Sono tornato sul luogo del delitto. Mia cognata (cara donna), per i miei 50 anni, ha regalato a me e a mio figlio un "Ferrari experience": guida di una Ferrari California per mezz'ora, pranzo in un ristorante tipico e visita ai due musei.
Stavolta al museo di Maranello è andata meglio: quanto meno c'erano la 312 B3 di Regazzoni, la 312T4 di Villeneuve e la 412 T2 di Berger. Insomma, già queste compensano tutta la visita.
C'erano poi alcune Ferrari che hanno fatto la storia a Le Mans negli anni '50 e '60: su tutte spiccava la Ferrari 166 MM, vincitrice dell'edizione 1949. Una gioia per gli occhi.
Squallido, invece, il museo casa Ferrari a Modena... lasciamolo stare.
La visita mi ha fatto nascere, invece, un importante rimpianto: due anni fa, alla fine della squallida mattinata al museo, passeggiando incappammo nel ristorante il Cavallino: erano le 11:30, stavo lì lì per chiamare e prenotare (chissà se poi c'era posto) ma poi ho desistito, vista l'abboffata della sera prima e la tabella di marcia che prevedeva il rientro a casa. In quel momento, più che per la storia di Ferrari, volevo semplicemente far assaggiare a mio figlio i tortellini in brodo tipici di Modena e di Bologna, visti anche i prezzi più che abbordabili del ristorante.
Alla fine abbiamo lasciato stare.
Apprendo adesso che il ristorante è stato comprato da Bottura a fine 2019 e raso al suolo, per far posto a qualcosa che ancora non è dato sapere cosa sarà. Lo storico proprietario è morto 1 annetto fa e i cimeli del ristorante sono andati all'asta a marzo 2021.
Insomma, ho perso la grande occasione per sedere al ristorante dove (molto raramente, visti i problemi di salute) si serviva l'ultimo Ferrari. Non è che fosse un luogo chissà che storico, intendiamoci: aperto dal 1984, ha raramente ospitato il commendatore. Però, per uno come me che ha seguito la formula 1 proprio dal 1984, è un luogo conosciuto. E semplicemente farsi indicare dove si sedeva Ferrari, sarebbe stato emozionante.
Peccato.