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  1. Ancora non c'è il calendario ufficiale 2017, ma oggi sono partiti i test di Jerez con diversi nomi interessanti. Subito sobrissimo Jonathan Rea che si è fermato a 125 millesimi da Barberá con la Ducati GP16 presumibile che in Kawasaki abbiano svolto lavori differenziati, perché Sykes ha girato circa nove decimi più piano. Invece non so come vedere gli otto decimi che Melandri si è preso da Davies la sensazione è, comunque, che tutte le squadre abbiano cercato il tempo con un solo pilota, perché anche Laverty e van der Mark hanno girato molto più piano di Savadori e Lowes. Questi, intanto, sono i piloti confermati: Kawasaki Racing Team, Kawasaki ZX-10R: Jonathan Rea, Tom Sykes Ducati Aruba Team, Ducati 1199 Panigale: Chaz Davies, Marco Melandri Honda Ten Kate WSB Team, Honda CBR 1000 RR: Nicky Hayden, Stefan Bradl Althea Racing, BMW S1000RR: Jordi Torres MV Agusta Forward Racing, MV Agusta F4 1000: Leon Camier Barni Racing Team, Ducati 1199 Panigale: Javier Forés Yamaha Pata Crescent WSB Team, Yamaha YZF R1: Alexander Lowes, Michael van der Mark Ioda Racing Project?, Aprilia RSV4?: ??? Milwaukee Muir Racing, Aprilia RSV4: Lorenzo Savadori, Eugene Laverty Team GoEleven, Kawasaki ZX-10R: Román Ramos Team Pedercini, Kawasaki ZX-10R: ??? VFT Racing?, Ducati 1199 Panigale?: ??? Grillini Racing, Kawasaki ZX-10R: Ayrton Badovini, Ondřej Ježek Team Tóth?, Yamaha YZF R1?: ??? Guandalini Racing, Yamaha YZF R1: Riccardo Russo Sul fronte mondiale mi aspetto un bel confronto Rea-Davies, perché il finale di 2016 ha suggerito un riaggancio da parte di Ducati su Kawasaki. Sykes può fare da terzo incomodo, Melandri credo già meno. Pretendo un salto di qualità da van der Mark, perché ribadisco che la R1 è un buon mezzo e bisogna "solo" saperlo usare. Interessante anche il confronto Hayden-Bradl all'ultimo anno della vecchia CBR. Un pilota da cui, invece, non mi aspetto granché, e qui lancio la mia malefica prediction è Laverty, perché l'Aprilia ormai è a fine ciclo e l'irlandese non si è mai trovato a proprio agio su moto non competitive, in MotoGP ma anche sulla Suzuki Crescent qualche anno fa.
  2. leopnd

    Mike Hailwood

    Poteva andare comodamente anche nella sezione Drivers del automobilismo, ma tant'e'... Stanley Michael Bailey Hailwood (Great Milton, 2 aprile 1940 – Birmingham, 23 marzo 1981) è stato un pilota motociclistico e pilota automobilistico britannico. Soprannominato "Mike the Bike" per la sua innata predisposizione alla guida di motoveicoli è annoverato tra i più grandi campioni del motociclismo sportivo di tutti i tempi. Successivamente è passato alle quattro ruote disputando 49 Gran Premi in Formula 1, diventando uno dei pochi uomini in grado di competere nelle serie maggiori sia su moto che in auto. Figlio di Stan Hailwood, il più importante commerciante inglese di motociclette dell'epoca, imparò a guidare in un campo di 8 acri vicino a casa e tracciò una pista ovale causata dal continuo girare. Frequentò il Pangbourne College, ma lo lasciò presto e lavorò per breve tempo nell'azienda di famiglia prima che suo padre lo mandasse a lavorare presso la Triumph Motorcycles. Sposò la coetanea attrice e modella Pauline Barbara Nash, l'11 giugno del 1975, con la quale ebbe due figli. Morì, pochi giorni prima di compiere il quarantunesimo anno di età, a causa di un incidente stradale che coinvolse la sua Rover 3500 e un camion, mentre si recava con i figli a comprare fish and chips per cena. Nel sinistro perse la vita sua figlia Michelle, mentre il figlio David riportò solo lievi ferite. Hailwood spirò 40 ore dopo al Birmingham Accident Hospital e dopo i funerali venne sepolto, con la figlia, nel cimitero parrocchiale di Santa Maria Maddalena a Tanworth-in-Arden, nel Warwickshire. Al suo attivo conta 76 vittorie in motomondiale che lo collocano ai primissimi posti nella classifica dei piloti più vittoriosi. Vinse 9 titoli mondiali: 4 nella classe 500, 2 nella 350 e 3 nella 250. Hailwood corse la sua prima gara il 22 aprile 1957, a Oulton Park, in sella ad una MV Agusta 125 Monoalbero Corsa. Appena diciassettenne, si piazzò all'11º posto, ma cominciò presto a vincere. Così nel 1961, Hailwood iniziò a correre per una poco conosciuta casa giapponese, la Honda. Correndo con una Honda quadricilindrica a quattro tempi da 250 cm³, Hailwood vinse il mondiale classe 250 del 1961. L'anno successivo, Hailwood si legò alla MV Agusta e divenne il primo motociclista a vincere 4 campionati consecutivi del mondiale classe 500. Dopo questi successi con la MV Agusta, Hailwood tornò alla Honda e vinse 4 titoli mondiali nel 1966 e nel 1967 nelle categorie 250 cm³ e 350 cm³. Ma Hailwood è forse più noto per le sue prestazioni al rinomato Tourist Trophy dell'Isola di Man. Dal 1967 ha trionfato 14 volte sul circuito del Mountain, considerata la gara motociclistica più celebre e pericolosa del mondo, dove ingaggiò epiche sfide con l'acerrimo rivale Giacomo Agostini, scrivendo tra le più belle pagine nella storia del motociclismo sportivo. Nel 1968 la Honda si ritirò dai Grand Prix, ma pagò Hailwood per rimanere in aspettativa nell'attesa che la Honda ritornasse alle corse. Ma Hailwood non tornò più alle gare motociclistiche a tempo pieno, avendo scelto di proseguire la sua carriera sportiva nell'automobilismo, fino al 1978, quando tornò al Tourist Trophy. Vinse la TT F1 in sella ad una Ducati e si ripeté nel 1979 vincendo il Senior TT con una Suzuki. La carriera di Hailwood sulle quattro ruote non ebbe gli stessi successi di quella motociclistica, ma fu comunque caratterizzata da alcuni risultati di tutto rilievo. Oltre alla Formula 1, la sua attività cominciò con le formule minori, dove vinse il Titolo Europeo di Formula 2 nel 1972, e si estese alle gare di vetture sport, ottenendo un podio alla 24 Ore di Le Mans. Disputò 50 Gran Premi nella massima serie, a partire dal Gran Premio di Gran Bretagna del 1963. La sua carriera automobilistica terminò in seguito alle ferite riportate in un incidente sul circuito del Nürburgring, al Gran Premio di Germania del 1974. Negli anni sessanta la sua partecipazione fu sporadica, tranne un impegno continuato nel 1964, ma fu a partire dalla fine della stagione 1971 che cominciò la partecipazione in pianta stabile, con la Surtees. Nel 1972, sempre con la Surtees, ottenne il secondo posto al Gran Premio d'Italia, che rimase il suo miglior risultato in carriera, e giunse ottavo in campionato. Dopo un 1973 avaro di risultati, passò alla McLaren per il 1974, andando a punti quattro volte, compreso un podio, fino al momento dell'incidente che lo costrinse al ritiro. Il momento probabilmente più significativo della sua carriera automobilistica rimase comunque legato ad un incidente: nel corso del Gran Premio del Sud Africa 1973, entrò in collisione con Clay Regazzoni, e le due vetture finirono fuori pista, incendiandosi. Mentre Hailwood riuscì ad uscire dalla sua vettura, Regazzoni rimase all'interno della propria, svenuto e bloccato dalle cinture. Il pilota inglese quindi tornò tra i rottami incendiati per liberare il collega dalle cinture di sicurezza e portarlo al sicuro fuori dalla vettura. Per il coraggio dimostrato, gli venne attribuita la medaglia di Re Giorgio, la seconda più importante decorazione al valore civile del Regno Unito e del Commonwealth.
  3. La 29esima stagione del mondiale Superbike vedrà il tanto atteso ritorno in forma ufficiale della Yamaha, dominatrice dell'ultima 8 Ore di Suzuka. La Casa giapponese si affida al team britannico Crescent, che nelle ultime stagioni ha avuto in gestione le Suzuki private. Sylvain Guintoli, reduce da una stagione nera con la Honda, e Alex Lowes saranno i piloti alla guida delle nuove R1. Ma il team da battere sarà ancora Kawasaki, con un Rea pigliatutto e un Sykes che deve ritrovare motivazioni dopo averle sonoramente prese quest'anno. Confermata anche la coppia Ducati, con Chaz Davies e Davide Giugliano, quest'anno colpito da ben due infortuni alle vertebre. Grande ritorno tra le derivate sarà quello di Nicky Hayden, campione USA nel 2002, quando partecipò anche al round di Laguna Seca terminando quarto nella prima manche: gli sarà affidata una della Honda Ten Kate, a fianco del talentuoso Michael van der Mark. Prenderà una decisione sul suo futuro, a breve, anche Marco Melandri, vicino alla Ducati Althea ma poi accasatosi come test rider della MV Agusta: dovesse decidere di correre, affiancherebbe Leon Camier. Ecco i piloti e i team finora confermati: Kawasaki Racing Team, Kawasaki ZX-10R: Jonathan Rea, Tom Sykes Ducati Aruba Team, Ducati 1199 Panigale: Chaz Davies, Davide Giugliano Ten Kate Racing, Honda CBR 1000 RR: Michael van der Mark, Nicky Hayden Pata Crescent Racing, Yamaha YZF R1: Alex Lowes, Sylvain Guintoli MV Agusta Reparto Corse, MV Agusta F4 1000: Leon Camier, Marco Melandri? Team GoEleven, Kawasaki ZX-10R: Román Ramos Ed ecco il calendario, annunciato oggi. Rientrano Monza e il Lausitzring, via Portimão. 28 febbraio Phillip Island 13 marzo Buriram 3 aprile Alcañiz 17 aprile Assen 1 maggio Imola 15 maggio Sepang 29 maggio Donington 19 giugno Misano 10 luglio Laguna Seca 24 luglio Monza 18 settembre Lausitzring 2 ottobre Magny-Cours 16 ottobre Jerez 30 ottobre Losail
  4. Gli effetti della gestione Dorna iniziano maggiormente a farsi sentire sul Mondiale delle derivate dalla serie a partire dalla stagione futura. Si avrà l'introduzione della classe Evo: classe molto somigliante alla Superstock, voluta per rimpolpare la griglia in maniera similare a quanto fatto con le CRT (ora Open) in MotoGP, con un massimo di sei motori a stagione e cambio e centralina molto similari a quelli di serie. Variazione anche nel format delle qualifiche, che ricalcherà quello utilizzato per la MotoGP, con il format della Superpole abolito dopo 16 stagioni in favore delle due sessioni analogamente alla classe regina del Motomondiale. Tom Sykes sarà chiamato a difendere il titolo vinto nel 2013, e cercherà di farlo salendo nuovamente sulla sua Kawasaki ZX-10R ufficiale. Tra le novità principali, Marco Melandri passerà dalla BMW (che ha chiuso il suo programma Superbike) alla Aprilia, dove affiancherà il confermato Sylvain Guintoli; Eugene Laverty è stato ingaggiato dalla Suzuki in vista del ritorno in MotoGP a partire dal 2015, ma nel 2014 gareggerà sulla GSX-R del team Crescent. Al 99%, l'irlandese dividerà il box con il vincitore del campionato inglese appena conclusosi a Brands Hatch, Alexander Lowes, che ha provato la Suzuki nei test post-campionato a Jerez. In casa Ducati, dopo una stagione fallimentare, le 1199 Panigale verranno gestite dalla Feel Racing, che sostituisce Carlos Checa (che ha appeso il casco al chiodo) e Ayrton Badovini con Chaz Davies e Davide Giugliano. La Honda Ten Kate conferma Jonathan Rea e Leon Haslam, mentre sulla seconda Kawasaki ci sarà ancora Loris Baz. Infine, tornerà in veste ufficiale in un campionato Mondiale la MV Agusta, che porterà in pista due F4RR tramite il team Yakhnich, vincitore quest'anno in Supersport con le Yamaha. Tra le Evo, al momento è stata annunciata solo la line-up del team Grillini, che affiderà due Kawasaki a Michel Fabrizio e Sheridan Morais, annunciata anche la presenza della Buell, con il marchio Hero, ancora ignoti però i rider al via. Ancora nessuna ufficialità per quanto riguarda il calendario. Confermata tuttavia l'uscita di Monza, che farà spazio al ritorno di Misano Adriatico. Lista momentanea dei piloti e dei team: Kawasaki Racing Team, Kawasaki ZX-10R: Tom Sykes, Loris Baz Aprilia Racing Team, Aprilia RSV4: Marco Melandri, Sylvain Guintoli Ducati Feel Racing, Ducati 1199 Panigale: Chaz Davies, Davide Giugliano Pata Ten Kate Honda, Honda CBR 1000 RR: Jonathan Rea, Leon Haslam Fixi Crescent Racing, Suzuki GSX-R 1000: Eugene Laverty, Alexander Lowes? Grillini Racing, Kawasaki ZX-10R: Michel Fabrizio, Sheridan Morais Yakhnich Motorsport, MV Agusta F4RR: ??? Hero Racing Team, Hero-Buell 1200: ???
  5. mammamia

    Valentino Rossi

    Nato il 16 febbraio 1979, il centauro pesarese Valentino Rossi ha dimostrato un certo feeling per i motori fin dall'età di undici anni quando ha debuttato nel campionato italiano "Sport production" nella categoria 125. Nel 1994, dopo un anno, si è classificato primo in sella alla Cagiva, così come nel 1997, a diciotto anni, è diventato campione mondiale classe 125 con l'Aprilia. Nel 1999 ha vinto il motomondiale classe 250 ed ora domina incontrastato la classe maggiore delle motogp. Valentino Rossi è stato dunque il primo italiano a vincere il Mondiale in tre diverse categorie. Il leggendario Giacomo Agostini, ad esempio, vinse sì ben quindici Mondiali nella sua carriera, ma tutti nelle classi 250 e 500. Rossi invece è il terzo pilota nella storia del Mondiale a trionfare in tre classi diverse. Prima di lui, Phil Read (125, 250 e 500) e Mike "the bike" Hailwood (250, 350 e 500): nomi leggendari della storia del motocliclismo. Figlio dell'ex pilota degli anni '70 Graziano Rossi e di Stefania Palma, Valentino è nato a Urbino, è cresciuto a Tavullia (PS), ma ormai risiede a Londra. Il padre Graziano si classificò terzo al campionato mondiale 250 nel 1979 su una Morbidelli. Il piccolo Rossi ha quindi iniziato a seguire le gare del campionato del mondo ancora prima di camminare e di stare in equilibrio su due ruote. Le sue prime esperienze agonistiche sono a quattro ruote: il 25 aprile 1990 il giovanissimo Rossi vince la sua prima gara di go-kart. I costi per intraprendere uno sport del genere erano però troppo elevati e così, di comune accordo con il padre, decide di passare alle minimoto. E' la scelta vincente. Il giovane pilota di Tavullia comincia a vincere le gare e campionati a ripetizione, e nel 1993, sulla pista di Magione, debutta in sella a una moto vera, una Cagiva 125. Campione italiano della Sport Production nel 1994, l'anno successivo conquista il titolo nazionale della 125 (a sedici anni: il più giovane della storia) e si piazza terzo nel campionato europeo della stessa categoria. Il 1996 è l'anno dell'esordio mondiale: arriva alla prima vittoria (GP Repubblica Ceca a Brno), preceduta dalla prima pole position. Da qui in poi possiamo osservare un dato curioso: Valentino Rossi ha sempre vinto il Mondiale negli anni dispari e sempre nella seconda stagione in una classe. Se dovessimo quindi stilare una tabella sinottica, risulterebbero questi dati: vittorie sulla 125 nel 1997 e sulla 250 nel 1999, mentre nel 2001 abbiamo la vittoria nella classe 500. A rigor di cronaca, comunque, bisogna dire che è nel 1997 che esplode definitivamente il fenomeno Rossi sul piano mediatico, grazie senz'altro ai suoi successi ma anche alla capacità innata di saper conquistare il pubblico, ad esempio con i suoi incredibili modi di festeggiare ogni successo. Travestimenti, prese in giro, scherzi che entrano nel mondo delle corse. In tutti i circuiti gli appassionati aspettano l'ennesima "trovata" del pilota di Tavullia, che a seconda delle circostanze, si trasforma in Robin Hood, Superman, o gladiatore. Per non parlare poi della sua eterna rivalità con l'altro campionissimo Max Biaggi, stella inizialmente oscurata dall'astro Rossi. Una rivalità che ha dato origine a numerosi e spiacevoli dissapori. In conclusione, Rossi ha finora disputato un numero incredibile di gran premi arrivando a vincerne circa il 50% e conquistando un altrettanto notevole numero di pole position. Valentino a 22 anni e 10 mesi, è stato il quarto più giovane campione mondiale della storia, dopo Freddie Spencer (il più "verde" in assoluto, con 21 anni, 7 mesi e 14 giorni), Mike Hailwood e John Surtees. Nessuno però ha mai vinto tanti Gran premi prima di compiere i ventitrè anni: 37. Il più vicino a realizzare questo record è Loris Capirossi che, da Under 23, conquistò ben quindici successi. Il 12 ottobre 2003 è stata una giornata storica per il mondo dei motori e per l'orgoglio italiano: mentre nella F1 la Ferrari entrava nella storia vincendo il suo quinto titolo mondiale "costruttori" consecutivo (e Michael Schumacher entrava nella storia vincendo il suo sesto titolo mondiale), Valentino - 24 anni - saliva sul gradino più alto del podio festeggiando il suo quinto titolo mondiale, il terzo consecutivo nella classe maggiore, proiettandosi con merito, come una leggenda vivente, tra i più grandi di sempre. Ma il fenomenale Valentino "The Doctor" Rossi, non finisce di stupire: nel 2004, non senza polemiche e dubbi sul suo futuro, passa alla Yamaha. Sin dalle prime gare si dimostra competitivo: qualcuno si stupisce, altri credono sia tutto normale. Lottando a denti stretti di volta in volta con Biaggi o con Sete Gibernau, Rossi dimostra prepotentemente le sue doti fenomenali di grinta e concentrazione, arrivando a vincere il mondiale con una gara di anticipo. Noto per le sue simpatiche trovate (scenette in pista, travestimenti, magliette), per l'occasione, a fine gara Valentino indossava casco e maglietta con un messaggio essenziale quanto efficace - scritto nero su bianco - che la dice lunga su ciò che rappresentano le emozioni che questo grande campione sa trasmettere agli appassionati: "che spettacolo". Il "dottor Rossi" è diventato veramente dottore il 31 maggio 2005, quando gli è stata conferita la laurea ad honorem in 'Comunicazione e pubblicità per le organizzazioni', dalla facoltà di Sociologia dell'Università di Urbino "Carlo Bo". La stagione 2005 inizia alla grande: gli avversari si susseguono, Valentino lotta ad ogni gara e gli importa solo di vincere. A metà campionato è primo in classifica e ha già fatto il vuoto dietro di sè. Valentino sembra dover superare solo se stesso e le leggende che lo hanno preceduto: prima della pausa estiva, a fine luglio, la vittoria del GP di Germania è la numero 76. Valentino Rossi eguaglia così il record di Mike Hailwood (scomparso nel 1981, quando Valentino aveva solo due anni). Con ironia e grande rispetto del passato Valentino sale sul podio con una bandiera che riporta il messaggio "Hailwood: 76 - Rossi: 76 - I'm sorry Mike". La vittoria di Sepang (Malaysia) è la numero 78 e incorona Valentino per la settima volta campione del mondo. La stagione 2005-2006 si conclude - per la prima volta da quando esistono le MotoGP - con Valentino al secondo posto. Sarà l'americano Nicky Hayden a laurearsi campione del mondo all'ultima gara. Dopo un'altalenante stagione, nel 2007 Rossi si classifica al terzo posto finale, dietro a Casey Stoner e Dani Pedrosa. Torna a vincere e lottare per il mondiale nel 2008: a maggio a Le Mans ottiene la 90ma vittoria in carriera, raggiungendo lo spagnolo Angel Nieto: davanti a loro in questa speciale classifica c'è solo Giacomo Agostini con 122 gare vinte. Alla fine di agosto a Misano Adriatico, eguaglia Agostini con 68 vittorie in Top Class (superandolo poi nelle gare immediatamente successive). Il 28 settembre 2008 a Motegi (Giappone) Valentino Rossi vince e si laurea campione del mondo per l'ottava volta in carriera. Nel giugno del 2009 ad Assen, in Olanda, raggiunge la considerevole quota di 100 vittorie in carriera, 40 con la Yamaha. A ottobre conquista il nono Campionato Mondiale con una gara di anticipo, a Sepang (Malesia). Il 2010, ultimo anno in Yamaha, prima di passare all'italiana Ducati vede Valentino Rossi sempre tra i protagonisti: un incidente lo tiene lontano poche settimane dalle gare, tempo sufficiente per allontanarsi dalla vetta della classifica, che verrà vinta alla fine del campionato dallo spagnolo Jorge Lorenzo, suo giovane compagno di scuderia... ------------------------------------------------------------------ davvero non sono mai riuscito a capire questa eterna diatriba tra rossiani e anti-rossiani. certo i primi sono troppo troppo troppo colpiti da un qualcosa che sembra una luce divina e lo considerano quasi a livello integralista un Dio in terra, mentre i secondi non aspettano altro che un suo scivolone ( e non parlo solo in campo motociclistico ) per crocefiggerlo molte volte anche a torto. Personalmente non posso definirmi un rossiano integralista, logico che il Campionissimo che è stato non si discute e quanto mi abbia fatto godere nemmeno ! però mi hanno fatto godere anche altri in passato ... Swanz su tutti e oggi mi entusiasmo per Marc e Lorenzo mentre solo ieri mi entusiasmavo per Stoner. Non riesco davvero a capire perchè per Vale debba valere la legge o lo ami o lo odi ... ma perchè mai ???
  6. Informazioni sul Circuito Lunghezza: 4.727 m. / 2,937 miles Larghezza: 12m Curve a sinistra: 5 Curve a destra: 8 Il rettilineo più lungo: 1.047 m. / 0,651 miles Costruito: 1991 Modificato: 1995 Record ufficiale: Daniel Pedrosa (Honda – 2008), 1’42.358 – 166.251 Km/h Best Pole: Casey Stoner (Ducati – 2008), 1’41.186 – 168.177 Km/h Orari http://ilmiotempolibero.altervista.org/ora...-2013-t343.html Così nel 2012: Pole: Stoner (Honda) 1° Lorenzo (Yamaha) 2° Pedrosa (Honda) 3° Dovizioso (Yamaha) G+V: Lorenzo (Yamaha)
  7. GP Francia, Le Mans Bugatti Circuit (4185 m), 19 maggio 2013: Record della pista: MotoGP: Pole position: Daniel Pedrosa, Honda RC212V, 1'32"647, 17 maggio 2008 Giro veloce: Daniel Pedrosa, Honda RC212V, 1'33"617, 15 maggio 2011 Moto2: Pole position: Marc Mà¡rquez, Suter MMXII, 1'37"710, 19 maggio 2012 Giro veloce: Marc Mà¡rquez, Suter MMXI, 15 maggio 2011 Moto3: Pole position: Maverick Vià±ales, FTR M312-Honda, 1'55"865, 19 maggio 2012 Giro veloce: Jakub Kornfeil, FTR M312-Honda, 2'01"056, 20 maggio 2012 Albo d'oro GP Francia: Record vincitori:
  8. GP Spagna, Circuito de Jerez (4428 m), 5 maggio 2013: Record della pista: MotoGP: Pole position: Jorge Lorenzo, Yamaha YZR M1, 1'38"189, 29 marzo 2008 Giro veloce: Daniel Pedrosa, Honda RC212V, 1'39"731, 2 maggio 2010 Moto2: Pole position: Stefan Bradl, Suter MMXII, 1'42"706, 2 aprile 2011 Giro veloce: Toni Elà­as, Moriwaki MD600, 1'44"710, 2 maggio 2010 Moto3: Pole position: àlex Rins, Suter MMX3-Honda, 1'57"507, 28 aprile 2012 Giro veloce: Romano Fenati, FTR M312-Honda, 1'52"774, 29 aprile 2012 Albo d'oro GP Spagna: Record vincitori:
  9. GP Qatar, Losail International Circuit (5380 m), 7 aprile 2013: Record della pista: MotoGP: Pole position: Jorge Lorenzo, Yamaha YZR M1, 1'53"927, 8 marzo 2008 Giro veloce: Casey Stoner, Ducati Desmosedici, 1'55"153, 9 marzo 2008 Moto2: Pole position: Stefan Bradl, Kalex Moto2, 2'00"168, 19 marzo 2011 Giro veloce: Marc Mà¡rquez, Suter MMXII, 2'00"645, 8 aprile 2012 Moto3: Pole position: Sandro Cortese, KTM M32, 2'08"188, 7 aprile 2012 Giro veloce: Maverick Vià±ales, FTR M312-Honda, 2'07"276, 8 aprile 2012 Albo d'oro GP Qatar: Record vincitori:
  10. R18

    Troy Bayliss

    Troy Bayliss nasce a Taree, nella regione australiana del Nuovo Galles del Sud, il 30 marzo 1969. All'età di 10 anni inizia a correre sulle piste vicine a casa sua, specializzandosi nel motocross e nel dirt track, ma i soldi per continuare terminano ben presto, e così si trova costretto a lavorare in una carrozzeria come verniciatore. Nel 1992 trova il modo per tornare alla sua passione, le corse, e lo fa con una Kawasaki KR1 nel campionato australiano 250 Sport Production, passando poi alla classe Supersport, nella quale si laurea vice-campione nel 1995, a 26 anni. Nel 1996 passa a correre in Superbike, chiudendo al terzo posto, rimanendo anche nel 1997, quando ottiene il secondo posto alle spalle di Martin Craggill. La moto è una Suzuki GSX-R 750. Il 1997 è l'anno che fa conoscere Troy Bayliss in tutto il Mondo: il 23 marzo debutta nel Mondiale Superbike, sul circuito di Phillip Island, in mezzo a piloti come Fogarty, Kocinski, Slight, Chili e Russell. Troy corre con una Suzuki dell'importatore australiano, il numero è il 52, e dimostra subito di saperci fare alla grande, nonostante abbia poco meno di 28 e appena un anno di esperienza con le 1000. Si qualifica dodicesimo, a un secondo e mezzo dalla Honda RC45 di Aaron Slight, ma nelle due gare, corse sul bagnato, emerge tutto il suo talento: chiude quinto in entrambe, nonostante una caduta nella prima, battendo nettamente il suo rivale in patria, Craggill, e pure i piloti più blasonati del Mondiale (in gara-2 precederà sia l'ex campione Russell che il futuro titolato Kocinski). Ma l'anno magico di Bayliss non termina qui: nel GP d'Indonesia del Motomondiale, classe 250, Noriyasu Numata, su Suzuki, cade e si infortuna, e Arie Molenaar, proprietario del team, decide di sostituirlo proprio con Bayliss, che si appresta dunque a debuttare anche nel Motomondiale, sulla RGV 250, di nuovo sul circuito di Phillip Island. Troy non delude: si qualifica in sesta posizione, con una moto non esattamente competitiva, e in gara si gioca il podio con Jacque, Tsujimura e Harada, ottenendo un eccellente sesto posto, davanti a Stefano Perugini. I più attenti si sono dunque accorti di questo australiano, che di stoffa sembra averne. Troy viene ingaggiato, nel 1998, dal team inglese GSE, che lo porta in Inghilterra su una Ducati, per correre il BSB e le gare inglesi del Mondiale. L'adattamento alla 916 non è immediato, e nel campionato nazionale Bayliss termina solo ottavo, con una vittoria a Cadwell Park, mentre nel Mondiale non va oltre un 13° ed un 15° posto a Brands Hatch, mentre a Donington corre appena cinque giri in due gare, colpa di un problema tecnico e di una caduta. Per il 1999 viene riconfermato, e non tradisce: vince sette volte e ottiene 14 podi, battendo Chris Walker e la Suzuki nella corsa al titolo inglese. Campionato sul quale si concentra in tutto e per tutto, evitando di correre come wildcard nel Mondiale onde incappare in infortuni. Nel 2000 la Ducati lo manda negli USA con l'intenzione di vincere il campionato AMA, che manca a Borgo Panigale dal 1994, anno in cui a vincere fu Troy Corser. Finché...
  11. Per la prima volta, il Mondiale delle derivate dalla serie sbarca su Mediaset, per quanto riguarda la trasmissione delle gare in Italia, e si presenta come un campionato come sempre di alto livello. Senza il campione in carica, Max Biaggi (che sarà la voce tecnica per la TV italiana, affiancando Giulio Rangheri), i favori del pronostico sono equamente spartiti tra Tom Sykes, pilota inglese di una Kawasaki sempre più in crescita, che l'anno scorso ha perso il campionato per mezzo punto, e Marco Melandri, che si presenta ai nastri di partenza con la BMW dopo un inverno molto difficile, in cui ha avuto seri problemi alla spalla destra. Moltissimi gli outsider, a partire da Carlos Checa, che sarà il pilota di punta del nuovo team ufficiale Ducati, gestito dalla Alstare di Franà§ois Batta, senza dimenticare le Aprilia di Laverty e Guintoli, le Honda Ten Kate di Haslam e Jonny Rea ed il coriaceo compagno di squadra di Melandri, Chaz Davies (conosciuto fino all'anno scorso come "Cià zz Dèvizz" ). Una grande occasione si presenta anche ad Ayrton Badovini, che dopo due anni corsi con BMW Italia (team che si è fuso con quello ufficiale tedesco), gareggerà anch'egli per la Ducati Alstare. Il calendario: tante novità anche sul fronte delle piste. Dopo nove lunghi anni, si tornerà a gareggiare sul mitico circuito di Laguna Seca, (dove l'ultima volta dominò Chris Vermeulen), che prende il posto del Miller Park e, dopo un'assenza ancora più lunga (si corse solo nel 1990, con doppietta di Raymond Roche), il circus della Superbike tornerà pure a Jerez. La novità assoluta è rappresentata dalla gara in India, che per problemi organizzativi è già stata spostata dal 10 marzo al 17 novembre. Ancora da assegnare il GP del 23 giugno, anche se non è comparsa ancora nessuna proposta per ospitare la gara, mentre le gare di Portimà£o e Imola (9 e 30 giugno) sono ancora da confermare. Escono invece di scena Misano e Brno. 24 febbraio Australia (Phillip Island) 14 aprile Spagna (Alcaà±iz, Motorland Aragà³n) 28 aprile Olanda (Assen) 12 maggio Italia (Monza) 26 maggio Europa (Donington) 9 giugno Portogallo (Portimà£o) 23 giugno ??? 30 giugno Italia (Imola) 21 luglio Russia (Mosca) 4 agosto Gran Bretagna (Silverstone) 1 settembre Germania (Nà¼rburgring) 29 settembre USA (Laguna Seca) 6 ottobre Francia (Magny-Cours) 20 ottobre Spagna (Jerez) 17 novembre India (Greater Noida, Buddh Circuit) Piloti confermati: Aprilia Racing Team, Aprilia RSV4: Eugene Laverty - Sylvain Guintoli BMW Motorrad Motorsport GoldBet, BMW S1000RR: Marco Melandri - Chaz Davies Kawasaki Racing Team, Kawasaki ZX-10R: Tom Sykes - Loris Baz Pata Ten Kate Honda, Honda CBR1000RR: Leon Haslam - Jonathan Rea Team Ducati Alstare, Ducati 1199 Panigale: Carlos Checa - Ayrton Badovini Althea Racing, Aprilia RSV4: Davide Giugliano Fixi Crescent Suzuki, Suzuki GSX-R1000 K13: Leon Camier - Jules Cluzel Red Devils Roma, Aprilia RSV4: Michel Fabrizio Team Pedercini, Kawasaki ZX-10R: Alexander Lundh - Federico Sandi MR Racing, Ducati 1199 Panigale: Max Neukirchner Team Grillini Dentalmatic, BMW S1000RR: Vittorio Iannuzzo HTM Racing, BMW S1000RR: Ivan Clementi La qualità complessiva dei piloti è decisamente buona, ma la quantità mi fa piangere, poveri noi...
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