Eh già , davvero un gran bel controllo niente da dire!

    Non male neanche il controllo alla Rivazza nell'altro video postato da Jax...

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  10. Io purtroppo non ho avuto la fortuna di vivere la sua epoca, essendomi appassionato alla F1 l'anno successivo alla sua scomparsa. Ho cercato di "rimediare" leggendo di lui, documentandomi, guardando video, spezzoni di gare e quant'altro. Ho capito quanto fosse grande, come pilota e come personaggio a tutto tondo. E quanto profonda e intensa fosse la sua rivalità  con Prost, un dualismo forse irripetibile. Il fatto di suscitare tanto interesse anche in chi non lo ha visto correre "in diretta", credo faccia capire quanto fosse grande il suo carisma. Per motivi anagrafici e di tifo il mio idolo è Schumi, ma per Senna non posso che provare ammirazione e rispetto.

     

    Leggendo a poco a poco le tantissime pagine di questa STUPENDA discussione su Ayrton Senna, mi sono imbattuto in questo post, che condivido al 100%.

    E' la stessa cosa che è capitata a me, appassionandomi a questo sport solo dopo il 1994.

    Per fortuna esiste il web ed esistono forum come questo, che mi ha consentito e mi consente tuttora di informarmi e documentarmi su questo grande uomo.

    Ciao, Magic! 

    • Like 1
  11. Gran Premio di Monaco 2001 , Jacques Villeneuve su BAR 003 Honda , quarto al traguardo,quella che si suol dire aggressività .... :)                 

    20afej5.jpg

     

    La concentrazione prima delle qualifiche di Monaco 2001.....

     

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    Gran Premio d'Italia 2001,c'è un che di romantico nel concentrarsi sull'erba...                                            

     

    14947ll.jpg   

     

    Italia 2001,sesto al traguardo su BAR 003 Honda (solo io trovo la livrea e le linee questa vettura stupende ?)

     

    ifzg42.jpg

     

    Belle immagini, e bella anche la Bar del 2001 anche se preferisco quella del 2000.

    Non c'entra molto con l'estetica, ma il sound del motore Honda dell'annata 2000 era qualcosa di fantastico, secondo me. 

    • Like 1
  12. Due anni fa in onore di Ayrton Senna ho scritto un breve racconto in cui, in un mix tra immaginazione e fatti realmente accaduti, ho provato a ricostruire quella che sarebbe potuta essere la prosecuzione della sua carriera se quel maledetto giorno fosse sopravvissuto all'incidente. Ho inviato il racconto alla redazione di "Derapate" che - oltre a modificare il finale che avevo ideato - l'ha diviso in due parti e pubblicato, riproponendolo ogni 1° maggio. Faccio parte da pochi mesi di questo forum e vista la qualità  dei contenuti e la competenza degli interventi ho il piacere di condividere con voi la versione originale (e quindi per certi versi inedita :D), auspicando di generare un dibattito e augurandomi di non essere troppo invadente, a causa della sua lunghezza.

     

    Cronaca di un sogno

    di Enrico88

     

    “1 maggio 1994, ore 14.17. Ayrton Senna ha da poco tagliato il traguardo del 7° giro del Gran Premio di San Marino. Il brasiliano della Williams si trova in testa, braccato da Schumacher sulla Benetton che segue a soli sei decimi. Improvvisamente la Williams ha uno scarto che provoca l’uscita di pista di Ayrton al Tamburello. L’impatto col celebre muro sul quale hanno impattato in passato anche Piquet, Berger e Patrese è inevitabile. E violento. Senna rimane per qualche interminabile secondo immobile dentro la vettura. Poi muove leggermente il capo. E’ sotto shock, ma fortunatamente non è nulla di grave. Frammenti del braccio di una sospensione lo hanno colpito violentemente sul casco ma non hanno provocato alcun trauma. Viene portato in ambulanza al vicino ospedale di Bologna dove riprende conoscenza, viene tenuto a riposo e sotto osservazione per la notte, e dimesso l’indomani mattina, davanti ad una folla di fans festanti assiepati per salutarlo.

    Il gran premio è stato vinto da Schumacher che con la sorprendente Benetton comanda la classifica del mondiale con 30 punti. Ma prima di pensare alle prospettive di rimonta iridata la priorità  è la sicurezza. La tragica di morte di Ratzenberger e gli altri incidenti del week-end hanno mostrato quanto sia ormai stato superato il limite dell’esasperazione aerodinamica, e lo stesso Ayrton, che aveva già  criticato la guidabilità  della sua Williams, la sicurezza delle vetture e del circuito romagnolo, organizza una riunione coi piloti, con partecipazione allargata a team principals e membri della federazione. Vengono così studiate delle modifiche ai circuiti considerati più pericolosi, viene cambiato il regolamento tecnico per la stagione successiva in modo tale da limitare la fragilità  delle monoposto e diminuire la velocità .

    Adesso si può tornare a pensare alle corse, pur essendo impossibile mettersi alle spalle una tragedia come quella di Ratzenberger. Il successivo Gp si disputa a Montecarlo, pista di cui Senna è maestro. Ottiene la sua quarta pole ed in gara riesce finalmente ad arrivare al traguardo, battendo un arrembante Schumacher, che non concede nulla e vuole giocarsi fino in fondo le sue chances di titolo, forte di un inizio di stagione straripante. Per il tedesco però non saranno tutte rose e fiori. La rinascita della Williams, a cui basta ritrovare l’affidabilità  (al resto ci pensa Senna, nonostante la vettura non sia su tutti i circuiti più competitiva della Benetton), unita ad alcune irregolarità  tecniche della vettura che compromettono un paio di gare di Schumacher, determinano la grande rimonta del brasiliano che arriva all’ultimo appuntamento di Adelaide in testa al mondiale. Per far suo il quarto titolo e raggiungere Prost nella graduatoria all time deve semplicemente arrivare davanti al tedesco, che però parte meglio e conduce la prima parte della gara. Come tradizione vuole, Senna chiude la partita mondiale con uno scontro: quello scontro che gli costò il mondiale nel 1989, ma che lo incoronò nel 1990, si rivela anche stavolta risolutore per il pilota della Williams. Succede infatti che Schumacher a metà  gara, pressato da Senna, commette un errore che permette al brasiliano di infilarsi in una stretta curva del tortuoso circuito australiano. Schumy non ci sta e chiude la porta, ma il risultato è un patatrac che determina il ritiro di entrambe le vetture, e che consegna l’alloro ad Ayrton. In questo 1994 è scoppiata una rivalità  che era già  maturata negli anni precedenti, i primi in Formula 1 per il tedesco. Al di là  di qualche dichiarazione al vetriolo, comunque, la questione relativa alla manovra di Schumacher viene archiviata frettolosamente da Senna, forte del mondiale conquistato.

    Ayrton però non può dormire sonni tranquilli. Il suo prossimo obiettivo, da inseguire nella stagione 1995, è il quinto titolo mondiale, che in un colpo solo gli permetterebbe di raggiungere il recordman Fangio, e di scavalcare il rivale di sempre Prost. Ma l’intento è ostacolato dalla sempre più crescente ambizione della Benetton che può contare non solo sul talento di Michael Schumacher, ma anche sulla sapiente gestione tecnica di Flavio Briatore, capace durante l’anno precedente di strappare un contratto alla Renault, che dal 1995 sostituirà  la Ford nella fornitura dei motori. Niente più trattamento d’elite riservato alla Williams, dunque, che sulla motorizzazione francese ci ha costruito buona parte dei successi degli ultimi tre anni.

    I valori in campo si ribaltano: la Benetton, progettata da un genio come Rory Byrne ha ormai superato, anche se non di molto, la competitività  della Williams di un Newey ormai concentrato sulla prossima sfida che lo attende alla McLaren. Senna si comporta con professionalità  estrema pur lavorando da separato in casa, un paradosso se si considera che stiamo parlando del campione del mondo in carica oltre che di uno dei più grandi piloti della storia ed ancora indiscutibilmente il migliore in attività . Succede infatti che la Williams ha mal digerito le critiche del brasiliano alla vettura dell’anno precedente e la sofferta vittoria del mondiale ha soltanto fatto accettare ad entrambi le parti la prospettiva di lavorare assieme per un altro anno. Senna, abituato alle coccole di casa McLaren, una volta chiuso il conto statistico con la sua ossessione Prost, col quale sono comunque diventati ormai amici, strizza l’occhio da tempo alla Ferrari, dove troverebbe un ambiente che lo venererebbe come un re e dove intende andare alla caccia del duplice obiettivo di diventare il pilota più vincente della storia della Formula 1 e, allo stesso tempo, di riportare al vertice il cavallino, che aspetta un titolo piloti dai tempi di Scheckter (1979).

    Il 1995 si rivela dunque un anno difficile. La Williams è ancora competitiva e Senna porta a casa diverse gare, superando il record generale di Prost fermo a 51, ma non basta per fermare lo scatenato Schumacher che porta a casa il titolo con due gare d’anticipo. Ci si concentra dunque maggiormente su quello che succede fuori dalle piste, e nella fattispecie in sede contrattuale. In estate arriva l’annuncio che tutti aspettavano. Il lungo corteggiamento della Ferrari, rinvigorito dal lavoro del nuovo manager Jean Todt (che nel frattempo ha restituito una buona competitività  al team, tornato a vincere Gp con Alesi e Berger), si conclude finalmente col contratto firmato a Maranello dal brasiliano, che si lega con la scuderia italiana per le successive quattro stagioni, con uno stipendio da sogno. Rimane a fargli nuovamente da scudiero Berger, con cui riforma la coppia già  positivamente sperimentata in McLaren nei primi anni ’90. Alesi fa le valigie e sentendosi tradito sbatte la porta con dichiarazioni polemiche prima di trasferirsi alla Williams, la stessa Williams con cui aveva firmato un pre-contratto prima di passare alla Ferrari nel 1991. Il team di sir Frank vuole infatti dimostrare di poter vincere un titolo contando più sulla forza della propria vettura che del pilota; tuttavia, non pienamente convinto di promuovere prima guida quel Damon Hill giunto terzo nei due campionati precedenti, preferisce ingaggiare un pilota sicuramente competitivo (anche se non un campionissimo) come il francese, e rimandare il debutto in Formula 1 del campione uscente della Formula Cart Jacques Villeneuve, figlio dell’indimenticato Gilles, bloccato per l’anno successivo. E il campione del mondo? Schumacher è alle prese con la serrata corte della Mercedes, che dopo averlo allevato nella categoria Sport Prototipi, vuole riportare alla base il talento di casa. La McLaren però nella stagione 1995 non si è ancora mostrata competitiva, avendo racimolato solo qualche podio con Hakkinen e avendo spinto un big come Nigel Mansell al ritiro. Così il giovane kaiser decide di difendere il proprio n°1 nel team che l’ha consacrato, sebbene quest’ultimo si trovi in fase di smobilitazione. Il progetto di rivoluzione e rilancio della Ferrari, infatti, promosso da Jean Todt, prevede, dopo l’ingaggio del miglior pilota, quello dei migliori tecnici in circolazione. Deluso da Barnard, il francese pensa prepotentemente alla coppia Brawn-Byrne che ha fatto faville in Benetton, e con loro trova l’accordo per il 1997. Il 1996 si configura quindi come un anno di transizione, in cui Senna presumibilmente non potrà  lottare per il mondiale, ma in cui sarà  comunque chiamato a far crescere vettura e team.

    Come previsto è la Williams a dominare il campionato, forte dell’involuzione tecnica della Benetton e della crescita non ancora ultimata della Ferrari. Hill si dimostra ancora una volta un pilota costante, affidabile, ma non velocissimo. Lotta per tutto l’anno col compagno Alesi, più veloce in quasi tutte le piste ma non altrettanto regolare. Nonostante qualche incidente e qualche rottura di troppo, il francese, forte dell’assenza di ordini di scuderia, con un finale di stagione grintoso riesce a rimontare il distacco che lo separava dal britannico e, vincendo un emozionante ma corretto duello nell’ultima gara a Suzuka, si aggiudica incredulo il suo primo ed unico titolo. I ferraristi, che hanno amato tanto Jean, non possono avere però troppi rimpianti. Con Senna infatti il salto di qualità  è stato evidente, ed il brasiliano si è costantemente giocato con la Benetton di Schumy i posti lasciati liberi dalle defaillance della Williams, riuscendo a vincere 3 Gp ed arrivando terzo in classifica generale, proprio davanti al tedesco.

    Il 1997 vive del duello tra Senna e le Williams, una sorta di vendetta gustata a freddo dal pilota brasiliano. La Williams è ancora la vettura più veloce del lotto ma adesso non c’è più Hill ed il debuttante Villeneuve si dimostra un pilota tosto, all’altezza del nome che porta, ridimensionando la stella del campione del mondo Alesi. Il team inglese non fa ordini di scuderia e ne approfitta proprio Ayrton, alla guida di una Ferrari ormai progredita al ruolo di seconda vettura più competitiva, che con classe e regolarità  lotta per il titolo tutta la stagione e si laurea campione del mondo con una gara d’anticipo rispetto all’ultimo appuntamento di Jerez, dove Villeneuve batte Alesi e Schumacher nella lotta per il secondo posto in classifica. Ayrton raggiunge dunque Fangio a quota 5 titoli, e riporta l’iride a Maranello dopo 18 anni. Il brasiliano dichiara di volersi ritirare al termine del contratto con la Ferrari. Ha dunque due stagioni a disposizione per inseguire l’ultimo obiettivo: vincere il sesto titolo e diventare il pilota più vincente della storia di questo sport.

    La stagione 1997 ha però dimostrato come i valori in campo si siano livellati. Ottime vetture come Benetton e Ferrari forti dei migliori piloti in circolazione, Schumacher e Senna, hanno tenuto testa allo strapotere della Williams, che ha vinto per il sesto anno consecutivo il titolo costruttori. Ma Benetton e Williams per la stagione 1998 devono scontrarsi con un grosso problema: il ritiro della Renault, che li costringerà  a correre con motori revisionati da una società  privata gestita dall’onnipresente Briatore. Nel frattempo durante la stagione si sono messe in evidenza le McLaren, tornate al successo con Hakkinen, e così i tempi si rivelano maturi per il salto di Schumacher nel team anglo-tedesco, al posto della giovane promessa Coulthard.

    La mossa si rivelerà  azzeccata: il 1998 vive infatti del duello tra McLaren e Ferrari, che non si vedeva dal lontano 1990, a parti invertite (allora Senna correva con la McLaren), mentre la Williams funge da comprimaria con Villeneuve e il neo-ingaggiato Frentzen, con la Benetton inghiottita a metà  gruppo, sopravanzata dalla sorprendente Jordan guidata dal redivivo Hill. Le frecce d’argento si fanno forti delle gomme Bridgestone, più performanti delle Goodyear che montano le vetture di Maranello e che a fine stagione lasceranno la Formula 1. La Ferrari è ormai però una vettura di vertice e permette a Senna di battagliare con Schumy su tutte le piste. Il secondo pilota della McLaren, Hakkinen, si dimostra però ben più competitivo di Irvine, ingaggiato dalla Ferrari per sopperire al ritiro di Berger. E così Senna non può far altro che inchinarsi allo strapotere dell’accoppiata Schumacher-McLaren Mercedes, che si aggiudicano titolo piloti e costruttori. Per il pilota tedesco è il secondo mondiale.

    Si avvicina dunque l’ultimo anno di Senna in Ferrari e presumibilmente in Formula 1. Il pluri-iridato è ormai un’icona della rossa ed i tifosi lo idolatrano a tal punto da organizzare sit-in per convincerlo a restare e per convincere Jean Todt a non sostituirlo a fine stagione con l’odiato rivale Schumacher, come rumours di giornale sussurrano. Ma Senna ha ormai 39 anni ed altri progetti. Vuole onorare il contratto con la Ferrari ed andare a caccia dello storico sesto titolo, ma intende poi smettere. E la Ferrari non può restare ferma. Per restare competitiva ai massimi livelli, deve completare il puzzle ormai sapientemente messo insieme da Todt col pilota di punta. Ed il pilota di punta, in assenza di Senna, è senza dubbio Schumacher, peraltro allettato dall’idea di sostituire il suo grande rivale sulla vettura più amata e conosciuta al mondo. Dal canto suo la McLaren si mostra presuntuosa come la Williams di qualche anno prima. Dennis e soci ritengono la competitività  della propria vettura talmente forte da poter rinunciare al kaiser e d’altronde il fedele Hakkinen si è mostrato negli anni un pilota solidissimo. Così viene raggiunto un accordo e dietro pagamento di una penale la McLaren libera Schumy per la Ferrari per l’anno successivo. Ma intanto c’è da disputare il campionato 1999.

    I valori in campo sono, più o meno, gli stessi dell’anno precedente. Benetton e Williams sono ormai declassate al ruolo di outsiders e puntano su giovani leve come l’italiano Fisichella e Ralf Schumacher, fratello di Michael, mentre Villeneuve è sprofondato a fine gruppo per sposare il progetto della neonata B.A.R (va un po’ meglio ad Alesi, caduto nel dimenticatoio ma alla guida di una più competitiva Sauber). Frentzen, invece, passato alla Jordan, fa faville con quella che ormai è diventata la terza vettura del gruppo, e si mette sempre più in luce il migliore amico rimasto nel circus a Senna, il connazionale Barrichello, alla guida della Stewart. Ma a comandare gare e classifiche e lasciare agli avversari solo le briciole, come l’anno precedente, sono sempre loro: Ferrari e McLaren. La scuderia italiana però ha recuperato il gap della stagione precedente, forte della fornitura unica di gomme che assicura a tutti i team le Bridgestone. Questo consente un miglioramento delle prestazioni del sin qui deludente Irvine, peraltro inviso da tempo allo stesso Senna, che l’ha accettato in squadra solo perché meno competitivo. Come nella stagione 1997, Senna approfitta della sostanziale parità  gerarchica tra i piloti della squadra avversaria. Allora era la Williams, con Villeneuve ed Alesi, adesso è la McLaren. Schumacher non è più la star appena ingaggiata della stagione precedente, e considerando il contratto con la Ferrari per la stagione successiva il team anglo-tedesco fornisce un mal-celato appoggio al cocco di casa Hakkinen, che a sorpresa vince diverse gare ed entra in lotta per il titolo. Schumacher però con classe risponde colpo su colpo, ed all’ultimo appuntamento dell’anno rimane l’unico matematicamente in corsa per contrastare il primato che Senna ha costruito nell’arco della stagione. Ancora una volta a Suzuka si decide il destino del campionato. La gara però trasmette poco pathos, il tedesco parte male e Senna comanda dall’inizio alla fine portando a casa vittoria e mondiale, ed entrando più che mai nella storia. La Ferrari invece manca ancora una volta il titolo costruttori. Ci proverà  l’anno successivo con Schumacher e con l’altro nuovo pilota Barrichello, ingaggiato per sostituire Irvine, e in un certo senso raccomandato dall’uscente Senna, con il quale la Ferrari mantiene un rapporto di collaborazione per sfruttarne l’immagine nei rapporti commerciali.

    Durante la conferenza stampa che doveva sancire l’addio definitivo alle corse del pilota brasiliano, ecco però la confessione shock, tenuta nascosta da mesi: «correrò ancora, correrò per un altro anno, nel 2000. Ho scroccato troppi piatti di pasta a Giancarlo Minardi che neanche una stagione forse servirà  a ripagarli. Scherzi a parte, questa mia ultima stagione fa parte di un progetto che ho deciso di far partire insieme a mia sorella Viviane, una Fondazione senza scopo di lucro che permetta ai ragazzi brasiliani meno fortunati di istruirsi e formarsi. E’ già  da diversi anni che opero nel settore della beneficenza ma non ho mai voluto farmi pubblicità  per questo, adesso però che la mia carriera da professionista è finita intendo spendere il mio nome e spendermi in prima persona, ed ho trovato nell’amico di lunga data Giancarlo un’ottima sponda per quest’iniziativa. Non percepirò alcun ingaggio ed in cambio la Fondazione Senna sarà  il main sponsor della squadra. Naturalmente, anche se corro con una vettura da ultime file dello schieramento, intendo comunque farlo con serietà  e competenza per aiutare lo sviluppo della vettura e del team.» La notizia fa esplodere un fragoroso applauso da parte della sala stampa e si diffonde in tutto il mondo grazie alla potenza dei nuovi mezzi di comunicazione, internet in testa. Senna ormai è la star incontrastata di questo sport, ha battuto tutti i record, da quello delle pole a quello delle vittorie passando per quello dei titoli mondiali, e un’iniziativa del genere non può che avere un enorme successo, tanto sociale quanto economico. Come promesso durante la conferenza stampa, Senna non sta con le mani in mano e lotta come un leone in tutti i week-end di gara. Certo, per la prima volta, in certi circuiti, deve subire l’onta del doppiaggio, a cui non era abituato, ma nelle piste che più gli si addicono e nei gran premi sotto la pioggia dimostra tutta la sua classe portando a casa piazzamenti a punti che rappresentano oro per le casse e per la sopravvivenza della Minardi. Paradossale la sfida che si viene a creare fra lui e le Prost in diversi gran premi: il rivale storico infatti da qualche anno ha rilevato la Ligier, e proprio nel 2000 ha affidato la propria vettura ad un altro vecchio rivale di Senna, Jean Alesi. Anche se si battaglia per la dodicesima posizione e le livree non sono più quelle biancorosse della McLaren sponsorizzata Marlboro, chiudendo gli occhi per qualche secondo agli appassionati sembra di rivivere memorabili ricordi.

    Nel frattempo Schumacher vince il titolo in Ferrari al debutto, portandosi così a quota 3, e cominciando a progettare una rimonta nei confronti del brasiliano. La Ferrari, forte delle buone prestazioni di Barrichello, porta a casa anche il titolo costruttori, mentre la McLaren si conferma squadra di vertice piazzandosi col sempre più affermato Hakkinen a pochi punti di distanza dal tedesco. Ma Senna ormai è estraneo a questa sfida. Dopo aver conquistato e commosso, una volta di più con quest’ultima stagione, il pubblico della Formula 1, tiene fede alla decisione di ritirarsi a 40 anni, declinando gentilmente le proposte di diversi team (la più romantica, quella della McLaren, che intendeva farlo ritornare dopo 8 anni per contrastare l’accoppiata Schumacher-Ferrari). Ayrton ha ormai la testa altrove, nel suo buen retiro brasiliano, in quella famiglia che ormai ha messo su da diversi anni, e in questo ambizioso progetto di solidarietà  su cui ha basato la propria Fondazione e la propria attività  da qui agli anni a venire. La Formula 1 può aspettare. Per sempre. Forse.â€

     

    Davvero molto bella ed emozinante questa "sliding doors", complimenti! :)

    E' troppo avvincente pensare a quanti bei campionati del mondo avremmo potuto assistere, con il "vecchio" Ayrton e i non giovanissimi Alesi e Berger a sfidare le nuove leve Schumacher, Hakkinen, Hill, Villeneuve, Barrichello, Irvine.

    Se Senna fosse sopravvissuto al Tamburello, non sono così sicuro che sarebbe riuscito a vincere il titolo del 1994; si sarebbe comunque ritrovato con ben 30 punti da recuperare, Schumi era molto determinato e sarebbe stata una lotta serrata. Propendo più per Schumacher campione, alla fine dell'anno.

    Nel 1995 invece secondo me le parti si sarebbero invertite. In quell'anno la Williams era complessivamente superiore alla Benetton e penso che, pur non stravincendo (Schumacher era già  un signor pilota ed in quell'anno fece davvero la differenza) Senna avrebbe vinto il titolo davanti a Michael. Ed a quel punto, forse, Ayrton sarebbe finalmente arrivato in Ferrari...

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  13. Senna in effetti fece quella richiesta a Prost, almeno prendendo per buone le parole di Alain che rivelò questa loro conversazione privata. Aggiunse anche che contro le nuove leve (Schumacher, Hill, Barrichello eccetera) non si sentiva sufficientemente motivato. Dopodichè, immagino fosse una richiesta scherzosa oltre che un attestato di stima nei confronti del suo rivale storico, dubito lo volesse davvero di nuovo in pista...ma chissà .

     

    Probabilmente Senna, dopo aver corso per 10 anni contro gente del calibro di Prost e Mansell, ne sentiva la mancanza e non riusciva a vedere in Schumacher ed Hakkinen dei validi avversari per quel 1994. 

    Anche a me sembra un po' strano, dopo quante se ne erano detti i due, che Ayrton lo volesse di nuovo in pista, ma tutto può essere.

    Eppure fu proprio Senna, nel warm-up di quel maledetto 1 maggio, a rivolgersi a Prost dicendogli "mi manchi".

  14. Quel giorno arrivai alle lacrime pure io. Lo zio che chiudeva un'era comportandosi da signore di altri tempi. 

    Si è scritto che è stato antisportivo, ma se non hai lo spirito della carogna difficilmente arrivi in vetta e lui che è stato fra i più grandi carogna deve esserlo stato parecchio.

    Dietro le quinte però non è stato così, per quel poco che ho potuto conoscere. #keepfightingmichael

     

    Schumacher è stato un grandissimo di questo sport, e appartiene di diritto alla ristretta cerchia dei migliori come Senna, Prost, Clark, Fangio.

    Penso anch'io che per arrivare a questi livelli devi essere un po' figlio di buona donna altrimenti rimani solo un buon/ottimo pilota ma non un campionissimo. 

    Si possono condividere o meno certe sue azioni, personalmente nemmeno a me fece piacere quando a Jerez speronò volontariamente Villeneuve pur di non perdere il mondiale.

    Ricordo una frase di Ezio Zermiani in uno dei DVD della Gazzetta dello Sport "I duelli infiniti degli anni '90'' quando, commentando il primo titolo conquistato nel 1994 dopo l'incidente con Damon Hill, il buon Ezio dice del vecchio Schumi: "...come tutti i cavalli di razza, è insofferente nel trovarsi a fianco gli avversari, i purosangue scalciano, non sopportano il rumore degli zoccoli accanto, che creano distonia al ritmo musicale del loro galoppo che vorrebbero sempre solitario. Quante critiche per questi loro atteggiamenti, ma per i più grandi è così, impongono la loro legge. Se mi vedi arrivare spostati, io sono quello che non molla. E si son fatti conoscere sempre, sin dal loro inizio".

    Ecco, credo che questa frase esprima molto bene quello che è Schumacher, e quella che è stata la sua filosofia agonistica. Del resto, come dicevate nelle pagine precedenti, alcuni atteggiamenti "al di là  delle righe" si sono visti anche in altri piloti. Questo non significa voler giustificare le "bravate" di Schumacher dicendo "anche altri l'hanno fatto", significa solo prendere atto del fatto che questi atteggiamenti sono abbastanza comuni nei fuoriclasse, disposti a tutto pur di vincere.

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  15. Gran macchina la F1-2000, ma per me ancora un pelo inferiore, nel complesso, rispetto alla McLaren. La bravura di Schumi compensò (ma non in tutte le piste) alcune lacune che ancora c'erano ed il sospirato titolo mondiale finalmente arrivò, ma ritengo che senza di lui avremmo visto il terzo titolo di fila di Hakkinen. La F2002 ed F2004 erano vetture che potevan vincere il titolo anche con un pilota "normale", ma la 2000, pur nel complesso ottima, secondo me no (data la McLaren).

     

    Esatto.

    Ottima macchina ma, nel complesso, sul piano della prestazione pura la Mclaren MP4/15 le era ancora superiore, seppur non di molto.

    Diciamo che in prova consentiva spesso a Schumacher di partire in pole-position, ma nel ritmo gara era inferiore alla Mclaren (se non ricordo la Ferrari fu più veloce in gara solo 5 volte a fronte delle 12 della Mclaren).

    In Spagna, Schumi fece sì la pole-position e guadagnò 2 secondi su Hakkinen nella prima fase di gara, ma poi Mika si rifece sotto ampiamente e pur non riuscendo a superare la Ferrari, si vedeva che ne aveva di più; in Canada Schumi partì dalla pole ma sino alla penalità  di Coulthard lo scozzese reggeva ampiamente il ritmo di Michael e seguiva la Ferrari a pochi decimi di distanza; in Austria le Mclaren dominarono e penso che se anche Michael fosse rimasto in gara, non avrebbe potuto granché contro Hakkinen e Coulthard; in Ungheria non ci fu storia e Michael ottenne un prezioso secondo posto, dovendosi difendere per buona parte della gara anche da Coulthard che pareva più veloce; a Spa ci fu la sfida stupenda tra Schumi e Hakkinen con quel bellissimo sorpasso a tre e la Mclaren volava.

    Insomma, Michael ci mise parecchio del suo anche nel 2000 (guidò davvero ad altissimi livelli). Hakkinen invece fu un po' più altalenante ed in certe gare subì anche Coulthard (Inghilterra, Montecarlo, Francia), anche se da Zeltweg in poi ritornò il Mika che conoscevamo, velocissimo in qualifica, tosto in gara, davvero un grande avversario. 

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  16. Dopo il GP del Canada, la stagione 2000 sembrava totalmente in discesa. Invece...

     

    .....invece cominciarono i problemi per la Ferrari e soprattutto per Schumacher, iniziati con la rottura del motore a Magny-Cours e culminati con la tremenda sconfitta a Spa, suggellata da quel sorpasso CAPOLAVORO di Hakkinen. 

    Per come si era messa, dopo Spa, non avrei scommesso nulla su Schumi, vedevo Hakkinen troppo in palla e la Mclaren era tornata decisamente superiore.

    Dentro di me pensavo: "1997,1998,1999...sta a vedere che anche nel 2000 la Mclaren si porta a casa i due campionati". 

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  17. Controsterzone di Schumacher in entrata alla chicane Veedol; era uno spasso vedere come riusciva a tenere con maestria la Ferrari in quella chicane, la macchina gli partiva in sovrasterzo sia in entrata sia in uscita e lui, con un colpettino di gas e un bel controsterzo la riallineava senza problemi. 

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  18. Proprio così. 

    Una delle gare più BELLE e MASCHIE di quel 2000, secondo me.

    Una bella lotta tra Hakkinen e Schumacher nei primi giri con il secondo a pochi decimi dal primo; poi, alle prime gocce di pioggia, un sorpasso da cineteca alla chicane Veedol e Michael che passò in testa.

     

     

    Infine il diluvio sulla pista, con i controsterzi spettacolari dei piloti e Michael a dettare legge; i primi due se ne andarono e doppiarono tutti gli altri, con Barrichello che negli ultimi giri arrivò in scia a Coulthard ma senza riuscire a passarlo.

    Che gare e che macchine, quanto mi manca quel periodo e quella Formula 1.... 

     

    Ecco il sorpasso di Schumacher ad Hakkinen:

     

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  19. Esattamente. E un mese dopo ci fu il bis al Nurburgring, altra gara andata in onda senza commento

    Proprio così. 

    Una delle gare più BELLE e MASCHIE di quel 2000, secondo me.

    Una bella lotta tra Hakkinen e Schumacher nei primi giri con il secondo a pochi decimi dal primo; poi, alle prime gocce di pioggia, un sorpasso da cineteca alla chicane Veedol e Michael che passò in testa.

     

     

    Infine il diluvio sulla pista, con i controsterzi spettacolari dei piloti e Michael a dettare legge; i primi due se ne andarono e doppiarono tutti gli altri, con Barrichello che negli ultimi giri arrivò in scia a Coulthard ma senza riuscire a passarlo.

    Che gare e che macchine, quanto mi manca quel periodo e quella Formula 1.... 

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  20. Sono già  passati 21 anni da quel maledetto 1 maggio 1994.

    All'epoca avevo quasi 12 anni, purtroppo la Formula 1 non la seguivo quasi per nulla (con grossi rimpianti ora!!), mi pare di ricordare che quel pomeriggio qualcuno qui a casa stesse guardando quel GP e forse anch'io avevo dato un'occhiata, ma i ricordi son troppo sbiaditi per essere riportati come veri.

    Quello che però mi ricordo distintamente, è lo stupore e l'incredulità  che potesse essere successa una cosa simile proprio a lui, al grande Ayrton Senna, che già  prima di andarsene per colpa di quella maledetta sospensione era già  un mito, un pilota dal talento cristallino ed un uomo immensamente carismatico.

    Ho iniziato ad interessarmi alla figura di Senna e ad approfondire maggiormente quello che Ayrton è stato solo alcuni anni fa soprattutto grazie allo speciale "Sfide", andando poi a spulciare il web circa i resoconti delle sue gare, i video, le interviste, e mi dispiace immensamente di non aver vissuto "dal vivo" gli anni in cui ha corso.

    Che dire, Ayrton, anche se non ho moltissimi ricordi di te ammiro profondamente ciò che sei stato, sia come pilota che come uomo, ed una figura così carismatica ed umana come la tua manca tantissimo a questa Formula 1.

    Se la tua Williams avesse curvato al Tamburello in quel maledetto pomeriggio, sarebbe stato davvero appassionante vedere chi l'avrebbe spuntata tra te e Schumacher che siete i miei due miti, penso che ve le sareste date di santa ragione scrivendo una pagina bellissima di questo sport che, purtroppo, possiamo solo immaginare con molto rimpianto e soprattutto nostalgia di te.

    Ciao Ayrton, accelera ancora campeà£o!

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