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Andrea Antonelli


leopnd

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Volevo fare una domanda: adesso tutti ci lamentiamo (giustamente) dei giudici di gara che hanno dato il via ad una corsa impraticabile. Ma i piloti non avrebbero semplicemente potuto ritirarsi?

Questo, ovviamente, non giustifica che i commissari debbano fare errori del genere, poiché se ha un pilota è comunicato che la pista, anche se bagnata, è praticabile, è giusto che si fidi e corra la sua gara. Ma in quelle condizioni chiunque avrebbe intuito l'impraticabilità  della pista. Quello che voglio dire è che il pilota avrebbe potuto manifestare le sue preoccupazioni. E non mi riferisco al singolo Andrea, ma in generale a tutti i piloti.

 

Nel lontano 1976, sul circuito del Fuji, un certo Niki Lauda preferì ritirasi dalla corsa e rinunciare ad un Mondiale il cui valore era stato arricchito da aspre lotte contro Hunt, ma anche dall'incidente che gli costò la faccia (e 42 giorni lontani dalle corse). Un'uomo certamente determinato, sia in pista che fuori ed il suo gesto, in un certo verso, è stato più spettacolare di un qualsiasi sorpasso memorabile o di una qualsiasi stagione indimenticabile.

 

Spesso ci si lamenta che i piloti non hanno più voce in capitolo, però quando inceve potrebbero farsi sentire, non mi pare dicano poi molto. qualcuno di voi ha (giustamente) scritto che bisognerebbe cambiare alcune piste, e qualcuno ha (giustamente) risposto che:" allora eliminiamo preventivamente tutte le curve veloci e sostituiamole con tornantini lentissimi e chicane... Così, nel caso dovesse capitare un'avaria alla vettura, siamo sicuri che non accadrà  niente.... Ma che discorso è... ".
Beh, se c'è qualcuno che dovrebbe avanzare lamentele su un certa curva troppo veloce, o un tratto di pista troppo pericolo, quello dovrebbe essere proprio il pilota. Se siamo stanchi di dover sempre dire:"migliorano la sicurezza solo dopo che un pilota muore.." allora creiamo questa benedetta comunicazione tra piloti e giudici di gara!

 

Sempre per fare un'altro esempio, una volta vidi un documentario sulle vecchie corse di F1. ci fu una stagione in cui i piloti, pur di vedere adempite le proprie richieste in termini di sicurezza, minacciavano di abbandonare la pista e di non partecipare alla gara (ma di quali anni parliamo? 1970?? neanche mi ricordo..).

 

Un'ultima cosa ancora (e concludo): non so se Andrea, ho altri piloti, abbiano espresso, prima dell'avvio della gara, le proprie impressioni o paure (perché sì, è giusto che anche i piloti provino paura), quindi ho voluto fare un discorso generale per non trovarmi poi ad accusare persone non colpevoli ..però se hanno corso la gara, evidentemente nulla di tutto ciò si  è verificato.
 

In realtà  non so se questo mio commento sia proprio necessario (soprattutto in un contesto del genere) perché ormai è successo quel ch'è successo, però mi sembrava giusto rendere noto anche questo lato del Motorsport, ossia la quasi assenza di presa di posizione (voluta o imposta che sia) da parte dei piloti.
 

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Nel lontano 1976, sul circuito del Fuji, un certo Niki Lauda preferì ritirasi dalla corsa e rinunciare ad un Mondiale il cui valore era stato arricchito da aspre lotte contro Hunt, ma anche dall'incidente che gli costò la faccia (e 42 giorni lontani dalle corse). Un'uomo certamente determinato, sia in pista che fuori ed il suo gesto, in un certo verso, è stato più spettacolare di un qualsiasi sorpasso memorabile o di una qualsiasi stagione indimenticabile.

 

Quel giorno, a parole, avevano deciso di ritirarsi tutti.

Nei fatti, si ritirarono Lauda, Fitti, Pace e Perkins. Tutti gli altri, compreso l'amico Hunt, tirarono diritto e inchiappettarono Lauda.

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Quel giorno, a parole, avevano deciso di ritirarsi tutti.

Nei fatti, si ritirarono Lauda, Fitti, Pace e Perkins. Tutti gli altri, compreso l'amico Hunt, tirarono diritto e inchiappettarono Lauda.

il mio era un esempio, è ovvio che tra 4 e 2 ruote c'è differenza.

Comunque rimango della mia idea:"il suo gesto, in un certo verso, è stato più spettacolare di un qualsiasi sorpasso memorabile o di una qualsiasi stagione indimenticabile".

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Quel giorno, a parole, avevano deciso di ritirarsi tutti.

Nei fatti, si ritirarono Lauda, Fitti, Pace e Perkins. Tutti gli altri, compreso l'amico Hunt, tirarono diritto e inchiappettarono Lauda.

Esattamente.

 

I piloti possono anche essere d'accordo a parole sul ritirarsi in blocco in caso di condizioni pericolose, ma nessuno lo farà  mai:

  • Non lo faranno mai i top driver/rider, perchè è troppo grande il timore di venire inchiappettati dai diretti rivali per il campionato che, approfittando del ritiro volontario di un avversario, tirerebbero dritti per guadagnare punti facili
  • Non lo faranno mai i comprimari, perchè sono consapevoli che, nel momento in cui dovessero arrendersi, verrebbero immediatamente mandati a casa e rimpiazzati da qualcun'altro.
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Esattamente.

 

I piloti possono anche essere d'accordo a parole sul ritirarsi in blocco in caso di condizioni pericolose, ma nessuno lo farà  mai:

  • Non lo faranno mai i top driver/rider, perchè è troppo grande il timore di venire inchiappettati dai diretti rivali per il campionato che, approfittando del ritiro volontario di un avversario, tirerebbero dritti per guadagnare punti facili
  • Non lo faranno mai i comprimari, perchè sono consapevoli che, nel momento in cui dovessero arrendersi, verrebbero immediatamente mandati a casa e rimpiazzati da qualcun'altro.

 

In pratica, Lauda è stato un codardo? o non era abbastanza pazzo per un pilota di F1?

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Stesso dubbio che è venuto a me. 

 

I piloti si devono battere per la sicurezza, ma quando questa non c'è devono anche avere il coraggio di non correre. Solo che tra i piloti stessi non vedo una grande unione, a differenza di ciò che avveniva tanti anni fa (l'esempio di Lauda). Quando il giornalista di Mediaset ha chiesto a Baz "Perché non vi fate sentire di più? Non c'è il coraggio?", Loris ha risposto con un lungo "Eeeeeeeeh...." e poi ha cambiato discorso.

 

Da appassionato quale sono, provo massimo rispetto per questi piloti e per le loro imprese, per il loro coraggio, ma a volte penso che dimostrerebbero ancora più coraggio affrontando chi sta sopra di loro ed impone loro di gareggiare in condizioni proibitive, come è successo oggi.

 

Chiaro che il mestiere del pilota quasi "impone" di sfidare ogni avversità , per il coraggio che è caratteristico del mestiere stesso, ma allora Lauda non dovrebbe essere considerato un pilota? Lawson, Rainey, Schwantz e tutti quelli che nel 1989, sotto il nubifragio di Misano, decisero di boicottare la gara all'ultimo momento, non dovrebbero essere considerati piloti? 

 

La sicurezza è la priorità , ovviamente, ma anche i piloti devono alzare la voce, quando si rendono conto che la sicurezza non c'è, non bisogna sempre aspettare che qualcuno si faccia male, o perda la vita addirittura, per polemizzare, ormai è tardi.

 

Anche se alla fine, al destino non puoi andare contro, purtroppo :(

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Andrea Antonelli era pieno di gioia sabato pomeriggio dopo aver ottenuto il quarto tempo nelle prove. Al microfono di Luca Budel si presentava sorridente. Dopo qualche errore di venerdì, era contento di essersi riscattato: "Mi sento in forma, volevo migliorarmi". Poi i dubbi sulle gomme da utilizzare, sulle condizioni del circuito. "Non mi lamento" diceva Andrea con la sua semplicità  figlia della passione per un mondo, quello delle corse, che lo ricorderà  per sempre.

 

http://www.sportmediaset.mediaset.it/superbike/superbike/2013/articoli/1005459/antonelli-l-ultima-intervista-a-mosca-mi-sento-in-forma-160-.shtml

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E su questo siamo d'accordo e l'abbiamo più e più volte ribadito. Oggi le condizioni sarebbero state difficilissime per una gara di macchine, figuriamoci di moto... Ma il problema di fondo è sempre quello. Quando un centauro viene investito c'è ben poco da fare, ed è un'ipotesi che può accadere in qualsiasi circuito e in qualsiasi condizione meteo. Oggi si poteva evitare la tragedia, ma in futuro sarebbe comunque ricapitato... L'abbiamo visto anche recentemente nei casi di Tomizawa e Simoncelli. E' il problema più grande delle corse di moto e, purtroppo, è quello praticamente impossibile da risolvere.... Puoi proteggere maggiormente il collo, ma il resto del corpo rimane comunque vulnerabile. E non c'è modo di salvaguardare completamente le zone vitali...

 

Sono perfettamente d'accordo, ci sono punti vulnerabili per un motociclista e non ci possiamo per ora fare nulla.

Proprio per questo, però, sono dell'idea che sia moralmente obbligatorio.... fare tutto il resto!

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Non conoscevo nemmeno che esistesse questa "sotto-categoria" della superbike, ma vedere un pilota giovane morire così, quando si poteva evitare benissimo, è terribile. 

Quando ho visto l'incidente, ho subito notato i due piloti a destra e a sinistra che appena accorti della caduta si sono girati e hanno provato a segnalare gli altri della presenza di Andrea sull'asfalto.
Ti dispiace eccome(anche se non conosci il pilota) quando pensi alla famiglia che ha perso un figlio oppure ai compagni che hanno vissuto questo triste momento. 

che la sua anima possa riposare in pace.

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Un video che riprendeva molto da vicino Zanetti che investiva Antonelli. Spaventoso davvero, lo stesso autore del video mette la mano davanti al cellulare a scontro avvenuto, si sente pure della gente urlare.

 

Sembra comunque che la caduta di Andrea sia stata causata da un contatto con la moto di Massimo Roccoli, che si era spenta per un guasto.

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