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  1. 1930: BORZACCHINI DOPO LA TRAGEDIA DI BRILLI PERI La sesta edizione del Gran Premio di Tripoli fu l'occasione per la rivincita del grande sconfitto del '29, Baconin Borzacchini. Il pilota ternano tuttavia vinse una gara che alla vigilia fu funestata dalla morte in prova di Gastone Brilli Peri, vincitore l'anno prima. Borzacchini portava in gara la Maserati 16 cilindri tipo V4, anche in vista del suo utilizzo alla 500 miglia di Indianapolis, dove però poi fu messa fuorigioco dal divieto del compressore. Proprio la morte di Brilli Peri tolse mordente alla corsa, con una facile vittoria di Borzacchini. Dietro di lui si classificarono Arcangeli con l'altra Maserati, e poi Biondetti con la Talbot superstite della Scuderia Materassi. Gli arabi tifavano per Biondetti, il quale era l'unico ad aver dipinto il numero di gara sull'auto anche in caratteri arabi. Nelle batterie la Maserati di Toti perse la ruota posteriore sinistra in pieno rettilineo, mentre Gola dopo una sbandata di duecento metri riuscì miracolosamente a fermare la sua Bugatti il cui cofano si era "impennato" a causa della rottura della cinghia di chiusura. Ecco alla partenza le due forti Maserati, la n. 16 del vincitore Borzacchini e la n.14 di Arcangeli. Durante le prove del sabato, accadde l'incidente mortale di Gastone Brilli Peri. Nella colonia italiana in Libia era popolarissimo anche per le due vittorie dell'anno prima in terra africana, ottenute proprio a Tripoli e poi a Tunisi. Brilli Peri era anche colui che con la vittoria al G.P. d'Italia 1925 aveva sancito la vittoria dell'Alfa Romeo nel primo Campionato Mondiale. Quel maledetto 22 marzo era giunto al circuito insieme al compagno Biondetti e a a Scaletti, direttore tecnico della loro squadra, la Scuderia Materassi. Fece un giro con la sua Talbot, poi con quella di Biondetti, che pareva avere problemi di carburazione. Risalì sulla sua vettura, con l'intenzione di fare due giri di riscaldamento e poi "tirare" al terzo giro. Dopo la Porta di Tagiura c'era un rettilineo tra due muretti di sabbia battuta, che poi si allargava nella piazza del villaggio di Suk el Giuma, poi una veloce ma non velocissima curva a sinistra, infine nuovo rettilineo. In quella curva, all'apparenza semplice e che i piloti affrontavano in terza marcia, c'era una leggera cunetta. Inspiegabilmente, Brilli Peri entrò troppo veloce, in quarta, e troppo stretto, portando la ruota anteriore sinistra sulla cunetta. La Talbot si impennò, proiettando il pilota fuori dall'abitacolo. Brilli Peri cadde sulla pista rimanendo ucciso sul colpo. Pochi giorni dopo avrebbe compiuto 37 anni. A un esame dei meccanici, la vettura risultò in perfetto ordine.
  2. La storia di questa gara entrata nella leggenda può essere divisa in due periodi ben distinti: il primo, molto pionieristico dal 1925 al 1930, su tracciati stradali nelle vicinanze della capitale libica, e il secondo, il vero e proprio periodo d'oro con l'abbinamento alla Lotteria, dal 1933 al 1940, otto edizioni disputate sull'avveniristico circuito della Mellaha, costruito con gli enormi proventi della lotteria stessa. La Libia all'epoca era Colonia Italiana, e un gruppo di italiani appassionati che vivevano nel capoluogo decisero di dar vita al "Circuito della Tripolitania". In questi primi anni la gara è ancora alla ricerca di una sua fisionomia. La prima edizione, nel 1925, si corre su un tracciato semi-cittadino, solo in piccola parte asfaltato, e mancante anche della titolazione nazionale. La lunghezza era di ben 71 Km ripetuti 3 volte per un totale di 213,300 km. Il vincitore fu Renato Balestrero su OM, un buon pilota privato che disputerà tutti gli altri Gran Premi di Tripoli, fino alla fine di questa gloriosa gara, nel 1940. Balestrero (nella foto) si impone su Gigi Platé, milanese. La seconda edizione, nel 1926, vede un percorso diverso da quello della prima, giudicato troppo lungo. Ora si corre su un tracciato di "soli" 26 km da ripetersi 16 volte, con partenza alla Porta di Tagiura, sul rettifilo in prossimità del Campo di Aviazione. Si tratta ancora di un evento a carattere locale, con molti piloti del posto. A vincere è il tunisino Francois Eysermann su Bugatti (nella foto sotto), che batte il favorito della vigilia, il napoletano Vittorio Astarita, costretto a una forsennata rimonta da una doppia foratura. Il manifesto dell'edizione 1926.
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