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Showing content with the highest reputation on 12/27/12 in all areas

  1. E' questo che io non capisco della polemica tutta Sud-Europea sull'Euro. Da quando l'Euro è stato creato, si è detto che avrebbe portato dei vantaggi (primo su tutti il crollo del differenziale rendimento titoli subito dopo la sua introduzione) e degli svantaggi nel lungo periodo nel caso in cui non si fosse resa la nostra economia più efficiente (in particolare, ovviamente, la perdita di competitività rispetto ai paesi più virtuosi). A logica noi avremmo dovuto approfittare dei benefici iniziali per aggiustare la nostra situazione economica e garantirci più competitività in seguito. Invece ce ne siamo bellamente fregati. Ora mi dico: va bene dire che l'UE è un'istituzione pazzescamente inefficiente, e che si sarebbe fatto meglio ad istituire un maggior controllo sui bilanci, ma dobbiamo anche capire che ciò significa ammettere che in Europa ci sono degli stati seri che mirano a una crescita solida e sostenibile ed altri che si comportano come birbantelli capricciosi che se ne inventano di tutte per evitar di fare i compiti. Per questo secondo me sarebbe bene, una volta tanto, smettere di prendersela solo con le banche, l'UE o lo spaventapasseri di turno (che pure fanno i loro danni) e cominciare con il preoccuparsi del NOSTRO declino, le cui cause non hanno a che vedere con nient'altro che le NOSTRE scelte politico-economiche. Sennò qui si finisce come quegli studenti pseudo-rivoluzionari fuori corso da 15 anni che affollano le università : non hanno mai aperto un libro in vita loro perché non hanno voglia di studiare ma sono sempre in prima fila a "combattere" per un'istruzione migliore, dicendo che da quella dipende il loro futuro. E' ipocrita a dir poco.
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  2. Quello che dici è vero. Purtroppo, come disse un po' di tempo fa Lucio Caracciolo, la crisi sta tirando fuori il peggio dal nostro continente. I tedeschi si comportano come se nel sud dell'Europa avessero a che fare con un branco di subumani, mentre da noi si continuano a sentire paragoni tra la Germania di oggi e l'espansionismo nazista. Il clima di sfiducia e irrispetto verso i nostri reciproci vicini è ai massimi storici. Vogliamo analizzare le singole ragioni? Da una parte non è che la Germania di oggi navighi nell'opulenza: secondo il gruppo di studio IAQ di Duisburg, oggi circa 8 milioni di lavoratori in Germania guadagnano circa 9 euro all’ora, mentre altri 1,4 milioni di lavoratori addirittura meno di 5 euro all’ora (http://www.ilpost.it/2012/05/06/lo-spiegel-e-i-problemi-della-germania/). La competitività tedesca è dovuta in larga parte ad anni ed anni di sacrifici, con rifiuto totale dell'inflazione e salari bloccati per i lavoratori. Per cui vi stupite se ad un operaio tedesco girino le scatole quando sente dire che la Grecia ha truccato per anni i suoi conti pubblici ed ora deve ricevere aiuti dalla Germania? O se al loro ministro delle finanze dicono: ok li aiutiamo, ma ora fanno come diciamo noi? Dall'altra parte abbiamo paesi come la Grecia, la Spagna, il Portogallo (e manca poco che ci si arrivi anche noi) dove a causa di politiche scellerate ora la gente è costretta a stringere la cinghia se vuole aiuti. E qui possiamo fare l'esempio dei suicidi, di chi si trova improvvisamente senza lavoro a dover crescere i figli, dei giovani che vedono le loro prospettive di miglioramento economico e sociale cancellate con un colpo di spugna. Allora chi ha ragione? Il tedesco che non si fida del greco o il greco che odia il tedesco? Entrambi? Nessuno? E' in questi casi che più si sentono i limiti di un'integrazione economica cui non si è mai affiancata un'integrazione politica e sociale. Purtroppo ogni governo deve rispondere solo alla sua nazione, ma l'economia di queste nazioni è legata a doppio filo grazie all'integrazione economica e monetaria.
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  3. Libero è uno di quei giornali che riesce sempre a strapparti una risata. Penso che raramente nella storia giornalistica italiana vi sia stata una tale combinazione di pressapochismo e sensazionalismo. Bellissimo il contrasto tra titolo: "BILANCIO FALLIMENTARE - L'euro cifra per cifra: ecco quanto ci ha fregato", e le conclusioni dell'articolo: "La moneta unica, che in molti casi ha salvato il potere d’acquisto da ben altre cadute, non è altro che un denominatore comune. Il problema», conclude lo studio di Micocci, «risiede nel mancato governo unitario delle economie europee, nell’assenza di coordinamento dei bilanci dei singoli State e ai conseguenti limiti dei loro deficit. Alla mancata capacità di adeguamento delle industrie europee alla concorrenza dei nuovi mercati emergenti ed infine alle scelte politiche ed economiche dei singoli Paesi, legate ad egoismi nazionali o a necessità politiche locali»" Mitici!
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  4. Beh Speed,sull'incidente di SPA mi trovo d'accordo con Alby;Grosjean partiva dietro Hamilton per cui sapeva benissimo chi aveva alla sua destra,per cui anche se per una frazione di secondo Grosjean ha avuto l'angolo cieco nello specchio,non riesco a giustificarlo..tra l'altro in prossimità della Source avrebbe dovuto allargare la traiettoria,mentre pensa bene di stringere ancora verso destra. Incidente molto simile a quello che lo svizzero ha innescato a Montecarlo con Schumacher. Il tedesco parte meglio,ma Gros si preoccupa di Alonso che l'ha bruciato,si affianca allo spagnolo e tiene la macchina diritta.Il problema che la strada piega verso destra per la Sante Devote,per cui Schumacher s'è trovato stretto tra il muro e la Lotus. Insomma,personalmente credo che Grosjean guardi poco gli specchi in partenza. E' innegabile che lo svizzero sia un gran talento:lo dimostra come ha saputo ricostruirsi una carriera dopo la mezza stagione in Renault.C'è da dire che una bella mano gliel'ha data la Total...ma il modo in cui ha vinto in Autogp prima e Gp2 poi la dicono lunga su quanto valga Grosjean. Chiaro che quando un pilota nelle prime 12 gare va fuori 6 volte per incidenti in partenza, il manager della squadra per cui guida ,qualche domanda se la pone senonaltro per il budget che occorre per riparare la macchina,oltre alla cattiva immagine che la sequenza di incidenti, sempre dello stesso pilota, può portare al team. In questo caso ,devo dire che,Lopez e Boullier hanno anteposto la loro scommessa su Grosjean rispetto ai danni che hanno pagato(anche perchè,sempre secondo me,la Total c'ha messo una pezza e in giro non c'era grande scelta di piloti per sostituirlo) Parlando più in generale credo che il problema principale sia la mancanza di case ufficiali che fino pochi anni fa allevavano i piloti in casa partendo già dal kart preparandoli per la F1.Oggi con team che fanno fatica a mettere insieme il pranzo con la cena è normale vedere il Karthikeyan o il Pic di turno in pista:Portano soldi e se vanno piano o peggio non riescono a tenere la macchina in pista,chissenefrega.Basta che paghino,con buona pace di quelli,che magari il talento ce l'hanno,ma non hanno soldi. La solita storia insomma. Sul fatto che i media bollino questo o quel pilota come scarso o pericoloso (un giorno, prima o poi, vorrei trattare questo argomento riguardo quello che successe a Simoncelli...)è purtroppo una realtà sempre esistita. Dei critici cinematografici e teatrali,si dice che facciano quel mestiere perchè sanno di essere dei pessimi attori,pewr cui credo che la stessa considerazione si possa utilizzare anche per chi scrive di Motosport o di calcio.Personalmente tendo a non farmi influenzare dal Mazzoni o dall'Allievi di turno.Certo però che se certe considerazioni le fanno piloti come Capelli o Zanardi,beh,a quel punto un po più attenzione la presto. Dove invece mi trovo completamente d'accordo con te è sull'"incattivimento"delle gare kart. Nei primi anni '90 ho avuto esperienze di kart amatoriale e devo dire che pur avendo musetto e pance laterali in curva qualche spintarella la davi,ma era normale routine.Il problema era se in frenata capitivi con la tua ruota anteriore su quella posteriore del tuo avversario(all'epoca,per una manovra del genere, piegai un telaio DAP,praticamente nuovo...)Il rear bumper è stata la soluzione ideale per evitare certi "problemi",ma la sua introduzione ha di fatto favorito le tamponate in frenata per allargare la traiettoria al tuo avversario.Manovre che poi qualcuno si porta dietro pure nelle formule,amplificate dalle via di fuga aeroportuali. Aggiungiamoci poi che i genitori onnipresenti pensano di avere un piccolo Hamilton in casa,per cui lo "caricano"fino all'inverosimile e il gioco e fatto. D'altra parte credo che sia inevitabile,come nelle auto di serie,quando aumenti la sicurezza tendi anche ad azzardare di più,tanto sai che l'elettronica ti perdona quasi tutto. Ma così facendo disimpari a guidare una macchina o una moto.
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  5. ROMA, 27 DIC - Durante la trattativa per il prolungamento del contratto fra il Barcellona e Leo Messi, condotta dal padre della 'Pulce', Jorge, l'attaccante argentino ha ricevuto un'offerta apparentemente irresistibile da una squadra russa. A Messi sarebbero stati offerti 30 milioni a stagione e un contratto di tre anni, al termine dei quali il 25enne tre volte Pallone d'Oro avrebbe incassato 90 milioni. Il club russo sarebbe l'Anzhi, disposto anche a risolvere la clausola rescissoria di circa 400 mln. sti qua devono avere un bel pò di soldi "puliti"
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  6. Comunque non è colpa dell'€ se gli esercenti hanno applicato il loro personalissimo tasso di cambio 1 euro = 1000 Lire
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  7. Ricordando che Mika Hakkinen a detta di molti era molto più forte prima del botto di Adelaide!.. beh una botta che ti lascia in coma ha i suoi effetti! Forse senza avrebbe battagliato più a lungo con Michael ma è stata una bella battaglia e sempre onesta tra i due il che li rende dei bei ricordi
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  8. eh.. ognuno fa quello che può (per sé).. purtroppo l'opinione pubblica è fortemente manovrata dall'informazione. Quanti di loro hanno letto Thomas Hobbes o Emil Cioran o Jacques Derrida? Se li nomini pensano siano cantanti.. del tipo "conosco però Justin Bieber".. sticazzi.
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  9. Gabriele Tarquini - AGS JH23B Ford Cosworth - AGS Racing - GP del Messico - 17° in qualifica, con lo stesso tempo di Alliot, a 3.1" da Senna, con un tempo pari al 104.051% di quello del Brasiliano; in gara chiude al sesto posto, a un giro da Senna; è il secondo e ultimo piazzamento a punti per la squadra francese; è anche l'unico punto conquistato da Gabriele Tarquini in Formula 1.
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  10. "Fra 30 anni l'Italia sarà non come l'avranno fatta i governi, ma come l'avrà fatta la televisione." Ennio Flaiano, anni 70'.
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  11. Osre..i nostri governanti sono l'espressione di chi siamo,inteso como popolo
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  12. Persoanlmente è 27 anni che lo faccio e prima di me ,i miei lo hanno fatto per 42 anni(mio padre) e 35 anni(mia madre). La sostanzialissima differenza è che i miei,da operai,a meta' anni 70hanno comprato 1000 nq. di terreno e ci hanno costruito(con grossi sacrifici) una villetta a 2 piabi di 110 mq x piano,dandomi la possibilita' di studiare e non facendomi mancare,relativaente ,nientee. Ora...io ,con un discreto stipendio,arrivo a malapena a fine mese e sto pagando un mutuo su un appartamento in un palazzo costruito nel 1965......con la concretissima ,ed auspicabile, pprospettiva che ia figlia 15enne debba emigrare per poter lavorare decentemente. Dove ho(abbiamo) sbagliato,se 40 anni fa i miei,da semplici operai ,guardavano con fiducia al futuro ed ìora io,pur avendo un lavoro discretamente retribuito,lo vedo NERO? Lavorare non basta:se nel corso degli ultimi 60 anni altri popoli europei hanno espresso personalita' del calibro della Thatcher,Khol,Mitterrand...e noi siamo passati da Andreotti a Berlusconi via Craxi,il "marcio" sta dentro noi italiani:inutile e dannoso dare la colpa agli altri....urge un radicale cambiamento culturale che deve cominciare dai comportamenti banali e quotidiani di ogni giorno.
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  13. Ma alla fine abbiamo ragione entrambi, le colpe sono sia degli organismi sovranazionali, sia dei governi. Il presupposto è che, teoricamente, si dovrebbe partire dalle fondamenta per costruire un palazzo: è per questo che si deve prima operare per cambiare mentalità (dal netturbino al Capo dello Stato) a livello nazionale, guadagnare credibilità agli occhi degli "altri" in modo da non subire supinamente diktat di nessuno e avere le mani libere per gestire il proprio paese. Solo così si può contribuire alla costruzione di un'Europa non messa assieme con lo spago e alla cazzo di cane come quella attuale. Agire sulle cause prima che sulle conseguenze: se la Grecia è in quella situazione, le vergognose ingerenze tedesche sono la diretta conseguenza, mentre le cause vanno ricercate a casa loro, in un paese che ha campato sul debito e non sulla produzione, senza pensare al futuro. Le due opinioni, Osre, non sono in antitesi, sono complementari.
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  14. C'è anche da considerare l'espansione economica dell'economia degli anni '90 e il rallentamento del 2000, fattori che hanno sicuramente influito. Ma dice bene Tatteo: l'entrata nell'Euro, a parte i problemi nel lungo periodo, ci aveva permesso di beneficiare dell'annullamento dello spread...se ne avessimo approfittato per diminuire il debito pubblico sotto il 100% del PIL (debito che si stava progressivamente riducendo prima del governo di quel tizio che ho intravisto da Giletti domenica scorsa, il filantropo), a questo punto la situazione sarebbe stata ben diversa.
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  15. Si, ma Gio prima aveva pubblicato un'altra foto, che non si sapeva dove fosse stata scattata; ha poi risolto il problema cambiando direttamente la foto
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  16. Nigel Mansell - Il Leone d'Inghilterra - Terza parte Per il campionato 1985 Mansell lascia l’inferno dantesco della Lotus e approda in Williams-Honda, dove trova come compagno di squadra Keke Rosberg, “il miglior compagno di squadra della mia carriera” come ebbe a dire successivamente l’inglese. Nigel viene iscritto al campionato con il numero 5, colorato di rosso, un numero che contraddistinguerà la sua carriera e che lo differenzierà dal numero 6 bianco che avranno spesso i suoi compagni di squadra. La vettura è la FW10, il motore è Honda RA164E, gomme Goodyear. Rosberg inizialmente non gradisce la scelta di Mansell per un contatto avuto l’anno prima a Dallas ma via via stabilisce un ottimo rapporto professionale e personale con Nigel che porta enormi benefici a una Williams inizialmente poco affidabile. I risultati in gara arrivano soprattutto dalla stagione estiva in poi mentre in qualifica la macchina si classifica spesso bene con l’exploit della pole velocissima di Rosberg a Silverstone ad una media mostruosa di 259 Km/h, media che sarà inarrivabile fino al 2002. Mansell si rende anche protagonista di un pauroso incidente nelle prove libere del Gran Premio di Francia a Le Castellet: alla temibile curva Signes che caratterizza il Paul Ricard, esce a oltre 300 Km/h riportando nell’impatto una commozione cerebrale che gli fa perdere il Gran Premio, nell’incidente avvenuto alla maggior velocità registrata. Dopo qualche piazzamento e la doppia rottura del motore a Monza, Mansell arriva secondo a Spa dietro a Senna (con Rosberg quarto) e finalmente, il 6 ottobre 1985, alla settantaduesima gara in Formula 1, vince la sua prima gara, il Gran Premio d’Europa sul circuito di Brands Hatch davanti a Senna, Rosberg e Prost che, arrivando quarto, vince il suo primo titolo mondiale. Per la verità , la vittoria è anche agevolata dal fatto che Rosberg, scivolato indietro in classifica, torna in pista dopo il pit stop davanti a Senna che sta guidando la gara e lo ostacola palesemente, favorendo la rimonta del compagno di squadra. Nigel tuttavia ci prende gusto e conferma l’ottimo stato di forma il 19 ottobre a Kyalami in Sudafrica dove conquista pole position e vittoria. Dopo aver superato Rosberg, che era finito sull’olio di Ghinzani, passa in testa e il finlandese che può continuare la corsa, giunge secondo per una splendida doppietta Williams. Mansell chiude male il campionato, ritirandosi per la rottura del cambio in Australia dopo aver raggiunto la prima fila in prova. La classifica vede Mansell sesto in classifica con 31 punti, Rosberg è terzo con 40 mentre la Williams è terza nel Costruttori con 71 punti. A Detroit A Spa Lotta a Brands Hatch La festa del podio Le immagini di Brands Hatch con commento finale di Nigel: A Kyalami Per il 1986 Mansell ha un nuovo compagno di squadra in Williams, il due volte Campione del mondo Nelson Piquet che, dopo un anno disastroso, ha lasciato la Brabham, desideroso di un team più competitivo per cercare il tris iridato. Mansell guida la FW11 a motore Honda RA166E gommata Goodyear con ambizioni di primato, avendo concluso in crescita il campionato precedente. L’8 marzo però una sciagura si abbatte sul team Williams: il patron Frank, che si stava recando dal circuito Paul Ricard all’aeroporto di Nizza, ha un terribile incidente automobilistico che lo costringe alla paralisi. Il campionato parte quindi con la squadra priva del suo patron e sconvolta. Dopo il Gran Premio del Brasile a Rio che vede la vittoria di Piquet e il ritiro di Mansell dopo un tentativo di sorpasso a Senna, si va in Spagna e Nigel comincia a lasciare quel soprannome di “Mansueto” e a tirar fuori le unghie, cambia le gomme e fino all’ultimo metro prova a contendere a Senna la vittoria finendo secondo per 14 millesimi. A Imola Nigel è frenato da problemi tecnici così come Piquet secondo al traguardo dopo aver però condotto in testa la gara ed aver avuto problemi alla frizione. A Montecarlo poi Mansell è quarto e Nelson settimo. Ma dal Principato in poi, Mansell si scatena e vince 4 delle successive 5 gare con un quinto posto negli USA a Detroit come intermezzo. Vince in Belgio, in Canada, in Francia e in Gran Bretagna, dimostrando che non è affatto un onesto mestierante ma un grande pilota che merita un top team. Di particolare rilievo la vittoria ottenuta in casa: dopo il warm up Piquet sceglie di utilizzare il muletto lamentando sulla sua vettura problemi di cattivo bilanciamento. Comincia il gran premio e alla partenza si verifica l’incidente tra Boutsen e Laffite che si rompe le gambe ed è costretto al ritiro dalle competizioni nel giorno in cui ha eguagliato Graham Hill. Mansell ha rotto il cambio ma può cambiare la vettura essendo stato fermato il gran premio. Può solo prendere la vettura scartata da Piquet che l’unico muletto a disposizione. Qui succede l’inaspettabile: Mansell, con la vettura scartata dal compagno di squadra, vince il gran premio macinando giri veloci e precedendo il compagno di squadra sul traguardo. Nigel diventa un pilota ambito anche sul mercato e raggiunge un preaccordo con la Ferrari, in seguito cancellato. Alle vittorie seguono due terzi posti in Germania e Ungheria e un ritiro in Austria prima del secondo posto a Monza dove vince Nelson Piquet e la risposta di Mansell, vincitore del gran premio dell’Estoril. La squadra, anche per la precarietà dovuta all’incidente di Frank Williams, è sempre più spaccata in due con la squadra dalla parte di Mansell e i motoristi della Honda dalla parte di Piquet. Non è la situazione ideale per vincere, ci sono nervosismo e tensioni e così si va in Messico. Mansell parte in modo disastroso e perde quindici posizioni ma le grandi protagonisti sono le gomme Pirelli che reggono il caldo molto meglio delle Goodyear e permettono a Gerhard Berger di vincere senza effettuare pit stop, Prost e Senna completano il podio con Piquet quarto e Nigel quinto. Sicuramente il risultato è sorprendente ma per il “Red 5” non un bilancio totalmente negativo visto il risultato di Piquet che lascia, ad una gara dal termine, sette punti di vantaggio su Prost e nove su Piquet che non deve scartare alcun risultato. Il Gran Premio d’Australia inizia bene per Nigel che conquista la pole position. La partenza vera e propria è ancora negativa con Piquet, Rosberg e Senna che lo sorpassano nel primo giro. Piquet va all’attacco ma Rosberg al settimo giro lo scavalca e comincia ad andar via mentre Senna si ritira per la rottura del motore. Al giro 23 Piquet commette un errore e va in testacoda ma può continuare. Dopo circa dieci giri Prost cambia le gomme perché ha forato e la situazione vede Rosberg, Piquet, Mansell e Prost. La situazione cambia al 62° giro quando a Rosberg esplode la gomma posteriore destra, Prost passa subito Mansell che non oppone troppa resistenza perché col terzo posto sarebbe comunque campione. Al giro successivo Mansell ha lo stesso problema di Rosberg e si deve ritirare dopo un prodigioso controllo della vettura, dicendo addio ad un mondiale che avrebbe meritato. A quel punto Piquet è in testa e Prost secondo ma la Williams richiama prudenzialmente il brasiliano per evitare che incorra nello stesso inconveniente di Mansell e Prost ha via libera. Piquet stabilisce il giro più veloce più volte ma arriva secondo a quattro secondi dal francese che con astuzia e tattica si conferma campione del mondo. La Williams è campione del mondo costruttori ma ha gettato il titolo piloti, divisa in qualche faida interna di troppo. Mansell mastica amaro, ha perso un titolo che non avrebbe certo demeritato e a poco conta il premio che vince il “BBC Sports Personality of the Year”. L'arrivo di Jerez Montecarlo La gara di Montreal Ungheria La beffa La gara di Adelaide: http://www.youtube.com/watch?v=EgqNWnE0S0c Grazie a Gio per il contributo fotografico Fine Terza Parte
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  17. Su Pasolini ci sarebbero da dire tantissime cose. Dal punto di vista prettamente "artistico", ovviamente. Ovvero alla sua attività letteraria... Da molti viene considerato un genio. Ci può stare. Per me, anche se ammetto di non conoscere la totalità delle sue opere, era soprattutto un personaggio con una cultura e un'intelligenza fuori dal comune. Ma, soprattutto, (e secondo me è il pregio più grande di tutti) era uno che non scendeva a compromessi. Cosa che, "naturalmente", lo ha reso estremamente scomodo. Certi attacchi rivolti agli "intoccabili" non passavano inosservati. E, di conseguenza, è palese che avesse molti nemici.... In più aveva un altro "difetto". In un paese (non solo in questo, a dire il vero) dove troppo spesso si veniva (e si viene) considerati in base alla tipologia di "fauna" che uno si porta a letto, c'era chi ha sfruttato la cosa per appioppargli la classica e orrenda etichetta che, agli occhi dell'ignorante popolino, veniva considerata molto più di quello che Pasolini realmente rappresentava. Cavalcando anche le circostanze (almeno, quelle ufficiali) che hanno portato alla sua violenta morte, c'è chi, ancora oggi, non rinuncia all'uso di quella "etichetta". Lo fanno persino autorevoli e prestigiose testate giornalistiche (autorevoli e prestigiose come la carta igienica usata)... In ogni caso, con buona pace di chi fa di questa becera mentalità il proprio "modus operandi" nel giudizio di una persona, c'è chi apprezza Pasolini per come arricchiva (e arricchisce) la propria vita che per come viveva la sua. Si può ammirare una persona indipendentemente dalle cose che dice. Le ideologie sono una cosa soggettiva, si possono o non possono condividere, ma l'ammirazione per una persona dal cervello superiore quella no. Quella non è affatto soggettiva....
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  18. Banale... Gilles Villeneuve - McLaren M23 Ford Cosworth - Marlboro McLaren Team - GP Gran Bretagna 1977 (Silverstone) - 9° in qualifica (davanti al compagno Mass, a 8 decimi dal caposquadra Hunt, tempo pari al 101.057% della pole), 11° in gara
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  19. Non posso che essere d'accordo. D'altronde i Queen sono il mio gruppo preferito praticamente da sempre, quindi in certe "valutazioni" non posso che tirare l'acqua al "mio" mulino. A proposito di Bohemian Rhapsody voglio raccontare un aneddoto riguardante un mio amico. Preambolo: lui non è fan dei Queen, lui vive per i Queen. Detto questo, anni fa andava dietro a una pischella. Le ha fatto il filo tipo per due anni. Finalmente la conosce e riesce ad uscirci. In quel periodo girava la versione rivisitata (e pessima) dei Braids e, mentre erano in giro, casualmente per radio passa Bohemian Rhapsody originale dei Queen. Sta pischella, evidentemente, conosceva solo la cover moderna (e sempre pessima) e fa il mortale errore di dire <chi sono st'idioti che hanno copiato la canzone dei Braids>.... L'ha praticamente cacciata a calci nel culo dalla macchina.... Comunque, visto che parliamo dei Queen, ecco il mio debutto in questo topic http://www.youtube.com/watch?v=pUOrAengPH8
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  20. Non ricordo quante volte ho riletto il racconto di Simone. Penso di aver perso il conto... La passione totale con cui ha desiderato, costruito e vissuto questa esperienza è stupenda e fa capire quanto i sogni possano realmente essere realizzati, se dietro c'è un sognatore vero.
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  21. https://www.youtube.com/watch?v=N1gUfCIaDvA
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  22. https://www.youtube.com/watch?v=dDzxn66W3uM
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  23. Già solo questa tua frase in grasseto dovrebbe far accendere un enorme punto interrogativo nella mente di chi ha voglia di addentrarsi nel motorsport, a differenza dei tantissimi che farneticano, danno giudizi trancianti senza sapere nemmeno quante ruote ha una monoposto. Grazie! Avanti così.
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