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Monia

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messaggi inviate da Monia

  1. HAM e VET guidano il gruppo, 

    In questo momento, giovanesaggio ha scritto:

    Dopo 1/4 di gara direi che mi stupisce abbastanza la coppia Hamilton-Vettel, i tempi sono simili per cui come passo Mercedes e Ferrari non sono poi così distanti, anzi. Solo che per quanto possa avvicinarsi non vedo come possa passare... Salvo cambi di posizione ai pitstop, non vedo altre prospettive per scavalcare la Mercedes.

    Dietro Mercedes, Ferrari e Red Bull si corre in un altro campionato di un'altra serie. Distacchi importanti fra le Big e le scuderie "minori"

  2. 9 ore fa, Ayrton4ever ha scritto:

    Oggi avrebbe compiuto 75 anni Muhammad Ali "The Greatest": per me con Ayrton e Michael Jordan nella top 3 di tutti i tempi di ogni sport

    bVidKX1.jpg

    Alì, il "Massimo" che si muoveva come un "Medio"; GAME CHANGER di questo sport. Atleta universalmente ammirevole.

  3. 16 ore fa, sundance76 ha scritto:

    IL BICCHIERE DI MONTEPULCIANO

    «Fresco della mia vittoria nella Coppa Ciano a Livorno, assieme a tutta la squadra Mercedes attraversammo l’Italia per raggiungere Pescara e disputare la Coppa Acerbo, in programma il 14 agosto 1938.

    Era un circuito molto impegnativo, che saliva fino sulle colline e ridiscendeva verso la costa, con la percorrenza di un rettilineo molto lungo. Su questo tratto gli organizzatori italiani avevano realizzato una “chicane” per ridurre la velocità delle vetture che sfiorava i 310 km/h.

    Al quinto giro stavo viaggiando sul rettifilo proprio prima della “chicane”, quando vidi le fiamme avvolgere tutta la vettura, dal motore fino alle parti interne dell’abitacolo. Non avevo più freni, quindi non mi curai più della chicane, anche perché la tuta che indossavo aveva cominciato a prender fuoco: lasciai lo sterzo e saltai fuori dalla vettura.

    La mia Mercedes fu quasi completamente distrutta dalla conseguente esplosione, con pezzi di carrozzeria spazzati via come briciole.

    Fu uno spettacolo terrificante, tanto che solamente le parti in acciaio avevano resistito al botto che lasciò la vettura praticamente irriconoscibile. Se non avete mai visto un cammello disteso nel deserto, non saprete mai com’è fatto.

    A fine gara i resti della Mercedes furono addirittura raccolti con una pala e depositati in un camion.

    Scampato il pericolo mi incamminai sulla strada e arrivai nei pressi di un’abitazione dove una famiglia stava consumando il pranzo. Mi offrirono del cibo, ma avevo bisogno urgentemente di un telefono per chiamare i box ed informarli sull’accaduto. Mi dissero: “Non abbiamo il telefono, ma abbiamo del buon vino: prego si accomodi”.

    Mi feci un bicchiere di Montepulciano, ringraziai e ripresi a camminare lungo il rettilineo. Fu così che transitare René Dreyfus, un tipo in gamba, che nello stesso giro in cui la mia vettura andò a fuoco, aveva cominciato ad accusare alcuni problemi alla sua Delahaye. La trasmissione della vettura del pilota francese aveva cominciato a fare le bizze, ma invece di ritirarsi subito ai box, decise di fare un giro in più (di 25 km, n.d.r.) per caricarmi sul serbatoio della sua Delahaye: un gesto davvero sportivo.

    Nel frattempo ai box era cominciata a circolare la voce sul mio incidente, ma nessuno conosceva le mie condizioni di salute così, quando arrivammo assieme nella zona del traguardo, ci fu una clamorosa dimostrazione di simpatia e di gioia nel sapermi sano e salvo. Questa era Pescara!

    Anche il nostro direttore sportivo Neubauer si rallegrò nel vedermi ancora vivo e cercò di sdrammatizzare la situazione con queste parole: “Possiamo costruire quando vogliamo una nuova vettura da corsa, ma non un nuovo Lang!”»

    HERMANN LANG

    wow storia molto molto interessante

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  4. 7 minuti fa, giovanesaggio ha scritto:

    Secondo me è proprio questo il punto ;) Io non ho mai visto nessun pilota lasciare all'apice della carriera, potrà rivelarsi una decisione sbagliata ma senza dubbio coraggiosa. Si espone, ovviamente, alle critiche di chi lo accusa di non rimettersi in gioco. Per me, proprio per questo, ha dimostrato coraggio.

    Penso che in questo contesto non esista scelta giusta o sbagliata ma solo scelte diverse ugualmente difficili da prendere. 

    Non giudico e non critico, ma prima di riflettere su questa notizia il mio primo sentimento è stato di delusione e non di ammirazione.

  5. 1 minuto fa, giovanesaggio ha scritto:

    E chi ha parlato di aspetto sportivo? :rolleyes: L'istinto in genere ti dice di continuare, ma non solo nello sport. Lui ha coraggio a lasciare da campione, non è una cosa da tutti. Sul piano solo ed esclusivamente umano, sia ben chiaro.

    Invece penso che l'istinto "sportivo" ti induca al contrario a lasciare tutto! Dopo aver ottenuto tutto ciò che volevi non è semplice motivarsi, cercare l'obiettivo e tanta fatica per cosa poi? Ammirevole senza dubbio come scelta di padre e marito, ma come scelta di atleta necessita di qualche riflessione in più...

  6. 1 minuto fa, Schumy81 ha scritto:

     

    Ma sinceramente non capisco il perchè, non condivido questa visione. E' una decisione da rispettare sul piano umano, ma non la esalterei eccessivamente a livello sportivo. Già sento parlare di decisione leggendaria, di coraggio vero...ma allora che fa, sono coglioni tutti gli altri che restano, che lottano, che vogliono ancora vincere e dimostrare? Lo trovo un po' ingeneroso. Anche restare in pista a lottare e a rischiare è una decisione degna di rispetto, e certo non meno coraggiosa (anzi). Si tratta di scelte, ma una non è necessariamente migliore dell'altra. Solo diversa.

    Sono d'accordo! Non è coraggioso chi rinuncia a rimettersi in gioco. Come hai ben detto sono due scelte diverse, ognuna da rispettare ma nessuna delle due è più coraggiosa dell'altra...

  7. Ogni sportivo sa quanto sia difficile uscire dal torpore che segue una vittoria, specie se quella vittoria l'hai inseguita per tutta la vita sacrificando ogni cosa con la più forte determinazione di cui sei capace.

    Ecco, a caldo, la prima cosa che ho pensato è che Rosberg oggi ha rinunciato a combattere quella che sarebbe stata LA Più GRANDE SFIDA della sua intera vita; tornare a correre da campione del mondo.

    Affaticato e stanco, inseguire e ricercare quella forza di volontà che gli ha permesso di ottenere tutto ciò che voleva. Fatica e ancora fatica, uscire dal letargo dell'appagamento è la più difficile corsa da disputare.

    Comprendo benissimo le ragioni della sua scelta e non le biasimo, ma oggi Nico si è arreso.

    Bandiera bianca, fine corsa.

  8. 5 minuti fa, sundance76 ha scritto:

    Guy Moll su Alfa Romeo Tipo B/P3 iscritta dalla Scuderia Ferrari al Gran Premio di Tripoli 1934 sul circuito della Mellaha, in corrispondenza della curva dell'oasi di Tagiura.

    Arrivò 2° con un distacco di due decimi dal compagno Achille Varzi.

    La frase è tratta dal libro di Valerio Moretti "Grand Prix Tripoli 1925-1940".

    2cigvq0.jpg

    Molto interessante, grazie Sundance76 :)

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