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Can-Am: 1966-1974


Lotus72

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Salve a tutti,

 

fine! per oggi ...

 

Laguna Seca – October 14, 1973 – Monterey Castrol Gtx Grand Prix

 

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Come consuetudine anche il Challenge ’73 si chiude in California con la doppia trasferta a Laguna Seca e Riverside. Dopo Edmonton, tornano ad ingrossare la compagnia la Porsche 917Pa ora radicalmente modificata con una carrozzeria 917/10 ultima versione e dotata dell’ultima evoluzione di motore da 5,4 litri ed affidata a Brian Redman e tornano in pista anche Ed Felter e Bob Peckham. Non mancano neppure alcune novità  come l’ingaggio di Vic Elford per portare in gara la Shadow Dn2 dotata dello Chevy Turbocompresso e Milt Minter, cavallo di razza ora al volante della Alfa Romeo 33/4 schierata da Otto Zipper. Ricompare nel paddock anche la McLaren M20 del Commander Racing con una versione riveduta e aggiornata dello Chevrolet 7,7 litri sovralimentato e nuovamente affidato a Mario Andretti. E qui ci sono alcune questioni che vengono fuori nel Paddock proprio parlando con Mike Slater “… abbiamo svolto dei test con la M20 prima di questa doppia finale e con Bobby (Brown ndr) abbiamo visto un miglioramento notevole ed ovviamente abbiamo provato con pneumatici Goodyear. Poi con Mario che ha un contratto in esclusiva con Firestone i problemi di tenuta e di durata delle gomme sono ritornati. Credo che ad oggi non ci siano alternative alla Goddyear per poter reggere queste potenze …†Sembra una sparata ma in realtà  anche Mario sembra si sia lasciato andare a commenti poco eleganti nei confronti del “suo†gommista a questo proposito e comunque c’è un contratto in essere e le parti in causa sanno di doverlo rispettare. Continua a Laguna il format con una gara di qualificazione e poi la Corsa Principale per il punteggio. Le qualifiche non ci dicono niente di nuovo con la settima Pole stagionale di Donohue con un 57â€374 che abbassa il precedente record e che pur con una pista cosi corta, lascia gli altri tre che sono scesi sotto il minuto ad oltre due secondi, Scheckter 59â€404, Follmer 59â€478 ed Redman 59â€833. Dopo quattro Porsche troviamo Oliver e la sua Shadow aspirata che ha girato in prova senza alcun problema e che per la gara sembra fiducioso “… non sono uno che di solito si sbilancia, ma la vettura ha girato con regolarità  e mi trasmette buone sensazioni – racconta l’inglese – e penso che possa venir fuori una bella prestazione. Proverò a stare il più vicino possibile ai primi per vedere cosa ne viene fuori …†Dietro la vettura di Nichols troviamo le due Porsche 917/10 mancanti con Haywood su quella del Brumos Racing davanti a quella del Team Rinzler di Kemp, a seguire Cannon con la McLaren M8FP del Commander Racing, David Hobbs con la McLaren M20 di Roy Woods e Scooter Patrick con la M8F di Herb Caplan. Ormai è il format della serie e quindi nessuna sorpresa nel leggere il programma che parla di Qualifying e Main Race ma le sorprese arrivano dopo la manche di Qualificazione con Donohue in mezzo al gruppo, 13° e Scheckter in fondo, 23°. Cosa è successo? Semplicemente Mark Donohue si è ritrovato con uno scompenso alle valvole di sovrappressione che non hanno mai permesso un funzionamento ottimale della sua Porsche 917/30, per cui non ha potuto fa altro che farsi da parte e portare in fondo la vettura. (nella foto lo vediamo provare la seconda vettura del Team #005 anche se poi non la qualificherà  â€“ ed è raro trovare foto di Mark sulla 917/30 con numero 7)

 

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(Pete Lyons)

 

Le sue qualità  e quelle della Porsche 917/30 gli hanno comunque permesso di salvarsi, cosa che invece non è stata possibile per il sudafricano che è prima rimasto senza le marce pari e poi ha rotto la trasmissione finendo in fondo al gruppo. Follmer si toglie un’altra piccola soddisfazione regolando Brian Redman che porta ancora una volta ai piani nobili uno dei telai più ricchi di storia mai nati a Stoccarda, quel #917/028 che ha cominciato a raccogliere risultati in un lontano ’69 nelle mani del compianto Jo Siffert. Dietro di loro ancora una vettura di Stoccarda, quella di Hurley Haywood e poi Oliver con una Shadow in gran spolvero seguito da Patrick sulla McLaren M8F e John Gunn sulla Lola T260. Nella notte gran lavoro per ripristinare le vetture in difficoltà  con la sostituzione dell’intero blocco cambio-differenziale sulla vettura di Scheckter e del trapianto di motore tra le due vetture di Penske con Donohue che avrebbe voluto salire sulla #005 ma non può in quanto non era stato ritenuto utile qualificarla.

Fuori anche Mario Andretti che lascia la McLaren M20 a John Cannon per la Finale.

 

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(autodiva.fr)

 

La partenza è regolare con Follmer che si tira dietro Brian Redman con la #3 Porsche 917/10 di Vasek Polak. A loro si accodano Oliver, Haywood, Patrick e Minter, con l’Alfa di Zipper. Al primo giro Mark è già  9° e Jody 17°. Al terzo giro Mark è 4° se non che Bill Cuddy rompe il motore sulla sua #4 McLaren M8E e sia Ed Felter che Ton Dutton che lo seguivano, colti alla sprovvista lo toccano.

 

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(Pete Lyons)

 

David Saville Peck nel tentativo di evitare il mucchio intraversa la sua #45 Costello ma il suo Oldsmobile si spegne e la vettura completa il blocco della pista. Jody sopraggiunge e si attacca ai freni evitando di entrare a far parte del gruppo.

Invece John Cannon lo centra e la McLaren M20 Tc è costretta al ritiro con l’avantreno out (nella foto lo vediamo ancora con la M8FP durante la Qualifying Race e tra l’altro si vedono bene le modifiche alla carrozzeria apportate dal Team, ivi compreso il posticcio rientro nel regolamento al posteriore).

 

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(autodiva.fr)

 

Si tratta di una prima volta per la Can-Am, la Pace-Car entra in pista e per sei giri guida il gruppo. Quando la corsa riparte e Follmer allunga portandosi dietro Redman, Donohue e Jackye Oliver con una Shadow Dn2 finalmente protagonista.

 

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(Autosport Marketing Assoc.)

 

Con un po’ di elastico i distacchi sono sempre molto ridotti poi al 20° giro il pilota di Penske rompe gli indugi e s fa sotto a Redman e lo passa mettendosi in caccia del suo ex compagno.

Il distacco è in breve colmato ma oggi Follmer è veramente ispirato ed il doppiaggio di Vic Elford con la Shadow turbocompressa è occasione per mettere qualche metro tra lui e Mark. Rimanendo all’inglese sulla Shadow sarà  fermato poco dopo dai freni che risultano sottodimensionati alla terribile coppia dello Chevy Tc

 

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(autodiva.fr)

 

Anche Charlie Kemp un poco in ombra su questa pista non dura di più e si ferma per la rottura della sospensione che lo sorprende in pieno “cavatappi†mandandolo la 917/10 in testa-coda.

 

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(Dave Friedman)

 

Guai anche al vertice quando all’incirca a metà  gara anche Brian Redman saluta la compagnia col motore rotto. Intanto la classifica recita Follmer e Donohue molto vicini, Oliver, Haywood e Patrick. Hobbs è più attardato poiché si è fermato più volte per problemi vari. Follmer da il tutto per tutto e sembra mettere qualcosina tra lui e Donohue ma a due terzi di gara il suo motore cede e il pilota del Team Penske ha via libera. Non ci sono altri fatti salienti e Donohue mette in carniere la quinta vittoria stagionale assicurandosi nel contempo la tanto agognata vittoria nel Challenge. Oliver corona con la seconda piazza una bella gara per lui e per la Shadow ed a completare il podio c’è Hurley Haywood con la Porsche 917/10 del Brumos.

 

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(Bob Ryder)

 

Quarta piazza per Bobby Brown con la McLaren M8F del Commander Racing, ancora una volta mettendoci del suo e quinto posto per Milt Minter che da pilota coriaceo qual è ha centrato un risultato incredibile con la piccola Alfa Romeo 33/4 pur se dotata del 4 litri chicca dell’ing. Chiti.

 

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(Bob Ryder)

 

Sesta piazza ed ancora punti per un Bob Nagel che non lascia niente per strada con la Lola T260 che è una vettura affidabile e che lui sfrutta ogni volta che ne ha la possibilità .

 

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(Dave Friedman)

 

Settimo posto per Bob Peckham con una #64 McLaren M8C datata ma ancora incredibilmente efficace, almeno nelle sue mani. Insieme a lui nella foto una occasionale presenza di quest’anno, Tony Settember, ritirato per rottura del motore della #27 Lola T163 a lui affidata dal Team Semple.

 

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(Road & Track magazine)

 

All’ottavo posto Scooter Patrick con la McLaren M8F dello US Racing ed a seguire nona piazza per David Hobbs bersagliato da mille e un problema sulla McLaren M20 del Roy Woods Racing.

 

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(Dave Friedman)

 

Ultima posizione a punti per Steve Durst che ancora una volta in questa stagione porta la vettura che guida, oggi la #11 McLaren M8FP del Team Motschenbacher, nei punti.

 

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(Dave Friedman)

 

Alla prossima con le "... KMW Porsche ..."

 

Franz

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Salve a tutti,

 

ultimi invii per la stagione'73 ...

 

PITLANE 1973 – KMW Porsche

 

La KMW è una marca già  conosciuta per le sue frequenti partecipazioni alle corse dell’Interserie quando ne troviamo una iscritta alla Tappa conclusiva della Serie ’73 a Riverside. La vettura è frutto dei disegni di Jo Karasek, ingegnere austriaco di una certa notorietà  per il suo lavoro in Lola e per aver progettato la McNamara Indianapolis per Mario Andretti. Il suo coinvolgimento in KMW non è solo tecnico, infatti fa anche parte della Società  insieme a Hans Mà¼ller Perschl, il pilota che la porta in gara, e ad un certo Weiss. Sotto l’aspetto puramente tecnico la KMW è una monoscocca classica a vasca larga che si spinge oltre l’asse anteriore incorporando gli attacchi delle sospensioni e le canalizzazioni degli impianti di raffreddamento e di lubrificazione. A posteriore invece è un telaio a permettere gli ancoraggi delle sospensioni e del gruppo motore-cambio. La carrozzeria, anche lei relativamente classica risulta a prima vista abbastanza spigolosa.

 

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(Jonathan Tuttelman)

 

La sua partecipazione avviene con la vettura motorizzata Porsche, un Flat6 di origine 911 da 2,8 litri non turbocompresso. Per quanto concerne il motore è arrivato al Team grazie all’interessamento dell’ingegner Bott, di Porsche AG. Sotto un certo profilo potremmo anche considerare questa iscrizione come una partecipazione “ufficialeâ€.

 

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(Jonathan Tuttelman)

 

Il Team è arrivato negli Usa con due telai, un vecchio SP20 (#20) ed un più recente SP30 (#22), leggermente più pesante ma più rigido e con una migliore ripartizione di pesi. In gara Hans Mà¼ller Perschl si schiererà  con la SP30, dopo essersi preso 24â€5 di distacco dalla Pole di Donohue riuscendo a concludere 9° assoluto, ultimo dei classificati, approfittando dei molti ritiri ma col pieno merito di aver concluso dove molti si sono fermati.

 

 

Alla prossima con il "... Los Angeles Times Grand Prix a Riverside ..."

 

Franz

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Salve a tutti,

 

chiusura della stagione a Riverside ...

 

Riverside – October 28, 1973 – Los Angeles Times Grand Prix

 

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Laguna Seca ha assegnato il Titolo 1973 ad un meritevole Mark Donohue, un titolo inseguito e fortemente voluto da un pilota dalle indubbie qualità . Sciolto anche questo dubbio alla stagione non resta molto da dire se non che la Can-Am è in crisi, se non di uomini, sicuramente di mezzi e di idee per venirne fuori. In stagione prima per motivi di sicurezza, poi per tentare di dare nuovo interesse alle gare si è cambiato più volte il format del week-end, facendo scelte che non hanno pagato. Nel paddock di Riverside troviamo gli stessi protagonisti della corsa precedente più qualche pilota locale in cerca di un momento di notorietà . Il Team Penske pur col titolo in tasca continua a dimostrare la sua professionalità  e, qui come a Laguna Seca, ha portato la seconda vettura con l’intento di qualificarla onde non correre rischi. Con sei Porsche in pista la rivelazione è Hobbs che ne interrompe l’elenco sullo schieramento artigliando la quinta posizione con la McLaren M20 del Woods Racing. In Pole, neanche a dirlo, Mark Donohue con la Porsche 917/30 (#003) in 1’10â€29 e che nonostante la lunghezza del circuito rifila solo 1â€3 al più vicino dei suoi inseguitori.

 

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(Schlegelmilch)

 

Alle sue spalle Follmer con la 917/10 del Rinzler Racing, Scheckter con quella di Vasek Polak e un Brian Redman, ancora con la Porsche 917/10 di Vasek Polak, molto concentrato ed efficace che sta cercando di scrivere un'altra pagina nella leggenda di uno dei telai di Stoccarda più ricchi di storia, il 917-028 che cominciò la sua avventura nel ’69 con il compianto Jo Siffert.

 

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(Schlegelmilch)

 

Quinta piazza per Hobbs e dietro altre due vetture tedesche, quella di Hurley Haywood del Brumos Racing, molto veloce ma che non è riuscito a mettere insieme un giro decente nelle qualifiche e Charlie Kemp con l’altra del Team Rinzler. A chiudere i primi dieci, John Cannon con la McLaren M8FP del Commander, Jackye Oliver che non è riuscito a trovare un assetto decente per la sua Shadow Dn2 e Scooter Patrick con la McLaren M8F dello US Racing.

Sempre a proposito del Team Commander, anche qui a Riverside Mario Andretti è stato chiamato per portare in gara la McLaren M20Tc e scatterà  dalla 13° posizione.

 

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(Schlegelmilch)

 

La Qualifying Race è di una noia mortale e risulta essere un elenco di ritiri dal quale, tolto qualche guizzo in partenza, scaturisce lo schieramento per la finale. Donohue se ne va subito indisturbato trascinandosi dietro Redman e Hobbs, autore di uno di quei guizzi di cui si parlava e che si è messo dietro la muta delle Porsche, garantendosi un buon viatico per la Finale. L’elenco dei ritirati comincia subito con nomi illustri; Andretti che da forfait, Follmer, con problemi al turbo, Durst per noie meccaniche, Vic Elford per un a perdita di pressione allo Chevy Tc della Shadow Dn2.

 

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(Bob Tronolone)

 

Nella rete dei ritirati finiscono anche Scheckter, Nagel e Bobby Brown. Intanto davanti Donohue ha tirato i remi in barca e si impegna al minimo sindacale per portare a casa la Pole per la Main Race.

Alla fine dei 30 giri previsti sono in sei a pieni giri con Donohue ed a seguire Brian Redman con la Porsche 917/10, David Hobbs sulla M20 Woods,, Hurley Haywood con la 917/10 Brumos, Charlie Kemp su quella di Rinzler e Scooter Patrick con la M8F di Herb Caplan. Settima piazza per Sam Posey con la Ferrari 512F (#1048 quella già  utilizzata da Mike Parkes nel ’72) che ha fatto una bellissima gara.

 

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(Schlagelmilch)

 

A chiudere i primi dieci, le prime cinque file dello schieramento della Finale, John Cordts con la M8D dell’Overhauser, Milt Minter con l’Alfa Romeo 33/4 di Zipper che ha messo le basi per un altro gran risultato e Jackye Oliver con la Shadow Dn2 aspirata decisamente lontana da una messa a punto decente.

 

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(Zack Topelewsky)

 

Per la finale si schierano tutti, risolti i problemi della Qualifying Race e cambiate le parti che avevano causato i ritiri. Fanno eccezione Andretti che lascia ancora una volta la M20TC a John Cannon (che lascia a sua volta la McLaren M8F che comunque lo aveva tradito sul finire della manche di qualificazione e nella foto vediamo appunto quella vettura).

 

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(Slater Collection)

 

La Main Race è molto simile alla manche di qualificazione con una serie di ritiri infinita che disegna la classifica finale. Mentre Donohue scatta bene e se ne va indisturbato tirandosi dietro Redman, Hobbs ed uno scalpitante Hurley Haywood con la 917/10 Brumos

 

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(Bob Tronolone)

 

in coda a gruppo si comincia subito con Elford fermo con l’acceleratore bloccato, Follmer che si tocca con Bobby Brown e si ferma con la carrozzeria danneggiata mentre il pilota del Team Commander è costretto al ritiro dalla rotture del cerchio. Purtroppo finiscono in fretta anche i sogni di David Hobbs che deve fermarsi per un surriscaldamento e gli incubi di Jackye Oliver con una Shadow ballerina e poco efficace. Con tati nomi illustri costretti a fermarsi anzitempo c’è chi ha invece impostato una strategia legata sul andiamo avanti e vediamo cosa succede. In giornate come questa spesso paga e Bob Nagel mette la sua Lola T260 nei primi dieci, anticamera di un gran bel risultato finale.

 

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(Schlegelmich)

 

Un discorso analogo vale per Tom Dutton, che con una condotta accorta, ma anche veloce con la McLaren M8R del Burmester Racing, è subito in prossimità  della top-ten in attesa di potersi ancora migliorare.

 

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(Schlegelmilch)

 

In una corsa che si trascina stancamente in attesa della bandiera a scacchi, l’unico pepe è quello di Haywood che, dopo essersi liberato di Charlie Kemp, ha praticamente messo il sale sulla coda di Brian Redman. Fatica risparmiata dal ritiro dell’inglese. Finisce quindi con la sesta vittoria di Donohue e del team Penske, con Haywood meritatamente secondo a portare soddisfazioni, dollari e la terza piazza nella Generale in casa Brumos strappandola proprio in extremis a Charlie Kemp che completa la tripletta Porsche con la 917/10 del Team Rinzler.

 

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(Zack Topelewsky)

 

Quarta piazza per Bob Nagel che porta la Lola T260 alla quinta piazza nella Classifica Finale guadagnandosi il Titolo di miglior non Porsche nel Challenge. Quinta piazza per un altro che non si fa pregare per ottenere il meglio da ogni situazione, Milt Minter che bissa la posizione già  portata a casa a Laguna Seca e che gli consente con sole tre gare al suo attivo di piazzarsi 12° nella generale. A seguire Bob Peckham con la sua #64 McLaren M8C. Anche per lui solo quattro gare in stagione ma tre volte al traguardo e di queste, due a punti per una 17° piazza nella Generale. Nella foto sotto tra l’altro possiamo anche riconoscere John Cannon con la #96 McLaren M20Tc lasciata libera da Andretti e Steve Durst con la #11 McLaren M8FP di Motschenbacher.

 

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(Schlegelmilch)

 

Settima posizione per Tom Dutton con la McLaren M8R, ottavo Steve Durst con la McLaren M8FP di Motschenbacher, nona posizione per una occasionale presenza, Hans Muller-Perschl, ha portato a Riverside le sue KMW Porsche, una #22 Sp20 ed una # 20 Sp30 e dopo averle qualificate entrambe per la corsa ha scelto la #22. Un po’ con fortuna un po’ con una guida veloce e accorta il risultato è arrivato con tanto di punti e presenza nella Classifica Generale del Challenge. Nella foto lo vediamo al volante della #20 poi non utilizzata in gara.

 

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(autodiva.fr)

 

Decima piazza, ultima a punti della stagione, per Scooter Patrick e la McLaren M8F dello US Racing. Ultima citazione per Frank Kalich, presenza occasionale qui a Riverside che dopo una qualifica non eccelsa, 21° in gara è costretto al ritiro con la sua McLaren M8FP per la rottura del motore.

 

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(Jonathan Tuttelman)

 

Alla prossima con il '74?

 

Franz

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Salve a tutti,

 

Le ultime due trasferte della stagione non sono solo state occasione di gara, ma anche di discussioni animate e scontri accesi fra i vertici della SCCA (delegata nelle scelte anche dalla CASC) ed i protagonisti, veri attori, della Serie. Era palese per tutte le parti interessate che quella creatasi non era più una situazione sostenibile e anche se probabilmente la Porsche non avrebbe più avuto una presenza "ufficiale" (con l'annunciato ritiro di Donohue, Penske sembrava orientato a noleggiare le 917/30Tc ad altre realtà ) prevale. come quasi sempre negli States una spinta protezionistica abilmente mascherata da questioni di contingenza economica che spingerebbero verso una più profonda austerity. Non verrà  praticata la strada della radicale trasformazione regolamentare (ammessi i 3 litri racing ed i 5 litri stock block) per una evidente ribellione montante tra i Team che avrebbero dovuto sostenere in toto le spese della trasformazione buttando via il parco motori esistente e nemmeno l'obbligo della fornitura dei motori sovralimentati a prezzo politico che la Porsche (ma anche chiunque altro) non ha nemmeno preso in considerazione e che Roger Penske sapeva di non poter sostenere come businnes. In un certo modo subdolo passa la linea che cavalca appunto la crisi del petrolio e la crociata su una maggiore sicurezza. Le gara manterranno il format attuale, quello del finale di stagione, con una Qualifying Race (per ridisegnare uno schieramento già  definito dalle qualifiche)  ed una Finale (per i punti Campionato) e viene stabilito che al via dell QR di 100/110 Km le vetture imbarcheranno un quantitativo di carburante di 90/100 litri mentre per la finale di 150/160 Km il quantitativo sarà di 135/145 litri (devo cercarni il Road & Track con lo specchietto esatto Km(carburante e l'estratto del regolamento sportivo-tecnico, ma a memoria se ho toppato nei quantitativi devo comunque esserci andato molto vicino). Stando così le cose è chiaro che la tecnologia della sovralimentazione, annessi e connessi, non ci stà  dentro. Roger Penske studierà  in proprio un sistema di alimentazione che con un a riduzione della pressione possa rendere ancora utilizzabile tali motorizzazioni ma farà  una apparizione spot cosi come il Brumos Racing.

A Stoccarda sono ormai presi dalla questione "silohuettes" che avrà  proprio nel 1974 l'imprimatur FIA e di fatto abbandona ulteriori sviluppi del flat12 e senza una casa alle palle non si va da nessuna parte. Dalla parte sportiva la serie perde ancora pezzi, con il calendario che prevede nell'ordine Mosport, Road Atlanta, Watkins Glen (che accetta la presenza solo per il fatto della concomitante 6 Ore), Mid Ohio, Edmonton e la doppia classica trasferta Californiana a Laguna Seca e Riverside; a contarle sono sette gare, una meno di quest'anno con alcune presenze che sembrano dettate più dalla speranza che dalla fiducia. Dalla parte dei concorrenti solo la Shadow si presenterà  in forma ufficiale con la nuova Dn4 figlia del lavoro fatto sulla Dn2 ma molto di più su quello fatto sulla Dn3 di F1 e con un Team fatto di due piloti, Oliver, da sempre con il Team e prima ancora in Autocoast, e George Follmer, che non ha più la sponda Porsche-Rinzler. Per il resto gli altri correranno con vetture con un anno di più sul groppone e col senno di poi forse sarebbe stato meglio chiudere in attesa di una vera idea, come quella che nel '77, a torto o a ragione farà  rinascere il Challenge regalandoci qualche anno interesante, non a livello del sogno americano dei '60 ma sicuramente più brillante di quello di quest'ultima stagione ... ma questa sarà , forse, un'altra storia ...

 

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(forum-auto) Mark Donohue Mid Ohio Porsche 917/30Tc Team Penske Challege Winner

 

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(Pete Lyons) George Follmer Laguna Seca Porsche 917/10Tc Team Rinzler)

 

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(Bill Oursler) Hurley Haywood Mosport Porsche 917/10Tc Team Brumos

 

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(Dave Friedman) Charlie Kemp Laguna Seca Porsche 917/10 Team Rinzler

 

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((forum-auto) Bob Nagel Mid Ohio Lola T260 Team Thermo King Nagel

 

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(promotipo.com) Jody Scheckter Mid Ohio Porsche 917/10Tc Team Vasek Polak

 

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(autodiva.fr) David Hobbs Mid Ohio McLaren M20 Team Carling Woods

 

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(autodiva.fr) Scooter Patrick Mid Ohio McLaren M8F Team US Racing Herb Caplan

 

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(Bob Tronolone) Jackye Oliver Riverside Shadow Dn4 Team Uop Nichols Phoenix Racing

 

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(Scoot Sperka) Steve Durst Road Atlanta Porsche 917/10 (#028) Team Vasek Polak

 

Alla prossima

 

Franz

Modificato da znarfdellago
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Salve a tutti,

 

ripartiamo con l'ultima stagione della prima Era Can-Am ...

 

Mosport – June 16, 1974 – Labatt’s Blue Trophy

 

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La vita è strana, ti riserva sempre qualche sorpresa proprio quando meno te lo aspetti. Si è tanto parlato e tanto scritto della crisi profonda che attanaglia la Serie e che sembra non avere soluzione (o meglio i protagonisti sembrano non trovare soluzione) e qui a Mosport, debutto stagionale per i Gruppo 7 arrivano in 100.000 per poterle vedere o forse attirati in buona misura dalla concomitante gara della F.5000 che tanto seguito sta incontrando. Eppure la situazione annunciata a fine stagione ’73 non è migliorata in nessun aspetto, anzi è di poco più di un mese fa la notizia che Laguna Seca organizzerà  una gara della emergente F.5000 rinunciando alla Can-Am. In questa situazione di incertezza sulle possibilità  di sopravvivenza del Challenge le prove confermano la superiorità  tecnica del duo Shadow sulla concorrenza; è Oliver a risultare il più veloce nelle prove prendendosi la pole con 6/10 sul compagno “… abbiamo fatto un gran lavoro durante la pausa invernale, macinando km ed ora sento la macchina rispondere esattamente come vorrei e sono molto fiducioso …â€. In seconda fila due McLaren, la M20 dello US Racing per Scooter Patrick e la M8F di John Cordts. In terza fila Motschenbacher con la sua McLaren M8FP (telaio prodotto in Trojan) e Bob Nagel con la Lola T260 modificata nel muso, ora più profilato per garantire un miglior appoggio all’avantreno “… la mia Lola ha un anno in più ma ci abbiamo lavorato su nell’inverno e posso dire che le modifiche sembrano efficaci – racconta il pilota e titolare del Team ai giornalisti alla fine delle prove – certo non credo esista la possibilità  di inserirsi nella lotta per la vittoria ma penso di poter fare un’altra buona stagione …â€. In quarta fila una vettura che ha fatto un gran parlare di se alla vigilia venendo dipinta un po’ come la possibile antagonista alle vetture di Don Nichols, la Ferrari 512M, modificata in spyder da Herbert Muller che sfoggia un’aerodinamica interessante ed alcune soluzioni originali ma non può certo ricoprire il ruolo che le viene assegnato. A guidarla per l’occasione il canadese Eppie Wietzes. In sostituzione di Herbert Muller impegnato a Le Mans. Al suo fianco Bob Lazier con una McLaren M8E ed a chiudere la top-ten in quinta fila John Gunn con l’altra Lola T260 e Dick Durant con una McLaren modificata nella carrozzeria e siglata “M8ERâ€. Al via della Qualifying Race non si schierano in quattro per diversi motivi e tra loro purtroppo c’è un’altra vettura che aveva sollevato curiosità  nelle prove, non per il risultato, 19° tempo ma per il fatto di essere una vettura ex casa, la Lola T310 affidata qui a Mosport a Sieg Glage. La partenza è caotica con Oliver non velocissimo e Follmer che si prende la corda alla prima curva ma è comunque secondo al primo giro. Dietro i due leader sono tutti molto ordinati ma si creano già  i primi gruppi in lotta tra loro. Se Patrick è terzo e solitario con la sua M20, a pochi secondi troviamo Bob Nagel, Lola T260, Wietzes con la Ferrari 512M di Muller e Lothar Motschenbacher sulla sua McLaren M8FP, che sono molto vicini.

 

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Ralph Mcadam

 

La corsa, sulla distanza di 29 giri, continua con i suoi piccoli duelli che però la rendono una delle più interessanti degli ultimi tempi, con Gunn e Durant che si scambiano più volte la posizione e Fisher che riesce a mettere la sua Lola T222 davanti alla T163 di Bob Klempel solo quando quest’ultimo va in testacoda. Intanto la pressione di Follmer si fa più forte e riesce ad avere ragione del coriaceo compagno. A posizioni invertite è Oliver ora a incollarsi alla coda della Dn4 dell’americano ma questo forse lo sbilancia ed in frenata finisce fuori; non sembrano esserci danni evidenti ma l’inglese non riesce a ripartire. Follmer se ne va indisturbato, Patrick che ha praticamente fatto tutta la gara da solo si prende la seconda piazza, e la prima file per la Finale, e Nagel alla fine ha ragione di Motschenbacher per la terza posizione. Brivido finale con Eppie Wietzes che rientra ai boxes con la Ferrari 512M tossicchiante per problemi di pescaggio.

 

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Jack Webster

 

Il programma prevede che dopo la Qualifying Race si disputino alcune corse di contorno e c’è quindi il tempo per sistemare le vetture in vista della Finale che assegnerà  i punti per il Campionato. Oliver partirà  in penultima fila e George Follmer sembra il favorito d’obbligo, soprattutto dopo la prova di forza della prima corsa. Infatti al via se ne va indisturbato mettendo subito la sua Shadow a distanza di sicurezza dalla McLaren m20 di Patrick.

 

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Norm McLeod

 

Se Follmer si sta involando, Oliver non è da meno e dopo due giri è già  nei primi dieci anche se districarsi nel traffico non è sempre semplice. Intanto Scooter Patrick è nuovamente solo e dietro di lui ritroviamo il terzetto della prima manche con Motschenbacher in lotta con la Lola T260 di Bob Nagel e con Wietzes risalito bene dopo la disavventura della prima manche.

 

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Jack Webster

 

Nel gruppetto Motschenbacher accusa problemi e prima Nagel poi Wietzes lo passano ingaggiando a loro volta una bella lotta tra di loro. I problemi di Lothar permettono a Dick Durant di avvicinarsi sfruttando la buona messa a punto della sua McLaren M8ER.

 

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Ralph McAdam

 

Intanto anche Oliver ha completato la sua rimonta passando la M20 di Scooter Patrick, anche se ormai il distacco dal suo compagno supera i 15†e visti i tempi che stanno facendo, ipotizzare un ricongiungimento non sembra possibile. Chi sembra aver risolto i suoi problemi è Motschenbacher che si è nuovamente allontanato da Durant che al momento deve preoccuparsi di Gene Fisher che, dopo i tanti problemi in prova (abbiamo la foto a provarlo) ha portato la sua Lola T222 proprio nella sua scia.

 

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Bugeye

 

Siamo a meta gara ed il colpo di scena arriva all’improvviso sotto forma di una foratura del battistrada; Follmer, il cui vantaggio sulla Dn4 di Jackye Oliver era arrivato a quasi 30â€, è costretto a rientrare ai boxes per sostituire lo pneumatico anteriore destro. Perde un minuto e mezzo ed intanto Oliver se ne va indisturbato.

 

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Ralph McAdam

 

A questo punto mentre tutti stanno cominciando a far di conto per vedere quanto possa convenire attaccare quello davanti piuttosto che difendersi da quello dietro, Follmer comincia una rincorsa forsennata girando anche due secondi più veloce del leader. Il pubblico è tutto con lui ad ogni giro il distacco scende ed a cinque giri dalla fine sono quindici i secondi che lo separano dalla vetta. Purtroppo non basta ed alla fine Oliver va a vincere la prima corsa della stagione con 1â€5 di margine; secondo Follmer per una storica doppietta Shadow con Don Nichols che gira per gli stands come in trance e che abbraccia tutti quelli che gli capitano a tiro. Terza la McLaren M20 di Scooter Patrick che ha fatto tutta la corsa in solitaria …

 

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Jack Webster

 

… precedendo sul traguardo due che invece hanno passato il week-end a suonarsele, con Bob Nagel che alla fine è riuscito a mettere la sua Lola T260 davanti alla McLaren M8FP di Lothar Motschenbacher. Sesta piazza per Gene Fisher, Lola T222 e settima per Dick Durant, McLaren M8ER. All’ottavo posto Harry Bytzek con una veneranda Porsche 908/2 Flunder che precede in una bella volata …

 

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Bugeye

 

… la Costello Sp8 Oldsmobile di David Saville-Peck, che pare trasformata rispetto alla scorsa stagione. A chiudere la topo-ten, ultimo a punti, Tom Butz al volante di una McLaren M8FP.

 

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David Saville-Peck

 

Eppie Wietzes è vittima anche nella Finale di problemi di pescaggio che lo costringono ad una corsa a singhiozzo portando la Ferrari 512M all’11° posto. Dietro di lui Bill Overhauser, titolare del Team per il quale ha corso gente come John Cordts e che quest’anno ha ripreso il volante della McLaren M8D (M8D/4 ex casa) pur con ambizioni limitate.

 

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Norm McLeod

 

Chiudiamo con due presenze spot nel Challenge con fortune alterne, quella di Jim Butcher cghe con una corsa onesta è riuscito a vedere il traguardo portando la sua McLaren M8C al 14° posto …

 

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Ralph McAdam

 

… e Roman Pechman, che in quanto Canadese ha approfittato della corsa di casa per provare a scrivere un pezzetto di storia con una datata Porsche 910; cosa che purtroppo non gli è riuscita in quanto prima ha mancato la partenza non schierandosi nella Qualifying race per problemi di accensione e poi non è partito neppure nella Finale per un problema meccanico.

 

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Alla prossima con "... la Shadow ..."

 

Franz

Modificato da znarfdellago
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Salve a tutti,

 

parliamo un po' delle Campionesse ...

 

PADDOCK 1974 – SHADOW

 

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autodiva.fr

 

Tony Southgate ha cominciato a lavorare sulla Shadow Dn4 nel dicembre 1973 con l’aiuto di Mike Hillmann, un inglese che aveva cominciato la sua carriera in Brabham prima di passare in Ford.

Prima è stata fatta una disamina sui pregi, alcuni, e sui difetti, più di alcuni, della Dn2 che tanto aveva fatto vedere nella stagione appena conclusa senza però concretizzare; arrivati alla definizione delle priorità  per la vettura ’74 che deve garantire il vero salto di qualità  del Team, i due si dividono equamente il lavoro. Tony parte dal posteriore e Mike dall’avantreno, tenendo ben presenti gli insegnamenti arrivati dalla Dn2 ed alla fine, incontrandosi all’altezza dei serbatoi, quest’anno decisamente più piccoli per il nuovo regolamento sulla ‘’sicurezza’’, ‘’… la nuova vettura è una Dn2 senza difetti, equilibrata, veloce, affidabile – racconta Southgate ai giornalisti il giorno della presentazione – vogliamo il Challenge e non lasceremo niente di intentato per vincerlo …’’

Il telaio pesa soli 55 kg per un totale vettura che passa di poco i 700, considerando che solo lo Chevy con l’impiantistica arriva a 200, si tratta di un bel risultato. L’imprinting dato dalla Dn3 di F1 è evidente, con il passo e la carreggiata anteriore molto simili, mentre dietro la carreggiata è leggermente più stretta per le dimensioni degli pneumatici posteriori. A Northampton vengono costruiti i telai che poi attraversano l’Atlantico per essere assemblati. Per il motore, abbandonata la strada della sovralimentazione, si opta per un blocco V8 Chevrolet da 8,1 litri total-alu Reynolds. Poi le unità  vengono messe a punto nell’officina Shadow a Chicago e ad occuparsene è Lee Muir che arriva a tirarne fuori 720 cavalli che nel corso della stagione arriveranno a 750.. Il motore è piazzato nel telaio con funzione semi-portante ed è accoppiato ad un cambio Hewland LG600 con differenziale autobloccante. L’impianto frenante è un Lockheed, come per la Dn3 F1 con i dischi dietro all’uscita del cambio mentre davanti sono sulle ruote e di dimensioni più generose.

 

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theAtoZracingcarssite

 

Anche la carrozzeria è stata oggetto di molte attenzioni e nelle linee richiama molto la Dn2 dell’anno scorso ma sono state ulteriormente addolcite. I radiatori sono posizionati lateralmente in posizione arretrata dietro il roll-bar ed il muso risulta così molto basso con un accentuato cucchiaio tale da garantire un livello di carico aerodinamico per compensare quello generato dalla grossa ala montata a sbalzo che ora è larga 2 metri utilizzando al limite le misure del regolamento.
 

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Terry Capps

 

Il lavoro dei due tecnici si rivela da subito eccellente, con la vettura equilibrata che sfrutta bene gli pneumatici e con una aerodinamica che non influisce sulla velocità  di punta e soprattutto ha finalmente raggiunto quell’affidabilità  che aveva tarpato le ali ai modelli che l’avevano preceduta.

Questo legato alla semplicità  del progetto che ha permesso da subito la miglior messa a punto, ha portato la vettura ad un inevitabile dominio, data anche la concorrenza decisamente obsoleta. L’unico vero problema per il Team nel corso della stagione è stata la grande rivalità  tra i due piloti, con un Follmer che si è sempre ritenuto più veloce e danneggiato dalla politica del Team che ha ritenuto di dover premiare la fedeltà  dell’inglese nelle ultime stagioni e che stava portando alla rottura tra l’americano ed il Team. Il tutto sfocerà  nella grande sfida dello Shadow Challenge nel week-end del Gran Premio con una sfida alla pari e 10.000 $ in palio vinta, quella si, da George Follmer (ma questa è un'altra storia).

 

Alla Prossima con la  "... Costello Sp8 Oldsmobile ..."

 

Franz

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Salve a tutti,

 

ed ora una "piccola" realtà  ...

 

PITLANE 1974 – COSTELLO

 

Rispetto ad un ’73 deludente sotto il profilo dei risultati, la musica cambia in questo 1974 con la vettura decisamente più affidabile che ha permesso al suo pilota di fare qualifiche discrete e di finire tre gare sempre a punti. La Sp8 aveva debuttato a Riverside nell’ultima corsa della scorsa stagione

 

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Bugeye

 

28/10/73 Riverside forfait per incidente nella Qualifying Race
16/06/74 Mosport - Prova 16° - Gara 9° a 7 giri
07/07/74 Road Atlanta – Prova10° - Gara 8° a 6 giri
14/07/74 Watkins Glen – Prova 12° - Gara DNF incidente
11/08/74 Mid Ohio – Prova 23° - Gara 9° a 9 giri
25/08/74 Elkhart Lake – Prova 16° - Gara DNF motore

 

Nel 1975, in mancanza del Challenge, non più organizzato dalla SCCA, la vettura appare in corse locali ed anche in qualche corsa in salita dove sembra trovarsi a suo agio date le ridotte dimensioni. La sua carriera finirà  in maniera definitiva a seguito di un brutto incidente a Laguna Seca in cui andrà  completamente distrutta.

 

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autodiva.fr

 

Alla prossima con il "... WQXI Trophy a Road Atlanta ..."

 

Franz

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Salve a tutti,

 

tiremm innanz ...

 

Road Atlanta – July 7, 1974 – WQXI Can Am Trophy

 

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Dopo il bagno di folla di Mosport e lo spettacolo offerto dai protagonisti del Challenge, il carrozzone della Can-Am è arrivaoi a Road Atlanta con un po’ più di ottimismo riguardo al futuro prossimo ed agli scenari futuri. Purtroppo è un ottimismo di facciata ed il pubblico pur presente, si contano circa 40.000 presenze nel week-end, se ne andato deluso per il mancato spettacolo. Lo diciamo da sempre, non è l’eventuale dominio di una casa sull’altra, o sul gruppo, che può creare il disamore verso la Serie, quando ci sono altri motivi di interesse tecnico o sportivo che mediamente ci sono sempre stati, è quando viene a mancare tutto questo che le corse non possono che essere considerate monotone. Forse col senno di poi sarebbe convenuto decretare lo stop a fine ’73, prendendosi il giusto tempo per riorganizzare il Campionato, mettendo mano al regolamento e cercando anche una nuova formula di gara, che questa manche Sprint per decretare una griglia di partenza, che in precedenza era già  stata decisa dalle qualifiche, sembra proprio un voler girare in tondo solo per impiegare il tempo. Tornando ha quello che ha detto la pista, o che non ha detto a voler dar ragione ai più maligni, chi fa la voce grossa nelle prove prendendosi d’autorità  la Pole con un 1’14â€9 è George Follmer che lascia il suo compagno Oliver ad 1â€1, a completare però una prima fila tutta “lead free†di Shadow.

 

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RJS image

 

Patrick con la McLaren M20 si conferma nuovamente come leader degli inseguitori, perché ormai sembra chiaro che di chance di vittoria non ce ne sono, e di fianco a lui un John Cordts in palla completa la seconda fila con la McLaren M8F del Performance Engineering che sfoggia un nuovo muso con il profilo dei passaruota decisamente più a cucchiaio a garantire un surplus di carico che sembra aver funzionato. Terza file per Herbert Muller che prende il volante della sua Ferrari 512 spider ampiamente rimaneggiata e rifila la bellezza di 3â€4 a Nagel che lo affianca con la Lola T260. Settimo tempo per Dick Durant con la McLaren M8ER ed ottavo per Dennis Aase che si prende il lusso di portare la sua Porsche 908/2 Flunder nella top-ten. Chiudono i primi dieci Bud Lazier con una vecchia McLaren M8E e David Saville Peck con la Costello Sp8 che sembra copiare bene i saliscendi del bellissimo tracciato di Road Atlanta.

 


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David Saville-Pek

 

In realtà  c’è pero qualcosa che anima il Paddock qui a Road Atlanta ed è una situazione delicata in Shadow tra i due piloti. Pare proprio che la scelta di Nichols di raddoppiare l’impegno affiancando al leader riconosciuto del Team un pilota di rango, quale è Follmer, non sia stata troppo ben gradita dall’inglese che ha subito cominciato a puntualizzare sul suo status di prima guida. E se Follmer non ha, sul momento, dato un gran peso a queste affermazioni deve poi essersi reso conto che la squadra è comunque tutta con l’inglese e che la sua sponda, Nichols appunto, pur se importante non ha un gran peso a livello di preparazione delle vetture. Sembra proprio che ne vedremo delle belle. La corsa Sprint sembra confermare quanto sopra con Follmer che prende un brillante avvio bruciando Oliver alla bandiera verde con Cordts che quasi fa lo stesso con Patrick.

 

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In effetti è un fuoco di paglia in quanto Oliver alla fine del primo giro ha già  più di 1†sul compagno che guida il gruppo. Unica nota interessante il duello che impegna Herbert Muller con la sua Ferrari e Motschenbacher con la McLaren M8FP. Durerà  fin quasi alla fine quando Lothar sarà  costretto a rallentare per un problema legato ad un contatto un po’ rude con un cordolo che gli ha scombinato l’avantreno.

 

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autodiva.fr

 

Finisce quindi con Oliver che precede Cordts di oltre 15â€, lo stesso Muller che liberato del pensiero di Motschenbacher stava andando a prenderlo ed un Follmer in affanno con una Shadow irriconoscibile rispetto alle prove. Motschenbacher riesce a finire sesto passato sul finire da Nagel e Mike Brockman entra nei primi dieci con la McLaren M8C del Team Butcher.

 

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Larry Neuzel

 

Nell’intervallo tra le due gare approfittando anche di una corsa Nazionale per vetture Sport, Motschenbacher cambia la sospensione anteriore destra che si era piegata e Follmer cerca un correttivo al suo assetto. Il clima in Shadow è caldo e l’aria praticamente irrespirabile; in tutto questo un Don Nichols raggiante, ai giornalisti che gli chiedono se non pensa di uccidere il Challenge con questo dominio risponde così “… siamo qui per vincere e se lo facciamo dominando non è un mio problema. In fin dei conti siamo solo alla seconda gara e non sentivo tutta questa preoccupazione quando a dominare erano le McLaren o la Porsche …†La Finale, che assegna i punti non dice niente di più e si regge nuovamente sul bel duello tra Muller e Lothar Motschenbacher che riparata la McLaren M8FP la fa danzare nel bellissimo misto di Road Atlanta.

 

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Oliver se ne va indisturbato, Follmer sembra aver risolto almeno in parte i suoi problemi e si tiene una comoda seconda posizione ma lontano dal leader e dietro Muller e Motschenbacher si vivacchia per vedere la bandiera a scacchi. Nel frattempo si ritira Leo Janke che vede la pressione dell’olio dello Chevy montato sulla McLaren M8C calare vistosamente, e si ferma prima di vederlo andare in fumo.

 

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Bugeye

 

Si fermano John Cordts, anche lui con la pressione dell’olio a zero e Nagel con la Lola T260 per una toccata. Jackie Oliver va a vincere solitario leader, dando alla Shadow la seconda vittoria della sua storia

 

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Norm MacLeod

 

Follmer finisce secondo completando il successo per la nuova creatura di Tony Southgate, la Shadow Dn4 che dal suo debutto ha raccolto il massimo possibile, due gare, due Pole, due Best Lap e due doppiette. Sul podio sale Motschenbacher con la M8FP che solo sul finire ha avuto ragione di Muller e della bellissima e, pare, anche efficiente Ferrari 512 Modificata. In quinta posizione una Lola T260 ma è quella di John Gunn che con una gara accorta è risalito dalla 20° posizione delle qualifiche.

 

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Sesta piazza finale per Dick Duran con la McLaren M8ER e settima per Dennis Aase, che dopo la top-ten in prova si porta a casa dei bei punti. Ottavo Saville Peck sulla Costello Sp8 Oldsmobile e in nona posizione Mike Brockman che scala ancora una posizione rispetto alla Sprint con la McLaren M8C. Chiude la top-ten nell’ultima posizione a punti William Morrow con una più che datata Lola T163 nel suo debutto stagionale. Sarà  ancora della partita ad Elkhart Lake ma non riuscirà  a prender il via per una serie infinita di noie meccaniche che lo affliggeranno nelle prove.

 

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Alla prossima con "... l'Alfa Romeo ..."

 

Franz

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Salve a tutti

 

tocca all'Alfa ... a proposito bellissimo allestmento al Museo ma un po' deluso dal numero e comunque occhio alle prove sulla pista annessa (meno male che ho il mio uomo all'Arese) ...

 

PITLANE 1974 – ALFA ROMEO

 

Otto Zipper iscrive anche quest’anno la sua vecchia Alfa Romeo 33/4, dotata del 4 litri di Chiti, anche se solo alla prova di Watkins Glen. Al volante ancora Milt Minter che così bene aveva fatto l’anno precedente. Purtroppo, dopo un brillante 8° in qualifica non partirà  nella Qualifying Race e si fermerà  già  al primo giro della Finale per un incidente.

 

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Larry Schmidt

 

1974/07/14 – Can-Am Watkins Glen
#33 – Milt Minter – T33.4 (Otto Zipper Alfa Racing) – Prove 8° (1’49’’115) – QR DNF – Finale DNF Incidente

L’
Autodelta mantiene la tradizione del lungo week-end di Watkins Glen iscrivendo una 33TT12 alla corsa Can-Am. Arturo Merzario afflitto da problemi di motore finirà  staccatissimo 8°.

 

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autodiva.fr

 

#60 – Arturo Merzario – 33TT12 (Autodelta) – Prove NT – QR DNS – Finale 8°
 

 

Alla prossima con "... le Ferrari ..."

 

Franz

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Salve a tutti,

 

ora Ferrari poi pausa ...

 

PADDOCK 1974 – FERRARI

 

HERBERT MULLER Racing – Ferrari 512M Spyder

 

Questa classica 512S (chà¢ssis #512-1036) è stata utilizzata dalla Scuderia nel 1970 come vettura per prove e test di sviluppo. In seguito è stata acquistata dalla Solar Productions per essere utilizzata per le riprese del film ‘’Le Mans’’. Arriva a Muller a fine ’71 insieme al telaio #512-1046 che lo svizzero preferisce nelle stagioni 72/73. Viene recuperata a metà  â€™73 e trasformata in spyder con una bella cura dimagrante ed utilizzata nel Challenge 1974. Le modifiche non sono solo di facciata con un grosso alettone a sbalzo sostenuto da due derive sui passaruota dietro ma anche a livello tecnico il 5 litri d’origine viene portato a 5,6 litri e l0impianto frenate è mutuato da una 917. Il debutto di Mosport vede alla guida il canadese Eppie Wietzes che poi per le restanti gare è sostituito dal titolare. La vettura poi tornerà  in Europa e sarà  impegnata in qualche corsa dell’Interserie ’75.

 

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Larry Neuzel

 

16/06/74 Mosport – Eppies Wietzes – Prova 7° - Gara 11°
07/07/74 Road Atlanta – Herbert Muller – Prova 5° - Gara 4°
14/07/74 Watkins Glen – Prova 6° - Gara DNS pressione olio
11/08/74 Mid Ohio – Prova 10° - Gara DNF motore
25/08/74 Elkhart Lake – Prova 9° - Gara 6°

 

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Jack Webster

 

NORTH AMERICAN RACING TEAM – Ferrari 712M

 

Ultima uscita nel Challenge per la Ferrari 712M sotto i colori del NART. La vettura è nella stessa configurazione con la quale Jean Pierre Jarier aveva colto un 4° posto nel 1972; le differenze riguardano l’ala posteriore più arretrata ed una carrozzeria dotata di derive longitudinali integrate sulle fiancate e non più posticce come allora.

Sam Posey è ancora una volta chiamato a guidarla nelle prime prove ed ancora una volta da forfait giudicando la vettura problematica oltre misura e soprattutto vittima di un paio di spaventi in frenata per una bolla nell’impianto. Arriva cosi all’ultimo momento per le qualifiche del sabato Brian Redman, che in effetti sembra confermare le sensazioni del pilota americano arrivando a fatica ad una 19 ° piazza in qualifica.

 

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autodiva.fr

 

In gara le cose vanno meglio e l’inglese con una bella prova riesce ad arrampicarsi fino alla terza piazza prima che una inopinata foratura provochi un danno alla sospensione provocandone il ritiro.
 

14/07/74 Watkins Glen – Brian Redman – Prova 19° - Gara DNF sospensione

 

Alla prossima con "... il Five Star Trophy a Watkins Glen ..."

 

Franz

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Salve a tutti,

 

terza tappa al Glen ...

 

Watkins Glen – July 14, 1974 – Five Star Glen Trophy

 

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Poche novità  rispetto a Road Atlanta, le uniche due Sport europee presenti sono le Alfa Romeo 33TT12 di Stommelen e Merzario-Andretti (con l’italo-americano che non ha ancora deciso se partecipare o meno e tiene Arturo in stand-by), la Ferrari 712M iscritta dalla N.A.R.T. ed affidata a Sam Posey e l’Alfa Romeo “americanaâ€, la 33/4 che Otto Zipper ha iscritto una tantum al Challenge per Milt Minter. In totale provano in ventuno. C’è subito un forfait, con Stommelen che sbatte violentemente a The Esses con l’Alfa che va in fiamme ed il pilota fortunatamente illeso, tanto che non prenderà  il via nemmeno alla 6 ore Mondiale del sabato. Andretti a questo punto vista la squalifica subita per aiuto illecito lascia il circuito e sarà  quindi Arturo Merzario a fare il suo debutto nella Can-Am. Poche sorprese ovviamente, in un week-end che solo Watkins Glen può proporre al suo pubblico (accorso come al solito numeroso, si parla di 70.000 ma sono stime molto prudenti), infatti oltre alla 6 ore Mondiale ed alla Can Am, ci sarà  una gara del Campionato L&M di F.5000, la Trans-Am ed infine la VW Gold Cup. Dicevamo delle poche sorprese, infatti Follmer fa sua la Pole davanti a Oliver, per un’altra prima fila tutta Shadow, e Scooter Patrick si prende il terzo tempo con la McLaren M20 dell’US Racing, così come Cordts lo affianca con una McLaren M8F, le cui modifiche sembrano averle dato nuova vita. La terza fila se la dividono i duellanti di Road Atlanta, Motschenbacher con la sua M8F e Herbert Muller con la Ferrari 512 Modificata. A seguire la Lola T260 di John Gunn, nonostante qualche problema di troppo nelle prove che lo ha costretto più volte ai boxes,

 

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Andrew S. Hartwell

 

Milt Minter che fa volare la vecchia Alfa Romeo 33/4 spinta dal 4 litri di Chiti, Mike Brockman con una datata M8C ed a chiudere la top-ten Dick Durant con una McLaren M8ER. Esattamente come due anni prima Sam Posey, presi due spaventi per una defaillance ai freni, saluta la compagnia e Chinetti chiama Brian Redman, presente al Glen per la F.500, a sostituirlo. C’è solo il tempo di fare i canonici cinque giri per essere ammessi al via e la Ferrari 712M è in decima fila col 19° tempo.

 


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Bugeye

 

Avevamo lasciato Road Atlanta con una situazione molto calda in Shadow, con i due piloti che sono sempre controllati a vista per evitare che si passi dalle parole alle vie di fatto. La squadra è tutta per Oliver, tanto che è Southgate, con un paio di meccanici, ad occuparsi del set-up di Follmer, che gode dell’appoggio di Nichols, che vorrebbe ricucire il rapporto tra l’inglese e l’americano. “… capisco come si sia potuti arrivare a questo punto – racconta un serafico Don ai giornalisti che stazionano sempre nei paraggi del box Shadow in attesa che la bomba scoppi – abbiamo una vettura fantastica e stiamo veramente facendo un ottimo lavoro quindi proprio non vedo quale sia il problema; ho due professionisti in squadra e credo di poter pretendere che lavorino di comune accordo per il bene della squadra …†Le cose però non sembrano poter essere sistemate; l’inglese, forte di un rapporto con tecnici e meccanici che viene da lontano, si è sentito tradito quando, alla vigilia di una stagione che si stava mettendo bene per l’assenza delle Porsche e per la qualità  della Shadow DN4 che era già  emersa nei primi test, si è visto imporre in squadra un caratterino come quello di George Follmer e, da parte sua l’americano, abituato da sempre a far di conto per se stesso ed a compagni di squadra ingombranti, non ha nemmeno pensato di muoversi sottotraccia ma ha da subito proclamato “… non credo che mi abbiano chiamato per occupare un sedile, credo che vogliano da me il massimo e da parte mia sono qui per bissare il titolo nel Challenge …â€.

 

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Larry Schmidt

 

A questo punto chiaramente la replica di sponda inglese non si è fatta attendere più di tanto “… conosco tutti in squadra, da tempo ormai e mi sento come a casa, voglio ripagare tutti quelli che hanno lavorato sodo in attesa che arrivasse il nostro momento ed visto che sembra davvero ora farò di tutto per ripagarli della pazienza che hanno avuto …†Jackie Oliver ha vinto le prime due gare ma decisamente George Follmer è stato impressionante a Mosport e solo la sfortuna gli ha impedito di essere lui a dare la prima vittoria alla DN4.

La gara Sprint, prevista su 20 giri ha un via regolare con Follmer che si mette in testa al gruppo, senza forzare ma staccandosi ogni giro di pochi decimi dal suo compagno di squadra. Il plotone si srotola senza grandi sussulti, che arrivano solo quando prima Motschenbacher e poi Cordts salutano la compagnia con i loro Chevrolet in una nuvola di fumo. Si ferma anche Patrick, sembra per problemi elettrici e poco dopo metà  gara l’alimentazione blocca anche Follmer. L’ultimo sussulto lo da Brian Redman che con un guizzo all’ultima curva sorprende John Gunn e si prende la seconda piazza dietro ad un ormai indisturbato Oliver, con la Ferrari 712M.

 

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Larry Schmidt

 

Cordts e Motschenbacher non ce la fanno a sostituire i loro motori e non partono per la Finale che sin dalla bandiera verde vede Oliver involarsi solitario. Al pronti via è sfortunato Milt Minter che, risalito in quinta posizione nella Sprint, viene toccato da dietro e sbatte la sua Alfa Romeo 33/4 contro le barriere ritirandosi.

 

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Bugeye

 

Tra i protagonisti mancati anche Herbert Muller che artigliata la quarta piazza nella Sprint vede calare la pressione dell’olio per una perdita quando è già  sullo schieramento e non riesce a prendere il via. Fuori pure Jeff Jones che già  al primo giro rompe lo Chevy montato sulla sua “nuovissima†McLaren M1C. Sarà  della partita anche a Mid Ohio ma senza miglior fortuna, fermato dalla rottura di un mozzo nella Finale.

 

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Bugeye

 

La gara fila via senza scossoni se non per la rimonta di Follmer che già  al quinto giro si prende la quinta piazza e per quella di Redman, che a causa di una cattiva partenza era precipitato in ottava posizione. Bene le due Lola T260 ex Stewart, con John Gunn e Bob Nagel saldamente nei primi dieci. Al decimo giro Follmer è secondo e Redman terzo. Purtroppo per l’inglese della Ferrari, una foratura sul rettilineo principale lo costringe a farsi tutto un giro su tre ruote e quando rientra ai boxes i meccanici gli fanno cenno di scendere, la sospensione è out. Anche Merzario si affaccia nei primi dieci, ma nel suo caso è più per i ritiri che per altro. La corsa fila via così senza altri sussulti con Jackie Oliver che da alla Shadow la terza vittoria consecutiva

 

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forum-autosport

 

Sul podio l’inglese festeggia sorridente mentre l’americano non vede l’ora di scendere, ma fra tutti è Scooter Patrick il più felice, tornato sul podio dopo il passo falso di Road Atlanta. Ai piedi del podio Bob Nagel con la sua Lola T260, anche lui nuovamente a punti dopo Mosport.

 

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Bugeye

 

Quinta piazza per Dick Durant al volante di una McLaren M8ER, autore di una qualifica nei primi dieci e di una gara sufficientemente veloce e paziente; è nei punti per la terza volte in tre gare. Per lui ci sarà  meno fortuna a Mid Ohio, dove non riuscira a schierarsi per la Finale e ad Elkhart Lake dove vedrà  la bandiera a scacchi ma solamente 14°.

 

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Larry Schmidt

 

Sesta piazza per un altro pilota che non spreca mai una occasione, Dennis Aase che porta ancora a punti la sua piccola Porsche 908/2 con carrozzeria Flunder; per lui ci saranno ancora altre soddisfazioni in stagione. Tra l’altro alla vigilia Aase si era schierato per la 6 ore Mondiale col quinto tempo, preceduto solo dalle due Matra, dall’Alfa Romeo di Andretti e dalla Porsche Carrera Rsr turbo di Herbert Muller. In gara purtroppo il cedimento di un alberino del cambio lo fermerà  già  al quinto giro.

 

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Mark Paszwiewicz

 

Settima posizione per Horst Peterman, anche lui al volante di una Porsche 908/3 Flunder, in una partecipazione spot al Challenge.

 

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Bugeye

 

All’ottavo posto troviamo classificato, anche se non ha tagliato il traguardo causa la rottura del motore, Arturo Merzario con l’Alfa Romeo 33TT12, autore di una gara stranamente opaca, conoscendo il temperamento del fantino.

 

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autodiva.fr

 

Nono Posto per John Gunn, con l’altra Lola T260, una vettura decisamente affidabile, certo non all’altezza delle Shadow e della McLaren m20 di Scooter Patrick, ma in grado di garantire ai suoi piloti otto partenze dalla top-ten ed otto arrivi a punti in stagione. A chiudere le posizioni a punti, decimo Bill Cuddy, con una McLaren M8FP. Dopo la mancata partenza per il pilota americano ci sarà  un ritiro a Mid Ohio ed un altro arrivo a punti ad Elkhart Lake.

 

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Alla prossima con  "... le Porsche ..."

 

Franz

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Salve a tutti,

 

dopo il Glen e prima di Mid Ohio ...

 

PADDOCK 1974 – PORSCHE

 

Penske Sunoco Racing Team

 

Benché il regolamento di quello che sarà  l’ultimo Challenge sia decisamente penalizzante per le motorizzazioni TC, con i nuovi quantitativi previsti al via delle gare, Roger Penske decide di schierare a Mid Ohio, pista dalle caratteristiche che dovrebbero garantire un minor consumo, la Porsche 917/30 (chà¢ssis #917/30-003). Nell’inverno, dopo averne accennato quando ancora sembrava possibile che le Porsche potessero competere, Il Team Penske ha sviluppato un nuovo sistema di alimentazione che dovrebbe ridurre i consumi e, forse, permettere alla vettura di rientrare nei consumi. Al volante viene chiamato Brian Redman, l’uomo delle sole volte in questa stagione ed il risultato è confortante; Pole, terza piazza nella Qualifying Race e 2° posto in gara per via di un refuelling obbligato nel finale di gara.

 


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forum-autosport

 

Brumos Racing Team

 

Nella stessa occasione il Brumos Racing schiera la sua Porsche 917/10 (chà¢ssis 917/10 -007) dotandola del 5 litri TC, un poco più parco nei consumi e con un diverso sistema di valvole che garantisce una riduzione dei consumi. A guidarla ancora Hurley Haywood che con una gara accorta e veloce si prende il gradino più basso del podio.

Haywood correrà  anche ad Elkhart Lake ma sarà  meno fortunato, fermandosi con danni alla carrozzeria in seguito a d un contatto.

 

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Pat Michl

 

Aase Bros. Racing

 

Ma al di la di tutto che quanto sopra la miglior Porsche nella Classifica Generale è la 908/2 Flunder di Dennis Aase che con i suoi quattro arrivi a punti in quattro gare ha monetizzato i suoi 17 punti con l’ottava piazza assoluta. “… non posso dire che mi sarei aspettato un risultato così buono, ma certo sapevo che l’affidabilità  e la velocità  della mia vettura potevano portarmi dei risultati …†è lo stesso Aase che racconta la sua stagione ai giornalisti e se proprio non sono le stesse parole suona un po’ come un lontano “… benzina e cammina …†di imperitura memoria.

 

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Terry Capps

 

Alla Prossima con "... la Sting Gw1 di gary Wilson le special sono tornate?!? ..."

 

Franz

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Salve a tutti,

 

sotto con questa "Special" in attesa di ...

 

1974 PITLANE – STING GW1

 

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primotipo.com

John Collins, un meccanico con esperienze con Carroll Shelby e con il Team Motschenbacher ha costruito, con l’aiuto economico di Gary Wilson rancher texano e presenza abbastanza costante nel Challenge, la Sting GW1. Il telaio è una costruzione originale, monoscocca aperta con tralicci davanti e dietro che servono ad ancorare le sospensioni che sono di origine McLaren M8F. Ma il pezzo forte della vettura è la carrozzerie che si ispira fortemente alla Porsche 917/10 con un pronunciato cucchiaio che nel caso della Sting non è neanche interrotto dalla presa d’aria ed una coda lunga che incorpora un ala dalla corda molto pronunciata. Tutte le masse radianti sono infatti collocate nelle fiancate giusto ai lati del cockpit ed alimentate tramite prese naca. A fine stagione purtroppo il Team viene sciolto.

La vettura ora è completamente restaurata ed è spesso impegnata nelle corse per vetture d’epoca e nei concorsi.


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conceptcarz.com

 

Alla prossima con la "... Lexington Buckeye Cup a Mid Ohio..."

 

Franz

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Salve a tutti,

 

domenica, festa ...

 

Mid Ohio – August 11, 1974 – Lexington Buckeye Cup

 

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La bomba è esplosa! In casa Shadow l’armonia era andata a farsi benedire già  da Mosport, ma tolti i pugni canadesi, Don Nichols era sempre riuscito a tenere separate le sue due star e sembrava che, seppur a fatica, la stagione potesse finire senza “BIG-Bangâ€. Ma andiamo con ordine e vediamo come un week-end che sembrava destinato a rinverdire i fasti di un passato neanche troppo lontano è scivolato nell’assurdo teatrino di fine corsa. Gli spettatori, tenuto conto del previsto brutto tepo, è abbastanza numeroso, sfiorando le 40.000 presenze ed il paddock leggermente più affollato, con i soliti debutti stagionali dei piloti locali ma, soprattutto il ritorno delle Porsche TC. C’è Hurley Haywood con la 917/10 TC del Brumos, dotata del più parco 5 litri e di una nuova iniezione e poi torna una tantum anche il “mostro†giallo-blu del Team Penske con Brian Redman alla guida e Mark Donohue al muretto. Si fa molto parlare delle possibilità  che il nuovo regolamento lascia alle vetture tedesche, se riusciranno a reggere la gara senza rabboccare o se arriveranno al rifornimento con abbastanza margine e c’è un po’ in tutti la segreta speranza che le Shadow trovino sul loro, finora facile cammino, avversari tali da impensierirle e metterle in difficoltà . Ultima annotazione; gli scommettitori trovano nuovamente la possibilità  di puntare sui primi quattro in qualifica, cosa che era stata bloccata dalle Agenzie in quanto le prime due file erano state esattamente eguali in tutte e tre le prime gare della stagione e rimane la possibilità  di giocarsi chi farà  la Pole. E sicuramente si annuncia una gara diversa, con colori che no siano solo il nero Shadow, in fatti al Pole è di Brian Rdman e della Porsche 917/30Tc del Team Penske che precede un Follmer formidabile come sempre sul giro secco ed un Oliver che “… non mi sono dannato l’anima più di tanto per fare la Pole – racconta l’inglese – ho preferito lavorare in funzione della gara, con questo asfalto così freddo la vettura è estremamente scivolosa …â€. Al suo fianco col quarto tempo Hurley Haywood con la Porsche 917/10Tc.

 

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Pat Michl

 

Terza fila per Scooter Patrick con la McLaren M20, anche lui sempre velocissimi e John Cordts con la McLaren M8F (se togliamo le Porsche, novità  di questa corsa, le prime quattro posizioni al via sono quelle delle tre corse precedenti) ed in quarta le due Lola T260 con Bob Nagel settimo che precede John Gunn di 1†abbondante.

 

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Larry Neuzel

 

Chiudono i primi dieci Lothar Motschenbacher, l’inossidabile presenza del Challenge che continua a detenere il record di partecipazioni, con la McLaren M8FP ed Herbert Muller con la Ferrari Modificata della sua Scuderia. Per la gara Sprint è annunciata pioggia e la pioggia arriva, non copiosa ma insistente e tale da rendere scivolosissimo il già  insidioso tracciato di Lexington. E quando piove finisce sempre che lo spettacolo è migliore, non fosse altro che per le difficolta del domare la cavalleria di questa macchine. Cosi un po’ a sorpresa ma meritatamente Scooter Patrick vince la Qualifying Race davanti ad un Oliver la cui Shadow sembra in effetti essere molto a punto ed a Brian Redman che ha usato questi 28 giri per continuare l’apprendistato con il mostro di Roger Penske che, pur fermo da un anno e senza test preliminari, si sta confermando molto performante. Buona prova anche per un debuttante molto conosciuto, Monte Shelton che porta la sua McLaren M8F (ex casa #M8F/1) nei primi dieci, antipasto per la disputa di una bella Finale.

 

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Pat Michl

 

Qui a Mid Ohio ha debuttato anche una di quelle vetture che siamo abituati a chiamare “Specialâ€, è la Sting GW1 di Gary Wilson (meglio descritta nel Pitlane dedicato) che purtroppo ha un incidente nella Gara di Qualificazione e non partirà  nella Finale.

 

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Pat Michl

 

Non c’è Follmer tra i primi, attardato nuovamente da un motore tossicchiante che non gli ha mai permesso di difendersi dagli attacchi ed è costretto per la finale a partire indietro, così come Haywood che invece ha sofferto di problemi al selettore delle marce che gli ha lasciato solo quelle pari. Con questi presupposti, non ce ne vogliano quelli costretti a partire dal fondo, probabilmente assisteremo ad una gara avvincente. E giusto per non farsi mancare niente in vista della partenza la pioggia che era andata in calando torna a farsi copiosa. Il via è regolare con tutti che sfilano alla prima curva con una certa prudenza, con la prevista eccezione di Follmer che al primo giro transita già  decimo. Oliver fa un boccone della McLaren di Patrick e si trascina dietro Redman che tra il boato del pubblico il giro dopo transita al comando mentre Follmer, girando mediamente 1â€5 più veloce di tutti gli altri in pista è già  terzo. Sono fuori nel frattempo Motschenbacher per problemi elettrici sulla sua McLaren, Charles Bartlebaugh che si ferma perché sulla sua vecchia McLaren M1C non ha gomme adatte alla situazione

 

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Pat Michl

 

E mentre Redman riesce a mettere qualche secondo tra la sua Porsche e la Shadow di Oliver, che nel frattempo è stato raggiunto da Follmer, la lista dei ritiri si allunga con Gene Fisher fermato dal cambio della sua Lola T222, Muller col V12 Ferrari in fumo, Cordts, che non riesce più a cambiare con la frizione andata, porta la McLaren M8F ai boxes, Jeff Jones chiude qui le sue presenze al Challenge ’74 con la rottura di un mozzo e Jim Lockhart, altro debuttante con una McLaren M8FP, si ferma per la trasmissione out.

 

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Larry Neuzel

 

Oliver sembra più doversi guardare da Follmer che pensare ad andare a prendere Redman, Haywood ha avuto aqualche problema in più a rinvenire sui primi, ma ora è quinto non lontano da Cuddy e Nagel che sono in lotta. Piove un po’ meno e se la pista non accenna ad asciugarsi non ci sono più quei rigagnoli che la attraversavano e che mettevano in crisi i piloti. E’ un po’ la sagra del testacoda ma nel complesso i duelli finiscono quasi tutti con un sorpasso pulito, quasi … siamo al ventisettesimo giro ed Oliver è quasi sulla coda di Redman che pare avere qualche problema di alimentazione sulla Porsche. Le fasi sono concitate e Oliver sembra vedere uno spiraglio e ci prova,

 

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Larry Neuzel

 

Sembra azzardato, anche perché Redman chiude non pensando ad un tentativo in quel punto, ma Oliver ormai è oltre il punto di non ritorno e tiene giù passando sull’erba.

 

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Larry Neuzel

 

Follmer è spettatore interessato, ma tutto finisce per il meglio Oliver passa, si trascina suo malgrado dietro il nemico Follmer e Redman pur terzo non perde il contatto.

 

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Larry Neuzel

 

Oliver prova ad allungare, ma Follmer lo bracca da vicino e prima della fine del giro tenta un sorpasso; sorprende Oliver all’interno e quando è affiancato all’inglese, questi chiude mandando l’americano per prati, quello che non è mai successo in tanti anni di dualismi e duelli in McLaren è successo dopo quattro sole gare in Shadow.

 

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Larry Neuzel

 

Il Campione ’72 rientra ai boxes, sbatte il casco e impreca contro Nichols e compagnia “… con questa squadra ho chiuso! – grida ai giornalisti accorsi in massa a raccogliere il suo sfogo – ormai è chiaro che la situazione non è più sostenibile, me ne torno alla mia amata Trans-Am e che vadano tutti al diavolo …†dopo di che allunga il passo e si allontana verso il paddock. Nel Team sono tutti molto tesi, un’annata vincente prossima a trasformarsi in trionfale sta diventando un incubo ed al momento nessuno sa come si possa ricucire uno strappo … ma Nichols ha fatto per buona parte della sua vita uno “strano†lavoro e chissà  â€¦

Brian Redman si ferma per uno splash & go e riparte ancora secondo producendosi in un forcing aiutato in parte anche dalla pista che va migliorando di giro in giro pur rimanendo critica in certi punti. Oliver dal canto suo ha la corsa in pugno, e nell’altro il Challenge, quindi non si prende certo altri rischi. Dietro Haywood ringrazia per il podio che ormai sembra certo e Nagel per quel quarto posto da cui lo separano solo i giri che mancano alla bandiera a scacchi. Finisce così con Jackie Oliver che da solo regala la quarta vittoria alla Shadow Dn4 e la priva di un’altra doppietta.

 

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forum-autosport

 

Brian Redman, l’uomo delle “unica volta†prima con la Ferrari 712M ed ora con la Porsche 917/30Tc si prende una bellissima seconda piazza e semina pensieri in molti nel paddock, su cosa avrebbe potuto essere lavorando a fondo sull’alimentazione del 5 litri per schierarlo “ufficialmente†in questa stagione a contrastare la Shadow ridando nuova linfa al Challenge.

 

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Pat Michl

 

Hurley Haywood si conferma terzo con la 917/10 del Brumos Racing e la quarta piazza è appannaggio della Lola T260 di Bob Nagel, mentre quinto è Monte Shelton che ha proseguito in Finale quanto cominciato nella gara Sprint, ovvero un gran bel lavoro con la sua McLaren M8F. Sesta piazza per Roy Woods, titolare di un Team negli anni passati, in questa occasione seduto da questa parte del volante di una McLaren M8D ben curata che, nonostante lui non sia un fulmine di guerra gli ha permesso questo exploit.

 


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Pat Michl

 

Al settimo posto Dennis Aase che si rifà  in pieno della sfortunata prova nella 6 ore della vigilia, dove comunque era scattato dalla quinta casella della griglia. La sua Porsche 908/2 Flunder, curata dal Team di famiglia, lo asseconda molto bene e la sua guida pulita e priva di errori ha trovato oggi le condizioni ideali per esprimersi al massimo.

 

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Pat Michl

 

Ottava posizione per la McLaren M8C di Bob Lazier; alla sua ultima uscita stagionale gli riesce quello che non gli era riuscito in precedenza a Mosport e Road Atlanta, entrambe le volte fermato dall’iniezione del suo Chevrolet.

 

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Larry neuzel

 

Terza volta a punti per David Saville-Peck, con i due del nonno posto, con una Costello Sp8 Oldsmobile decisamente veloce. Il bottino avrebbe potuto anche essere migliore, ma un paio di testacoda sulla pista allagata, di cui un 360° altamente spettacolare lo hanno consigliato ad un approccio più conservativo e forse è stata la scelta giusta.

 

 

 

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David Saville-Peck

 

Alla prossima con "... le McLaren ..."

 

Franz

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Salve a tutti,

 

ora McLaren ...

 

PADDOCK 1974 – McLAREN

Vorrei considerare le McLaren “ex casa†innanzitutto, cominciando ovviamente da quella meglio piazzata alla fine del Challenge; la McLaren M20 (chà¢ssis #M20/3) utilizzata da Revson nel 1971 e poi da Hobbs la stagione seguente è acquistata da Herb Caplan che la affida a Scooter Patrick sotto i colori dello US Racing. A parte le Shadow la sua è certamente la miglior vettura in circolazione e Patrick la usa bene per finire tre volte sul podio facendosi trovare pronto nel giorno dell’apocalisse delle black-car andando a vincere l’ultima gara Can-Am.

 

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Terry Capps

 

16/06/74 Mosport – Prova 3° - QR 2° ò Gara 3°
07/07/74 Road Atlanta – Prova 3° - QR out 6 – Gara DNS meccanica
14/07/74 Watkins Glen – Prova 3° - QR DNF – Gara 3°

11/08/74 Mid Ohio – Prova 5° - QR 1° - Gara
25/08/74 Elkhart Lake – Prova 3° - QR out 10 – Gara 1°

 

Girano ancora per le piste delle McLaren M8D; una (chà¢ssis M8D/3) è quella del Performance Engineering Ltd ha acquistato dallo US Racing e che viene affidata a John Cordts. Fa tutto il Challenge ed i risultati sono quattro ritiri e l’exploit nell’ultima corsa di stagione ad Elkhart Lake dove finisce secondo.

 

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Peter Greis

 

16/06/74 Mosport – Prova 4° - QR nei 10 - Gara DNF iniezione

07/07/74 Road Atlanta – Prova 4° - QR 2° – Gara DNF pressione olio
14/07/74 Watkins Glen – Prova 4° - QR DNF – Gara DNF motore

11/08/74 Mid Ohio – Prova 6° - QR nei 10 - Gara DNF frizione
25/08/74 Elkhart Lake – Prova 4° - QR 3° – Gara 2°

 

L’altra McLaren McLaren M8D è quella dell’Overhauser Racing (chà¢ssis M8D/4 utilizzata per mettere a punto la M8E clienti) che si sono divisi il titolare, Bill Overhauser e Roy Woods, tornato a guidare ora che non ha più un suo Team.

 

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Matti Lilleberg

 

16/06/74 Mosport – Bill Overhauser – Prova 14° - QR out 10 – Gara 12°

07/07/74 Road Atlanta – Bill Overhauser – Prova 15° - QR out 10 – Gara DNF surriscaldamento
25/08/74 Elkhart Lake – Bill Overhauser – Prova 21° - QR out 10 – Gara 16°

 

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Larry Neuzel

 

11/08/74 Mid Ohio – Roy Woods – Prova 17° - QR nei 10 - Gara 6°

 

C’è un’ultima McLaren ex casa, la M8F (chà¢ssis M8F/1, ex Hulme nel Challenge del ’71 ed ex Young in quello ’72) che Monte Shelton utilizza nelle ultime due gare finendo a punti, 5°, a Mid Ohio e 17° ad Elkhart Lake.

11/08/74 Mid Ohio – Prova 11° - QR nei 10 - Gara 5°
25/08/74 Elkhart Lake – Prova 12° - QR out 10 – Gara 17°

 

Tra le altre presenze più costanti possiamo annotare quella di Dick Durant, che guida una McLaren M8E modificata nella carrozzeria e rinominata in autonomia “R†con la quale finisce quattro volte di cui tre a punti raccogliendo 18 punti per una 7° piazza nella Generale.

 

La McLaren M8FP portata in pista da Lothar Motschenbacher che vede tre volte il traguardo, sempre nella top-ten e finisce 6° nel Challenge con 21 punti.

 

Anche Bill Cuddy partecipa a quattro gare con la sua McLaren M8FP, finisce due volte e con 5 punti arriva 17° nella Generale.

 

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Larry Neuzel

 

Stesso discorso vale per Bob Lazier che guida la sua McLaren M8E in tre occasioni prendendo tre punti in una occasione per la 21° posizione nella Classifica Finale.

Ultima McLaren con un certo numero di presenze, quattro, la M8C di Mike Brockman, 2 punti a Road Atlanta e 22° alla fine.

Per le altre solo presenze spot, come Tom Butz che corre a Mosport con la sua McLaren M8FP finendo 10° in gara e 23° nella Serie.

Non è più come negli anni d’oro del Challenge, ormai le McLaren in circolazione sono quelle già  esistenti e riciclate più e più volte; non si è vista una nuova McLaren clienti dopo la M8E e quelle prodotte su licenza da Trojan sono a tutti gli effetti repliche non innovative. Però il numero di McLaren negli schieramenti della stagione è ancora rilevante; a Mosport sono state 10 su 21 vetture che hanno provato, a Road Atlanta 11/20, a Watkins Glen 8/21, a Mid Ohio 12/24 ed infine a Elkhart Lake 16/29. Non vinceranno forse più, un Challenge in quanto l’ultima vittoria sarà , a memoria di storico, di una McLaren ma sicuramente anche questa Stagione deve i suoi numeri alle vetture del compianto Bruce McLaren.

 

 

Alla Prossima con "... le Lola ..."

 

Franz

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Salve a tutti,

 

le Lola in attesa di ...

 

PADDOCK 1974 – LOLA

Strettamente in ordine cronologico, al via del Challenge ’74 si vede, anche se in una sola occasione la Lola T310 (310/HU-01 ex Hobbs 1972) nelle mani si Sieg Glage che a Mosport di qualifica 19° di 21 e non prende il via.

 

Si schierano invece con regolarità  le due vetture ufficiali del 1971 che furono schierate dal Team Haas, braccio armato Lola in quella stagione. Lo chassis 260/HU-01, quello che Stewart utilizzo per tutta la stagione viene impiegato dal Nagel Thermo King Racing che con il suo pilota Bob Nagel sarà  alla fine quarto nella generale del Challenge, in virtù di una grande regolarità  che lo porta a concludere quattro volte a punti (quattro volte al 4° posto per totali 40 punti) a fronte di un solo ritiro per incidente a Road Atlanta.

 

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Terry Capps
 

16/06/74 Mosport – Prova 6° - Gara 4°
07/07/74 Road Atlanta – Prova 6° - Gara DNF incidente
14/07/74 Watkins Glen – Prova 18° - Gara 4°
11/08/74 Mid Ohio – Prova 7° - Gara 4°
25/08/74 Elkhart Lake – Prova 10° - Gara 4°

 

 

Lo Chassis 260/HU-02, muletto mai utilizzato dal Team Haas in quella ormai lontana stagione e poi passato a Tom Heyser ed infini finito a John Gunn che lo porterà  in gara anche quest’anno per conto del Team Marshall American Racing Specialties. Anche nel caso di questo secondo esemplare di Lola T260 vale il discorso della regolarità , anche se non con risultati a livello dì quella di Nagel, pur cogliendo il terzo posto nella tappa finale di Elkhart Lake. In tutti i casi John Gunn finirà  al quinto posto assoluto nel Challenge, completando il successo Lola.

 

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Terry Capps

16/06/74 Mosport – Prova 9° - Gara DNF motore
07/07/74 Road Atlanta – Prova 20° - Gara 5°
14/07/74 Watkins Glen – Prova 7° - Gara 9°
11/08/74 Mid Ohio Prova 8° - Gara DNF foratura ma classificato 10°
25/08/74 Elkhart Lake – Prova 5° - Gara 3°

 

 

Le uniche altre due Lola andate a punti e presenti nella Classifica Finale del Challenge sono la Lola T222 (chassis T222/HU-07) ex Nagel nel biennio 71/72 e poi passata a Gene Fisher che la utilizza anche quest’anno. Per lui un bel debutto a Mosport con una 6° piazza da incorniciare. Purtroppo però la stagione prenderà  una piega diversa e, saltata la trasferta di Road Atlanta, per lui ci sono soltanto ritiri.

L’altra è l’ancora più datata Lola T163 di William Morrow, che nelle sue due partecipazioni arraffa un punto a Road Atlanta e non parte a Elkhart Lake.

Se poi vogliamo assegnare la palme per la Lola più datata, c’è la T70 Mk3 di Howie Fairbanks, che nel 67 era una delle vetture del Team Penske usata da George Follmer, e che poi è passata nelle mani di Jerry Hansen, Dick Kantrud e Leigh Gardner. Per lei due gare, NQ a mid Ohio e 11° a Elkhart Lake.

 

Alla prossima con il "... Road America Trophy ad Elkhart Lake ..."

 

Franz

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Sulla Shadow DN4 mi sa che hai omesso un particolare: da quel che mi risulta  il suo enorme Chevrolet 8 litri aveva addirittura due turbocompressori, uno per bancata, facendone un motore davvero mostruoso (1500CV) forse anche più potente del 12 cilindri boxer 5500cc biturbo della Porsche 917-30 guidata l'anno prima da Mark Donohue il che non fa stupire certo il suo assoluto dominio nel 1974...

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no Roberto, le cose non stanno così, Franz ha illustrato piuttosto bene che per il '74 i motori turbo risultavano praticamente tagliati fuori dal nuovo regolamento che imponeva quantità  di carburante fisso...

La DN4 è spinta da un motore atmosferico e gli esperimenti della casa sul turbo risalgono al 1972 e 1973 e l'unica cosa mostruosa che hanno evidenziato è stata l'inaffidabilità   :D

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Salve a tutti,

Non è stata una vera omissione, dalle foto si vede bene che sono due ed il problema era proprio quello! Quando i biturbo sono arrivati in F1 sono stati immensamente aiutati sia dall'andare avanti della tecnologia metallurgica che da una elettronica un filo più sofisticata. Su quella Shadow finivano con l'essere due sistemi indipendenti che alimentavano due 4 cilindri, con tutti gli scompensi del caso. Riguardo ai 1500 cavalli lo stesso Nichols ha confessato che al banco ne avevano visti al massimo 1100 ( ricordando che eravamo nel 72/73) ed un attimo prima che l'ennesimo blocco andasse in pezzi.

Nel '74 poi i turbo si sono visti a Mid Ohio ed hanno fatto anche la loro porca figura, ritornando però al 5 litri ( non al 5.4) ed aiutati dal bagnato e quindi da una media più bassa, che comunque non ha evitato lo splash&go a Redman.

Quando ad inizio dell'avventura di questo 3D parlavo di integrare e completare e,soprattutto correggere, i miei post, intendevo proprio questo.

Alla prossima, ormai siamo alla fine della storia, anche se ho da parte un paio di sorprese per quanto riguarda i due anni di stop che non ci hanno lasciato comunque del tutto orfani di gruppo 7 ...

Franz

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Salve a tutti,

 

ultima gara di una storia durata nove anni ...

 

Elkhart Lake – August 25, 1974 – Road America Trophy

 

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Ci sono molte cose strane nella vita e nelle cose che succedono e ad Elkhart Lake, per quella che sarà  l’ultima corsa della Can-Am così come è nata e come tutti la conosciamo, succede che sono in 29 a provare, mai cosi tanti nelle precedenti quattro gare. Jackie Oliver è già  Campione, dall’alto delle sua quattro vittorie e la Shadow è l’assoluta dominatrice della stagione. Non si respira aria di smobilitazione e l’ambiente non è neppure troppo triste; in fin dei conti questo è quello che tutti già  sapevano e si aspettavano. La SCCA non ha trovato o non ha voluto trovare la soluzione ed ormai, per quella famosa storia della ruota che gira, molti Team stanno facendo armi e bagagli per trasferirsi in F.5000, categoria che sta riscuotendo un notevole successo negli Stati Uniti (e vedremo quanto effimero sarà  questo successo). Le prove non ci dicono niente di nuovo e senza la Porsche 917/30 di Penske e con la 917/10 del Brumos afflitta da problemi al turbo, per le Shadow prendersi la prima file è poca cosa, con Follmer (riportato all’ovile con una l’allettante promessa di una sfida ad armi pari col suo acerrimo nemico inglese, da svolgersi in una location apposita e con in palio un ricco montepremi) ancora una volta più veloce del neo Campione Oliver di oltre un secondo. In seconda file, come da copione della stagione Scooter Patrick con la McLaren M20 dello US Racing e John Cordts con la McLaren M8F del Performance Engineering. Quinto tempo per la Lola T260 di John Gunn che precede in terza fila la Porsche 917/10 di Hurley Haywood che in extremis fa un tempo che lo porta nella top-ten. Lothar Motschenbacher con la sua Mclaren M8FP

 

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Pat Michl

 

precede Mike Brockman al volante della M8C di Jim Butcher e Herbert Muller porta ancora una volta tra i primi dieci la sua Ferrari 512 modificata …

 

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… precedendo l’altra Lola T260, guidata da Bob Nagel. Per la gara ci si aspetta che a titolo assegnato sia gara libera tra i due piloti del Team che ha dominato il Challenge e che finalmente si possa vedere spettacolo vero per la vittoria nella gara; ma alla bandiera verde lo spettacolo dura lo spazio di poche curve con George Follmer, che si piazza davanti ad Oliver ma che si ferma poco dopo con il cambio della Shadow irrimediabilmente bloccato.

 

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Oliver se ne va indisturbato e si mette a girare in tempi di assoluta sicurezza, tanto che sia Patrick che Cordts rimangono relativamente vicini all’inglese. Insieme a Follmer anche Gene Fisher e Mike Brockman hanno salutato la compagnia, il primo anche lui con problemi al cambio della Lola T222 ed il secondo con un problema allo Chevy della McLaren M8C. Fuori pure Elliot Forbes Robinson, di ritorno nel Challenge, che chiude anche la sua seconda uscita con un ritiro per noie meccaniche, cosi come una valvola lo aveva fermato a Mosport ad inizio stagione. La corsa si trascina relativamente noiosa con l’unica eccezione di una parvenza di duello tra la Lola di John Gunn e la Porsche 917/10 di Hurley Haywood che sono molto vicini.

 

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RJS image

 

Registrato per la cronaca il ritiro delle McLaren M8C di Jerry Mull (al suo terzo ritiro in

partecipazioni dopo quelli di Road Atlanta e Watkins Glen) e di Leo Janke, anche per lui tre corse e tre stop anticipati (gli altri a Mosport e Road Atlanta) il colpo di scena che da il giro alla corsa arriva al 24° giro dei 28 giri previsti per la Finale, quando a Jackie Oliver esplode il motore. Fine delle celebrazioni e la corsa d’incanto diventa la possibilità  tanto attesa, l’occasione della vita. Scooter Patrick che aveva preso un certo margine sugli inseguitori porta la McLaren M20 nuovamente alla vittoria dopo due anni regalando una gioia immensa a tutto lo US Racing ed in particolare a Herb Caplan che tanto ha investito di suo nella stagione. Nell’enfasi della vittoria Scooter fa due giri d’onore e si prende una multa di 250 $ ed una reprimenda per causato ritardo nella procedura in “victory laneâ€

 

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Cars & Drivers

 

Con lui sul podio un’altra McLaren, la M8F di John Cordts, che dopo quattro ritiri si toglie finalmente la soddisfazione di vedere il traguardo ed addirittura sul podio.

 

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Con i due citati a completare il podio, con una corsa veloce ed attenta, favorita certo dal ritiro delle due Shadow, ma questa è cosa che vale per tutti, John Gunn con la sua Lola T260, che seppur alla quarta stagione si è dimostrata sufficientemente veloce per stare nel gruppo dei migliori tra gli â€altri†arrivando con continuità  nei punti e permettendo ai suoi due piloti di arrivare quinto, Gunn e quarto, Nagel nel Challenge.

 

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Bugeye

 

Quarta piazza per l’altra Lola T260, quella di Nagel, quarto per la quarta volta ed appunto quarto nel Challenge. Quinta piazza per la “special†che aveva debuttato a Mid Ohio con poca fortuna, la Sting GW1 di Gary Wilson che qui si rifà  con gli interessi.

 

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Sesto posto per Herbert Muller con la Ferrari 512 Modified che con questi 6 punti aggiunti ai dieci del quarto posto di Road Atlanta si prende la nona piazza nella generale del Challenge. A proposito di questa vettura vedremo poi nel “fine stagione†una curiosità  interessante. Al settimo posto Bill Cuddy con la McLaren M8FP, per la seconda volta nei punti quest’anno dopo Watkins Glen.


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autodiva.fr

 

Ottava piazza per Dennis Aase, un altro che sfrutta ogni opportunità  e arrivando al traguardo quattro volte in quattro partecipazioni e sempre nei punti si classifica con pieno merito all’ottavo posto nella Generale con la piccola ma affidabile Porsche 908/2 Flunder che precede sul traguardo Jackie Oliver che vede la sua Shadow DN4 classificata comunque nonostante il ritiro …

 

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… e Lothar Motschenbacher, decimo, che porta la sua McLaren M8FP clienti per la terza volta nei punti, si tiene stretto il record di partecipazioni al Challenge, assolute e consecutive e si prende anche la sesta posizione nella generale. Restano da citare Bob Klempel, che si è visto tre volte quest’anno, 13° a Mosport, ritirato per rottura del cambio a Road Atlanta e 12° qui ad Elkhart Lake, sempre al volante della sua Lola T163 …

 

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Bugeye

 

… e Howie Fairbanks, 11° su una ancora più data Lola T70 Mk3 che è la vettura che Roger Penske aveva affidato a George Follmer nel lontano 1967; in precedenza Howie ci aveva provato anche a Mid Ohio ma non era riuscito a qualificarsi, giri percorsi insufficienti.

 

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Howie Fairbanks

 

Si smobilita senza troppa fretta ed ora si che nell’aria si respira una sorta di triste rassegnazione; era chiaro a tutti che così non era possibile continuare ma è quando arriva il momento di smettere che si comincia a realizzare realmente cosa è stato e non sarà  più … almeno per il momento …

 

Alla prossima con "... il Shadow Challenge! ..."

 

Franz

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Salve a tutti,

 

alle gare saltate si supplisce con ...

 

PITLANE 1974 – SHADOW CHALLENGE

 

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Conclusa la stagione regolare con la cancellazione della trasferta in California, classico epilogo del Challenge, la Shadow si inventa qualcosa per mantenere viva la memoria della vittoria nella Serie.

Vista anche la situazione interna del Team con i due piloti che vengono alle mani ogni volta che si incontrano, Don Nichols organizza lo « Shadow Challenge che si disputa a Watkins Glen in concomitanza con il Gran Premio di Formula 1.

In palio ci sono 10.000 $ ed a giocarseli sono le tre Shadow Dn4 che hanno dominato la stagione, con al volante Jackie Oliver, Campione in carica, George Follmer, lo sfidante ed un incredulo Jean Pierre Jarier su quello che per tutta la stagione è stato il muletto del Team.

Sembra solo un gioco organizzato per riempire un buco nel calendario la classica barzelletta “… ci sono un francese, un inglese ed un americano …†ma le cose non stanno così; il rapporto tra Oliver e Follmer è logoro e questa, almeno per Don Nichols, sembra la soluzione migliore. In realtà  il proprietario del Team voleva un duello tra le Dn4 Gruppo 7 e le Dn3 Formula 1 ma così sui due piedi trovare un pilota libero da vincoli di sponsor non è cosa facile e quindi non se ne fa niente … ma l’idea, vedremo più avanti, rimane viva nella testa del vulcanico Nichols.

 

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Oliver si prende la Pole eguagliando il tempo di Follmer nella gara di metà  luglio. Ma per Oliver tutto si complica alla partenza quando Follmer lo brucia e la stessa cosa fa Jarier. Il francese fa anche qualcosa di più della semplice comparsa e passa George. Dura poco perché ora l’americano si riprende la testa della corsa ed a suon di record sul giro saluta la compagnia. A meta gara anche Oliver passa Jarier ma ormai Follmer è lontano. Per lui ci sono i 10.000 $ e la rivalsa sul compagno di squadra “… adesso tutti hanno visto chi è il più veloce in squadra – racconta raggiante l’americano – senza combine e con vetture identiche non c’è stata storia. Faccio i miei complimenti a Jarier che vedeva la vettura per la prima volta ed è stato bravo ad adattarsi così in fretta …†Dal canto suo il francese si è divertito e non lo nasconde “… cosa posso dire – racconta ai giornalisti – è stato incredibile! Questa è la miglior vettura che abbia mai guidato, potente, veloce e trasmette una gran sicurezza mentre la guidi …†Per forza di cose il più laconico è Oliver “… ho mancato la partenza – racconta mentre cerca di liberarsi dall’assalto della stampa – ma ho da subito avuto problemi con la frizione …â€

Come accennato in precedenza, nella testa del Team Manager americano c’è ancora quell’idea di una sfida tra le sue vetture ed alla fine ecco che la cancellazione della trasferta in California viene buona per provare a mettere in piedi un’altra sfida stile Watkins Glen.

Così un’altra puntata dello Shadow Challenge viene messa in calendario a Laguna Seca, per soddisfare l’ego del “Patron†e dare al bellissimo pubblico Californiano la possibilità  di vedere dal vivo le dominatrici dell’ultima Can-Am. Questa volta le vetture saranno quattro, le due Dn4 Can-Am per i soliti noti Oliver e Follmer e le due Dn3 F.1 per Jean Pierre Jarier e un altro inglese emergente, James Hunt (che già  una Shadow Gruppo 7 l’aveva guidata nel ’73).

 

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autodiva.fr

 

Nelle prove a svettare sono le due Gruppo 7 con George Follmer ancora una volta il più veloce, davanti ad Oliver, Hunt e Jarier afflitto da qualche problema di motore. In gara le cose sono molto più combattute con Jarier e Follmer subito in bagarre che si scambiano la posizione in un paio di occasioni. Hunt è subito dietro mentre Oliver è ritardato da un testa coda. Stessa cosa che capita anche a Follmer ormai in crisi con gli pneumatici. Finisce quindi con la vittoria di Jarier davanti ad un incredulo Hunt, ed a Follmer che contiene la rimonta di Oliver. Per il pubblico è un successo e rimane una gran trovata pubblicitaria che in termini di moneta vale forse più della vittoria in questo depauperato Challenge 1974.

 

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TNF

 

alla prossima con due "chicche" del biennio di pausa

 

Franz

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Salve a tutti,

 

come promesso la prima chicca sulle Gruppo 7 ... non è Can-Am ma non lo considero un OT in quanto riguarda molto da vicino le sue protagoniste ...

 

1975 – Porsche 917/30 – Record Velocità  in circuito chiuso

 

Mark Donohue ha spodestato A.J. Foyt dal trono del Record di velocità  in circuito chiuso.

Lo ha battuto facendo un giro del Talladega super-speedway alla fantastica media di 221,160 mph, al volante della Porsche 917/30TC, la stessa vettura che utilizzò nella campagna vincente della Can-Am 1973. Il precedente Record, stabilito da A.J. Foyt un anno fa al volante della Coyote-Foyt, vettura della categoria Indy, era di 217,854 mph.

 

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Donohue ha effettuato un primo tentativo per controllare che tutto marcasse alla perfezione, poi è rientrato per effettuare un rapido controllo del motore. Nel frattempo alcune gocce di pioggia hanno cominciato a cadere e Mark ha capito che gli restava solo il tempo per due tentativi. Nel primo il giro di lancio, passato con partenza dai boxes a 196 mph segnando nel giro veloce una media di 220, 027 che già  era il nuovo Record. Ma un pignolo come Mark si era reso conto di aver fatto un piccolo errore di traiettoria ed ha voluto ripeterlo prima che la pioggia arrivasse sul circuito bloccando ogni possibile tentativo. Ripartito Mark ha stabilito un ulteriore miglioramento fissandolo definitivamente a 221,160 mph (335,85 kmh)

Un precedente tentativo, in febbraio a Daytona era abortito per problemi al motore sopravvenuti durante il primo test.

 

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Per dirla alla francese ''un truc de fou'' questa auto che poteva spingere il motore fino a 1500 cavalli, anche se per il record la potenza utilizzata non superò i 1230!! De la folie furieuse!

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Una pubblicità  della Cam2 (un prodotto della Sun Oil Company, la famosa Sunoco).

 

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Un test con l'abitacolo carenato, crea turbolenze nella zona delle prese d'aria ed il motore non respirava come avrebbe dovuto, quindi fu abbandonata.

 

Alla prossima ...

 

FRanz

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Salve a tutti,

 

questa seconda chicca invece riguarda il 1976, è agosto e gia si parla insistentemente di una ripartenza del Challenge, nuove vetture e nuova formula ma intanto ...

 

Mosport – august 22, 1976 – Player's 200

 

Nel 1976 il Mondiale Marche si sdoppia; alle caratteristiche sport che l’hanno animato fino all’anno prima, Mondiale all’Alfa Romeo, si affiancano le Silohuettes, categoria partorita dalla FIA dopo una lunga gestazione e su enormi pressioni della Porsche che voleva un Mondiale corso con vetture che richiamassero alla vista le vetture stradali. Nell’ambito del Mondiale per le Sport “ancien regimeâ€, ad agosto si fa tappa a Mosport per la 200 Miglia, ovvero 320 Km (è da un po’ che il mondiale scimmiotta ad un certo tipo di gare giudicate meno noiose perché più corte anche se così facendo si perde quella connotazione Endurance che lo contraddistingueva). Siccome per l’onerosa trasferta dall’Europa sono arrivate solo 4 vetture, la Porsche 936 che sta dominando, per Jacky Ickx, le due Alpine Renault A442 Turbo per Patrick Depailler e Jean Pierre Jabouille, che fino a d ora hanno prodotto gran fumate ma ben poco arrosto e la Mirage Gr8 Ford per Vern Schuppan, gli organizzatori in deroga, come regolamento particolare di gara ammettono al via anche le Gruppo 7, un po’ per rimpolpare lo schieramento, che per il resto vedrebbe al via solo delle 2 litri, ed un po’ per dare motivo al pubblico, che ha ancora nel cuore la Can-Am, di venire sul circuito a godersi uno spettacolo in stile America vs Europa … ricordate i famosi dualismi?

All’appello rispondono in molti, dalla Shadow, ultima dominatrice del Challenge, che affida una DN4 a Jackie Oliver, che si prende Pole e vittoria.

 

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Lo U.S. Racing di Herb Caplan rimette a lucido la sua McLaren M20 (ex casa, fu la vettura del compianto Peter Revson nel 1972, poi guidata da David Hobbs e Scooter Patrick) e la affida a George Follmer. Per lui prima fila, 2° tempo in prova e piazza d’onore in gara.

 

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All’appello non può certo mancare anche una delle tanto veloci quanto belle Porsche 917/10Tc (ex Willy Kauhsen 1973) quella del Team Reno per Randolph Townsend, futuro senatore degli Stati Uniti, per ora nella veste di pilota. Purtroppo romperà  il motore al via dopo il 7° tempo in prova.

 

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E per dare un senso di rappresentanza a tutte le Marche che hanno fatto del Gruppo 7 anche la loro bandiera, della partita c’è anche una Lola T310 per Bruce Langson (ex Hobbs 1972). 21° in qualifica, alla fine sarà  8°.

 

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    Della partita sono pure Charles Nearburg con una McLaren M8FP, un paio di anziane McLaren M6B, quella di Orlie Pacheco e quella di Oscar Kowelesky e Bertill Roos, ed un paio di McLaren M8C per Jeff Jones e Leonard Janke.

Nelle prove la Porsche 936, affidata a Jackye Ickx si qualifica terza, a 1’’2 dal Poleman Oliver con la Shadow DN4 che segna un ottimo 1’15’’32 ed a da più di 4/10 dal secondo, George Follmer con la McLaren M20. Patrick Depailler, il più veloce delle Alpine Renault Turbo è ad 1/10 dal belga della Porsche. Il primo round va alle Gruppo 7 e le Sport non hanno granché da recriminare. In gara la storia si ripete con Oliver subito in fuga e Follmer, che pur dovendo fare un rabbocco in veloce nel finale si prende comunque la seconda piazza. Solo terzo Ickx, che racconta di aver pensato al Campionato, essendo le Gruppo 7 ammesse in deroga e quindi “trasparenti†ai fini del punteggio, ma la dichiarazione suona alle orecchie di tutti, e certamente anche alle sue, un po’ fasulla. I primi tre sono nello stesso giro dopo 1.45’ di gara ma se Follmer nonostante la sosta in più si prende 8†(considerando anche che Oliver nel finale ha alzato prudenzialmente il ritmo), la Porsche 936 Sport finisce a più di 45â€. La migliore delle Alpine, quella di Depailler si becca 1 giro e la Mirage di Schuppan se ne becca la bellezza di 3. E’ quindi un dominio totale delle Gruppo 7, almeno quelle che non hanno una decade sul groppone, nei confronti delle tecnologiche e modernissime 3 litri Europee, a dimostrazione che un buon telaio aiuta, una buona aerodinamica pure ma se hai settecento cavalli sotto il cofano, di queste cose puoi fare a meno, almeno ancora per un po’.

 

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Charles Nearburg McLaren M8F Chevrolet – 17° in prova e 9° in gara.

 

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Bertill Ross McLaren M6B Chevrolet – 14° in prova, 14° in gara.

 

Salve a tutti

 

Franz

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Salve a tutti,

 

quando sono capitato per caso su P300, poco meno di un anno e 286 post fa, non pensavo che saremmo arrivati fino qui. Ora invece mi sembra che fosse già  tutto scritto, e che addirittura ci abbia messo più tempo del necessario ... comunque ora effettivamente è finita e tutto questo è servito, ha avuto il suo fine ... a settembre i tre libri per oltre 1000 pagine andranno in stampa (un regalo incredibile) ... 

ora tocca a voi perchè io ho già  in testa un altra cosa (nell'ultimo periodo il rallentamento era dovuto anche a questo, ovvero al fatto che andavo avanti in parallelo) e quindi ...

 

Grazie per il seguito e i "mi piace" ed alla prossima

 

Franz

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  • leopnd changed the title to Can-Am: 1966-1974

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