Era il sabato del Gp di Spagna 2013 quando ho avuto la fortuna, l'onore e il privilegio di incontrarla, caro e gentile Sir Frank. Mi sono avvicinato a lei con emozione e rispetto, mi sono presentato con " good morning mister Williams, I am from italy" e lei mi ha risposto : " ciao, io parlo un po' italiano, se preferisci". E già da questa risposta ho capito di stare stringendo la mano ad un vero uomo, umile e gentile, uno di noi.
Io le ho fatto i complimenti per la su carriera e i successi, e lei, come se nulla fosse mi ha risposto : " ho solo fatto quello che mi piaceva fare, spero al meglio". Dopo avermi concesso la foto ( e l'ha voluta vedere per sapere se fosse ok), mi ha congedato con " divertiti domani al gp, buon viaggio e salutami l'italia".
Adesso sono io che le auguro buon viaggio. E vorrei, sempre con rispetto, provare ad immaginare queste sue prime ore dall'altra parte, nel mistero che ci attende.
Prima il doveroso abbeaccio con la sua signora, compagna di una vita e valido supporto nei momenti belli e brutti che ha vissuto.
In seguito la immagino in un ampio parcheggio, da dove parte un lungo nastro d'asfalto. Numerose macchine ferme o in corsa, altrettanti ragazzi con tuta e casco.
3 di questi ragazzi, appena avvertiti dell sua presenza, si allontanano da gruppo per salutarla: Pier, amico degli inizi, Clay, artefice della prima vittoria iridata, e Ayrton, il dolore più forte.
Scortato da questi ragazzi, viene accompagnato in un semplice e spartano edificio. All' interno raggiunge una stanza con un enorme tavolo, pieno di disegni, modellini, schizzi, idee... attorno al tavolo diversi uomini discutono animatamente. Tra i molti ci sono Colin, Enzo, Guy....
Qualcuno si accorge della sua presenza. Dopo qualche secondo di silenzio si alza una voce: " ciao frank, mancavi solo tu!! mettiamoci al lavoro: i ragazzi là fuori ci hanno chiesto una macchina da dio!"