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  1. Captain Blood

    Mercedes F1 W14 '23

    La Mercedes-AMG F1 W14 E performance è l'auto costruita da Mercedes-AMG Petronas Formula One Team per competere nel campionato mondiale di Formula 1 del 2023. DATI GENERALI Scuderia: Mercedes AMG Petronas Formula One Team Anno di produzione: 2023 Motore: Mercedes-AMG F1 M14 E Performance V6 1600cc turbo, ibrido con MGU-K Telaio: Monoscocca composita in fibra di carbonio, con struttura a nido d'ape, con Halo Carburante: Petronas Primax Lubrificante: Petronas Tutela Pneumatici: Pirelli Freni: Brembo Luogo di Produzione: Brackley (GBR) Impiegata nel: 2023 Piloti: 44 Lewis Hamilton, 63 George Russell, 47 Mick Schumacker
  2. sundance76

    Mercedes W 154

    Nel 1938 entrava in vigore la nuova Formula: dopo quattro anni caratterizzati dalla Formula del peso (750 kg di peso massimo, esclusi liquidi e pneumatici, cilindrata libera), che avevano generato vetture dalle prestazioni reputate eccessive (la Mercedes W 125 del '37 sfiorava i 700 CV), ecco la regolamentazione basata sui motori. Per il triennio 1938-1940 si poteva scegliere tra motori 3000 sovralimentati, oppure 4500 aspirati. La Mercedes rispose con la W 154, dotata di un 12 cilindri a V di 60° di 3000 cc sovralimentato con due compressori Roots, che partì con 425 cv per raggiungere a fine stagione i 474. La prima versione, inedita in gara, è quella che vedete in foto, dotata di una calandra stretta.
  3. v6dino

    Mercedes F1 W12 '21

    L'immagine in alta definizione è disponibile su https://gum.co/P300Monoposto2021 DATI GENERALI Scuderia: Mercedes AMG Petronas Formula One Team Anno di produzione: 2021 Motore: Mercedes-AMG F1 M12 Performance V6 1600cc turbo, ibrido con MGU-H e MGU-K Telaio: Monoscocca composita in fibra di carbonio, con struttura a nido d'ape, con Halo Carburante e lubrificanti: Petronas Pneumatici: Pirelli Luogo di Produzione: Brackley (GBR) Progettista: James Allison, Mike Elliott, John Owen, Loic Serra, Ashley Way, Jarrod Murphy Impiegata nel: 2021 Piloti: 44 Lewis Hamilton, 77 Valtteri Bottas STATISTICHE GP Disputati: 0 Vittorie: 0 Podi: 0 Pole Position: 0 Giri Più Veloci: 0 Miglior risultato:
  4. sundance76

    La macchina di Lupin

    Volevo la macchina di Arsenio Lupin. Il modellino, ovvio. Da bambino, nei primissimi anni '80, mi piacevano tanto le macchine “antiche”, che io identificavo con quelle che avevano i lunghi parafanghi vecchio stile che coprivano le ruote, insomma quella specie di lungo predellino laterale che finiva per carenare le gomme avanti e indietro. E l’auto che Lupin guidava nel celebre anime giapponese aveva proprio quello stile. Però all’epoca ero piccolo, e non sapevo distinguere con precisione il modello reale guidato da Lupin, di conseguenza quando vidi che la Bburago aveva prodotto un modellino di “auto antica”, seppur di colore grigio-argento, io non ebbi dubbi: quella sembrava proprio la macchina di Lupin e la volevo (sì, immaginavo che non era esattamente quella, ma non mi importava). Così all’Epifania ’83 trovai sotto l’albero il modello 1:18 della Jaguar SS100. Poche volte fui felice come allora, ci ho giocato per anni, fino a rompere il parabrezza (resta solo la cornice) e la cinghia di chiusura del cofano motore. E’ un po’ logora, ma dopo 37 anni quel modellino esiste ancora. Avanti veloce di una ventina d’anni e più. Nell’approfondire in modo vorace le corse da Gran Premio degli anni ’20 e ’30 mi imbattei anche nelle mastodontiche auto guidate dal grande pilota tedesco Caracciola nella prima parte della sua carriera. In pratica, prima dell’arrivo delle famose Frecce d’Argento dal ’34 in poi, Rudolf era già diventato un top driver nella seconda metà degli anni ‘20 guidando una serie di macchine apparentemente tutt’altro che adatte per l’uso agonistico. Erano le Tipo S, poi evolute nei modelli SS, SSK e SSKL. Erano macchinoni biposto, con cui Caracciola vinceva qua e là nelle corse in salita e nelle corse su strada, compresa una mitica Mille Miglia 1931, dove fu il primo straniero a imporsi. Macchine dalla cilindrata enorme, e che si potevano usare con successo anche nei GP: bastava togliere fari e parafanghi. Ed è stato solo alcuni anni fa che ho finalmente capito che una delle vetture di Arsenio Lupin era proprio una Mercedes SSK, come quella guidata tante volte da Caracciola. Il pilota più vittorioso nel ventennio tra le due guerre mondiali si è affermato al volante della vettura che sognavo, inconsapevole, da bambino, guardando il mio cartone animato preferito. La cosa in un certo senso mi ha commosso perché era una sorta di saga che continuava. Tuttavia, anche se da tempo sapevo che la mia Jaguar non era la vettura di Lupin (il quale guidava ogni tanto anche Alfa, Bugatti e persino Fiat 500), la SS100 resta ormai legata al ladro gentiluomo e a quei ricordi d’infanzia, riaffiorati per caso nel periodo delle ossessioni più adulte (ma dde che..).
  5. Kitt

    Mercedes F1 W11 (2020)

  6. R18

    George Russell

    Ho visto che ancora mancava il topic su Russell. Eccoci. Una stagione di debutto molto interessante e che a livello di atteggiamento gli tornerà utile in futuro. Certo, la Williams è una macchinaccia e il confronto con Kubica si è rivelato anche più comodo del previsto, ma sicuramente in quest'anno senza pressioni ha avuto modo di imparare a stare in squadra e di adattarsi bene a questa Formula 1. Probabilmente anche l'anno prossimo sarà così ma è tutta esperienza. Con Ocon prossimo al prestito biennale in Renault, il futuro di Mercedes è lui, che il team ufficiale resti in Formula 1 o meno. E George è un pilota che quando avrà a disposizione una macchina decente avrà modo di farsi notare alla grandissima.
  7. Come ben sapete tutti, nel 1934 entrava in vigore la nuova Formula Internazionale per i Gran Premi, che prevedeva un peso massimo di 750 kg, lasciando libera la cilindrata. Contemporaneamente, Mercedes e Auto Union (cioè la Germania) con la strapotenza dei loro marchi-oro e della loro tecnologia scendevano in pista a sfidare il dominio Alfa Romeo. Le macchine tedesche si presentarono all'AVUS a fine maggio 1934, ma solo l'Auto Union partecipò alla gara ( arrivò terza con Momberger nel giorno della vittoria di Guy Moll con l'Alfa P3 Aerodinamica), mentre la Mercedes si ritirò subito dopo le prove. Quindi la successiva gara dell'Eifel, a inizio giugno ‘34, fu il vero debutto della Mercedes, che vinse la corsa con Manfred von Brauchitsch, mentre Stuck su Auto Union giunse secondo. Questa gara (l'Eifel si disputava al 'Ring, una sorta di anteprima primaverile rispetto al GP di Germania che si correva a luglio sulla stessa pista) rappresenta anche la sede di un episodio ormai avvolto nei fumi della leggenda. La Mercedes, secondo le parole del non sempre attendibile Neubauer (ds Mercedes), risultò essere oltre i limiti del peso nelle prove, e quindi per evitare l’inglorioso ritiro del team prima della gara, si decise di lavorare tutta la notte per grattare via la vernice bianca (colore nazionale tedesco fino ad allora) risparmiando 5 chili e rientrando così nel peso consentito e, sempre secondo la leggenda, da quel giorno le macchine tedesche (quindi anche l'Auto Union? ) sono sempre state di colore argento, cioè il colore della carrozzeria grezza senza la vernice bianca grattata via. Eppure, foto alla mano, sappiamo che da parte sua l’altra squadra tedesca, l'Auto Union, già nella gara precedente, cioé all'AVUS (dove la Mercedes non partecipò) aveva già la carrozzeria argento. Dunque è già anomalo pensare all’episodio dello “sgrattamento” al Ring come origine dell’argento eletto a colore nazionale tedesco. Inoltre, questa “storia” a livello documentale viene citata per la prima volta nel libro autobiografico che Neubauer scrisse insieme al giornalista Harvey T. Rowe nel 1959 e che da allora è regolarmente ristampato in Germania (“Manner, frauen und motoren”, cioè “Uomini, donne e motori”, esistente anche in inglese, francese e spagnolo, ma non in italiano). Un’altra anomalia è che i piloti Mercedes come Caracciola, Lang e Brauchitsch abbiano iniziato a parlare di questa storia soltanto dopo il 1959, mentre nelle loro autobiografie, scritte in anni precedenti, non c’era traccia di questo episodio della vernice. In sostanza, sembra che solo a partire dalle interviste successive al 1958 anche i piloti (Brauchitsch è morto nel 2003, Lang nel 1987, mentre Caracciola scomparve già nel ’59) abbiano “introiettato” la versione resa celebre dalle memorie di Neubauer, e l’abbiano a loro volta diffusa. Ma un giornalista tedesco, Eberhard Reuss, in un servizio giornalistico teso a smontare la versione-Neubaer, portò la testimonianza raccolta nel 1999 dall’anziano Eugen Reichle, che nel 1934 era meccanico del team Mercedes, il quale fu categorico: “Le macchine non erano mai state dipinte di bianco”. Eppure, dopo il libro di Neubauer nel ’59, anche la seconda edizione del libro di Brauchitsch (’64) e un’intervista a Lang nell’80, riportano sempre la storiella della vernice grattata. Certo, anche l’ingegner Uhlenhaut (quello che nei test andava talvolta più veloce dei piloti titolari, ricordate?), negli anni della pensione ripeteva quella versione, ma, come faceva notare il giornalista Reuss, l’ingegner Uhlenhaut prima del 1936 non era mai presente in pista. Inoltre, alcune foto dell’Avus ’34 (la gara dove la Mercedes partecipò solo alle prove) dimostrano che la Mercedes era già argento, senza dover attendere la settimana successiva al ‘Ring. Altra anomalia: ben due anni prima, all’Avus ’32, Manfred von Brauchitsch vinse la gara al volante di una Mercedes privata a cui aveva fatto costruire un’apposita carrozzeria, che nelle cronache viene descritta come un “pesce d’argento” e che dalle foto (in b/n) sembra appunto d’argento. Sembra dunque vacillare pesantemente la storia di Neubauer. E il “colpo di grazia”, se così si può dire, viene da un dato tanto semplice quanto ignorato per decenni: l’Eifel ’34 era una gara di Formula libera, dunque non rispondeva alle regole della Formula internazionale dei Gran Premi, e non c’era quindi nessun limite di peso da rispettare… Eppure, la leggenda resiste ancora, e comunque non è ancora detta la parola definitiva. Un giornalista dell’epoca in un report del venerdì primo giugno ’34 definisce la vettura “bianca”, quindi in accordo con la versione di Neubauer e con una foto d’archivio dell’azienda in cui la vettura appare bianca, anche se taluni esperti ritengono che la foto sia stata modificata a posteriori per avvalorare la leggenda. Inoltre, la Mercedes avanza l’ipotesi che la storia non fu mai raccontata fino al dopoguerra perché sotto il regime nazista la cosa sarebbe stata interpretata negativamente, come testimonianza di una carenza di progetto o di preparazione delle vetture… Insomma, probabilmente ci sono ancora indizi da vagliare, e altrettanto probabilmente la parola definitiva non verrà mai scritta, ma anche questo fa parte del fascino della storia delle Frecce d’Argento. Di seguito, la versione "Neubauer" nelle tavole dell'artista olandese "Marvano" nel primo volume della trilogia "Grand Prix":
  8. sundance76

    Stagione 1935

    In questo servizio del settimanale Rombo di inizio '86 vengono rievocati un paio di capitoli della preziosa autobiografia del grande giornalista Giovanni Canestrini, "Una vita con le corse". Pagine riferite proprio alla stagione '35 di cui si occupa questa nostra sezione:
  9. G.P. di Francia 1935 a Montlhéry. Dopo le affermazioni a Tripoli e all'Eifel, Caracciola con la W25B ottiene la sua terza vittoria stagionale. Ne seguiranno altre tre: a fine anno sarà eletto Campione d'Europa, il primo dei suoi tre titoli.
  10. v6dino

    Mercedes F1 W10

    DATI GENERALI Scuderia: Mercedes AMG-Petronas Motorsport Anno di produzione: 2019 Motore: Mercedes-AMG F1 M10 EQ Power+ V6 1600cc turbo, ibrido Telaio: Monoscocca composita in fibra di carbonio, con struttura a nido d'ape Carburante e lubrificanti: Petronas Pneumatici: Pirelli Luogo di Produzione: Brackley (GBR) Progettista: James Allison, Rob Thomas, Marik Ellis, Mike Elliott Impiegata nel: 2019 Piloti: 44 Lewis Hamilton, 77 Valtteri Bottas, Esteban Gutierrez, Esteban Ocon, Stoffel Vandoorne STATISTICHE GP Disputati: 21 Vittorie: 15 Podi: 17 Pole Position: 10 Giri Più Veloci: 9 Miglior risultato: Hamilton, Campione del Mondo Piloti. Team: 1° Campionato del Mondo Costruttori
  11. R18

    Mercedes F1 W10 (2019)

    Tra poco, la presentazione della vettura che dovrà difendere entrambi i titoli anche quest'anno.
  12. v6dino

    Mercedes W09

    DATI GENERALI Scuderia: Mercedes AMG F1 Team Anno di produzione: 2018 Motore: Mercedes-AMG F1 M09 EQ Power+ V6 1600cc turbo, ibrido Telaio: Monoscocca composita in fibra di carbonio, con struttura a nido d'ape Carburante e lubrificanti: Petronas Pneumatici: Pirelli Luogo di Produzione: Brackley (GBR) Progettista: Aldo Costa, Geoff Willis, James Allison, Mike Elliott Impiegata nel: 2018 Piloti: 44 Lewis Hamilton, 77 Valtteri Bottas, 94 Pascal Wehrlein, 63 George Russell, Esteban Gutierrez STATISTICHE GP Disputati: 21 Vittorie: 11 Podi: 13 Pole Position: 13 Giri Più Veloci: 10 Miglior risultato: L.Hamilton, vincitore del Campionato Piloti 2018 Mercedes, vincitrice del Campionato Costruttori 2018
  13. Grazie a @djbill per l'aiuto sostanziale nella realizzazione del grafico Ecco a voi i tre cicli degli ultimi 20 anni in cifre. A voi le considerazioni.
  14. sundance76

    Rudolf Uhlenhaut

    L’INGEGNERE PIU’ VELOCE DI FANGIO Un giorno del 1954, durante un test al Nurburgring. Il team Mercedes sta collaudando la W196, al volante c'è Juan Manuel Fangio. Dopo una serie di giri, l'argentino rientra al box e dice ai tecnici che la macchina ha ancora bisogno di una leggera messa a punto. Il tecnico a cui Fangio si rivolge è Rudolf Uhlenhaut, un ingegnere da sempre in forza alla Mercedes. Uhlenhaut prende un caschetto e due occhiali puliti, sale in macchina e, dopo un giro di lancio, stampa un tempo migliore di Fangio di 3 secondi e mezzo.... Chi è questo ingegner Uhlenhaut? Dopo la laurea conseguita a Monaco nel '31, Uhlenhaut era sempre rimasto in forza alla Mercedes: dotato di ottime capacità di guida, era capace girare sul 'Ring con le macchine da turismo di serie della Casa ottenendo sempre tempi eccezionali. Nel 1936 la Mercedes vive la stagione sportiva più disastrosa della sua storia (almeno fino al 2010-11): solo due vittorie a inizio stagione con Caracciola, poi incredibili figuracce in serie. Il reparto corse viene profondamente riorganizzato in vista della stagione 1937. A capo del reparto Progettazione c’è Fritz Nallinger (con ai motori Albert Hess e al telaio Max Wagner), alla gestione sportiva c'è sempre il mitico Alfred Neubauer, mentre al “Reparto costruzione e preparazione” viene messo il giovane Uhlenhaut. Il tecnico si mise al volante delle monoposto da GP del '36 e capì che era il ponte posteriore il vero problema: le sospensioni lavoravano male e le gomme non avevano aderenza. Così per il 1937 venne totalmente riprogettata la macchina, dando vita alla mitica Mercedes W 125, auto che in quel 1937 vincerà 7 Gran Premi su 12, più il Titolo Europeo (equivalente al Mondiale di oggi) con Rudi Caracciola: potenza fino a 685 CV, oltre 330 km all'ora ( tali prestazioni nei Gran Premi verranno superate solo negli anni '80 coi turbo...). L'ingegner Uhlenhaut era presente a tutti i collaudi che la squadra Mercedes effettuava, a Monza e al Nurburgring, e quando si metteva al volante era capace di fare quasi gli stessi tempi di Rudolf Caracciola, vent'anni prima di quell'exploit di fronte a Fangio nel 1955.. Eccolo alla guida della W 154 del 1938: Lui si è sempre schermito. Ammetteva di possedere la tecnica per diventare un pilota, ma non ci ha mai provato seriamente. Diceva che un conto era correre da soli nei test, un conto farlo in gara con altre 20 auto intorno... Tuttavia non ha mai nascosto di amare molto la guida. Il suo nome da molti viene ricordato soprattutto per aver dato vita a una stupenda e immortale auto della Stella a Tre Punte, la 300 SL "Ali di gabbiano" e a vari altri modelli sportivi della Casa:
  15. sundance76

    Manfred von Brauchitsch

    Manfred von Brauchitsch, uno dei Titani degli anni '30, scomparso nel 2003 a quasi 98 anni. Gran playboy, ma troppo emotivo al volante. Una vita davvero "avventurosa": Copyright ALDO ZANA - Ruoteclassiche aprile 2003.
  16. Kitt

    F1 2016 - The Silver War

    "Film" sulla stagione 2016 The Silver War Un pò piu' di un recap della scorsa stagione di F1...fatto bene
  17. v6dino

    Mercedes F1 W08

    DATI GENERALI Scuderia: Mercedes AMG F1 Team Anno di produzione: 2017 Motore: Mercedes-AMG F1 M08EQ V6 1600cc turbo, ibrido Elettronica: Microsoft McLaren Electronic System Telaio: Monoscocca composita in fibra di carbonio a struttura nido d'ape Carburante e lubrificanti: Petronas Pneumatici: Pirelli Luogo di Produzione: Brackley (GBR) Progettista: Aldo Costa, Geoff Willis, James Allison Impiegata nel: 2017 Piloti: Lewis Hamilton, Valtteri Bottas, Pascal Wehrlein, George Russell STATISTICHE GP Disputati: 20 Vittorie: 12 Podi: 14 Pole Position: 15 Giri Più Veloci: 9 Miglior risultato: Campione Mondiale Piloti 2017 con L.Hamilton Campione Mondiale Costruttori 2017
  18. Diversi di voi già conoscono il tema di questo thread. Il "mistero" riguarda il "Campionato Europeo Grand Prix" 1939, l'antecedente diretto dell'odierno Mondiale F1.Il Campionato Europeo dei Grand Prix degli anni Trenta fu una competizione rimasta a lungo nel dimenticatoio, ma su cui studi relativamente recenti hanno gettato nuova luce. L'idea iniziale fu, nel 1935, dell'Automobile Club della Germania che propose di assegnare un punteggio ai piloti classificati in alcuni Gran Premi della stagione. L'AIACR (cioé la FIA dell'epoca, Associazione degli Automobil Club Riconosciuti) accettò la proposta, e venne istituito il "Campionato Europeo Grand Prix". O meglio, il Campionato "rinacque", perché già nel 1931 e 1932 era stato organizzato un torneo simile, che premiò Ferdinando Minoia (1931) e Tazio Nuvolari (1932), entrambi su Alfa Romeo. In molte fonti, queste due edizioni vengono spesso indicate con la dicitura "Campionato Automobilistico Internazionale", mentre in altre appunto è indicato come "Europeo". Poco cambia.La prima ricostruzione del complesso meccanismo di assegnazione del punteggio e dell'andamento delle cinque edizioni del campionato svoltesi dal 1935 al 1939, si deve all'inglese Chris Nixon e alle ricerche da lui compiute per il suo "Racing the Silver Arrows", in assoluto uno dei più bei libri di storia automobilistica, edito dalla Osprey Publishing nel 1986 e ristampato dalla Transport Bookman nel 2003.I Gran Premi presi in considerazione variarono da un anno all'altro, sopportatene l'elenco: 1935: Monaco, Francia, Belgio, Germania, Svizzera, Italia, Spagna1936: Monaco, Germania, Svizzera, Italia 1937: Belgio, Germania, Monaco, Svizzera, Italia 1938: Francia, Germania, Svizzera, Italia1939: Belgio, Francia, Germania, Svizzera (Italia fu annullato perché erano iniziati i lavori di rinnovamento all'autodromo, ma comunque a inizio settembre era scoppiata la Seconda Guerra Mondiale). Il punteggio era attribuito secondo un sistema che, al contrario di quanto avviene oggi, prevedeva l'assegnazione di penalità, ossia di punti crescenti al peggiorare delle prestazioni individuali. Al vincitore di ciascuna corsa toccava 1 punto, 2 andavano al secondo, 3 al terzo, 4 a chi percorreva tre quarti della distanza, 5 a chi ne percorreva metà. Infine si "pagavano" 6 punti coprendo un quarto del percorso, 7 con meno di un quarto, 8 se non si prendeva il via. Chi alla fine totalizzava meno punti di tutti era il campione.Stando ai suddetti calendari e assegnando il punteggio come indicato, i campioni europei sono:1935 Rudi Caracciola (Mercedes-Benz) 1936 Bernd Rosemeyer (Auto Union) 1937 Rudi Caracciola (Mercedes-Benz) 1938 Rudi Caracciola (Mercedes-Benz)Fin qui, tutti d'accordo. I dubbi riguardano il 1939: facendo i conti come si è detto, il campione risulta essere Hermann Paul Muller (Auto Union) con 11 penalità, davanti a Hermann Lang (Mercedes-Benz) con 14. Senonché, sia Chris Nixon sia George Monkhouse e altri, attribuiscono il titolo a Lang. Del resto, lo stesso Lang si considerava campione d'Europa: lo scrisse nella prefazione al libro di Nixon più sopra citato, e lo aveva proclamato 43 anni prima nel titolo della sua autobiografia, "Von Rennmonteur zum Europameister", ("Da meccanico da corsa a campione d'Europa"), Verlag Knorr & Hirth, 1943.Come spiegare questo bel pasticcio? Il fatto è che Lang fu effettivamente l'autentico dominatore della stagione 1939, in cui prese parte a otto corse vincendone cinque: ma di queste cinque solo due (GP del Belgio e di Svizzera) facevano parte del campionato. Nelle altre due "europee" (GP di Francia e di Germania) egli percorse rispettivamente metà della distanza e meno di un quarto. Totalizzando perciò 14 punti/penalità, fu preceduto da Muller con 11, grazie a un primo posto (Francia), un secondo (Germania) e altre due gare (Belgio e Svizzera) concluse coprendo tre quarti della distanza. Concordano con questa interpretazione altri rispettabili studiosi del settore, come Paul Sheldon (A Record of Grand Prix and Voiturette Racing, vol. 4, St Leonard Press, 1993) e Peter Higham (The Guinness Guide to International Motor Racing, Guinness Publishing, 1995). Per la completezza dell'informazione, aggiungo che le altre sue tre vittorie del 1939 Lang le ottenne nel G.P. di Tripoli (riservato quell'anno alle voiturettes, più o meno le F2 dell'epoca), nonché nel GP di Pau e nella Eifelrennen, corse che non rispondevano agli standard dei Grands Prix (oltre a non avere la denominazione corrispondente alla nazione nella quale si disputavano, prevedevano una distanza ridotta rispetto ai GP veri e propri). Molti indicano Muller vincitore del titolo: sulla base degli elementi conosciuti non sembra vi siano alternative. Nondimeno, esperienza e "prudenza" storica consigliano di non avallare al 100 per 100 né l'una né l'altra delle due classifiche. A tutt'oggi, infatti, mancano documenti d'epoca che rispondano inoppugnabilmente a questi due interrogativi: 1) il sistema di punteggio del 1939 era o non era identico a quello usato dal 1935 al 1938? 2) i Gran Premi valevoli per l'assegnazione del titolo erano o non erano effettivamente solo i quattro sopraindicati, ossia Belgio, Francia, Germania e Svizzera? (Fonte principale, l'articolo "I Campioni d'Europa" scritto da Gianni Cancellieri, pubblicato su Autosprint n. 19 del 7 maggio 2002)
  19. Discussione sulla presentazione della Mercedes F1 W08.
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