Conosco e seguo il WRC da quando ero bambino, mi ha sempre affascinato il mondo del fuoristrada e ho amato tantissimo fin da subito un fenomeno come Sainz, vedendo comunque all'opera anche gente come McRae, Grà¶nholm, Burns, Solberg e, soprattutto, Loeb, oltre ad Ogier.
Colpevolmente, non mi sono mai tanto spinto oltre il mondiale, dunque conosco meno di quanto avviene sul suolo italico, ma so che qui dentro c'è chi ne sa molto più di me a riguardo.
Vengo al punto: lo scorso weekend, Paolo Andreucci ha colto un risultato fantastico in Sardegna con la macchina che usa (penso) nell'italiano, ed è considerato uno dei migliori rallisti di casa nostra nell'ultimo decennio insieme ai vari Basso, Travaglia, Longhi, Galli e qualche altro che non mi sovviene.
Quindi, il problema dei rallisti italiani qual è? Non sono davvero forti? Hanno pochi soldi? Perché i team di riferimento del mondiale (che sono comunque pochi) non li notano? C'è solo Lorenzo Bertelli a correre con le "WRC-1", ma è in un team di seconda fascia (pure autogestito credo), e ha poche occasioni per farsi davvero notare. Cos'hanno Evans, Paddon (per carità , molto bravo, mi ha anche fatto tristezza quando si è messo ad aggiustare, in lacrime per la vittoria sfumata, il cambio col suo copilota), Tà¤nak o Sordo in più dei nostri portacolori?
Cioè, l'ultimo italiano prima di Bertelli a correre per un team anche solo mediamente considerevole nel WRC è stato... Valentino Rossi in Galles nel 2008 con la Ford Stobart. Proprio non c'è nessuno tra i tanti che possa far riavvicinare qualche nostalgico dei grandi campioni azzurri che furono al mondiale? O è colpa dei team che non se li filano?