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Showing content with the highest reputation on 10/29/20 in all areas

  1. Pietro Bordino e la Fiat 804 Era soprannominato il "Diavolo Rosso" per via del colore del maglione che indossava, invariabilmente, mentre era alla guida. Lo chiamò così un giornalista americano quando, da perfetto sconosciuto, Pietro Bordino vinse la 250 Miglia di Los Angeles del 1921, prima di una serie di gare oltreoceano cui partecipò invitato dal famoso pilota italo-americano Ralph De Palma e che gli diede una notevole notorietà. La vettura sulla quale colse quella imprevedibile vittoria? Una FIAT, naturalmente. Per un osservatore di oggi potrebbe risultare sorprendente vedere accostato il nome FIAT ad una corsa automobilistica su pista, ma in realtà fino al 1927 la cosa non era assolutamente anormale. La FIAT rimase per lungo tempo all'avanguardia del nascente movimento autosportivo mondiale e ben prima che la Maserati o l'Alfa Romeo salissero alla ribalta, aveva colto straordinari successi: la sua "804" fu l'emblema delle straordinarie vetture da corsa costruite in quel periodo negli stabilimenti torinesi della "Fabbrica Italiana Automobili". Pietro Bordino è un personaggio straordinario e dimenticato, con Antonio Ascari e Felice Nazzaro senza dubbio il più grande pilota italiano degli anni '20: nato a Torino nel 1887 era figlio di un custode degli stabilimenti Fiat. Naturale per lui legare a quel marchio la sua intera carriera. Iniziò a correre da giovanissimo come copilota di Vincenzo Lancia, ma fu solo nel 1921 quando la Fiat decise di dedicarsi in pianta stabile alle grandi corse internazionali, che Bordino diventò pilota a tempo pieno, smaltita la "pausa bellica" ed un fugace innamoramento per le due ruote che lo aveva portato a vincere diverse gare motociclistiche. Nel 1922 la Fiat mise a punto la 804, una vettura potente ed innovativa. La Federazione Internazionale aveva per quella stagione fissato dei nuovi regolamenti per la categoria Gand Prix, portando a 2 litri il limite massimo di cilindrata e fu per questo che Giulio Cesare Cappa, progettista principe della Fiat al tempo, ed il suo "braccio destro" Vittorio Jano, decisero di rimodellare la vecchia 803 adattandola ad un nuovo motore da 1991 cm3, dotato di sei cilindri in linea. Il risultato fu un propulsore capace di sviluppare una potenza non comune per l'epoca, che permetteva alla vettura di raggiungere una velocità prossima ai 170 Km/h. Il 1922 fu un anno chiave per l'automobilismo italiano: a Monza venne inaugurato l'Autodromo Nazionale. Era il 3 settembre e la gara, riservata alle voiturette – qualcosa di simile alle moderne F.2 – fu dominata da Pietro Bordino. Una settimana dopo, il 10 settembre, Monza ospitava per la prima volta il Gran Premio d'Italia, giunto alla sua seconda edizione. La Fiat 804 era la macchina da battere, ma anche una "bestia" irruenta e pericolosa, la cui potenza non era commisurata alla ancora acerba tecnica dell'epoca: con essa Felice Nazzaro aveva appena vinto il GP di Francia ma suo nipote Biagio, recordman mondiale di velocità su strada in carica, era morto in un tragico incidente in quella stessa corsa. A Monza Bordino condusse una straordinaria gara – 800 chilometri di fatica in quasi 6 estenuanti ore alla strabiliante media di 139 Km/h – battendo proprio Nazzaro e la Bugatti di Pierre de Vizcaya. La carriera sportiva della 804 fu purtroppo breve: nel 1923 la AIACR, ovvero la FIA di oggi, cambiò ancora i regolamenti introducendo l'uso del compressore. La Fiat mise così a punto la potentissima 805, ovvero una 804 ulteriormente modificata da un motore adattato alle nuove norme. Con quella vettura Carlo Salamano vinse il Gran Premio d'Italia battendo ancora Nazzaro, mentre Bordino si ritirò a metà corsa mentre era in testa davanti a 400.000 (quattrocentomila!!) spettatori. Era ancora dolorante per il terribile incidente occorsogli con la 805 pochi giorni prima durante una sessione di prova sempre a Monza, incidente che era costato la vita al compagno di squadra Enrico Giaccone. La 806 del 1927 segnò un altro passo storico: fu infatti la prima monoposto concepita espressamente per la categoria Grand Prix. Le altre vetture erano infatti tutte biposto che, con pochi accorgimenti, potevano essere utilizzate in diverse tipologie di gare. La vettura debuttò al Gran Premio di Milano con il solito Bordino che vinse dominando la corsa. Ma al termine della stagione la FIAT annunciò il suo ritiro dalle competizioni. Per Bordino fu un vero colpo: passò alla Bugatti ma mentre provava la sua vettura nei pressi di Alessandria scontento del suo quattordicesimo posto colto alla Mille Miglia vinta dall'astro nascente Tazio Nuvolari, si trovò davanti un cane che attraversava la strada, perse il controllo del mezzo e finì nel fiume Tanaro, annegando. Aveva quarant'anni. Massimo Piciotti
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  2. L'arabia saudita si sta mettendo in atto una politica di apertura molto veloce sulla scia di quanto fatto negli emirati. È un paese che se si chiude al mondo ha risorse economiche per campare almeno un secolo, quindi c'è proprio la volontà di assumere posizioni meno integraliste rispetto a quelle di altri stati confinanti.
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  3. Il politically correct sta rovinando qualunque cosa a 360 gradi; e mi fermo qui.
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  4. Sarà interessante vedere come funziona questo weekend corto, la motivazione è logistica però nulla vieta di usare Imola come banco di prova.
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  5. Reportage del GP Monaco 1968 di Aldo Zana, da "Auto d'Epoca" di ottobre 2003.
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  6. Si torna a Imola... Per quelli come me, come noi, non sarà mai un gran premio come gli altri, un luogo come gli altri. La prima volta che ci sono andato, il primo maggio 2009, con un caldo tremendo, non riuscivo a immaginare come fosse possibile che in un luogo tanto bello, pieno di alberi, di piante e un fiume tranquillo, potessero anche essere successe cose tanto brutte. Per me è un luogo particolare, tornarci e tornarci a correre è forse un bel modo per ricordare chi, da lì, se ne è andato. Ciao Roland, ciao Ayrton, tutti e due per sempre con noi
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  7. Altro reportage di Aldo Zana, stavolta sul GP d'Italia a Monza 1968, sempre da "Auto d'Epoca" (settembre 2003).
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  8. In linea di massima concordo, ma bisogna anche contestualizzare. Sono comunque convinto che anche i piu' esagitati avrebbero voluto nascondersi sotto terra 5 minuti dopo. Non nego che anche io, davanti alla tv, ebbi un momento da tifoso che pero' scemo' immediatamente appena ci fu una ripresa ravvicinata.
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  9. Gara con la visibilità da bandiera rossa, oggigiorno: azzarderei Hulme, Redman e Hailwood, procedendo dall'alto verso il basso.
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  10. Dino vedi che ti amo? Finalmente le F1 prima del 1950...... quanto ti adoro
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  11. Da la dimensione anche di che aborto ha partorito la Ferrari a livello di motore...
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  12. Ok, c'è qualcosa che funziona su quella vettura?
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  13. 1 point
  14. Evidentemente, questa serie non se la fila nessuno ma tant'è... Domenica in programma l'ultima gara della stagione... Titolo LMP2 già assegnato, ma ci sono ancora da assegnare quelli in LMP3 e LMGTE...
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  15. E ci sara' il grande annuncio dell'unione dell'Eurocup con la F. Regional
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  16. propongo la versione impiegata da Ian Schecker nel 1974 sempre in Sud Africa. La struttura di questa monoposto corrisponde al modello 72D con modifiche riguardanti l'attacco dell'ala posteriore, modifiche richieste da nuove norme regolamentari
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  17. Credo che il fenomeno sia talmente ampio e complesso che ci si potrebbe scrivere su non una bloggata, ma un intero libro. Un elemento fondamentale da tenere in considerazione è che sono cambiate le persone, le abitudini, le passioni tra una generazione e l'altra. Il mezzo a motore (automobile o motocicletta che sia) è passato dall'essere oggetto di culto a mero strumento per spostarsi da un punto ad un altro, la cui unica prerogativa deve essere la connessione ad Internet. Facciamoci caso: anche a livello pubblicitario, si mette quasi sempre l'accento sulla connettività e sull'elettronica dell'automobile più che sulle sue prestazioni pure; a livello motoristico non interessa più sapere la potenza, ma quanti km fa con un litro. Internet poi ha dato un'accelerazione spaventosa al mondo intero: la soglia d'attenzione è diminuita drasticamente e il fatto che in una competizione possa non succedere nulla per 5/10/15 minuti è oramai ritenuto inaccettabile. Lo vediamo benissimo con le qualifiche: da un punto di vista televisivo (per lo spettatore) il format attuale è uno dei peggiori possibili, ma ha il "pregio" che ogni 12/15/18 minuti succede "qualcosa"; il tutto è arrivato all'estremo quattro anni fa con quel ridicolo tentativo di introdurre il format a knock-out. L'altro macro-problema è il disamoramento autoindotto, provocato da un continuo ed incessante auto-martellamento sui coglioni da parte degli stessi sanctioning body, convinti che intercettare le nuove "tendenze" mondiali avrebbe automaticamente innalzato (o quantomeno mantenuto costante) il numero di appassionati. Non è così, non può essere così ed è da ingenui crederlo. Siamo sinceri: a quanti interessa realmente la Formula Turboibrida? O meglio: quante persone si sono appassionate alla Formula 1 perché nel 2014 sono state adottate quelle unità? Quante persone avrebbero lasciato perdere la Formula 1 se nel 2014 NON fosse stato adottato il nuovo regolamento? E quanti appassionati continuano a seguire la Formula 1 per inerzia, tra malumori e mal di pancia, "nonostante" il nuovo regolamento? Lo stesso ragionamento si può fare con un sacco di schifezze che si sono accumulate nel corso degli anni: parco chiuso, DRS, Pirelli, motori contingentati, Virtual Safety Car (di cui sono un sostenitore, ma non con l'attuale regolamentazione). Il discorso fatto per la F1 può essere esteso ad ogni categoria motoristica (in particolare a quattro ruote), anche se ovviamente gli esempi legati alla F1 sono più calzanti ed incisivi. Tornando al tema "green", prendiamo in considerazione la Formula E: quanto peso viene dato da parte degli spettatori al fatto che corrano monoposto a zero emissioni e quanto al fatto che si tratta "semplicemente" di una forma 2.0 di motorsport? Traduco: che percentuale di telespettatori perderebbe la Formula E se, per assurdo, dal 2021 venissero utilizzate macchine con prestazioni identiche a quelle di oggi, che corrono in città come quelle di oggi ma spinte da tradizionali motori endotermici? Ecco, io ho l'impressione (ripeto, l'impressione) che chi governa il motorsport mondiale abbia una percezione distorta dei propri appassionati. Faccio una gran fatica a pensare che chi disprezza la Formula 1 aspirata perché inquina poi possa "innamorarsi" della Formula E o della Formula 1 turboibrida. Altro aspetto: il totale appiattimento dei circuiti dovuto in parte alle piste in sé e per sé, sempre più simili l'una all'altra, in parte alle imperanti, maledette vie di fuga in asfalto che riescono a rendere banali qualsiasi curva di qualsiasi circuito. Il senso del discorso è sempre lo stesso: tre curve geometricamente e altimetricamente identiche sono completamente diverse a seconda del fatto che al loro esterno ci sia la distesa in asfalto, un'ampia via di fuga in ghiaia/erba/sabbia o il muro. Ecco, credo che nessuno chieda di arrivare all'estremo del muro, ma almeno un'onesta via di fuga sì, in modo che le uscite di pista siano automaticamente sanzionate dalla natura stessa del tracciato senza tante futili e ridicole discussioni sui track limits. In tutto questo, c'è il rischio di aver lasciato per strada tutti quei potenziali appassionati che avrebbero potuto interessarsi al motorsport semplicemente in quanto competizione tra macchine, squadre e piloti dai coglioni grandi così. La cosa "drammatica" è che questi appassionati sono persi, non li recuperi più
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  18. Dear Sauro, Thank you so much for the "profile" - fantastic !!!!!!!!!! Fiat 804 is truly one of the best in 1922.
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