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  1. http://www.p300.it/arnoux-e-villeneuve-con-voi-sarebbero-ai-domiciliari-e-f1-o-masterchef-questa/ La linea editoriale del sito da un po’ non permette di commentare direttamente gli articoli. Ripropongo qui un pezzo uscito dopo Montreal, così, oltre a dire la mia, visto che gli spunti sono interessanti, magari se ne parla. Ci sono svariati motivi per essere delusi dopo il gran premio in Canada, questo a prescindere dal fatto di essere o meno Ferraristi. La prima nota dolente, la più amara, rimarcata anche nell’articolo di Secchi, è la tendenza moderna di uccidere la competizione impedendo, di fatto, ad un pilota di correre. Ci fanno vedere la tenzone Villeneuve-Arnoux come testimonianza di un’utopia sportiva ormai morta, mentre questa disciplina ha di fronte solo un destino misero e desolante. Che sia per delle penalità ridicole, per il consumo del carburante, per la gestione di gomme che non puoi scegliere liberamente, per la strategia limitata da tutte queste cose, e da un numero limitato di motori che ti costringono a contare i giri che puoi fare al massimo; il risultato è che il gareggiare ormai è diventato troppo difficile. Il secondo motivo di rammarico è il costante reiterarsi di situazioni in cui l’apparato giudicante della F1 dimostra la propria inettitudine. Questo si evince dai tempi in cui le decisioni vengono prese, dalla divergenza di queste rispetto ad altre situazioni simili e dalla disparità di trattamento che ne consegue (cosa che umilia lo sport). È triste, poi, che la statistica sembri favorire certi piloti. Non fatico ad immaginare un Verstappen farla franca, ripensando alla vicenda e cambiando i protagonisti (ma sono di parte e ancora arrabbiato). Come del resto ho visto, senza immaginarlo, un Kimi condannato per aver calpestato la striscia bianca dei box, mentre un Hamilton impunito tagliava direttamente sull’erba per andare in pit. Sono episodi. Cos’è che succedono, no? Il problema è il fatto che i giudici cambiano? Forse. O che i regolamenti non sono così chiari da essere inequivocabilmente applicabili? Forse anche questo. Ma probabilmente la cosa peggiore è che non si impara dai propri errori. Ogni anno ci si inventa qualcosa per sparigliare le carte, spesso con trovate raccapriccianti, sperando di aumentare lo show. Purtroppo, oltre a non ottenere risultati, tali scelte sono spesso controproducenti. Vuoi sorpassi? Magari non è saggio scegliere i scenografici circuiti cittadini. Certo, avrai delle belle foto, ma anche pochi sorpassi e piloti prudenti. Vuoi più duelli? Se il pilota deve gestire motore, gomme e carburante, non lo aiuti a combattere. Se lo penalizzi quando tocca l’avversario (ma, ahimè, anche quando non lo tocca e non succede niente), non lo invoglierai a battagliare. Se gli alettoni sono più grandi, le monoposto si toccheranno e si romperanno con maggiore frequenza. Se uno dei piloti ha il DRS, eviterà di rischiare facendo sorpassi coraggiosi e tutti i sorpassi saranno identici, o i piloti disimpareranno a farne. Insomma, gli sforzi che vedo non vanno nella direzione di una maggiore libertà d’azione per i piloti, non sembrano valutare cosa serve per migliorare la competizione e gli effetti spettacolari che generano dalla stessa. E la cosa triste, è che non ci sono grandi speranze per il futuro....
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