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Emanuela ci racconta Nelson Piquet!


AleImpe

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  • 2 weeks later...

Così di primo acchito non mi viene in mente niente di strettamente riguardante le gare se non l'emozione provata nel vederlo vincere nell' 86. Devo pensarci!

Però ti posso sicuramente dire che se dovessi consigliare a qualcuno di andare a  vedere un GP, avendone girati tanti,

raccomanderei Monza perchè l'atmosfera che si respira non ha pari, Non credo che sia solo perchè in Italia, anche Imola è bello ma non è la stessa cosa.

è come se la gente si impossessasse del circuito, ce n'è ovunque, frenetica in maniera anomala. Una volta insieme ad una amica ho girato parecchio sul prato, mai fatto da nessun'altra parte, li però ne avevo voglia.

Oggi non penso che si possa più fare, ma allora anche box e pit-lane erano strapieni di curiosi, non so veramente come facessero quei poveri meccanici a lavorare.

Anche i giornalisti raddoppiano, Credo proprio nell'86 mi è capitata una cosa assurda.

Stavo sulla pit-lane chiacchierando con Alberto di Monaco, forse per non più di 10 minuti.

Ad un certo punto mi volto verso i box e mi accorgo che c'era una siepe impressionante di fotografi che scattava nella nostra direzione. Non ci potevo credere......infatti poco dopo sulla stampa scandalistica ho visto quelle foto con a fianco una di Nelson che esclamava "Questa donna non si tocca!"

Questo per dirvi come a Monza si faccia di ogni piccola stupidaggine una notizia! 

 

Essendo in Italia è prassi consolidata :).......Monza aveva quell'atmosfera di sacralità che oggi si sta spengendo purtroppo......grazie mille della risposta :)

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  • 3 weeks later...

Avete senz'altro saputo dell'incidente di Pedro, il figlio di Nelson.

è stato molto fortunato, se l'è cavata con qualche ammaccatura. Un paio di giorni fa gli ho scritto per avere notizie e mi ha risposto che sta recuperando.

Non posso nemmeno immaginare se fosse stato figlio mio. Pedro ha 17 anni.....può la passione per uno sport, superare ogni apprensione per l'incolumità di un figlio?

A questo proposito ho pensato spesso anche al padre di Ayrton....cito loro perchè sono padri che hanno fortemento voluto la carriera dei propri figli.

Voi veri appassionati cosa ne pensate? Aiutatemi a capire!

Ho visto l'incidente, è stato molto, molto fortunato a non avere conseguenze peggiori. Spero si riprenda in fretta!

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in realtà, per quanto ho capito io, il signor Milton da Silva, il padre di Ayrton, era fortemente contrario alla cariera in monoposto, voleva che si fermasse ai kart, credo per continuare il lavoro nelle attività di famiglia

Ne sai sicuramente più tu di me!

Allora il fatto che fosse appoggiatissimo dalla famiglia è leggenda?

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Ho visto l'incidente, è stato molto, molto fortunato a non avere conseguenze peggiori. Spero si riprenda in fretta!

Credo di si....quando gli ho chiesto come  stava lui, mi ha risposto che sta lavorando ancora molto. L'ho trovata un po' particolare come risposta in questa circostanza....forse non è preoccupato o voleva minimizzare.

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Ne sai sicuramente più tu di me!

Allora il fatto che fosse appoggiatissimo dalla famiglia è leggenda?

Quando Ayrton impose la sua decisione, Milton gli mise al suo fianco Armando Botero, un amico di famiglia a cui era legatissimo di cui si fidava ciecamente. Fu il suo primo manager ma morì nel 1989 a soli 49 anni mentre Ayrton vinceva il Gp di Germania.

Era lui a definire i contratti con gli sponsor, ma dalla famiglia non arrivava niente.

Dopo la sua morte subentrò Julian Jakobi.

Inviato dal mio LT25i utilizzando Tapatalk

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Quando Ayrton impose la sua decisione, Milton gli mise al suo fianco Armando Botero, un amico di famiglia a cui era legatissimo di cui si fidava ciecamente. Fu il suo primo manager ma morì nel 1989 a soli 49 anni mentre Ayrton vinceva il Gp di Germania.

Era lui a definire i contratti con gli sponsor, ma dalla famiglia non arrivava niente.

 

Dopo la sua morte subentrò Julian Jakobi.

 

 

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ah grazie delle informazioni......vedi si vive tanti anni con convinzioni sbagliate!

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Credo di si....quando gli ho chiesto come  stava lui, mi ha risposto che sta lavorando ancora molto. L'ho trovata un po' particolare come risposta in questa circostanza....forse non è preoccupato o voleva minimizzare.

Secondo me, il lavorare molto significa che sta cercando di uscire dalle paure e dallo shock avuto nell'incidente. Non è sempre facile e immediato reagire nel modo giusto e ognuno di noi, col proprio carattere, abbiamo tempi più o meno lunghi per riprenderci, anche da un'influenza. Ci sta lavorando psicologicamente, credo che Nelson intenda dire questo. Emanuela e Lui come ti ha accolta, dicevi che era da un pò che non lo sentivi. Non voglio essere indiscreto, solo per capire il carattere. Ciao e grazie ancora dei Tuoi meravigliosi commenti.

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Ciao Emma, io di piloti ne ho conosciuto diversi e a diversi livelli di categoria, chi in maniera approfondita o altri per semplice conoscenza e ti dirò che coloro che hanno disobbedito alla famiglia e hanno corso hanno sempre avuto ottimi risultati. Probabilmente il doversi occupare di tutto li ha forgiati meglio che trovarsi la strada spianata da papà. I peggiori in assoluto, poi ci sono sempre le eccezioni, sono stati quelli che corrono perchè a papà è sempre piaciuto ma non lo ha potuto fare perciò tocca al figlio correre e portarsi dietro papà. Tanti figli di piloti si sono cimentati nelle corse, non so se per vocazione o perchè istigati dal padre però la storia ci dice che...nel caso di padre campione i figli non hanno mantenuto le aspettative. Per me il grosso problema sta nel fatto che oltre agli avversari devono battere anche la "figura e il paragone" col padre e col tempo diventa un peso psicologico. Gli ultimi esempi Jacques Villeneuve, qualcuno lo ricorda anche se ha vinto 1 mondiale e il papà Gilles no ma tutti ricordano GIL. Damon Hill ha vinto 1 mondiale ma se dici Hill a uno di 30anni forse dirà Damon ma se lo chiedi a un esperto di corse ti dirà Graham . Nico Rosberg è su questo indirizzo anche lui purtroppo.....E se il figlio di un pilota chiederà al papà se può correre penso che nell'80% dei casi avtà il benestare mentre se la mamma è la stessa donna dell'epoca delle corse dirà NNNNOOOOOO.

Io non mi trovo del tutto d'accordo. Pur condividendo gran parte del tuo pensiero, non sono d'accordo sugli esempi. Penso che qualunque "figlio di papà" (Hill, Villeneuve, Rosberg ecc) che sia riuscito a raggiungere il top dell'automobilismo con risultati ottimi, discreti o anche discutibili meriti comunque di essere considerato con dignità come gli altri e non invece come dei campioni mancati. Guardate che non basta essere figli di papà per arrivare al top, e tenete conto che ci sono tantissimi figli d'arte (la maggior parte) che dopo mezza stagione in kart o qualche annetto in monoposto mollano tutto per la quantità di sberle prese. Mi viene in mente Mathias Lauda, che anche se si ostina a corre è tutt'altro che paragonabile ai piloti sopracitati, oppure anche ad Hugo Hakkinen, che nonostante sembrasse avere discrete potenzialità è fuggito a gambe levate dopo le prime esperienze kartistiche in Italia.

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Secondo me, il lavorare molto significa che sta cercando di uscire dalle paure e dallo shock avuto nell'incidente. Non è sempre facile e immediato reagire nel modo giusto e ognuno di noi, col proprio carattere, abbiamo tempi più o meno lunghi per riprenderci, anche da un'influenza. Ci sta lavorando psicologicamente, credo che Nelson intenda dire questo. Emanuela e Lui come ti ha accolta, dicevi che era da un pò che non lo sentivi. Non voglio essere indiscreto, solo per capire il carattere. Ciao e grazie ancora dei Tuoi meravigliosi commenti.

non era molto che non lo sentivo, l'ultima volta ad agosto per il compleanno....è sempre simpatico.

Grazie a tutti voi, per leggere i miei ricordi....percepisco il vostro affetto!

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