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Showing content with the highest reputation on 07/22/21 in all areas

  1. Il bellissimo dipinto di Turner rappresenta una fase di gara. Molto probabilmente è il momento in cui il dominatore Beltoise, dopo aver doppiato Brian Redman (McLaren), ha quasi completato la stessa operazione su Chris Amon al volante della Matra.
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  2. OVALI E STRADALI "Le Indycar sembravano fatte apposta per me, e più la pista era veloce, più pareva tagliata per il mio naturale stile di guida. Su quelle più lente dovevo imparare. Dovetti lavorarci. I circuiti che mi davano più problemi erano quelli stradali perché devi avere una presa sicura sul volante, devi sballottare la macchina qua e là, devi maltrattarla. Io ho avuto sempre la tendenza a guidare in punta di dita, non con il palmo delle mani. Era perfetto su uno speedway perché sei più delicato, più puoi avvicinarti al limite senza superarlo. [..] Non era una questione di pensare alle conseguenze di un incidente. Ero molto meno preoccupato dal dolore sui circuiti stradali che sugli speedway. Quello che cambiava era lo stile di guida. Dovevi maltrattare davvero la macchina. Sui circuiti stradali c'è molto più spazio per gli errori. Quando scendi da una macchina su un circuito stradale sei fisicamente provato. Quando scendi da una macchina su uno speedway sei mentalmente provato, perché non c'è spazio per gli errori e trattieni il respiro a ogni curva, a ogni giro. Potevo togliere il due o il tre per cento senza che fosse un problema. Ma se vuoi correre veloce, devi andare al limite, devi uscire dalla scia giusta, devi liberare la potenza ed essere pronto a farlo in ogni istante. In pratica è come se ti qualificassi a ogni giro. Questa sensazione e la consapevolezza che se commetti un errore sarà devastante... è mentalmente stancante. Invece sugli stradali è meglio. La differenza per me è era che dovevo essere più attivo in macchina. Ero abituato a cercare di fare tutto con grande delicatezza, in maniera precisa, lieve, mentre sulle strade dovevo imparare a darci dentro. Dovevo imparare a maltrattare la macchina, ma anche a lasciarla andare. Puoi prendere una curva troppo stretta, aspettare che sbandi e riprenderla. Su un circuito stradale guidi di riflesso. Su uno speedway devi imparare a cogliere la sensazione che la macchina ti dà poco prima che succeda, perché se aspetti dopo che è successo, è troppo tardi". (Rick Mears) Nella foto, Laguna Seca, ultima gara Indycar '89. Rick Mears con la Penske coglie la sua 26ma vittoria, ed è vice-campione dietro Fittipaldi. Per Rick è la prima vittoria su uno stradale dopo il grave incidente di Sanair '84. Con questa affermazione, Mears diventa il pilota Indycar più vincente degli anni '80, con 20 vittorie.
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  3. E pensare che dall'ultima volta avevano "allargato" la strada con quella lingua d'asfalto sulla destra
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  4. Amon, in convalescenza per un'imprecisata operazione (stava ancora assumendo antibiotici), in gara usò ufficialmente il quarto telaio, però molte parti del sesto, più leggero e raffinato, vi furono trasposte di peso. Entrò ai box una prima volta credendo erroneamente di avere forato, poi fece altre soste, tre, per problemi alla visiera: l'utilizzo di un nuovo sbrinatore non molto efficace gli guastò l'ennesima gara e proprio all'ultimo tentativo, la quarta fermata necessitata, prese a prestito proprio quello di Beltoise e risolse il problema! Tra l'altro, si trovò spesso a battagliare con Hailwood. Sono divertenti due aneddoti legati a Mike, relativi a questa gara. Sulla linea di partenza lui e Jean-Pierre stavano parlottando di motociclette quando a un certo punto, Hailwood fece un'osservazione arguta circa la piazzola del francese: secondo lui trovarsi all'esterno della seconda fila sarebbe potuto risultare molto utile per infilare i contendenti davanti. Il secondo è che al termine delle qualifiche del venerdì rimase "imprigionato" nel garage: aveva consegnato le chiavi della sua macchina a qualcuno ma non riusciva a ricordare chi fosse, mentre Walker, suo caposquadra, aveva un'idea al riguardo ma il tizio non si presentò per rendergliele se non dopo alcune ore.
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  5. Altra immagine dello schieramento pronto a lamentarsi della larghezza del rettilineo di arrivo.. ah no
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  6. Fine 1987, Patrese testa il motore Judd sulla FW11B a Estoril
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  7. Jean-Pierre Beltoise verso la vittoria...
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  8. Deve pur prendere dei rischi, è sotto in classifica
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  9. Montoya: "Lewis prenderà dei rischi per vincere il titolo" Perfettamente d'accordo con JPM
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  10. Tanti Auguri @Andrea Gardenal
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  11. Tutti i revisionismi per me non hanno alcun senso, i piloti hanno una visuale limitata da dentro l'abitacolo e devono intuire cosa farà l'avversario in pochi decimi di secondo. L'intenzionalità del contatto non c'è da entrambe le parti e per me la cosa deve assolutamente finire lì. Il resto serve solo a riempire pagine, cercando di dare la colpa a uno o all'altro in base a simpatie/tifo, tutto per un tipo di contatto che accade spesso più indietro e viene puntualmente ignorato. Poi brutti i festeggiamenti esagerati a fine gara? Probabile. Brutti certi insulti dopo la gara? Sicuramente. Ma è anche ora di accettare che ci può stare, una volta può andare bene e una volta può andare male. Nonostante tifo Max accetto che lui non molli mai, perché lui è così, altrimenti non mi piacerebbe come pilota.
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  12. La doppietta Caracciola-Nuvolari consacra la squadra Alfa Romeo vincitrice del Campionato Internazionale 1932 (dopo le vittorie di Tazio al GP d'Italia e al GP di Francia).
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  13. 1 point
  14. Nanni Galli, Ferrari 312B2... Se non ero, l'unica gara del italiano sulla rossa...
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