sundance76 Posted April 22, 2020 at 10:28 PM Share Posted April 22, 2020 at 10:28 PM Anche se solo per corrispondenza, una volta io sono riuscito a parlare direttamente con un pilota della "Golden Era of Grand Prix Racing". Pilota da Gran Premio, romanziere di successo, e paladino mondiale nella lotta contro le orribili crudeltà della vivisezione. Di più: Hans Ruesch ha vissuto l’epoca forse più entusiasmante dell’automobilismo, quella degli anni ’30, affrontando una concentrazione di campioni che si è rivista soltanto negli anni ’60 o nella seconda metà degli anni ’80. È poi diventato uno scrittore da milioni di copie vendute, con film hollywoodiani tratti dai suoi libri, interpretati da attori famosi. Infine, all’apice della popolarità e del successo, ha messo in gioco tutto quello che aveva al servizio di una causa in cui ha creduto fino in fondo nonostante i processi, le minacce, gli ostracismi, i boicottaggi che lo hanno condannato a essere quasi cancellato dalla memoria collettiva. Come dicevo, seppure per un soffio e per un caso, sono riuscito a “sfiorare” Ruesch tramite una brevissima corrispondenza in quella che si rivelò la sua ultima primavera. Vi spiego come. Ricordo che nel marzo 2005 ero a Milano per una conferenza Aisa, mi pare sull’Itala (una Casa automobilistica poi scomparsa): a pranzo, sentii qualcuno che diceva: “Ehi, ragazzi, sapete che Ruesch è ancora vivo?”. Io all’epoca ero già folgorato dai Gran Premi anni ’30, da Nuvolari e Varzi, da Rosemeyer e Caracciola, da Campari e Lang, ma quel nome – Hans Ruesch – mi diceva poco. Sì, sapevo che era un pilota privato che ricorreva spesso nelle cronache dei GP dell’epoca che divoravo in continuazione nelle mie ricerche, ma non avevo praticamente idea di chi fosse veramente. L’anno dopo un altro zampino ce lo mise Mario Donnini che in un Bastian Contrario su AutoSprint parlò proprio di Ruesch, e del fatto che alla bella età di 93 anni l’ex pilota, ormai punto di riferimento mondiale per gli antivivisezionisti, ancora rispondeva alle lettere degli appassionati. Soprattutto, Donnini accennava al fatto che Ruesch aveva inaugurato la sua fortunata carriera di scrittore con un libro ambientato nelle corse automobilistiche, il cui valore è dato proprio dal fatto che Ruesch da ex pilota sapeva bene di cosa parlava. In Italia uscì la prima volta nel ’40 col titolo “Gladiatori”, mentre una nuova traduzione ci fu nel ’54 col titolo “Il Numero Uno”. E allora, proprio spinto da quell’articolo uscito più o meno a Natale 2006, mi decido ad aprile 2007 a scrivere a Ruesch: trovo il suo sito internet, l’indirizzo e-mail, e gli invio una lettera chiedendo se esiste il modo di reperire una copia, magari in edizione recente, di questo libro. Lui mi risponde dopo pochi giorni, scrivendo: “Caro Francesco, purtroppo mi cogli in un brutto momento perché io sono agli sgoccioli. Per fortuna pochi giorni fa e' venuto a trovarmi un giornalista che ha appena pubblicato un libro su Zanardi (quello che ha perso le gambe correndo). Pare che il suo editore voglia ripubblicare il mio Numero Uno. Questo giornalista si chiama Luca Delli Carri e la sua mail e' xxxxxx. Conosco Forio d'Ischia da quasi 94 anni. Tanti saluti, Hans Rüesch” Ovviamente potete capire la mia emozione (Forio sull'isola d'Ischia era il mio indirizzo) : per pochi attimi in qualche modo ho “dialogato” con un pilota da Gran Premio degli anni ’30, uno che ha conosciuto di persona Nuvolari e soci, che ci ha gareggiato in pista. A parte quella citazione errata (il libro su Zanardi lo scrisse Gasparini, all’epoca collega di Delli Carri), ero felicissimo oltre che sorpreso del fatto che proprio pochi giorni prima della mia e-mail, Luca Delli Carri con la sua casa editrice aveva deciso di incontrare Ruesch per ristampare il suo libro. Una coincidenza curiosa, pensando anche all’articolo di Mario Donnini di tre mesi prima. Sia come sia, il libro viene effettivamente ristampato quell’estate 2007, ma Ruesch fa appena in tempo a vederlo perché il 27 agosto muore all’età di 94 anni a Massagno in Svizzera, dove viveva quasi dimenticato. Ecco, quel “contatto” fugace pochi mesi prima della sua scomparsa ancora oggi mi fa pensare. Nacque a Napoli nel 1913 da genitori svizzeri che avevano impiantato due aziende in Campania. Un’altra cosa che appresi dopo, è che la famosa “Clinica Ruesch” di Napoli fu fondata proprio dal padre di Ruesch. Hans visse a Napoli fino all’età di dodici anni, per poi essere mandato in Svizzera a finire gli studi. Dal 1932 al 1937 corre in automobile, arrivando a disputare i più famosi Gran Premi dell’epoca e a vincerne alcuni, come quello di Donington del 1936, in coppia con Seaman, con un’Alfa Romeo cedutagli dalla Scuderia Ferrari. Nel ’37 scrive “Il Numero Uno”. Durante la guerra si trasferisce in America, dove conosce numerosi scrittori e attori famosi e comincia a scrivere in inglese: racconti per riviste, poi romanzi. Nel ‘50 esce il best seller “Paese dalle ombre lunghe”, che venderà due milioni e mezzo di copie. Seguono “Paese dalle ombre corte” (tre milioni di copie), “Partita di caccia”, “Com’esser poveri”, “I Mammà e Papà”, “Ritorno alle ombre lunghe”. Nel 1955 Hollywood realizza un film con Kirk Douglas dal suo libro sulle corse dal titolo "Destino sull'asfalto", nel 1959 segue la versione cinematografica del "Paese dalle ombre lunghe", con Anthony Quinn. All’inizio degli anni Settanta, Ruesch si mette a studiare e a raccogliere informazioni sul mondo farmaceutico e nel 1976 pubblica “Imperatrice nuda”, un violento atto d’accusa contro la vivisezione. Un libro che gli costerà decine di processi e il sistematico boicottaggio dei suoi libri, ma che farà di lui una bandiera per tutti coloro che lottano per porre fine alla mostruosa speculazione farmaceutica. Leggerlo è quasi insostenibile, ma illuminante: Tornando al suo libro ambientato nei GP, come è scritto nella nota di lancio della ristampa pubblicata due volte dall’editore Fucina, “Il Numero Uno è uno dei migliori romanzi mai scritti sulle corse. Il suo segreto è l’autore, Hans Ruesch, che prima di diventare un famoso scrittore è stato pilota e ha battuto l’asfalto degli autodromi degli anni Trenta, sfidando giganti dell’automobilismo quali Caracciola, Nuvolari, Seaman, Rosemeyer e Varzi. Ruesch racconta la storia di Erwin Lester, un corridore vittima di se stesso, del suo essere più pilota di tutti, più campione dei suoi avversari”. Ecco, nel libro gli appassionati più attenti potranno scorgere, sotto i nomi di fantasia, i volti e le gesta di numerosi campionissimi. Il protagonista è modellato lontanamente sulla carriera di Caracciola, ma ci sono numerosi riferimenti alla vicenda di Ruesch, che in quanto svizzero non venne mai preso in considerazione dai team ufficiali italiani e tedeschi, e che da pilota indipendente doveva sudare per emergere. Ma c’è anche un altro motivo per comprare il libro: il volume è diviso in due parti. La prima è il romanzo di Ruesch, la seconda è una lunga appendice basata sui due incontri di Luca Delli Carri con Ruesch: un po’ intervista, un po’ sintesi di tutto ciò che il pilota e scrittore gli ha raccontato. Un’occasione da non perdere per rivivere la sua vicenda eccezionale, che a mio modesto parere merita davvero di essere conosciuta da tutti gli appassionati di automobilismo, anche perché quando leggerete il libro e l’appendice, capirete che era impossibile sintetizzare adeguatamente l’avventurosa esistenza di Hans. Ecco l'ultima edizione de "Il Numero Uno": 4 Link to comment Share on other sites More sharing options...
sundance76 Posted April 23, 2020 at 08:45 AM Author Share Posted April 23, 2020 at 08:45 AM Un breve ma bell'articolo su Hans Ruesch con un estratto dell'intervista-biografia di Delli Carri: http://www.hansruesch.net/articoli/hans ruesch_dellicarri.pdf]http://www.hansruesch.net/articoli/hans ruesch_dellicarri.pdf 2 Link to comment Share on other sites More sharing options...
sundance76 Posted April 24, 2020 at 06:37 PM Author Share Posted April 24, 2020 at 06:37 PM Un altro servizio, stavolta molto più ampio, a firma di Aldo Zana su Auto d'Epoca del gennaio 2008: 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
sundance76 Posted April 26, 2020 at 11:24 AM Author Share Posted April 26, 2020 at 11:24 AM Al G.P. di Monaco 1937 con l'Alfa Romeo 8C-35 Ruesch arriva 8°. Stesso piazzamento quell'anno lo ottenne anche all'Eifel e al GP di Germania, entrambe le volte sul Nurburgring. Piazzamenti eccezionali, considerando il numero dei piloti delle fortissime squadre ufficiali Mercedes, Auto Union e scuderia Ferrari. 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
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