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Dakar Rally 2013


R18

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Domani inizia la Dakar 2013, trentaquattresima edizione del raid più famoso al Mondo. La gara partirà  dove è terminata l'anno passato, cioè da Lima, capitale del Perù, e si snoderà  per 8000 chilometri attraversando anche Cile ed Argentina con il passaggio per le Ande e il deserto di Atacama. Si termina il 19 gennaio, a Santiago del Cile.

 

Rimangono quattro le categorie: auto, moto, quad e truck.

 

Tra le auto il 10 volte vincitore del raid, Stéphane Peterhansel, cercherà  di difendere il suo titolo sulla Mini del team X-Raid, gli avversari principali saranno i Buggy del Qatar World Team di Nasser Al-Attiyah (vincitore nel 2011) e Carlos Sainz (primo nel 2010), ma attenzione anche a Giniel de Villiers, su una Toyota privata, trionfatore nella prima edizione sudamericana nel 2009 e a Nani Roma, che in Africa vinse (in moto) nel 2004. Presenti anche il rallysta polacco HoÅ‚owczyc, l'esperto francese Chicherit e l'Hummer di Robby Gordon.

 

La corsa motociclistica parte con un protagonista in meno: il vincitore di tre Dakar (2006, 2009, 2011) Marc Coma si è fratturato una clavicola in Marocco e non sarà  presente. Dunque favorito assoluto è il quattro volte vincitore (2005, 2007, 2009, 2012) Cyril Despres, su KTM. Outsider le Husqvarna ufficiali degli spagnoli Barreda e Viladoms, la Honda del portoghese Helder Rodrigues (ex del Mondiale Enduro), terzo l'anno scorso, le KTM del cileno Là³pez e del norvegese Ullevalseter. Attenzione anche al portoghese Faria e al francese Casteu.

 

Sui quad il detentore delle ultime due edizioni è l'argentino Alejandro Patronelli, ma quest'anno sarà  assente cedendo quindi il ruolo di favorito al fratello Marcos, vincitore nel 2010, che gareggerà  su Yamaha. I suoi avversari saranno il connazionale Maffei e i polacchi Laskawiec e Sonik, sempre su Yamaha.

 

Sui truck l'assenza dei russi Chagin e Kabirov spiana un pochino la strada al campione in carica, Gerard de Rooy, su Iveco. Il colosso russo Kamaz si affida a Nikolaev, Karginov e ai Mardeev (Ilgizar e Ayrat, padre e figlio). Della partita saranno anche l'olandese Hans Stacey (vincitore dell'ultima edizione africana), Aleš Loprais e Marcel van Vliet, rispettivamente su Iveco, Tatra e Man.

 

parcours-carte.jpg

 

dakarkm.png

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Capitolo italiani: le nostre principali speranze sono riposte proprio nei truck, con la presenza di Miki Biasion su un Iveco del team de Rooy, speriamo possa inserirsi nella lotta per il podio a Santiago. Curiosità  anche per un ex Formula 1, Alex Caffi, in gara con un Mercedes. Nelle moto saranno due ex enduristi a tenere alto (si spera) il tricolore, Alessandro Botturi (Husqvarna) e Alessandro Zanotti ™, presente anche l'intramontabile Franco Picco. Nei quad a puntare ad un posto nei 10 sarà  l'italo-francese Camélia Liparoti (Yamaha), mentre tra le auto ci si affida solo a qualche privato senza particolari speranze, se non quella di arrivare in fondo per potere affermare, con orgoglio, di avere terminato una Dakar sani e salvi.

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Nella prima tappa (molto breve, una specie di prologo) il cileno Francisco Là³pez si è imposto tra le moto in 7'51" precedendo l'olandese Verhoeven ed il cileno Quintanilla. Quinto Cyril Despres, a 13" dal capoclassifica, seguito da Casteu e Faria. Undicesimo Alex Botturi, a 29", solo 69° Zanotti a 1'47".

Nei quad successo per il peruviano Flores, con 11" sull'emiro Husseini e 15" sull'argentino Patronelli, solo ventiduesima Camélia Liparoti a 1'43".

Sulle quattro ruote, successo per Carlos Sainz, in 7'40", con 8" di vantaggio sulla Toyota di Lucio àlvarez e 10" su Guerlain Chicherit. Quarta posizione (sempre a 10") per Al-Attiyah, ottavo a 34" Peterhansel con la Mini, davanti a de Villiers e Roma.

Tra i truck si è imposto Gerard de Rooy, con 16" su Stacey e 25" su Loprais, poi van Vliet e il Kamaz di Nikolaev. Ottavo Miki Biasion, a 1'01". La tappa è tuttavia ancora in corso.

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Seconda tappa ricca di colpi di scena: si preannunciava una frazione senza particolari difficoltà  ma così non è stato.

Tra le moto la vittoria è andata all'Husqvarna di Joan Barreda, davanti alle KTM di Pedrero e Faria, ma la sorpresa arriva da Despres che perde ben 10 minuti per un errore di navigazione, così come l'ex leader Là³pez che di minuti ne ha persi ben 18. Problemi anche per Alex Botturi che è finito in 27° posizione in classifica. Tra i quad successo per Marcos Patronelli, ora leader anche della generale.

Tra le auto inizialmente la vittoria era andata a Peterhansel, con Sainz attardato di 18 minuti dal francese. Si è scoperto poi un difetto nel GPS del Buggy dello spagnolo, a cui è stato tolto il tempo perso con questo inconveniente. Sainz ha dunque vinto anche la seconda tappa con 3'23" su Peterhansel, incrementando il vantaggio in classifica a 5'05". Bene anche la Toyota privata di Giniel de Villiers, ora terzo assoluto.

Sui truck altro successo per Gerard de Rooy, che ha staccato di 1'01" il ceco Loprais, con Miki Biasion terzo a 7'52". Più indietro invece il vincitore dell'edizione 2006, Hans Stacey: per l'olandese 25 minuti di ritardo lo hanno retrocesso al settimo posto nella classifica comandata ovviamente da de Rooy con 2'16" su Loprais e 10'55" su Biasion.

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Terza tappa con arrivo a Nazca con due capovolgimenti di fronte:

Nelle moto, seconda vittoria per Là³pez, che ha preceduto di 1'08" l'Husqvarna di Paulo Gonà§alves e di 4'08" la KTM di Despres, il quale approfitta dei problemi di Barreda (che ha dovuto fare da apripista) per portarsi in testa alla generale con 2'51" sul cileno vincitore di tappa e con 4'59" sul norvegese Ullevalseter, come da pronostico molto concreto e regolare. Ottimo quarto posto di tappa per Botturi, risalito 11° nella generale, mentre Barreda è scivolato 18°.

Tra i quad nuovo successo per Patronelli, che ha rifilato altri 3'32" a Husseini e 15'44" a Sonik. L'argentino conduce ora con 4'18" sull'emiro e 29'38" sul cileno Casale.

Confusione tra le auto invece: ancora una volta la vittima è Carlos Sainz, che prima è stato vittima di problemi elettrici che gli hanno fatto perdere ben 30' e successivamente si è visto nuovamente penalizzato perché pare che il GPS secondario usato nella seconda frazione non fosse difettoso, evidenziando il suo effettivo ritardo al checkpoint, che gli costa 20' di penalità . Il madrileno è dunque retrocesso in 10° posizione, con 42'42" di ritardo su Peterhansel tornato leader nella tappa vinta dal qatariota Al-Attiyah, compagno di squadra di Sainz. Il vincitore dell'edizione 2011 ha staccato di 1'18" l'Hummer di Gordon e di 3'52" la Mini di Peterhansel che ora, come detto, comanda con 6'33" proprio su Al-Attiyah.

Nella categoria truck, prosegue il dominio di Gerard de Rooy, che ha rifilato 1'24" al russo Nikolaev, ancora terzo Miki Biasion a 2'31" dal compagno di squadra olandese. Il campione in carica, dunque, ora ha 6'59" sul ceco Loprais e 13'26" proprio su Biasion.

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Nuovo doppio capovolgimento di fronte nella quarta tappa, sono cambiate le leadership di moto e truck.

Nuovo successo per l'Husqvarna di Joan Barreda ad Arequipa, tappa svolta tra continue salite e discese fino a 2200 metri slm. Lo spagnolo ha preceduto di ben 8'23" il francese Olivier Pain su Yamaha, terzo Casteu a 10'42". In difficoltà  Despres, che ha perso 17'35" cedendo dunque la testa della generale proprio a Pain. Parlando di Italia, Alex Botturi è giunto 12° a 15'11" dal vincitore. In classifica, dunque, Pain ha 2'24" su Casteu, 3'09" su Despres e 5'38" su Barreda risalito quarto, nono Botturi a 11'44".

Tra i quad continua il dominio di Marcos Patronelli, che ha rifilato altri 9'48" al più diretto inseguitore, Husseini, staccandolo nella generale di 14'06". Abbastanza indietro Camélia Liparoti, ora 17° a due ore e 40' dal leader.

Sembra passato all'attacco Nasser Al-Attiyah tra le auto: il qatariota ha vinto la speciale con 36" di vantaggio sul Buggy SMG di Chicherit, mentre il leader Peterhansel ha perso 1'17". Altri problemi per Sainz, che abbandona in pratica la corsa alla seconda Dakar per altri problemi tecnici che gli sono costati più di due ore e mezza. Peterhansel comanda ancora la classifica, ma Al-Attiyah si è avvicinato a 5'16", mentre de Villiers ha perso qualcosina e ora si trova a 33'22" dal francese.

Sorpresa tra i truck: il dominatore delle prime tre tappe, Gerard de Rooy, è rimasto vittima di problemi tecnici, ma il suo calvario è proseguito con due forature e con un lungo stop per essersi impigliato su una duna. Fortunatamente per l'olandese, anche il suo primo inseguitore Loprais non è andato benissimo, arrivando a 18' dal vincitore, il russo Ayrat Mardeev su Kamaz. Mardeev ha superato Karginov di 3'33" e Hans Stacey di 6'22". Gravi problemi anche per Miki Biasion, che è rimasto vittima di un capottamento perdendo più di cinque ore. Loprais è passato in testa, ma il suo vantaggio ammonta ad appena 56" su de Rooy, più staccato Nikolaev, a 7'08".

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Quinta tappa della Dakar 2013 funestata dalla morte di due persone a bordo di un taxi che si è scontrato con un mezzo di supporto. Sono deceduti l'autista del taxi e il passeggero.

Passando alla cronaca, è cambiato il leader della categoria truck, per le altre classi nessun particolare sconvolgimento.

Sulle due ruote doppietta per le Yamaha di David Casteu e Olivier Pain. Il primo ha preceduto il secondo per 1'09", al terzo posto lo spagnolo della KTM Pedrero, a 2'58", che ha preceduto Alex Botturi e Cyril Despres, rispettivamente a 3'25" e 4'07". Ancora afflitto dai problemi dell'apripista Joan Barreda, che ha dovuto anche fare i conti con un problema alla pompa della benzina che gli è costato ben tre ore, mentre il norvegese Ullevalseter ha perso 22'18" per un errore di navigazione. Generale dominata dunque dai francesi Pain e Casteu separati da 1'15", mentre Despres deve recuperare 6'07". Botturi è ottimo settimo con 14' di distacco, mentre Barreda è crollato al 59° posto.

Marcos Patronelli è andato ancora a segno tra i quad, con 3' sul polacco Laskawiec e 14'14" sul cileno Casale. Il primo inseguitore di Patronelli, Husseini, ha perso quattro ore per problemi tecnici, cedendo la seconda posizione allo stesso Casale, che ha un distacco di 1.18'32" dall'argentino, che sembra sempre più vicino alla seconda vittoria assoluta alla Dakar.

Doppietta Mini tra le auto, con la vittoria che è andata a Nani Roma, con 1'23" su Peterhansel, il quale ha incrementato la sua leadership a causa dei problemi di navigazione (dovuti al successo nella tappa precedente) di Al-Attiyah, giunto settimo a 6'01" dal vincitore. Terzo è giunto Robby Gordon, davanti a de Villiers e Sainz, che finalmente non è stato afflitto da problemi elettrici o tecnici o di navigazione come negli altri giorni. Peterhansel dunque comanda con 9'54" su Al-Attiyah e 33'50" su de Villiers, mentre Roma risale quinto a 37'43" dal compagno di squadra.

Nei truck Gerard de Rooy ha, come detto, riconquistato la testa della generale, ma la frazione è andata ad Hans Stacey, che ha preceduto di 1'53" il russo Nikolaev e di 2'32" lo stesso de Rooy. Problemi per l'ex leader Loprais che, insabbiatosi a circa 20 chilometri dall'arrivo, ha perso un'ora e 57' scivolando all'ottavo posto della generale. Abbastanza bene, dopo l'incidente di ieri, Miki Biasion, settimo a 4'51" dal vincitore odierno. In classifica de Rooy vanta 5'33" su Nikolaev e 17'06" su Mardeev, con Stacey risalito quinto e Biasion 26°.

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Che poi sembrerebbe una fatalità , un incidente, una dinamica ovviamente molto diversa da un incidente di gara come può essere quello dei compianti Meoni, Caldecott e di tutti quelli che sono morti correndo la Dakar. Questo è ancora più doloroso.

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Sesta tappa della Dakar (ieri) con arrivo a Calama senza particolari sconvolgimenti:

Nelle moto ha vinto ancora Chaleco Là³pez, con 2'34" sul portoghese Rubén Faria e 3'48" su Cyril Despres. Hanno perso un po' di terreno Pain e Casteu, rispettivamente nono a 7'33" e quattordicesimo a 11'06", 21° Alex Botturi a 20'35", con una penalità  di ben 15'. Risale secondo Despres, a 2'22" da Pain, scavalcando Casteu ora a 4'48", mentre Botturi è scivolato decimo a 27'02".

Quad che hanno visto Ignacio Casale finalmente vincitore, con 6'36" sul leader Patronelli e 10'30" sul sudafricano van Biljon. Quarto invece Husseini a 20'25". Generale con Patronelli in vantaggio di 1.11'56" su Casale e 1.48' sul polacco Rafal Sonik.

Nelle auto nuovo centro per Nasser Al-Attiyah, che ha staccato Peterhansel di ben 8'36", terzo Robby Gordon (Hummer) a 13'52". Solo sesto Giniel de Villiers a 17'17", preceduto da Terranova e Novitskiy. La rottura del motore ha tolto di scena Carlos Sainz, mentre Nani Roma è rimasto bloccato su una duna per due ore. Peterhansel deve difendere ora solo 1'18" sul qatariota, con de Villiers piombato a 42'31", Roma è precipitato settimo a 1.30'52".

Ancora Gerard de Rooy nei truck, l'olandese ha vinto per 34" sul russo Andrey Karginov e per 35" sull'olandese Versluis. Bene anche Biasion, quinto (alle spalle di Loprais) a 5'55" dal compagno di squadra. Il vantaggio di de Rooy sale a 18'40" su Nikolaev e a 30'32" su Mardeev. 19° Biasion a 5.02'45".

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Tragedia alla Dakar: muore Thomas Bourgin

Il francese era il più giovane partecipante alla gara: si è scontrato con un'auto della polizia cilena

La Dakar continua a mietere delle vittime: questa mattina ha perso la vita Thomas Bourgin, pilota francese al debutto del Rally Raid con la KTM 450 Rally replica: il 25enne transalpino era il più giovane concorrente fra quelli in corsa. Thomas alle 8,23 (ora locale), durante il trasferimento che portava al via della prova speciale della settima tappa Calama-Talca si è scontrato con una macchina della polizia cilena.

SCONTRO CON LA MACCHINA DELLA POLIZIA L’impatto con la vettura che stava arrivando in senso contrario è stato tremendo e per Bourgin non c’è stato niente da fare: la tragedia si è consumata al km 140 della Ruta 27 a pochi chilometri dal confine argentino: i soccorsi che sono intervenuti sono purtroppo risultati inutili.

E’ STATA APERTA UN’INCHIESTA Le autorità  cilene, subito dopo aver constatato il decesso dello sfortunato pilota, hanno disposto un’immediata inchiesta per stabilire le responsabilità  di questo dramma che si aggiunge ai due morti e ai dieci feriti di due giorni fa quando un mezzo di appoggio della scuderia Race2Recovery ha avuto un incidente con un taxi.

ERA IL CONCORRENTE PIU’ GIOVANE Bourgin era nato a Saint-Etienne il 23 dicembre del 1987 e aveva fatto il suo debutto nei raid al Rally del Marocco nel 2009. Nel 2011 aveva portato a termine l’Africa Race al quarto posto, sebbene fosse sofferente per una frattura al bacino riportata in una caduta all’inizio della gara e aveva ottenuto anche un settimo posto al Rally di Tunisia. Thomas in sella alla KTM 450 Rally Replica numero 106 occupava la 68ma posizione della classifica assoluta.

CORDOGLIO DEGLI ORGANIZZATORI Gli organizzatori della Dakar hanno emesso un comunicato in cui esprimono il loro cordoglio alla famiglia e agli amici di Thomas: la corsa va avanti senza alcuna interruzione.

http://www.omnicorse.it/magazine/24213/tragedia-alla-dakar-muore-thomas-bourgin

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In che "senso" senza senso?

Sai, morire è naturale per tutti. Ma nella Parigi-Dakar, ora Dakar Rally, francamente il significato di morire mi sfugge. Capisco la competizione. Capisco anche la sfida dell'uomo con la natura impervia ma spesso, troppo spesso, molte morti occorse in questa competizione sono assurde. L'ultima ad esempio.

Vidi un reportage su Meoni. Bellissimo ! Morì rompendosi l'osso del collo a seguito di una caduta. Parliamo di sicurezza, di tecnologie al servizio della incolumità  dei piloti (motociclisti), eppure in queste competizioni molto viene lasciato al caso. Si muore come mosche e senza che si ponga realmente mano alla sicurezza. Si era pensato ad esempio a imbragature si da proteggere il collo dei motociclisti nelle cadute ma non se ne fece nulla. Il motociclista è il competitore più esposto. Possibile mai che non si riesca a fare qualcosa in più per a sicurezza ?

Il succo del mio ragionamento è che questa competizione tenderà  a morire prima o poi. Il prezzo che si paga in termini di piloti morti è realmente altissimo. Quasi inaccettabile.

Modificato da Luke36
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Sai, morire è naturale per tutti. Ma nella Parigi-Dakar, ora Dakar Rally, francamente il significato di morire mi sfugge. Capisco la competizione. Capisco anche la sfida dell'uomo con la natura impervia ma spesso, troppo spesso, molte morti occorse in questa competizione sono assurde. L'ultima ad esempio.

Vidi un reportage su Meoni. Bellissimo ! Morì rompendosi l'osso del collo a seguito di una caduta. Parliamo di sicurezza, di tecnologie al servizio della incolumità  dei piloti (motociclisti), eppure in queste competizioni molto viene lasciato al caso. Si muore come mosche e senza che si ponga realmente mano alla sicurezza. Si era pensato ad esempio a imbragature si da proteggere il collo dei motociclisti nelle cadute ma non se ne fece nulla. Il motociclista è il competitore più esposto. Possibile mai che non si riesca a fare qualcosa in più per a sicurezza ?

Il succo del mio ragionamento è che questa competizione tenderà  a morire prima o poi. Il prezzo che si paga in termini di piloti morti è realmente altissimo. Quasi inaccettabile.

I Gran Premi, prima di diventare Gran Premi, erano raid da città  a città . Poi arrivarono gli incidenti della Parigi-Madrid, e allora si ideò il circuito chiuso (inteso come strada che torna sempre allo stesso punto), ma sempre su strade normali. Infine, si è arrivati ai circuiti permanenti, e finalmente, con l'aumentare continuo dei miliardi, ai tilkodromi nel deserto con autostrade di fuga simili ad aeroporti (chiamarle vie di fuga le sminuirebbe, tanto sono maestose).

Anche se facessero dei caschi più sicuri, fare un raid di migliaia di chilometri su strade normali, sentieri, montagne, pianure deserte, sarà  sempre molto pericoloso.

Però i piloti raccolgono la sfida, e mettono in gioco sè stessi. Per questo ho il massimo rispetto verso di essi.

La F1 attuale, che ci ha narcotizzato calcisticamente all'assenza del pericolo e ci ha abituato alle risse da bar credendo che un incidente è solo un'interruzione del giochino, ha totalmente distorto la concezione di quello che rimane un fatto incontrovertibile: quando mai si può usare la parola "sicurezza" per chi va a velocità  di 300 all'ora? Come ripeto da ormai sei anni, al massimo possiamo parlare di "tentativo di riduzione del rischio".

Se io pilota di F1 resto a casa, ho il massimo della riduzione del rischio. Ma non è mica più automobilismo agonistico.

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Verissimo quello che dici. In fondo la Dakar è un tuffo nel passato agonistico ove la morte era prevista. Però credo che la stessa Dakar sia diventata qualcosa più simile ad un business, con sponsorizzazioni faraoniche, diritti televisivi e ben altro ancora ove la morte di un pilota non conta assolutamente nulla per fare interrompere la competizione, soprattutto per gli interessi in ballo di cui sopra.

Pertanto appare più che si speculi sulla buona fede e sull'agonismo dei piloti, i veri eroi di questo scenario, piuttosto che tutelarli in modo migliore.

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Verissimo quello che dici. In fondo la Dakar è un tuffo nel passato agonistico ove la morte era prevista. Però credo che la stessa Dakar sia diventata qualcosa più simile ad un business, con sponsorizzazioni faraoniche, diritti televisivi e ben altro ancora ove la morte di un pilota non conta assolutamente nulla per fare interrompere la competizione, soprattutto per gli interessi in ballo di cui sopra.

Pertanto appare più che si speculi sulla buona fede e sull'agonismo dei piloti, i veri eroi di questo scenario, piuttosto che tutelarli in modo migliore.

Ecclestone, quando pensa a fare macchine e circuiti a prova di morti e feriti, non sta pensando a tutelarli nel modo migliore, ma sta pensando prima di tutto a speculare sull'intero baraccone per spremere miliardi per sè e per altri. La tutela dei piloti è solo strumentale perchè necessaria, visto che da 30 anni la F1 prende i miliardi dalla TV e quelli della TV non vogliono essere associati a massacri.

Tutto qua.

Ti sei mai chiesto perché la Dakar e il TT resistono ancor oggi nonostante l'annuale olocausto di vite?

Semplice: non vanno in diretta-TV.

E' come il macello degli animali che ti mangi. Lo sai, ma non vedi il mattatoio, il sangue, le urla, i calci e le mazzate dei macellai contro gli animali in fila verso il boia, le grida strazianti dei cuccioli, ma vedi solo la fettina incellofanata al supermarket pulitissimo. Ecco perchè ti piace la carne e non ti ribelli verso l'industria e la cultura del mattatoio...

I tedeschi non vedevano direttamente i lager, ma lo sapevano. Ma se una cosa non la vedi, direttamente o in diretta-TV, allora è un altro discorso.

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In una tappa tragica per la morte di Thomas Bourgin, non ci sono stati particolari sconvolgimenti per quanto riguarda l'ambito agonistico.

Primo centro tra le moto per il sostituto di Marc Coma, l'americano Kurt Caselli, che ha preceduto un'altra KTM, quella di Là³pez, di 1'23". Con lo stesso identico tempo del cileno si è piazzato terzo il leader della classifica generale, Olivier Pain su Yamaha. Quarto Verhoeven davanti a Faria, solo ottavo Casteu, a 3'12". Decimo Alex Botturi a 4'39", peggio è andata a Cyril Despres, che sembra proprio non voler ingranare la marcia giusta: il francese ha perso 13'08" e in classifica è scivolato quinto. Classifica comandata da Pain con 6'06" su Là³pez e 6'37" su Casteu. Quarto è Faria a 9'42", poi Despres a 14'07", nono Botturi a 30'18".

Dopo un inizio sprint, tra i quad sembra essersi dato una calmata Marcos Patronelli, forte dell'ora e passa di vantaggio sugli avversari. La tappa è andata a Sebastià¡n Palma, cileno, che ha staccato Patronelli di 34". Terzo van Biljon a 38", poi Casale e Sonik. Generale con Patronelli ora in vantaggio di 1.14'30" su Casale e di 1.50'36" su Sonik.

Tra le auto zampata di Peterhansel, primo davanti a Chicherit (che ha risolto i problemi al polso dovuti ad un incidente) e a Gordon, rispettivamente a 39" e 1'08". Perde ancora terreno Al-Attiyah dopo il centro di ieri, 1'56" il suo distacco all'arrivo di Salta, il qatariota è stato preceduto da de Villiers di 24". Peterhansel vanta ora 3'14" su Al-Attiyah e 44'03" su un de Villiers sempre più fuori dai giochi, risale Chicherit al quinto posto, mentre Gordon è solo 23° dopo i tanti problemi patiti durante il percorso di queste prime sette tappe.

Nei truck continua la "dittatura" di Gerard de Rooy, che sta riprendendo terreno sugli avversari. 1'09" è il vantaggio al traguardo sul ceco Loprais, terzo Karginov a 1'38", quinto Miki Biasion a 2'21", che continua la risalita verso una top 10 che dista due ore, ma che non è nemmeno del tutto irraggiungibile. In classifica il vantaggio del leader sale a 22'08" su Nikolaev, in difficoltà  nelle ultime due tappe, terzo ora è il ceco Martin Kolomy a 41'25". Biasion, come detto, è 25° a poco più di cinque ore dal leader.

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