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Elio11

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messaggi inviate da Elio11

  1. Grazie mille, non credevo ci fosse così tanto materiale, in termini di informazioni. Conoscevo qualche aneddoto, come quello sul TAG e la Toyota o quello delle duecentocinquanta gomme della Pirelli, ma i vari articoli di queste pagine permettono di fare una luce molto chiara sulle linee di evoluzione che hanno portato alla 93T e alla 92.

    Nel gran premio di Las Vegas '82, Piola scrisse che la nuova Lotus 91/10 di Mansell, usata solo in prova, avesse le “rising rate suspensions” che erano state provate, guardacaso, proprio sulla 91/5 nel 1982 (sempre a detta di Piola su GPi). Visto che le due uniche Lotus 92 sono il telaio n.5 e il n.10, e dato che Elio De Angelis, nella fotografia scattata da Cevenini nella seconda scansione che hai pubblicato, è al volante di una vettura di Mansell (ha il numero 12), mi viene da pensare che fosse proprio il telaio n.10 quello sui cui stessero lavorando al Paul Ricard nel gennaio 1983. Sotto, c'è Mansell su una vettura con il numero 11: quello potrebbe essere il telaio n.6 o n.7 o n.9, non saprei dire, però non è molto rilevante.

    Nel Gran premio del Brasile 1983, la 92/5 (derivata dalla 91/5), era la vettura di riserva a disposizione di entrambi i piloti ma non aveva a disposizione le sospensioni “active”, montate sulla n.10, come si legge in giro. Poi, questa 91/5 era diventata proprio una vettura laboratorio, mai usata in prova o in gara nel 1982, quindi, è ragionevole pensare che, prima della comparsa del n.10, sia stato il telaio adibito alle sperimentazioni più ardite. Scrivo "diventato", perché nasce come Lotus 87, diventata "B" nel Gran premio del Sudafrica 1982, e, ancora, mutata in Lotus 91 dopo parecchio tempo, e infine in Lotus 92.

    Le scansioni sono perfette, altroché. Grazie ancora!

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  2. Grazie mille @sundance76!! Ho risolto il dubbio. Avevo letto in un breve articolo di Autosport che la Lotus avesse portato “both types of car”, ma nonostante il numero singolare riferito a "car", mi era venuto il dubbio che invece di essere entrambe il tipo 91, una vettura ‘tradizionale’ e una con il fondo piatto, potessero avere portato una 91 e un modello ibrido privo di numerazione, una sorta di macchina laboratorio. La 92 e la 93T erano, comunque, fuori discussione, però avevo pensato a un qualche anello di congiunzione, rimasto dimenticato.

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  3. Non so dove fare questa richiesta. Vorrei chiedere se qualcuno ha la possibilità di controllare, su qualche rivista italiana dell'epoca, quali modelli portò la Lotus in alcune prove (tre giornate) disputate a Misano assieme alla Ferrari nei primi giorni del novembre 1982, e con quali eventuali modifiche. Si tratta di test facilmente individuabili in quanto la Lotus ancora girava con le Goodyear, e un paio di settimane più tardi si legò alla Pirelli. Grazie :)

  4. “I giornali locali si sono lamentati della stampa europea e dei team manager, perché questi esortavano colleghi e meccanici a non uscire di sera: si rischiava di essere rapinati o accoltellati. Così tutti a vivere al Renaissence Center. Ma non è che dentro al grande centro commerciale la vita fosse più facile. Un meccanico della Lotus è stato rapinato di 200 dollari alla toilette del night al sottosuolo dell'hotel da due uomini di colore. Il record è toccato al collega Keith Botsford di Grand Prix International. Alcuni individui, entrati nottetempo mentre dormiva nella sua camera, lo hanno narcotizzato, poi gli hanno rubato 4000 dollari e una borsa contenente macchine fotografiche. Non contenti di questo, hanno preso i suoi vestiti e li hanno indossati lasciando nella camera due grappoli d'uva” da Autosprint n.26/1984 p.14

    Certo che quattromila dollari era una bella sommetta a quei tempi ... Sulla vita dell'eclettico Keith Botsford, di origine italiana https://en.wikipedia.org/wiki/Keith_Botsford

    I pezzi che scriveva su Grand Prix international non erano mai banali.

    • WTF?! 2
  5. Prove collettive (Brabham, Renault, McLaren, Lotus e Ligier) del 6-10 febbraio 1984 al Paul Ricard. Un altro de Angelis "al volante" della Lotus 95T/1, il fratello Roberto. Da “Lotus World” del marzo 1984, pag.9.

    g1Q6CvR.jpg

     

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  6. Una curiosità sulla Lotus: in Brasile erano presenti ben quattro telai. I primi tre erano delle 95T (il n.1 svolgeva i compiti di vettura di riserva e, in realtà, in tutta la stagione, fu impiegata in gara solo a Imola da Mansell), poi c'era un'altra T-car, una 94T. In particolare, si trattava del secondo telaio della 94T: la macchina era stata portata a Rio per le prove collettive di inizio anno ed era stata parcheggiata lì fino alla fine di marzo. Durante tutto questo lasso temporale servì alla Souza Cruz, smerciante il tabacco della JPS nel paese sudamericano, come da vettura da esposizione.

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  7. Sono delle riprese che chiariscono bene le dinamiche, non le avevo mai viste.

    Al netto delle dichiarazioni contenute in un video che inserisco qui sotto (delle quali non conosco il contenuto, perché non comprendo il "parlato" in francese), mi viene in mente una cosa. La stampa italiana (ROMBO) tende a mostrare De Cesaris incline a non accusare apertamente Hesnault. Dichiarazioni ostili non vengono riportate. Se fosse così, credo che l'indulgenza da parte di Andrea possa spiegarsi con gli eventi relativi al gran premio precedente corso a Digione. Nelle prove ufficiali del venerdì, aveva fatto segnare il nono tempo, disputando, però, quelle qualifiche con gli estintori scarichi. Per questa ragione, i suoi tempi vennero annullati. Il sabato pioveva e l'italiano non ne venne a capo. Hesnault, qualificatosi, ritirò, volontariamente si dice, la propria iscrizione, permettendo al romano di prendere il via.

     

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  8. Il 4/1/2017 at 01:48 , driver29 ha scritto:

    Voglio cercare di far luce su alcuni misteri della gara monegasca del 1984 iniziamo nell'ordine

    1- Il ritiro di De Cesaris
    Andrea De Cesaris 7° in griglia al via parte benissimo poi alla prima curva Arnoux tocca Warwick e finisce contro le barriere con Tambay che gli finisce addosso. Nel video sotto al min.034 si vede De Cesaris in difficoltà e sembra avere la ruota posteriore destra danneggiata. Altrove avevo letto che si era toccato con Hesnault.

     

    Hesnault partiva in fondo, non credo possa essere lui. Questo parrebbe collidere con la narrazione delle due riviste italiane dell'epoca. Su ROMBO riportano delle dichiarazioni di De Cesaris, quindi, il giornalista che le aveva raccolte addossa la colpa di propria iniziativa ad Hesnault; anche su AS il nome di Hesnault compare un paio di volte associato al fatto. Stranamente, anche su ”Autocourse” si addita Hesnault come autore del misfatto: “As an incidental to all this, de Cesaris's Ligier was punted hard up the rear by team-mate Hesnault, resulting in Andrea's retirement at the end of the opening lap.”

    Su ROMBO De Cesaris rilascia questa dichiarazione: “ (...) chi si è accodato a me mi ha tamponato e sono andato contro il guardrail, danneggiando la sospensione.”

    Io credo sia necessario, innanzitutto, stabilire ‘quando’ il tamponamento sia avvenuto, poi cercare di fare luce sul ‘chi’ cui abbia alluso De Cesaris.

    Limitatamente ai fatti strettamente iniziali, io sono dell'opinione che bisognerebbe scagionare Hesnault. Volendo congetturare che l'incidente cagionante il ritiro di Andrea fosse avvenuto alla prima curva, reputo che De Cesaris volesse riferirsi alla Renault di Tambay. Su “MotorSport” e su “Autocourse” è scritto che il francese prese una traiettoria larga: infatti, poco prima di impattare Warwick, Tambay era appaiato alla Ligier n.26. Nei filmati su Youtube si vede De Cesaris stringersi verso il guardrail. Qui, in basso a sinistra, sotto alla scritta "ellesse", vediamo De Cesaris e Tambay in lotta:

    rasw65y.jpg

    Quando le Renault sono già fuori uso e De Angelis ha arrestato la vettura di fronte a Warwick e Tambay, il gruppo sfila ed è adesso che vediamo Hesnault, cerchiato in giallo, davanti alla Osella di Ghinzani. Hesnault, nel filmato, mi pare anche che tocchi, durante la manovra di aggiramento, l'avantreno della Renault sulla destra.

    UrsP1XL.jpg

    In questa fotografia che hai pubblicato diversi anni fa, ho evidenziato in arancione il trio Williams, ATS, Williams. Si vede nitidamente De Cesaris davanti a loro, in difficoltà accanto alle Ferrari.

    RkxxCkv.jpg

    Prima che Hesnault passi il groviglio di vetture, si intravedono, sulla destra, l'ATS e una Williams: Hesnault è ampiamente dietro a De Cesaris quando l'italiano subisce il primo rallentamento, residuo del duello con Tambay.

    KGEyGR6.jpg

    Su Rombo scrivono che De Cesaris si rifugiò ai box alla fine del giro.

    Poco sopra, ho scritto “limitatamente ai fatti iniziali”. Volendo interpretare estensivamente il "come conseguenza indiretta di tutto ciò" di Autocourse, visto che tutte le fonti cartacee menzionate concordano sul nome di Hesnault, possiamo immaginare che De Cesaris, proseguendo a rilento per le problematiche, sia stato effettivamente colpito da dietro dalla Ligier del compagno di squadra, rompendo la sospensione addosso a un qualche guardrail, ma in un punto della pista diverso dalla "Sainte Dévote", quindi nel corso di un'ulteriore fase del primo giro.

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  9. Il 17/5/2017 at 21:43 , irron3 ha scritto:

    “Dopo che nella giornata di giovedì Mansell si era lamentato continuamente dell'eccessivo traffico in pista, per la sessione di sabato, i meccanici della Lotus avevano montato sulla sua macchina un clacson per agevolare i molti sorpassi di «Mansueto»”. AS n.23/1984 p.24 😄

    • Lol 2
  10. (continuazione delle altre due discussioni). Hai ragione @elvis. Qui c'è una visuale più ampia, una panoramica d'insieme delle zone di cui si discuteva, che permette di localizzare i vari elementi. Quanto a quel tratto di strada, come dice "elvis", è una stradina di servizio. Per curiosità, c'è un filmato su Youtube in cui si vede Sullivan, andato in fiamme, imboccare il percorso.

    oY6yrFv.jpg

    ogZaxM8.jpg

    a57NTyl.jpg

    E poi l'uscita della "Surtees/South Bank" dove si vedono chiaramente le due tipologie dei dissuasori quando Arnoux si gira,  il punto dello scatto di Tambay nella discussione "Ferrari 126C3".

    QTtuYzs.jpg

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  11. Il 23/1/2019 at 16:06 , leopnd ha scritto:

    c7eatu8v.jpg

    Il venerdì mattina Mansell era stato informato della dipartita della madre. Chissà che Lauda non gli stesse dicendo qualcosa a riguardo. La posa dei due è abbastanza formale e compassata. Mi viene in mente questa cosa perché nelle altre fotografie inerenti al podio Mansell si lascia andare a dei sorrisi, e in un certo senso poteva concederseli, visto che questi erano anche i suoi primi punti stagionali.

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  12. Ricollegandomi alla discussione sulla 126C3, questa è la South Bank con il raccordo a sinistra. Dietro c'è effettivamente un'altura ma i solchi sull'erba sono un po' diversi

    URaXFky.jpg

    Con queste altre due fotografie, ci troviamo, presumibilmente all'uscita della “Bottom Bend” o un po' più avanti. Comunque, il tratto è velocissimo e tutta la parte fra Druids e South Bank può essere considerata quasi un'unica piega a sinistra. Negli scatti sotto, si nota come si scorgano in alto a destra i mezzi di soccorso e poi c'è una fenditura dell'erba  simile a quella dell'anno precedente che la McLaren nasconde in parte, ma che è ben visibile a destra nella fotografia con la Ferrari.

    xpUo880.jpg

    tG66CDe.jpg

  13. Io avevo pensato al tratto più vicino alla “Bottom Bend” visto che c'è l'altura dietro. Ero tentato dalla “Surtees/South Bank” ma lo sfondo è un po' diverso, poi mi pare sia assente il tratto di raccordo con la parte finale di “Clearways”, anche se questo potrebbe essere dovuto all'angolazione. La foto con quei colori è molto bella. Inserisco un paio di fotografie nella discussione sul Gran Premio del 1984 per mostrare cosa intendo.

  14. “Non pensate, tuttavia, che in Sudafrica mi sia solo divertito: parecchio tempo l'ho passato al telefono con Patrick Head in Inghilterra ed è stato anche difficile trovarlo: si era beccato un'intossicazione alimentare ed era quasi sempre impegnato all'ufficio ... WC! Nonostante ... gli impegni, Patrick è riuscito a progettare i nuovi pezzi che hanno risolto il nostro problema di sovrasterzo, tanto è vero che la macchina, come ho scoperto con piacere, era veramente più maneggevole che in Brasile e questo successo va a tutto merito della Williams.” Da I PILOTI CHE SCRIVONO – KEKE ROSBERG. McLaren d'Arabia” testo raccolto da Bob Costanduros AS n.16/1984 p.11

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  15. 3 ore fa, Captain Blood ha scritto:

    Peter Revson al gran premio d'Italia 1972

    e4mxcootfc8a1.jpg

    Questa fotografia risale alle qualifiche del sabato pomeriggio quando Revson usò il primo telaio della M19A. Infatti, sul muso si nota il numero con accanto la "T" (in gara adoperò il 15). Adoperò questa vettura della foto perché con la M19C/2 ebbe il cedimento improvviso della pompa del freno il venerdì, mentre percorreva il Vialone/Variante Mirabello, rovinando la sospensione posteriore. Anche lì piazzarono un'altra novità, oltre alla chicane del Rettifilo, la variante dove Pace e Regazzoni ebbero un brutto incidente in gara.

     

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  16. Scatto per me inedito, il Primo Ministro Thatcher e Colin Chapman sulla Lotus 88B (quella di Silverstone 1981, con la livrea rimaneggiata dopo lo scandalo della Essex). La fotografia è presa dalla rivista "Lotus World", pubblicata nel numero di Maggio del 1983 (Vol. II, Issue 2). Inserisco la foto assieme all'interessante didascalia.

    l5mxsBz.jpg

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  17. Ottimo, grazie  @elvis! :) È sempre un piacere confrontarsi, perché si fa quel che si può e un forum serve a questo, essere corretti dove non si riesce ad arrivare. Io mi ero fatto ingannare da altri elementi. La fortuna è trovare utenti come te che argomentano in modo dettagliato e convincente le loro posizioni, non solo in questo caso. Questo è ancora più importante perché, ultimamente, la sezione di storia del forum (e non solo quella) ha pochi frequentatori.

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  18. “Se non potrò diventare campione del mondo quest'anno, mi piacerebbe vedere Piquet vittorioso, in primo luogo perché ciò significherebbe potere ancora essere il primo francese a vincere il titolo, e poi non vorrei che questa fortuna possa capitare ad Arnoux”.

    “Quando penso al prestigio dello sport motoristico, mi pare possa essere un peccato vedere Arnoux campione del mondo. Sarebbe un segnale negativo per l'immagine dello sport, credimi”.

    “Sarebbe un disastro e sbagliato. So di essere molto impopolare agli occhi del pubblico, ma dal lato umano Arnoux è sopravvalutato. Vederlo campione del mondo mi farebbe stare male: sarebbe un esito inviso anche all'ottanta per cento dei francesi che lavorano in questo ambiente”.

    “Sono meno apprezzato agli occhi della pubblica opinione rispetto ad Arnoux perché non mi vendo facilmente. Rifiuto di prostituirmi. Voglio essere me stesso. Un giorno le persone lo capiranno. Quando accadrà, sarò io la celebrità”.

    “Se Arnoux agguanta il titolo, mi tapperò la bocca. Lui si sentirà tronfio, ma io, di sicuro, non mi mostrerò invidioso. Ripeto, sarà un disastro se riuscirà a divenire campione del mondo, perché Arnoux è una nullità, davvero. Vai e chiedi alle persone che ne sanno di motori e di corse, e ne avrai la riprova.”

    Queste erano alcune dichiarazioni pubblicate sull'Equipe il 20 settembre 1983, nell'articolo "Arnoux non vale niente", a firma del giornalista Bernard Dolet. Il problema è che facevano parte di una conversazione strettamente confidenziale tra il giornalista e il Prost, pronunciate al di fuori dell'intervista "ufficiale" concordata.

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