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frederick

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A proposito di cambi di casacca: in questo articolo di 'Motorsport' risalente a Settembre 1987, viene dato l'annuncio del passaggio di Piquet in Lotus. Data la cadenza mensile delle uscite della rivista, non si sarebbe potuta dare la notizia ad Agosto: all'interno viene scritto che essa fu divulgata la prima volta in occasione del Gran Premio di Ungheria 1987. Viene scritto che le ragioni della dipartita dalla Williams sono da imputare al fatto che Piquet fosse fermamente convinto di una mancanza di volontà da parte della scuderia di attenersi ai termini contrattuali, i quali imponevano di supportarlo come prima guida. Piquet, dunque, stipulò un contratto con Lotus approfittando dell'esercizio del diritto di recesso di fonte convenzionale da parte di Senna, a sua volta stanco di attendere i progressi in termini prestazionali del Team Lotus.

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  • leopnd changed the title to Nelson Piquet
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  • 4 months later...

G.P. Germania 1987 a Hockenheim (il vero circuito da quasi 7 km), ottava gara del Mondiale su sedici.

Dopo 5 secondi posti, Nelson Piquet su Williams-Honda approfitta dei ritiri del compagno Mansell e della McLaren-Porsche di Prost e ottiene la sua prima vittoria stagionale, che gli consente di andare in testa alla Classifica con 39 punti, contro i 35 di Senna (Lotus-Honda) e i 30 di Nigel, mentre Prost rimane a 26.

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Estate 1986, prima stagione per Nelson in Williams, che si trova in lotta asfissiante per il titolo col compagno Mansell, con Prost e con Senna. 
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“NELSON PIQUET, che ha compiuto 34 anni in Austria, ha rilasciato un'intervista esclusiva al settimanale brasiliano «Placar» di San Paolo. Senza mezze parole, il brasiliano ha dichiarato che c'e un boicottaggio nei suoi confronti da parte del team Williams: «C'e stata molta "sacanagem" (disonestà) da parte loro - ha detto Piquet - Patrick Head è stato contro il mio ingaggio: lui voleva provare che poteva vincere il campionato con la sua vettura e con un pilota che non aveva ancora il titolo. Insomma, voleva provare quello che tutti sanno: che la sua macchina è la migliore della Formula 1». Per spiegarsi meglio, Piquet racconta quello che è successo prima del Gp di Spagna: «Ho capito tutto li. Mentre Head coccolava ManselI: loro mi hanno dato Frank Dernie - bravo, ma sempre il secondo ingegnere del team - per assistermi ai box». Peggio ancora è accaduto alla vigilia del Gp di Monaco: secondo il brasiliano, gli volevano togliere il muletto e lui si e scatenato contro Head. «L'ho chiamato per un colloquio personale: gli ho fatto vedere il mio contratto di primo pilota e I'ho mandato direttamente a quel paese», racconta Piquet. II giornalista Lemyr Martins, che da 16 anni segue i brasiliani nella Formula 1, gli ha chiesto come sono ora i suoi rapporti con la Williams. «Meravigliosi - ha risposto Piquet con molta ironia -: lo non parlo con ManselI e lui non parla con me. Faccio i miei piani di corsa, non gli passo più nessuna informazione e gli rido in faccia». Per quanto riguarda la sua sfida con Senna, Nelson ha detto che non c'e nulla di personale. «Non ho nulla contro di lui - racconta -. Neanche a favore, è vero, ma come pilota lo ritengo magnifico». Piquet ha riconosciuto di non avere molti amici nella Formula 1: «Il mio grande amico è stato Lauda: un uomo che non doveva nulla a nessuno ma che ha sempre mantenuto I'umiltà. Anche Johansson mi è simpatico, ma gli altri..». Lui dice che i francesi sono tutti «Babacas» (fessi), che Prost ha la puzza sotto il naso e che Arnoux è poco intelligente «...il suo coefficiente intellettivo deve essere ridottissimo». Alla fine, Piquet ammette però che questa è la più bella stagione della Formula 1 e che i migliori piloti attuali sono Senna, Prost e Rosberg; anche Mansell, al quale però non ha risparmiato un'altra frecciatina: «Ha molta fortuna. Fa un testacoda come è successo in Belgio, ma finisce ancora primo. A Hockenheim è arrivato terzo perche le McLaren sono rimaste senza benzina. A Budapest ha sbagliato tre volte eppure è riuscito ad arrivare terzo. Tutto solo perche la macchina è eccezionale e permette questi errori», ha aggiunto con la sua solita «diplomazia» ...”
 
Gerardo Landulfo – AutoSprint n.34 del 1986
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Peccato che molti non leggano la sezione storica. Mi piacerebbe sapere cosa penserebbero confrontando le dichiarazioni di Piquet, con le melensaggini dei ragazzetti di oggi che, senza alcuna colpa, sono  figli di papà (ricchi come nel caso di Stroll, o noti ex piloti come nel caso di Nico Rosberg, Carlitos Sainz, Max Verstappen ecc. ecc.) o comunque allevati dall'età dell'asilo (non è un insulto) per arrivare minorenni in F1. 

Non è solo l'ambiente sterilizzato e banalizzato che li rende incapaci di dire cose significative. E' proprio il fatto che se ti educano a guidare ogni giorno per arrivare a 17 anni in F1, non hai quasi niente da dire, non hai maturato uno sguardo sulla realtà, e puoi solo raccontare di come nel tempo libero giocavi alle simulazioni per tenerti allenato. Un'assurdità.

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Una dichiarazione del genere adesso porterebbe al licenziamento immediato con settimane di scuse profuse in tutte le salse per placare sponsor e azionisti :asd:

 

Sinceramente un pilota al giorno d'oggi può dire solo quello che è previsto dal contratto e probabilmente, come hai giustamente sottolineato, non ha molto altro da dire in ogni caso. Poi se per caso qualche dichiarazione esce dai binari, è l'autore stesso che si smentisce immediatamente, magari per aver "offeso" inavvertitamente qualcuno o qualcosa. Stiamo in ogni caso  confrontando epoche, personaggi e "sport" differenti, probabilmente la situazione attuale "infastidisce" solo gli appassionati di vecchia data mentre è perfettamente normale per gli altri.. 

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13 ore fa, sundance76 ha scritto:
 
Estate 1986, prima stagione per Nelson in Williams, che si trova in lotta asfissiante per il titolo col compagno Mansell, con Prost e con Senna. 
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“NELSON PIQUET, che ha compiuto 34 anni in Austria, ha rilasciato un'intervista esclusiva al settimanale brasiliano «Placar» di San Paolo. Senza mezze parole, il brasiliano ha dichiarato che c'e un boicottaggio nei suoi confronti da parte del team Williams: «C'e stata molta "sacanagem" (disonestà) da parte loro - ha detto Piquet - Patrick Head è stato contro il mio ingaggio: lui voleva provare che poteva vincere il campionato con la sua vettura e con un pilota che non aveva ancora il titolo. Insomma, voleva provare quello che tutti sanno: che la sua macchina è la migliore della Formula 1». Per spiegarsi meglio, Piquet racconta quello che è successo prima del Gp di Spagna: «Ho capito tutto li. Mentre Head coccolava ManselI: loro mi hanno dato Frank Dernie - bravo, ma sempre il secondo ingegnere del team - per assistermi ai box». Peggio ancora è accaduto alla vigilia del Gp di Monaco: secondo il brasiliano, gli volevano togliere il muletto e lui si e scatenato contro Head. «L'ho chiamato per un colloquio personale: gli ho fatto vedere il mio contratto di primo pilota e I'ho mandato direttamente a quel paese», racconta Piquet. II giornalista Lemyr Martins, che da 16 anni segue i brasiliani nella Formula 1, gli ha chiesto come sono ora i suoi rapporti con la Williams. «Meravigliosi - ha risposto Piquet con molta ironia -: lo non parlo con ManselI e lui non parla con me. Faccio i miei piani di corsa, non gli passo più nessuna informazione e gli rido in faccia». Per quanto riguarda la sua sfida con Senna, Nelson ha detto che non c'e nulla di personale. «Non ho nulla contro di lui - racconta -. Neanche a favore, è vero, ma come pilota lo ritengo magnifico». Piquet ha riconosciuto di non avere molti amici nella Formula 1: «Il mio grande amico è stato Lauda: un uomo che non doveva nulla a nessuno ma che ha sempre mantenuto I'umiltà. Anche Johansson mi è simpatico, ma gli altri..». Lui dice che i francesi sono tutti «Babacas» (fessi), che Prost ha la puzza sotto il naso e che Arnoux è poco intelligente «...il suo coefficiente intellettivo deve essere ridottissimo». Alla fine, Piquet ammette però che questa è la più bella stagione della Formula 1 e che i migliori piloti attuali sono Senna, Prost e Rosberg; anche Mansell, al quale però non ha risparmiato un'altra frecciatina: «Ha molta fortuna. Fa un testacoda come è successo in Belgio, ma finisce ancora primo. A Hockenheim è arrivato terzo perche le McLaren sono rimaste senza benzina. A Budapest ha sbagliato tre volte eppure è riuscito ad arrivare terzo. Tutto solo perche la macchina è eccezionale e permette questi errori», ha aggiunto con la sua solita «diplomazia» ...”
 
Gerardo Landulfo – AutoSprint n.34 del 1986

 

Grazie Sundance , è sempre un piacere rileggere queste cronache. 

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Alcune circostanze nella conquista dei suoi tre titoli unitamente a una carriera veramente competitiva limitata (anche) dalla botta di Imola ne svalutano, un po' ingiustamente, la sua posizione tra i più grandi.

Ma il Piquet degli anni migliori non aveva nulla da invidiare  ai Prost o Senna anche degli anni successivi.

Modificato da duvel
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