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Rally, a chi e' andato di... Traverso?


Mauro Serafin

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Certo, ma non è possibile conteggiare nella stessa statistica due tipi di eventi così drasticamente diversi.

 

Altrimenti grazie orazio che Loeb viene visto come il cannibale più forte mai visto.

Sono ovviamente d'accordo con te, ma allora cosa bisognerebbe fare? Dividere l'albo d'oro in pre-WRC e post-WRC (1997 credo)? Perché il Rally di Polonia odierno è lungo meno della metà  rispetto a 42 anni fa?

Il rally di oggi non c'entra proprio nulla con quello di allora, ma non per questo bisogna sminuire campioni come Loeb o Ogier.

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Sono ovviamente d'accordo con te, ma allora cosa bisognerebbe fare? Dividere l'albo d'oro in pre-WRC e post-WRC (1997 credo)? Perché il Rally di Polonia odierno è lungo meno della metà  rispetto a 42 anni fa?

Il rally di oggi non c'entra proprio nulla con quello di allora, ma non per questo bisogna sminuire campioni come Loeb o Ogier.

 

Non ho mai scritto o pensato che vadano sminuiti Ogier e Loeb.

 

Quello che critico è il formato delle "gare", che è ridicolissimo e che sembra una gara esclusivamente di velocità  su strada. Ma il rally è(ra) altro.

 

Lo dico sempre: è meglio ignorare totalmente la Storia, così uno ha sempre l'idea di vivere nel miglior mondo possibile (l'unico). 

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Michela mi è sempre piaciuta... Però voglio vedere se avrà  la forza di mantenere il WRC almeno sui livelli attuali ed evitare che vengano ulterioriormente snaturati con baggianate partorite dal marketing (ne dubito).

 

Il tutto poi per una cippa,visto che dei rally non frega piu' niente a (quasi) nessuno

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  • 5 weeks later...
  • alessandrosecchi changed the title to Rally, a chi è andato di... Traverso?
  • 1 month later...
  • 1 month later...

Per l'Italiano Rally 2016, la federazione ha pensato bene di fare di ciascuna tappa una gara a se stante (con tanto di punteggio, ovviamente). Così, ci saranno una gara1 ed una gara2, come nella superbike ed il CIR conterà 16 gare. Quel pco che restava dei rally veri e propri, almeno in Italia, è stato spazzato via...

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  • 2 weeks later...
  • 2 months later...
  • 11 months later...
Il 5/4/2013 at 23:49 , Clarissa ha scritto:

 

scusa forse mi confondo io..

 

la ECV1 è questa? che ho già  visto un paio di volte

fotogruppo.jpg

 

e la 2 intendo questa come scritto dietro la portiera

49735d1243615885-auto-lancia-delta-ecv1-

La Ecv2 la vedo tutti i giorni, è esposta in Abarth Classiche a fianco ad altri gioiellini tipo 037, S4, Integrali varie 124 e 131 Abarth e Ritmo 125 e 130 stradali, ho l'ufficio proprio di fronte, basta che mi affaccio....ogni tanto ne fanno girare qualcuna, ma no la Ecv2..purtroppo...

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  • 3 months later...
  • 3 weeks later...

Che tristezza l'Acropolis fuori dal mondiale..

Un rally coi controcaxxi, che rappresentava quasi sempre una svolta della stagione rallystica.

Leggevo ieri sera su AutoSprint la lunghissima cronaca dell'edizione 1978: ben 2800 km totali con 800 km di prove cronometrate. Il vincitore per percorrere le sole p.s. ci impiegò 10 ore (un anno dopo saliranno a 13 ore).

 

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  • 4 weeks later...
  • 1 year later...

Ho scoperto che dal prossimo anno i rally del WRC avranno lunghezza massima ridotta da 500 km (che comunque non sfruttava nessuno) a 350 km. Ad esempio in Montecarlo dovrà essere ridotto di 46 km, spero che a farne le spese non saranno le speciali del giovedì sera.

L’Acropoli esce anche dal calendario dell’ERC.

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2 minuti fa, Paolo93 ha scritto:

Ho scoperto che dal prossimo anno i rally del WRC avranno lunghezza massima ridotta da 500 km (che comunque non sfruttava nessuno) a 350 km. Ad esempio in Montecarlo dovrà essere ridotto di 46 km, spero che a farne le spese non saranno le speciali del giovedì sera.

L’Acropoli esce anche dal calendario dell’ERC.

Bestia che schifo...

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  • 2 years later...

Una prima svolta ci fu tra il '92 e il '93, con le Case favorevoli ai 600 km di speciali (!), e una parte dei piloti che preferiva 500 km, definite "gare sprint", e sopratutto con l'introduzione della limitazione a un massimo di 3 tappe.

Interessantissimo servizio di AS primavera '92, con opinioni differenti di organizzatori, team manager e piloti:

01.JPG

02.JPG

03.JPG

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  • sundance76 changed the title to Rally, a chi e' andato di... Traverso?
  • 9 months later...
Il 18/11/2018 at 16:57 , Paolo93 ha scritto:

Ho scoperto che dal prossimo anno i rally del WRC avranno lunghezza massima ridotta da 500 km (che comunque non sfruttava nessuno) a 350 km.

Sono passati solo tre anni, e oggi siamo già a gare di 290 km. 

Non so quale sia l'obiettivo finale.

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  • 1 month later...
  • 1 year later...

(Carlo Cavicchi – dal libro “Destra3 lunga chiude” – prefazione):

I rally compresi tra gli anni ‘60 e i primi anni ‘90 erano molto diversi dagli attuali, e in comune c'è soltanto la dicitura che qualifica la disciplina sportiva.  I piloti dell'epoca non andavano più forte di quelli di oggi, difficile anche stabilire se erano o non erano più bravi.  Di sicuro erano dei personaggi diversi costretti a correre gare molto differenti per durezza e lunghezza, disponendo di mezzi meccanici che si rompevano con crudele frequenza. 

Ma la differenza più grande rispetto alle gare di oggi è che a quel tempo i piloti professionisti al via erano sempre tantissimi, spesso mescolati in elenchi-iscritti sterminati, punteggiati da vetture spettacolarmente differenti tra di loro.  I numeri al riguardo non mentono: a Montecarlo furono 299 nel 1982, erano ancora 207 nel 1995 poi crollarono ad appena 23 nel 1997, dopo le restrizioni assurde e incomprensibili imposte dalla Federazione internazionale.  E furono 250 al Rac (oggi rally di Gran Bretagna) del 1975 superando ancora i 200 nel 1989. Ma avevano partenti record anche la Corsica (181 nel 1982) oppure la Finlandia (200 nel 1989) e si parla di gare blasonatissime del giro iridato.  Anche il rally di Sanremo, punta di diamante delle corse italiane, se la passava benissimo e ancora nel 1998 poteva vantarsi di 160 iscritti quando già si parlava di tempi grami alle porte. 

Perché una disciplina che portava centinaia di migliaia di spettatori sulle strade (a Sanremo qualche ottimista aveva parlato persino di milioni quando la gara raggiungeva anche gli sterrati della Toscana) si sia ridotta alla miseria di oggi è un discorso molto lungo.  Di certo la scelta di obbligare gli iscritti ai vari campionati a partecipare a tutte le gare in calendario, con trasferte a volte costose e un numero di appuntamenti al limite dell'assurdo, ha convinto molti costruttori a rinunciare.  Così siamo passati da una media di oltre 20 piloti ufficiali per gara, con punte anche di 40, alla miseria di oggi dove a lottare sono al massimo in quattro o cinque, e a vincere quando va bene appena in due o tre (il terzo si materializza quando accade qualche cosa fuori dall'ordinario). 

I favoriti al via erano sempre tanti come un giovane appassionato fatica anche soltanto ad immaginarsi: nomi altisonanti mescolati spesso a quelli degli specialisti locali che sulle loro strade sapevano tenere testa ai migliori.

Ma era una festa anche di rumori perché si scontravano vetture a 2, 4, 6 e 8 cilindri, spesso con carrozzerie dalle forme più disparate perché grosse berline e coupé, spider e utilitarie si combinavano insieme per il piacere degli occhi.

Auto a trazione anteriore, posteriore o integrale, calzate con gomme di fabbricanti molto differenti e tutti agguerriti: Pirelli e Michelin, ma pure Kléber, Dunlop e Yokohama fino ad arrivare alle marche più disparate e alle coperture ricoperte per i più disperati. Senza parlare dei pneumatici da neve che erano costruiti a mano da produttori del nord Europa, capaci di montarci sopra chiodi lunghi come le unghie della matrigna di Biancaneve.

Ecco, in un mondo così, a volte con gare lunghe quasi una settimana e senza pause per riposare, era quasi inevitabile che capitassero fatti al confine con la leggenda o che si registrassero gesti clamorosi e che ci fossero degli epiloghi inaspettati.

In molti rally si contavano oltre 80 prove speciali, in altri nessuna ma con tutti i controlli orari pressoché impossibili da rispettare e pertanto si era a piede giù dalla partenza all'arrivo. Un esempio-limite era la “Transmarocchina”, una prova di quasi 800 km (!!) nel corso della quale bisognava fare più volte rifornimento e puntualmente sostituire le gomme. E si badi bene, quella non fu l'unica prova speciale di quella gara, ma una delle 9 dispute ...

In quella corsa il vincitore, Jean-Pierre Nicolas, impiegò 20 ore e 20' di soli tratti cronometrati, e se vi sembra tanto dovete sapere che lo stesso Nicolas quando vinse in Costa d'Avorio nel 1978 di ore ne impiegò 54 e 28’... Per capire la differenza basta sottolineare che il vincitore del Tour de Corse 2015, Latvala, ha impiegato in tutto 2 ore e 39'.

Quei rally, che oggi trovano tanti fans a fare da spettatori agli appuntamenti per vetture storiche, furono una fortuna per il pubblico del tempo, per i piloti dell'epoca e anche per i pochi giornalisti che li seguivano, in particolare quelli che si portavano lungo la strada per giorni e notti di fila correndo a loro modo la loro personalissima gara. Le assistenze erano dopo ogni prova e non confinate in parchi asettici vietati agli spettatori, così il clima si respirava dal vivo e le disavventure, frequentissime, si ascoltavano in diretta dalla viva voce dei protagonisti: il cronista assieme al direttore sportivo perché il pilota arrivava, imprecava e poi ripartiva. Tutto senza filtri: avventure che poi finivano sui giornali e chi a casa le leggeva, s'innamorava della disciplina e non vedeva l'ora di portarsi su un campo di gara a respirare quell'atmosfera.

 

03.JPG

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