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Showing content with the highest reputation on 10/28/20 in all areas

  1. Fascicolo di una serie uscita nell'estate '90 su AutoSprint, ciascuno dedicato a una diversa categoria del decennio anni '60. Questo è dedicato alla Formula 1. E' interessante in quanto fa capire l'atmosfera e il modo di intendere le corse, e la loro evoluzione in pochi decenni.
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  2. Se a qualcuno va può farsi due risate sulle mie performance nei campionati virtuali di F12020 XD
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  3. Il paradosso è che si potrebbe fare anche il ragionamento opposto: con 20mila casi al giorno, 6-10mila non fa troppa differenza Secondo me questa stronzata è uscita da qualche bocca per provare a tenere gli ingressi.
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  4. L'articolo riporta una cifra di 6800 persone che trovo ridicola. Fanno un sorteggio?
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  5. Credo che un "ho esagerato" dopo ci sarebbe potuto stare. Comunque, è una scelta della FOM quella di mandare in onda i messaggi radio, se li ritengono offensivi basta non farlo.
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  6. Si torna a Imola... Per quelli come me, come noi, non sarà mai un gran premio come gli altri, un luogo come gli altri. La prima volta che ci sono andato, il primo maggio 2009, con un caldo tremendo, non riuscivo a immaginare come fosse possibile che in un luogo tanto bello, pieno di alberi, di piante e un fiume tranquillo, potessero anche essere successe cose tanto brutte. Per me è un luogo particolare, tornarci e tornarci a correre è forse un bel modo per ricordare chi, da lì, se ne è andato. Ciao Roland, ciao Ayrton, tutti e due per sempre con noi
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  7. Pietro Bordino e la Fiat 804 Era soprannominato il "Diavolo Rosso" per via del colore del maglione che indossava, invariabilmente, mentre era alla guida. Lo chiamò così un giornalista americano quando, da perfetto sconosciuto, Pietro Bordino vinse la 250 Miglia di Los Angeles del 1921, prima di una serie di gare oltreoceano cui partecipò invitato dal famoso pilota italo-americano Ralph De Palma e che gli diede una notevole notorietà. La vettura sulla quale colse quella imprevedibile vittoria? Una FIAT, naturalmente. Per un osservatore di oggi potrebbe risultare sorprendente vedere accostato il nome FIAT ad una corsa automobilistica su pista, ma in realtà fino al 1927 la cosa non era assolutamente anormale. La FIAT rimase per lungo tempo all'avanguardia del nascente movimento autosportivo mondiale e ben prima che la Maserati o l'Alfa Romeo salissero alla ribalta, aveva colto straordinari successi: la sua "804" fu l'emblema delle straordinarie vetture da corsa costruite in quel periodo negli stabilimenti torinesi della "Fabbrica Italiana Automobili". Pietro Bordino è un personaggio straordinario e dimenticato, con Antonio Ascari e Felice Nazzaro senza dubbio il più grande pilota italiano degli anni '20: nato a Torino nel 1887 era figlio di un custode degli stabilimenti Fiat. Naturale per lui legare a quel marchio la sua intera carriera. Iniziò a correre da giovanissimo come copilota di Vincenzo Lancia, ma fu solo nel 1921 quando la Fiat decise di dedicarsi in pianta stabile alle grandi corse internazionali, che Bordino diventò pilota a tempo pieno, smaltita la "pausa bellica" ed un fugace innamoramento per le due ruote che lo aveva portato a vincere diverse gare motociclistiche. Nel 1922 la Fiat mise a punto la 804, una vettura potente ed innovativa. La Federazione Internazionale aveva per quella stagione fissato dei nuovi regolamenti per la categoria Gand Prix, portando a 2 litri il limite massimo di cilindrata e fu per questo che Giulio Cesare Cappa, progettista principe della Fiat al tempo, ed il suo "braccio destro" Vittorio Jano, decisero di rimodellare la vecchia 803 adattandola ad un nuovo motore da 1991 cm3, dotato di sei cilindri in linea. Il risultato fu un propulsore capace di sviluppare una potenza non comune per l'epoca, che permetteva alla vettura di raggiungere una velocità prossima ai 170 Km/h. Il 1922 fu un anno chiave per l'automobilismo italiano: a Monza venne inaugurato l'Autodromo Nazionale. Era il 3 settembre e la gara, riservata alle voiturette – qualcosa di simile alle moderne F.2 – fu dominata da Pietro Bordino. Una settimana dopo, il 10 settembre, Monza ospitava per la prima volta il Gran Premio d'Italia, giunto alla sua seconda edizione. La Fiat 804 era la macchina da battere, ma anche una "bestia" irruenta e pericolosa, la cui potenza non era commisurata alla ancora acerba tecnica dell'epoca: con essa Felice Nazzaro aveva appena vinto il GP di Francia ma suo nipote Biagio, recordman mondiale di velocità su strada in carica, era morto in un tragico incidente in quella stessa corsa. A Monza Bordino condusse una straordinaria gara – 800 chilometri di fatica in quasi 6 estenuanti ore alla strabiliante media di 139 Km/h – battendo proprio Nazzaro e la Bugatti di Pierre de Vizcaya. La carriera sportiva della 804 fu purtroppo breve: nel 1923 la AIACR, ovvero la FIA di oggi, cambiò ancora i regolamenti introducendo l'uso del compressore. La Fiat mise così a punto la potentissima 805, ovvero una 804 ulteriormente modificata da un motore adattato alle nuove norme. Con quella vettura Carlo Salamano vinse il Gran Premio d'Italia battendo ancora Nazzaro, mentre Bordino si ritirò a metà corsa mentre era in testa davanti a 400.000 (quattrocentomila!!) spettatori. Era ancora dolorante per il terribile incidente occorsogli con la 805 pochi giorni prima durante una sessione di prova sempre a Monza, incidente che era costato la vita al compagno di squadra Enrico Giaccone. La 806 del 1927 segnò un altro passo storico: fu infatti la prima monoposto concepita espressamente per la categoria Grand Prix. Le altre vetture erano infatti tutte biposto che, con pochi accorgimenti, potevano essere utilizzate in diverse tipologie di gare. La vettura debuttò al Gran Premio di Milano con il solito Bordino che vinse dominando la corsa. Ma al termine della stagione la FIAT annunciò il suo ritiro dalle competizioni. Per Bordino fu un vero colpo: passò alla Bugatti ma mentre provava la sua vettura nei pressi di Alessandria scontento del suo quattordicesimo posto colto alla Mille Miglia vinta dall'astro nascente Tazio Nuvolari, si trovò davanti un cane che attraversava la strada, perse il controllo del mezzo e finì nel fiume Tanaro, annegando. Aveva quarant'anni. Massimo Piciotti
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  8. Più aspettano e più rischiano di generare confusione...
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  9. Floyd Chip Ganassi Jr, nato il 24.05.1958. e' stato un ex pilota, oggi proprietario della Chip Ganassi Racing. Da piu' di 30 anni nella scena automobilistica Americana, e' uno dei piu' conosciuti e vincenti "team owner" in circolazione. Attualmente la Chip Ganassi Racing corre nella Indycar, nella NASCAR e nella WeatherTech SportsCar Championship. Ganassi ha frequentato la Bob Bondurant Scuola Guida nel 1977. Ha vinto la sua prima gara in Formula Ford, all'età di 18 anni. Ha iniziato la sua cariera in Indycar nel 1982., dopo la laurea presso la Duquesne. Ha gareggiato nella 500 miglia di Indianapolis cinque volte (miglior piazzamento 8° nel 1983.). E' stato votato come Most Improved Driver nel 1983. (9° assoluto a fine stagione). Nel 1984. ebbe un gravissimo incidente a Michigan che interoppe la sua carriera da pilota. Ritornò alle gare brevemente nel 1986. (IMSA, Le Mans, CART). Dal 1988. comincia la sua carriera da team owner, prima come co-proprietario della Patrick Racing, e poi, nel 1990. come proprietario della fresco fondata Chip Ganassi Racing...
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  10. Chissà se ce ne sono altrimenti di messaggi così durante i team radio che non passano in tv...
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  11. Non lo so... a me tutto sto perbenismo pare fine a se stesso... Più una scusa per criticare Verstappen che altro...
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  12. capisco l'incazzatura di verstappen, ma bisognerebbe che tutti iniziassimo a smettere di usare la disabilità come insulto.
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  13. Non aggiungo nulla a quanto scritto da Andrea Gardenal perché quoto non solo le virgole, i punti e gli spazi vuoti, ma pure le parole che ha pensato e non usato, mentre scriveva il suo perfetto post. Che si vada avanti per inerzia e perché quel fuoco acceso tanti anni fa è praticamente impossibile da spegnere (ne parlammo pure in una discussione specifica, qualche anno fa) è chiaro a tutti. Ci sono aspetti negativi che sono stati ereditati dagli ultimi anni di era aspirata, ma direi che questa fase turboibrida ha contribuito ad estendere di brutto il "malcontento". E in questo la voce "dominio Mercedes" è estremamente relativa e, anzi, se vogliamo è l'ultimo dei problemi (anzi, per me è proprio un <non problema>... Se qualcuno fa meglio di altri è giusto che vinca senza soluzione di continuità, a prescindere dal fatto che la conseguenza è avere interi mondiali con un interesse pari a quello di una trasmissione di Porro). E non voglio nemmeno aggiungere nulla da un punto di vista regolamentare perché sono discorsi triti e ritriti e inutili da ripetere ogni volta, tanto la questione la conosciamo già. Parliamo semplicemente da un punto di vista "live". In vita mia ho visto 4 GP dell'era aspirata e sono stato 3 volte in circuito durante un week end di gara nell'era turboibrida. Chiaro, anche oggi, alla soglia dei 40 anni, vedere dal vivo una F1 in pista è e resta emozionante (la famosa scimmia del Mugello... Quella di Imola, giocoforza, alla fine l'ho costretta a scendere perché, quando ti arrivano bollette con cifre allucinanti, devi destinare le esigue risorse a quello. Con buona pace mia, di Imola - dove mi sarebbe piaciuto ritornare - e della scimmia in questione), e probabilmente al tempo dei gp live dell'epoca aspirata (parliamo del quadriennio 1996-1999) il mio status di teenager sognatore (sono ancora un sognatore, ma ovviamente la testa pelata, i peli bianchi e le vicende - anche dolorose - della vita mi ricordano sempre, se ce ne fosse ulteriore bisogno, che l'entusiasmo e spensieratezza giovanile sono svaniti da un pezzo) mi faceva vedere tutto con occhi "diversi". Ma è indubbio che quel sound te lo faceva - e lo farebbe tutt'ora - diventare dritto anche a kilometri e kilometri dal circuito. Oggi non è così, o meglio non è totalmente così. L'oggetto è e resta "prezioso", ma è indubbio che da quel punto di vista abbia perso un qualcosa di molto importante. La motivazione, poi... Onestamente, sul discorso corse, io questa deriva green proprio non la digerirò mai. Io sono uno di quelli molto attenti alla questione climatica e tutto il resto. Nel "mondo reale" questi sono aspetti che reputo di primaria importanza al pari di molti altri. Ma nelle corse (prendo come esempio la sola F1, perché è di questo che stiamo parlando), sinceramente non capisco proprio questo desiderio di rendere maggiormente green 22 monoposto da competizione che corrono in pista per alcune ore ogni due settimane. Mi sembra una stronzata abbastanza stucchevole e anche demagogica... Un conto è cercare l'alternativa per tecnologie moderne e anche parzialmente alternative al combustibile fossile in essere (specialmente quando parliamo di altre categorie... è per questo che l'idea Formula E a me non dispiace, a patto di far rimanete la cosa all'interno di quell'habitat. Come ho ripetuto molte volte all'interno di questo forum, ci sono aspetti di altre categorie che accetto senza problemi e, anzi, trovo pure positivi. Ma non tutto ciò che è buono - e accettabile - in una categoria alternativa lo è anche se parliamo di F1, anzi...) ma così proprio no. Per non parlare della questione. altrettanto stucchevole, di impostare la tecnologia delle corse col chiaro intento di renderla fruibile nel mondo stradale. Quello, come del resto è sempre stato, può essere un "plus", una conseguenza anche "gradita". Ma, per come la vedo io, non può essere una considerazione basilare e non si dovrebbe mai partire da quello, nello stabilire le regole. Ma è e resta il mio pensiero e, probabilmente, è un pensiero piuttosto superato. Quindi tanto vale farsene una ragione...
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  14. Credo che il fenomeno sia talmente ampio e complesso che ci si potrebbe scrivere su non una bloggata, ma un intero libro. Un elemento fondamentale da tenere in considerazione è che sono cambiate le persone, le abitudini, le passioni tra una generazione e l'altra. Il mezzo a motore (automobile o motocicletta che sia) è passato dall'essere oggetto di culto a mero strumento per spostarsi da un punto ad un altro, la cui unica prerogativa deve essere la connessione ad Internet. Facciamoci caso: anche a livello pubblicitario, si mette quasi sempre l'accento sulla connettività e sull'elettronica dell'automobile più che sulle sue prestazioni pure; a livello motoristico non interessa più sapere la potenza, ma quanti km fa con un litro. Internet poi ha dato un'accelerazione spaventosa al mondo intero: la soglia d'attenzione è diminuita drasticamente e il fatto che in una competizione possa non succedere nulla per 5/10/15 minuti è oramai ritenuto inaccettabile. Lo vediamo benissimo con le qualifiche: da un punto di vista televisivo (per lo spettatore) il format attuale è uno dei peggiori possibili, ma ha il "pregio" che ogni 12/15/18 minuti succede "qualcosa"; il tutto è arrivato all'estremo quattro anni fa con quel ridicolo tentativo di introdurre il format a knock-out. L'altro macro-problema è il disamoramento autoindotto, provocato da un continuo ed incessante auto-martellamento sui coglioni da parte degli stessi sanctioning body, convinti che intercettare le nuove "tendenze" mondiali avrebbe automaticamente innalzato (o quantomeno mantenuto costante) il numero di appassionati. Non è così, non può essere così ed è da ingenui crederlo. Siamo sinceri: a quanti interessa realmente la Formula Turboibrida? O meglio: quante persone si sono appassionate alla Formula 1 perché nel 2014 sono state adottate quelle unità? Quante persone avrebbero lasciato perdere la Formula 1 se nel 2014 NON fosse stato adottato il nuovo regolamento? E quanti appassionati continuano a seguire la Formula 1 per inerzia, tra malumori e mal di pancia, "nonostante" il nuovo regolamento? Lo stesso ragionamento si può fare con un sacco di schifezze che si sono accumulate nel corso degli anni: parco chiuso, DRS, Pirelli, motori contingentati, Virtual Safety Car (di cui sono un sostenitore, ma non con l'attuale regolamentazione). Il discorso fatto per la F1 può essere esteso ad ogni categoria motoristica (in particolare a quattro ruote), anche se ovviamente gli esempi legati alla F1 sono più calzanti ed incisivi. Tornando al tema "green", prendiamo in considerazione la Formula E: quanto peso viene dato da parte degli spettatori al fatto che corrano monoposto a zero emissioni e quanto al fatto che si tratta "semplicemente" di una forma 2.0 di motorsport? Traduco: che percentuale di telespettatori perderebbe la Formula E se, per assurdo, dal 2021 venissero utilizzate macchine con prestazioni identiche a quelle di oggi, che corrono in città come quelle di oggi ma spinte da tradizionali motori endotermici? Ecco, io ho l'impressione (ripeto, l'impressione) che chi governa il motorsport mondiale abbia una percezione distorta dei propri appassionati. Faccio una gran fatica a pensare che chi disprezza la Formula 1 aspirata perché inquina poi possa "innamorarsi" della Formula E o della Formula 1 turboibrida. Altro aspetto: il totale appiattimento dei circuiti dovuto in parte alle piste in sé e per sé, sempre più simili l'una all'altra, in parte alle imperanti, maledette vie di fuga in asfalto che riescono a rendere banali qualsiasi curva di qualsiasi circuito. Il senso del discorso è sempre lo stesso: tre curve geometricamente e altimetricamente identiche sono completamente diverse a seconda del fatto che al loro esterno ci sia la distesa in asfalto, un'ampia via di fuga in ghiaia/erba/sabbia o il muro. Ecco, credo che nessuno chieda di arrivare all'estremo del muro, ma almeno un'onesta via di fuga sì, in modo che le uscite di pista siano automaticamente sanzionate dalla natura stessa del tracciato senza tante futili e ridicole discussioni sui track limits. In tutto questo, c'è il rischio di aver lasciato per strada tutti quei potenziali appassionati che avrebbero potuto interessarsi al motorsport semplicemente in quanto competizione tra macchine, squadre e piloti dai coglioni grandi così. La cosa "drammatica" è che questi appassionati sono persi, non li recuperi più
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  15. Idem, poi ovviamente Graham e Phil, poi Hakkinen, Hawthorn, Hunt... probabilmente potevo arrivare ad Hattori prima di pensare ad Hamilton, forse perché lo chiamo Luigino Comunque in questo tipo di giochini è un classico dimenticarsi dell'elefante nella stanza
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  16. Guarda, la colpa non è di Hamilton né di Webber, ma del contesto generale. I piloti, oggi come allora, sono fortissimi e sono i migliori del mondo.
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  17. DATI GENERALI Scuderia Parmalat Racing Team Anno di produzione 1978 Motore Alfa Romeo 115/12 F12 2995 cc Telaio Monoscocca in alluminio Carburante e lubrificanti Agip Pneumatici Goodyear Luogo di produzione Chessington (GBR) google maps Progettista Gordon Murray Impiegata nel 1978 Piloti 1 Niki Lauda, 2 John Watson STATISTICHE GP Disputati 1 Vittorie 1 Podi 1 Pole Position 0 Giri Più Veloci 1
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