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speedmad

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messaggi inviate da speedmad

  1. ciao, ve ne racconto una, anzi, due

     

    Tre anni fa sono passato a Padova a trovare il mio caro amico Dino - Chiesa - in officina ed ho portato il mio stroppoletto che al tempo aveva 5 anni, Matteo.

    Per chi non lo sapesse, Dino ha tirato su Nyck nel kart e lo segue ancora da vicino nel suo cammino, e quel giorno Nyck era in officina a smontarsi e pulirsi il Kart come suo consueto. Ricordo la faccia che ha fatto quando Dino ha messo Matteo sul kart di Nyck, che stava sul cavalletto...Il kart per lui era una cosa viva, sacra e preziosa.

     

    L'ho incontrato gia' molte volte, anche in mcLaren, ed e' sempre stato un ragazzino piu' avanti del suo tempo, una sensibilita' particolare, una passione infinita, una umilta' rara.

     

    Dino mi ha raccontato che una sera ha visto Nyck togliersi le lenti a contatto, e prima di gettarle le ha baciate; Dino allora incuriosito gli ha domandato di spiegargli il gesto. Nyck ha risposto che le ringraziava per avergli permesso di vedere quel giorno. Ragazzi...

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  2. so che sogno ma...

    questa era la F1

    ei3t78.jpg

    chiedo troppo?

    ciao Luca

    Ok, devo dirti una cosa: ho avuto occasione di avere di fronte a me tutte le McLaren da quelle dei tempi di Prost a quella attuale, una di fianco all'altra, e personalmente, da vicino, quelle del 2007 e 2008 sono incredibili, disegnate dal vento, e secondo me le piu' belle. Anche quella della tua foto e' bellissima, ma per me e' un apprezzamento nostalgico, si vede che, nella sua indubbia bellezza, e' passata nel tempo

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  3. à‰ chiaro che stanno accontentando le richieste della RedBull, la quale vuole un regolamento stabile negli anni. Ma se il regolamento deve essere questo allora meglio di no.

    Non mi stupirei se dovessero posticipare anche l'utilizzo dei motori turbo.

    Riguardo l'aerodinamica quoto Sundance.

    Mha, e' discutibile anche questo, sotto un certo punto di vista. Guarda, un cambiamento radicale invece e' stato il fattore principale nel lancio del dominio Red Bull degli ultimi 4 anni quando nel 2009 si e' chiusa l'era delle Batmobiles disegnate dal vento che avevano portato Ferrari e McLaren ad un vantaggio aerodinamico tale che facevano quasi campionato a se'. Partendo da zero Newey ha fatto la differenza, per cui non sarei cosi sicuro del fatto che quella odierna sia una regola voluta e fatta per la RB

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  4. "Più un diffusore è evoluto, più rende difficile il sorpasso, generando turbolenze".

    Si voleva meno carico, perchè "meno carico doveva significare anche meno resistenza, più velocità  in rettilineo, più sorpassi".

    Invece "le astronavi resteranno tali. I piloti avranno un'occasione in meno per mostrare la loro abilità  perchè, come questa stagione ha ampiamente dimostrato, il carico aerodinamico è e resta il parametro più importante in questa F1".

    Questo è scritto nell'articolo.

    Questo è quello che mi hanno detto di persona tre ingegneri in servizio effettivo in F1 e GP2.

    Eppure, c'è ancora chi sostiene un ritorno all'effetto-suolo integrale, magari addirittura mediante bandelle laterali, perchè secondo questa tesi l'aderenza sarebbe ancor più mostrosa (!), i piloti si sentirebbero ancor più sicuri (!!), e tenterebbero più sorpassi (io non credo).

    E si fa l'esempio dell'Indycar, che si corre prevalentemente su ovali(!!!).

    Ma, santo cielo, se davvero tornassero le bandelle, le auto sarebbero trasformate in enormi diffusori lunghi quanto la lunghezza della macchina!

    Se in F1 le auto arrivassero davvero (e ci sono ormai vicine) a raggiungere velocità  in curva pressochè pari a quelle raggiunte sui rettilinei, con una resistenza che fa inchiodare le vetture appena lasci un pò l'acceleratore e riduce ancor di più lo spazio di frenata per le curve lente, dove caxxo si potrà  mai sorpassare più?

    Ovvio che poi, siccome non si vuole limitare il carico alzando le vetture, allora il sorpasso lo si fa solo col cretinissimo DRS....

    L'unica ragione per la quale in Indycar ci sarebbero piu' sorpassi e' perche' hanno tutti la stessa macchina. In verita' la serie e' talmente non paragonabile alla F1 che il discorso non regge proprio, a nessun livello

  5. Credo che Rosberg sappia perfettamente chi è Hamilton, hanno corso insieme in GP2 e sono arrivati in F1 entrambi da parecchi anni, oramai.

    Lewis e Nico erano compagni di squadra gia' al tempo del Kart, correvano con Chiesa e Dino mi dice che si pestavano sempre...

  6. ???

    Forse quest'anno,perche' quando correva in GP2 volava a 10 metri di altezza e si comportava nel paddock come se fosse la reincarnazione di Clark.

    Davvero??? Vedi, io non ne ho idea, non lo seguivo molto quando era in GP2. Dici che e' un cafone? L'ho seguito in 2-3 interviste in Francia e a dirti il vero mi e' sempre sembrato molto modesto, mai straffottente, e sempre molto pacato, sorridente. Senza frequentarli di persona in molti casi e' difficile dire

  7. Beh,l'indole di Grosjean è quella del pilota aggressivo,per cui in Gp2 qualche incidente lo ha avuto.Ma che io ricordi non con la stessa frequenza con cui li ha avuti in F1.

    Anch'io penso che tuo padre abbia ragione,probabilmente andava gestito meglio e credo che dopo la squalifica scontata a Monza alla Lotus se ne siano resi conto.

    Se non ricordo male Boullier rilasciò delle dichiarazioni abbastanza piccate in merito.

    Credo che la sua riconferma faccia parte "della terapia riabilitativa psicologica"che i vertici Lotus stanno provando a somministrare allo svizzero.

    A questo punto non ci resta che aspettare e vedere se funziona.

    sicuro e' che se lo hanno riconfermato hanno tutti gli elementi per giustificare la scelta; non penso che per loro sia una questione di soldi nel senso che molto probabilmente ci sarebbero piloti che potrebbero portare piu' soldi di quelli che porta G in Lotus.

    Io faccio il tifo per lui quest'anno, perche' e' un ragazzo anche umile, intelligente, ed ha tanta fame.

    Hey, Buon anno a tutti!!!

  8. Scusa Speed,ma la faccenda dell'esperienza in partenza in merito a Grosjean fa un po' acqua:vero che l'esperienza in F.1 di Grosjean è relativa ma l'esperienza in generale di corse direi che è bella sostanziosa....

    Altrimenti,se si avvalora la tesi che Grosjean ha bisogno di esperienza in partenza...diventa inspiegabile come Raikkonen ,dopo 18 gare in F.Renault inglese non abbia fatto continui strike al suo debutto in F.1.....

    vero, vedi il punto di Nivola sotto

    pero' e' anche vero che la F1 e' la F1.

    Poi c'e' anche carattere e carattere, Kimi e' stato battezzato iceman non per niente; anche Mika aveva una maniera di gestire le sue emozioni differente da personalita' piu' mediterranee o sudamericane

  9. Speed,sul fatto che le partenze siano difficili,non discuto,ci mancherebbe altro.

    Così come sono perfettasmente d'accordo con te che a Suzuka ad innescare l'incidente è stato Alonso,che in quel caso poteva avere Raikkonen nell'angolo cieco,ma nel frattempo ha tagliato mezza pista verso sinistra,praticamente tagliando la strada al finlandese che non poteva certo sparire dalla pista.

    E sono anche d'accordo che i piloti sono esseri umani e hanno il diritto di sbagliare.Ci mancherebbe.

    Quello che contesto,nel caso specifico,è la recidività  di Gros negli errori fatti,quasi tutti in partenza.

    Ora sappiamo che il ragazzo è fortissimo,ha esperienza da vendere,perchè ha corso e vinto in quasi tutte le categorie di monoposto,per cui,almeno io,non parlerei di mancanza di esperienza in partenza da parte di Romain.

    Certe cappelle me le aspetto da uno come Maldonado che di errori nella sua carriera ne ha fatti a bizzeffe in tutte le categorie in cui ha corso,non da uno come Gros che vince nelle categorie inferiori e quando arriva in F1 fa cappelle da debuttante assoluto.

    A me viene il forte dubbio che abbia sentito troppo la pressione psicologica di avere come compagno uno come Raikkonen e che dopo la pessima esperienza in renault nel 2009 volesse dimostrare che non era inferiore ad Iceman;anche perchè ,tra i due,in seno al team,l'anello debole era lui e non il finlandese che ha un contratto di ferro.

    Per cui sapendo che oggi le posizioni in F1 le guadagni in partenza,la sua concentrazione era rivolta tutta a guadagnare più posizioni possibili allo start.

    assolutamente d'accordo, su tutto

    mio padre e' convinto che sia stato gestito male psicologicamente e molto probabilmente ha ragione.

    Ha fatto la prima parte di carriera sotto Flavio, il che' ha probabilmente contribuito ad impostare il suo approccio alla F1 in maniera da tagliagola, e la presenza di Kimi certo fa soggezione.

    Il tuo punto sul fatto che in GP2 facesse meno errori in partenza - ti prendo in parola perche' non l'ho seguito - confermerebbe il suo stato psicologico "on the edge".

    Alla fine dei conti un campione vero deve saper gestire anche quello. Sono curioso di vedere quest'anno

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  10. Beh Speed,sull'incidente di SPA mi trovo d'accordo con Alby;Grosjean partiva dietro Hamilton per cui sapeva benissimo chi aveva alla sua destra,per cui anche se per una frazione di secondo Grosjean ha avuto l'angolo cieco nello specchio,non riesco a giustificarlo..tra l'altro in prossimità  della Source avrebbe dovuto allargare la traiettoria,mentre pensa bene di stringere ancora verso destra.

    Incidente molto simile a quello che lo svizzero ha innescato a Montecarlo con Schumacher.

    Il tedesco parte meglio,ma Gros si preoccupa di Alonso che l'ha bruciato,si affianca allo spagnolo e tiene la macchina diritta.Il problema che la strada piega verso destra per la Sante Devote,per cui Schumacher s'è trovato stretto tra il muro e la Lotus.

    Insomma,personalmente credo che Grosjean guardi poco gli specchi in partenza.

    E' innegabile che lo svizzero sia un gran talento:lo dimostra come ha saputo ricostruirsi una carriera dopo la mezza stagione in Renault.C'è da dire che una bella mano gliel'ha data la Total...ma il modo in cui ha vinto in Autogp prima e Gp2 poi la dicono lunga su quanto valga Grosjean.

    Chiaro che quando un pilota nelle prime 12 gare va fuori 6 volte per incidenti in partenza, il manager della squadra per cui guida ,qualche domanda se la pone senonaltro per il budget che occorre per riparare la macchina,oltre alla cattiva immagine che la sequenza di incidenti, sempre dello stesso pilota, può portare al team.

    In questo caso ,devo dire che,Lopez e Boullier hanno anteposto la loro scommessa su Grosjean rispetto ai danni che hanno pagato(anche perchè,sempre secondo me,la Total c'ha messo una pezza e in giro non c'era grande scelta di piloti per sostituirlo)

    Parlando più in generale credo che il problema principale sia la mancanza di case ufficiali che fino pochi anni fa allevavano i piloti in casa partendo già  dal kart preparandoli per la F1.Oggi con team che fanno fatica a mettere insieme il pranzo con la cena è normale vedere il Karthikeyan o il Pic di turno in pista:Portano soldi e se vanno piano o peggio non riescono a tenere la macchina in pista,chissenefrega.Basta che paghino,con buona pace di quelli,che magari il talento ce l'hanno,ma non hanno soldi.

    La solita storia insomma.

    Sul fatto che i media bollino questo o quel pilota come scarso o pericoloso (un giorno, prima o poi, vorrei trattare questo argomento riguardo quello che successe a Simoncelli...)è purtroppo una realtà  sempre esistita.

    Dei critici cinematografici e teatrali,si dice che facciano quel mestiere perchè sanno di essere dei pessimi attori,pewr cui credo che la stessa considerazione si possa utilizzare anche per chi scrive di Motosport o di calcio.Personalmente tendo a non farmi influenzare dal Mazzoni o dall'Allievi di turno.Certo però che se certe considerazioni le fanno piloti come Capelli o Zanardi,beh,a quel punto un po più attenzione la presto.

    Dove invece mi trovo completamente d'accordo con te è sull'"incattivimento"delle gare kart.

    Nei primi anni '90 ho avuto esperienze di kart amatoriale e devo dire che pur avendo musetto e pance laterali in curva qualche spintarella la davi,ma era normale routine.Il problema era se in frenata capitivi con la tua ruota anteriore su quella posteriore del tuo avversario(all'epoca,per una manovra del genere, piegai un telaio DAP,praticamente nuovo...)Il rear bumper è stata la soluzione ideale per evitare certi "problemi",ma la sua introduzione ha di fatto favorito le tamponate in frenata per allargare la traiettoria al tuo avversario.Manovre che poi qualcuno si porta dietro pure nelle formule,amplificate dalle via di fuga aeroportuali.

    Aggiungiamoci poi che i genitori onnipresenti pensano di avere un piccolo Hamilton in casa,per cui lo "caricano"fino all'inverosimile e il gioco e fatto.

    D'altra parte credo che sia inevitabile,come nelle auto di serie,quando aumenti la sicurezza tendi anche ad azzardare di più,tanto sai che l'elettronica ti perdona quasi tutto.

    Ma così facendo disimpari a guidare una macchina o una moto.

    Vero e giusto quello che dici, ma continuiamo a discuterne un po'...allora, due altri fattori sulle partenze - e non per darti torto, perche' sono d'accordo con te sul fatto che Romain abbia fatto errori, quelli che citi sopra, ma quello che contesto e' il peso che viene dato a questi errori, che secondo me deve essere messo nella giusta prospettiva. Innanzi tutto si pesa l'errore per le sue conseguenze e non per cio' che e' realmente - nel senso che l'errore di Spa, e lo chiamo come tale, ha avuto delle conseguenze spettacolari e pesanti per aver coinvolto Alonso ed Hamilton in lizza x il mondiale; se avesse preso su solo il Koba e magari Kimi e Webber sarebbe molto probabilmente passato alla liscia. Tornando alla partenza, in se stessa e' una manovra che al 50% delle volte magari ti va anche bene, e' un rischio che prendi ma non una cosa completamente senza testa come ci vogliono far credere sia quelli della fia che i media, come se questo non avesse proprio il minimo senso di essere in macchina, o come si farebbe per una manovra in centro citta' con l'utilitaria di turno. Secondo me non bisogna dimenticare che siamo in F1, ragazzi, si e' sempre sul filo, o come dicono in America, "it's racing!!!", non scuolaguida. Tornando a noi, sei stato in pista anche tu, allora sai che normalmente chi e' davanti fa l'andatura, e chi e' dietro "si adatta" di conseguenza e come puo'; questo sempre nel contesto di una condotta non deliberatamente pericolosa da parte di chi precede. Come poi dici giustamente ci sono gli specchietti giusto? Ma allora ti domando, quando parti in kart, dove gli specchietti non li hai, avresti tempo per guardarli in partenza? Buonanotte! La realta' della cosa e' che in partenza hai l'attenzione davanti al 90%, in periferica al 9 e su quello che accade dietro non te ne puoi occupare piu' di tanto. Allora si dice Romain non guarda gli specchietti, no, non e' solo lui, Nando se li avesse guardati a Suzuka sarebbe stato dentro - infatti e' lo stesso errore che ha fatto Romain a Montecarlo. Di nuovo, sono d'accordo con voi ragazzi, anch'io li chiamo errori, ma dobbiamo sempre tenere a mente che sono umanamente accettabili - secondo me - in un contesto di corsa dove si arriva a 100 in 1.5 secondi, e dove tutto succede troppo maledettamente veloce, dove non ci sono replay, dove fisicamente sei incollato al sedile, insomma, siamo anche fatti di carne ed ossa. Poi il fattore psicologico: i piloti di oggi sono sempre sul filo di perdere il sedile; facile dire bisogna che Romain sia piu' ragionevole e conservativo; la calma giusta viene con l'esperienza, lui adesso ha fame di risultati, e tanta. Zanardi in cart ha fatto il record per le pole consecutive tra il primo ed il secondo anno, senza vincere il campionato; negli anni successivi ha fatto la pole molto raramente ma ha vinto i campionati. Ci vuole tempo, e adesso per i giovani piloti piu' di prima.

  11. Non entro in questioni di misurazione di talento ma ogni volta che guardo la gp2 rimango stupito dall'approccio che hanno questi piloti che sono al gradinoo precedente la F1, sembrano protagonisti di videogiochi per come si comportano e per l'irruenza che hanno

    Sono assolutamente d'accordo, e tu hai messo il dito nella piaga, perfetto: video giochi.

    I piloti giovani di adesso hanno molto meno la cognizione del rischio, perche' sono cresciuti in un ambiente motoristico dove farsi male e' davvero difficile oggi; una volta anche in Kart ci si poteva lasciare la pelle, allora quando si guidava si era in pieno contatto con la realta', non era un video gioco. Ora si, per cui anche i rischi si prendono senza troppo pensarci su.

  12. Mi pare che il "sistema F.1" abbia dimostrato pazienza nei confronti di Grosjean,tanto è vero che nel 2013 avra' la sua TERZA occasione.

    E molti altri talenti(Mi viene in mente Carroll) di occasioni ne hanno avute ZERO.

    Pazienza poi x cosa?Se al 20 GP che disputi non capisci che la gara non finisce al primo giro x quale motivo bisogna avere "pazienza"?

    In merito all'incidente in Blegio non sono per niente daccordo con l'interpretazione di Speedmad:per me Gros si accorge di Hamilton e tenta una manovra di difesa....finita male.

    Poi perdona Speed...se solo chi ha gareggiato "puo' capire",ad di la dell'ovvieta' dell'assunto,.....nei forum scriverebbero solo piloti o ex piloti

    Perdonami, non voglio fare il sapientone dicendo che solo chi ha fatto pista certe cose puo' capirle, perche' ti do' ragione sul fatto che c'e' un buon senso unito ad una logica piu' o meno universale. Pero' resta di fatto che se si ha fatto pista si entra in una dimensione di giudizio piu' profonda. E' come quando io mando a quel paese un'ala destra per aver sbagliato un cross al centro in corsa con un avversario accanto, quando di calcio vero non ne ho mai fatto. Dal salotto e' altra cosa e si perdono moltissimi elementi determinanti per capire cosa stia davvero succedendo dentro. Poi non dico che Grosjean non abbia fatto errori o non cerco di giustificarli come non tali, ma hanno certo un altro peso dal peso dato loro dai media in generale. Perche' nella maggior parte dei casi i media in macchina non ci sono mai stati. Poi, se hai l'eta', ti ricorderai dei primi anni di Senna e delle cappelle che faceva anche lui, per non parlare di Villeneuve - Gilles - entrambi due molto probabilmente tra i top ten nei talenti della Formula 1. Di nuovo, io trovo che i piloti che approdano in F1 dalla GP2 si trovino male perche' non hanno avuto un'educazione adeguata, come detto sopra. Il fattore emotivo poi e' importantissimo, ed un pilota mal gestito non funziona - vedi i calciatori, stessa cosa. Poi ragazzi, non scherziamo, una partenza in F1 non e' uno scherzo, e forse dalla TV non si capisce quanto fino sia il filo in cui si marcia. Come non si capisce quanto difficile - ad esempio - sia tenere una F1 in pista sotto l'acqua. Sembra sempre un mezzo scherzo quando lo si guarda da casa.

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  13. Ho pensato di prendere spunto dall'ultimo articolo del nostro Alessandro Magno riguardo Grojean per cominciare una discussione sui nuovi piloti che avevo iniziato con lui e che voglio condividere con voi tutti.

    Ecco la pappardella, scritta qualche tempo fa prima della conferma di Romain in Lotus.

    E’ palese a tutti il numero di incidenti causati dai ragazzi nei loro primi due anni di F1.

    Se vogliamo, l’irruenza del giovane pilota non e’ cosa nuova, e’ sempre successo, ma mai ai livelli di oggi. Io sono sicuro che se facessimo una statistica, contando anche sul fatto che le piste di oggi sono molto piu’ sicure dedurremmo che il numero di incidenti causati da giovani piloti oggi e’ di gran lunga piu’ alto di quello di vent’anni fa.

    Allora ho pensato un po’ alla cosa e mi e’ venuta in mente una discussione che ho avuto a Zuera qualche mese fa con Luca Baldisserri in occasione del campionato del mondo di Kart. Si diceva infatti che oggi il kart e’ diventato un vero e proprio autoscontro; l’introduzione delle pance, del muso e rear bumper fanno si che uno si possa tranquillamente appoggiare all’avversario in pressoche’ qualsiasi punto del kart, e questo produce le immancabili spintonate in partenza dove se parti secondo - per cui in prima fila all’esterno - ti trovi alla seconda curva decimo – se non impalato nella rete – perche’ quelli dietro sono a manetta, paraurti su paraurti e alla prima curva non frenano ma lasciano frenare le prime tre file davanti. Stessa cosa per i sorpassi, uno entra e si appoggia tranquillamente, lasciando fare alla forza centrifuga il lavoro di spostare l’avversario del quale si usa il grip per proprio tornaconto. Dicevo appunto a Luca che i ragazzini ora imparano meno di quanto facessimo noi al tempo; anche allora c'erano malizia e gran voglia di vincere, ma bisognava avere la tecnica ed il pelo per farle certe cose, altrimenti si volava, letteralmente. E ti posso assicurare che quando voli la prima volta, la seconda ci pensi su ben bene prima di passare azzardato. Questo, oltretutto, sviluppa una cosa molto importante per i piloti gia’ da giovani: un codice di condotta. Una volta si sapeva con chi si aveva a che fare in pista, e si sapeva che questo codice, pur rimanendo un codice di spirito al di la’ di ogni regolamento, era seguito indistintamente da tutti, e chi si azzardava a romperlo veniva preso di mira e poi in pista erano cazzi…Questo codice stabiliva che la botta messa giusta per passare ci poteva anche stare, sapevi che ti sarebbe tornata, ma nessuno avrebbe mai fatto niente che potesse essere davvero pericoloso per l’avversario. A prova che diventasse una vera e propria questione di tecnica e controllo era il fatto che i gran voli, o i gran BUSSI come li chiamava Zanardi al tempo – fatta eccezione per le partenze – si vedevano quasi escusivamente in fondo al gruppo, dove trovavi i piloti meno bravi ed esperti. Si imparava cosi un vero e proprio comportamento, che faceva in un certo senso capo ad un gentlemen agreement mai citato ma sottoscritto da tutti. E cosi si imparava la finezza nel guidare, finezza che ti dava la misura chiara tra quello che potevi fare e quello che non era ne’ lecito ne’ opportuno. Poi dal kart questo lo si portava in macchina come istinto acquisito.

    Un altro fattore che secondo me ha cambiato molte cose – guardacaso – sono i soldi. Con mio padre – anche lui fanatico da sempre – ho guardato in TV qualche mese fa la gara di GP2 di Monza – mio padre le guarda tutte, io a dire il vero mai, o molto raramente.

    Dopo due giri ero inorridito, mani sui capelli. Era palese che la maggior parte – e dico la maggior parte, non qualcuno – tra i piloti erano li solo perche’ pagano il sedile, dato che non avevano la minima concezione di cosa poteva fare la macchina in curva, quanto potevano allungare la staccata, andavano completamente a caso. Pazzesco. E pericoloso! In un sistema che ti alleva cosi anche uno che ha talento cresce con dei paradigmi completamente sfasati. Poi quando si trova in F1 deve imparare praticamente da zero; e’ solo in F1 che il giovane pilota capisce che ogni errore lo si paga molto caro; fino alla GP2 l’incidente e’ normale routine. Adesso, a differenza del passato, e’ difficile farsi davvero male, per cui si perde anche la misura di quello che puoi fare senza rischio. E chi piu’ ne ha piu’ ne metta.

    Sono andato ad Austin in occasione del GP e sono rimasto impressionato da come guida Grosjean; ero alle “S†e come entrava lui era da paura: un piede, una decisione, uno stile pazzesco. Secondo me e’ un grande talento. In TV non ce se ne rende conto, non si ha – purtroppo – lo stesso metro. Adesso Romain rischia il sedile per tutte le macchine che ha distrutto quest’anno. Maldonado e Senna sono un po’ la stessa cosa, ne hanno combinate di cotte e di crude – secondo me senza lontanamente il talento di Grosjean, e comunque questa rimane un’opinione personale. E’ doppiamente difficile per un giovane integrarsi in F1, e’ quasi come dover imparare a correre da zero. Poi c’e’ anche un elemento di sfiga e si tende a fare di tutte le erbe un fascio: l’incidente di Spa, ad esempio, per uno che non e’ un profano non e’ molto differente da quello di Suzuka che ha coinvolto Alonso. E’ facile giudicare stando in salotto davanti alla TV, specie se non si e’ mai stati in macchina; se invece lo guardi con l’occhio fino, capisci subito che Grosjean, come Alonso a Suzuka, aveva Hamilton nell’angolo cieco a destra – Nando aveva Kimi sull’erba a sinistra – e li’ e’ questione di centimetri che sono inversamente proporzionali alla sfiga, ti puo’ andare bene come ti puo’ andare male; molte volte si confida sull’esperienza dell’avversario, che sa che in quel momento non lo vedi, per darti un po’ di spazio in piu’, sempre che ci sia. Nel caso di Romain e Nando lo spazio non c’era e allora ciao. Voglio dire, quando si corre per vincere si e’ sempre sul filo. I giovani il filo adesso lo conoscono molto meno dei giovani di una volta, e continuano a romperlo. Ma non e’ segno che manchino di talento rispetto ad una volta, mancano di educazione, perche’ crescono appunto in un ambiente ed un modo di correre che non li prepara a cio’ che trovano poi quando approdano in F1. Bisogna avere piu’ pazienza.

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  14. nel senso che San Francisco non mi ha dato l'idea di una città  pericolosa

    Esatto, e ti ribadisco, le altre sono paragonabili a SF, adesso anche Detroit, che era quella meno raccomandabile fino a 5-6 anni fa, dove il centro era "duro", ma anche Dallas nella stessa maniera. Si ha ancora in mente probabilmente gli stereotipi provenienti dagli anni fine 70-80 dove New York era brutta e non ci si poteva andare. Io ho piu' stizza a Napoli...

  15. USA: per quanto ho visto io negli anni non ho avuto affatto la sensazione di pericolo ma non sono mai stato in Texas o Miami che so essere "caldi". Speedmad parla senz'altro a maggior ragion veduta.

    Poi il buon senso vale e deve valere negli USA come in Namibia.

    Devo dire che l'unica città  che non mi ha dato grandi sicurezze di notte è Parigi

    Concordo.

    Come ti ripeto, conosco molte citta' calde degli States, e le conosco non perche' ci sono passato due volte: da Detroit a Miami, Chicago, SF, Seattle, Philly e DC. Non bisogna andare a cercarsi guai, pero' non e' un problema girare.

  16. Ciao ragazzi. La realta' della cosa nella sua assurdita' e' evidente. In tutti i casi voglio contribuire con quella che e' la mia esperienza, per quanto soggettiva naturalmente. Io vivo negli States dal 1992, e con il mio lavoro li ho girati in lungo ed in largo in tutti i modi, e posso dire di aver vissuto, non solo visitato le varie regioni. Ho avuto proprio l'altro giorno una discussione su quanto pericolosa sia - presuntamente - Los Angeles. Io ho vissuto 12 anni a New York, e poi tra Los Angeles New York e la Florida. In vent'anni non ho MAI visto un'arma da fuoco in una situazione di confronto, e posso dirvi che negli anni 90 lavoravo nei club di notte a New York, e tornavo a casa a piedi o in bici ogni notte dalle 2 alle 4 del mattino. Nessuno tra le persone che ho conosciuto ha mai avuto a che fare con una persona che lo minacciasse con arma da fuoco. Con questo voglio dire che bisogna conoscere la realta' vivendone e facendone parte per capirne i risvolti. Bisogna anche conoscere le culture che popolano un paese vasto come gli USA, tra stato e stato, e interne alle citta'. Le statistiche con i numeri voltastomaco devono essere anche messe nel loro contesto. La maggior parte delle vittime sono da attribuirsi ad attivita' di gangs che rimangono per lo piu' circoscritte. Al confine con il Messico c'e' una vera e propria guerra. In ogni citta' le gangs gestiscono le attivita' illecite, lo spaccio, e la supremazia viene stabilita come ai tempi del far west, ma ripeto, rimane in seno a quegli ambienti. Poi non si puo' negare il fatto che la cultura dell'arma da fuoco negli USA sia profondamente differente da quella Europea, ma come questa tante altre cose, come l'alcool ad esempio. Il problema costituzionale e' un problema grande. Secondo me il problema piu' grande e' culturale e non solo in seno agli USA, anche se questi ultimi ne sono il fulcro e l'origine. Ai tempi d'oggi viviamo in una realta' mentale/emotiva e non piu' fisica come era per i nostri nonni. Lo stress della vita odierna non si scarica facilmente e in soggetti deboli/sensibili puo' creare delle bombe ad orologeria. La cultura della violenza nei films e video games poi fa il resto, e queste persone non riescono piu' a fare la differenza tra il reale ed il virtuale. E comunque non e' un problema solo degli USA. Per rassicurarvi, io non mi sentirei piu' al sicuro in citta' europee, e questo ve lo posso garantire.

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