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09. Gran Premio d'Austria 2019 | Spielberg


leopnd

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1 minuto fa, Nameless Hero ha scritto:

ti ribalti se c'è una distesa di ghiaia, come in quel punto, non ti ribalti per 3 metri di ghiaia e poi asfalto.

 

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è esattamente quello che sto dicendo io.
Ghiaia dove lì c'è l'erba e asfalto dove c'è ghiaia, e sono tutti contenti. C'è la sicurezza e non guadagni nulla se invece vai solo largo.

Alonso s'è ribaltato perché dopo aver preso velocità ha trovato il ghiaione.

Proprio in quel punto che non ha manco sto gran senso tenere il ghiaione poi, fanno proprio le cose a cazzo.

Che tu metta un metro o cento di ghiaia non cambia nulla. È il primo impatto che causa l’inizio. Ansi forse se metti l’asfalto dopo è anche peggio perché così arriva ancora più veloce alle barriere. 

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1 minuto fa, KingOfSpa ha scritto:

Che tu metta un metro o cento di ghiaia non cambia nulla. È il primo impatto che causa l’inizio. Ansi forse se metti l’asfalto dopo è anche peggio perché così arriva ancora più veloce alle barriere. 

se la ghiaia l'avesse beccata subito sarebbe stato più lento.

E poi evidentemente era fatto male il passaggio da erba a ghiaia perché è come se avesse beccato un gradino. Se fai le cose per bene non ti ribalti.

 

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@Nameless Hero

Se arrivi di fiancata sulla ghiaia ed in un punto ad altissima velocità come la parabolica Il pilota se la vede nera senza pensare al pericolo detriti. ( Halo ti protegge solo da grosse cose come altre vetture o gomme più o meno). 
Queste immagini ti fanno vedere come il cappotamento inizia propio con la ghiaia.  Poi non lo so c’è un modo per evitare tale “gradino”. Resta il fatto che è quasi sempre successo anche sulle migliori piste del mondo. 
Ripeto l’idea di mettere ghiaia in zone a bassa velocità andrebbe anche bene ese dopo c’è un congruo spazio per evitare un impatto contro le barriere troppo forte. 

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Modificato da KingOfSpa
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7 minuti fa, KingOfSpa ha scritto:

Ha dovuto saltare un gp per quella botta e gli è andata bene. 
Come ho detto altre volte quella della sicurezza prima di tutto è una cosa sulla quale non si può tornare indietro. 
Cito parole dello stesso Alonso di 4 mesi successivi all’impatto 

“Sento ancora dolore alle costole – ha commentato il pilota della McLaren ai colleghi del The Sun – Quando guidiamo dobbiamo usare alcuni muscoli specifici che stanno proprio vicino alle costole e in quel punto non mi sento apposto come dall’altra parte“.

Il problema sta proprio qui: la questione della sicurezza ormai è visto come un dogma assoluto, da trattare in modo cieco e al limite dell'estremismo.

Io non la vedo così. Non posso vederla così.

È sacrosanto avere macchine sicure. È sacrosanto avere monoscocche in carbonio, crash-test di ogni tipo, i cavi di ritenzione per le ruote, Halo, il collare Hans, caschi sempre più resistenti e chi più ne ha più ne metta

È sacrosanto avere barriere di protezione sempre più evolute e meglio costruite in modo da assorbire al meglio gli urti. È sacrosanto anche avere ampi spazi di fuga, al fine di minimizzare la probabilità che avvenga il contatto contro le barriere

È sacrosanto neutralizzare le gare, in modo parziale o totale, per rimuovere le macchine messe in posizione di pericolo a bordo pista, anche se in certe occasioni è più pericolosa la fase d'intervento dei mezzi di soccorso che non lasciare la macchina incidentata a bordo pista.

Non si può però sacrificare tutto sull'altare della sicurezza. Se una gara viene decisa a tavolino dall'intervento dei giudici in assenza di manovre volte evidentemente a mettere fuori gioco l'avversario, significa che lo sport è marcio e incancrenito nel suo profondo, quasi in metastasi oserei dire.

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Anche la semplice erba oltre il cordolo andrebbe bene, non per forza la ghiaia. La ghiaia è più penalizzante, ma anche l'erba fa perdere parecchia trazione dopo una curva.
In ogni caso, un deterrente è necessario. In questo, ogni anno, l'Austria è vergognosa: i piloti passano quasi più tempo oltre i cordoli che in pista.

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12 minuti fa, Andrea Gardenal ha scritto:

Il problema sta proprio qui: la questione della sicurezza ormai è visto come un dogma assoluto, da trattare in modo cieco e al limite dell'estremismo.

Non si può però sacrificare tutto sull'altare della sicurezza. 

Ed hai ragione, ma la f1 non può più permettersi gravi incidenti a livello mediatico. 
Sono riusciti a non avere grossi casini con  il caso Bianchi scaricando la colpa su di lui aggrappandosi con le mani e con le unghie a quelle doppie bandiere gialle esposte, ma questo lo sappiamo noi che seguiamo in modo serio tale campionato. Anche chi segue la formula 1 da anni, ma si limita ad un visione superficiale pensa che alla fine sia stato un errore di Bianchi. 

Se fosse morto Hamilton cosa sarebbe successo? 
Non siamo più negli anni ottanta e novanta. Oggi sarebbe una batosta definitiva al campionato. 

Gia c’è gente che contesta perché inquinano , fanno rumore , sono uno spreco di soldi ecc.. 

Figuriamoci se si fanno “passi indietro” sulla sicurezza anche se di fatto sappiamo bene noi che non cambia nulla. 

Purtroppo il mondo è questo e ci si deve adeguare. 
Questo fa nascere questo eccessivo ricorso alle penalità e a queste vite di fuga. 
 

Modificato da KingOfSpa
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25 minuti fa, BurgerChrist ha scritto:

Esatto! In molti dicono: "Se ci fosse stato il muro, Leclerc avrebbe avuto conseguenza ben peggiori!", ma non è vero, perchè in quel caso Charles non ci avrebbe neanche provato, a difendersi così, ma avrebbe fatto una manovra diversa.

Questi laghi asfaltati rendono i piloti molto più spregiudicati, sia in difesa sia in attacco. La penalità di Ricciardo su Raikkonen al Paul Ricard, ad esempio, è sacrosanta in quanto l'Australiano supera impunemente i limiti di quel muro immaginario rappresentato dalla linea bianca. Raikkonen difende fino a quel limite perchè sa che, in teoria, è invalicabile. Altrimenti, nulla gli avrebbe vietato di stringere fino al vero muro che era qualche metro più a destra.

Invece su questa ultima parte non sono del tutto d’accordo.

Nel senso che il ragionamento vale per entrambi i piloti, sia chi difende sia chi attacca.

Ci si potrebbe porre la domanda inversa, se ci fosse stato il muro, Max avrebbe fatto la stessa manovra?

Io sono convinto di no.

E se l’avesse fatta sarebbe stato da penalizzare?

decisamente si.

Più o meno stesso discorso per la ghiaia anche se le mie certezze sulla mancata spintarella di Max vacillerebbero non poco :asd: 

 

Per quanto riguarda il pilota nella posizione più sfavorevole, indipendentemente dal fatto che sia in difesa o in attacco, è tutta questione di fiducia nell’avversario e nella situazione.

Insistere all’esterno è sempre molto rischioso e il più delle volte hai la peggio. Se sei così bravo da capire che l’altro è talmente impiccato da arrivare largo a prescindere dalla tua presenza, devi mollare e tentare di incrociare, accettando anche il fatto di essere battuto (in quella curva non c’è possibilità di incrocio, se passi dietro, ci rimani).

Se hai fiducia nella “sportività” dell’altro (o anche se sei accecato dall’agonismo da fregartene), hai tutto il diritto di provare a fare la tua linea, perché l’altro ha il dovere (morale e formale) di lasciartela percorrere... sempre mettendo in conto che in caso di contatto 99 su 100 ci perdi tu.

 

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15 minuti fa, MauroC ha scritto:

Invece su questa ultima parte non sono del tutto d’accordo.

Nel senso che il ragionamento vale per entrambi i piloti, sia chi difende sia chi attacca.

Ci si potrebbe porre la domanda inversa, se ci fosse stato il muro, Max avrebbe fatto la stessa manovra?

Io sono convinto di no.

E se l’avesse fatta sarebbe stato da penalizzare?

decisamente si.

Più o meno stesso discorso per la ghiaia anche se le mie certezze sulla mancata spintarella di Max vacillerebbero non poco :asd: 

 

Per quanto riguarda il pilota nella posizione più sfavorevole, indipendentemente dal fatto che sia in difesa o in attacco, è tutta questione di fiducia nell’avversario e nella situazione.

Insistere all’esterno è sempre molto rischioso e il più delle volte hai la peggio. Se sei così bravo da capire che l’altro è talmente impiccato da arrivare largo a prescindere dalla tua presenza, devi mollare e tentare di incrociare, accettando anche il fatto di essere battuto (in quella curva non c’è possibilità di incrocio, se passi dietro, ci rimani).

Se hai fiducia nella “sportività” dell’altro (o anche se sei accecato dall’agonismo da fregartene), hai tutto il diritto di provare a fare la tua linea, perché l’altro ha il dovere (morale e formale) di lasciartela percorrere... sempre mettendo in conto che in caso di contatto 99 su 100 ci perdi tu.

 

Anche io, nella seconda parte del mio commento, dico che le distese di asfalto rendono i piloti più spregiudicato sia in difesa che in attacco. Diciamo che Max ha attaccato così e Leclerc ha difeso così anche a causa della via di fuga asfaltata. In ogni caso, stiamo parlando di due piloti consapevoli dei rischi e delle probabili conseguenze, in attacco e  in difesa. Si arriva al contatto nonostante tutto? Normale incidente di gara.

P.s. Situazione completamente diversa da Rosberg-Hamilton nel 2016. In quel caso il tedesco non provò neanche a curvare. Se non ci fosse stato Hamilton, si sarebbe fermato nel salottino della Merkel.

Modificato da BurgerChrist
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Il DRS è un male necessario oggi, dice Brawn (mi chiedo se lo elimineranno nel 2021). Ciò che più mi perplime è la parte del regolamento per cui il DRS è attivabile anche se si è a meno di un secondo da un pilota doppiato. Non è una perplessità che nasce da ieri, ma che ho sempre avuto. Ieri, però, i doppiati sono stati molto influenti: non solo Leclerc li ha quasi sempre trovati nel tratto guidato, ma Max, di converso, ne ha quasi sempre potuto sfruttare la scia con il DRS. Poi avrebbe vinto lo stesso, eh, non ci piove.
Tuttavia, il doppiato non compete con te e il DRS dovrebbe aiutarti a sorpassare il pilota con cui, invece, stai battagliando. Non capisco, dunque, la necessità del DRS in fase di doppiaggio.

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11 ore fa, MauroC ha scritto:

È qualcosa più di un’opinione, sono ragionevolmente certo che avevano superato l’apex, quindi erano entrambi in accelerazione o in transitorio, comunque ben lontani dalla fase critica.

La seconda parte non la commento per pudore.

 

Condivido il ragionamento fatto da @AmanteMercedes qualche post sopra e ovviamente andrebbe letto in maniera bidirezionale.

È quindi il discorso che fai per Verstappen lo devi applicare anche a Leclerc visto che tu stesso affermi che erano entrambi in accelerazione... Verstappen sapeva di avere Leclerc a fianco e viceversa...solo che quello che era all' interno aveva il cosiddetto diritto di traiettoria mentre l' altro no ed ha forzato solo perché oltre al cordolo c' era l' asfalto, altrimenti... 

;)

Modificato da Kitt
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1 ora fa, MauroC ha scritto:

Sono anche d'accordo sul discorso dell'uniformità di giudizio, soprattutto a campionato in corso. D'altronde, in una partita di calcio, se l'arbitro, sbagliando, assegna un rigore per una squadra e, poi, per episodio simile non lo assegna all'altra, si grida allo scandalo perchè almeno, sbagliando due volte, puoi raddrizzare il torto di prima. Infatti, sono abbastanza convinto che se i protagonisti fossero stati di nuovo Vettel e Hamilton, la penalità ci sarebbe stata.
È anche vero, però, che mi piace essere coerente nella vita e nei giudizi: mai e poi mai avrei penalizzato Vettel in Canada; mai e poi mai avrei penalizzato Verstappen ieri. Mai, dunque, dirò che in nome dell'uniformità di giudizio Leclerc avrebbe dovuto vincere a tavolino il GP di ieri e sono contento, in fondo, di come sia andata.
Ma io sono uno spettatore, un appassionato che vuole un certo tipo di F1 e loro sono (dovrebbero essere) dei professionisti in grado di decidere sugli episodi di una gara e di un campionato. Forse i commissari avrebbero dovuto mantenere gli stessi criteri fino all'anno prossimo, come dice anche Alessandro nel suo editoriale e molti altri del settore in giro (non commento Motorsport che grida allo scandalo, ma vabbè).

Forse...

Modificato da BurgerChrist
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1 ora fa, MauroC ha scritto:

Stavolta non concordo con Donnini. Non puoi scrivere che la formula uno di oggi è la più pallosa che mai, che è ridotta a sport per "signorine" e ora scrivere che l'ordine d'arrivo sancito dalla pista, stavolta si, andava sovvertito a tavolino. 

 

Siccome ero d'accordo coi precedenti articoli, ora coerentemente sono contento che nessuno si sia intromesso a regolare d'ufficio la faccenda tra le "signorine".

 

Poi ok, di riffa o di raffa, ci va di mezzo sempre la Calimera rossa, e mi brucia, ma se vuoi che un errore venga corretto è fatale muoversi in discontinuità col passato. Ironia della sorte, la Ferrari ha patito prima lo sbaglio e poi l'aggiusto, ma quest'ultimo in sé dovrebbe essere salutato con favore.

 

Certo resta la questionea dell'uniformità del giudizio, ma semmai riguarda il futuro: alla prossima quale linea prevarrà, la linea Canada (che tra l'altro è quella ancora scritta nero su bianco nel regolamento) o la linea Austria? Se la discussione è questa, ok, ma se si piange su zeltweg allora no, mi sa un bel po' di paraculaggine. E da Donnini non me lo aspettavo

Modificato da Nemo981
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56 minuti fa, Kitt ha scritto:

È quindi il discorso che fai per Verstappen lo devi applicare anche a Leclerc visto che tu stesso affermi che erano entrambi in accelerazione... Verstappen sapeva di avere Leclerc a fianco e viceversa...solo che quello che era all' interno aveva il cosiddetto diritto di traiettoria mentre l' altro no ed ha forzato solo perché oltre al cordolo c' era l' asfalto, altrimenti... 

;)

Toto Wolf: "C'è una regola che dice che si deve lasciare una macchina di spazio; anche a me piace la lotta in pista, ma allora dobbiamo cambiare le regole.”

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34 minuti fa, BurgerChrist ha scritto:

 

 

30 minuti fa, Nemo981 ha scritto:

 

Sostanzialmente sono d’accordo con voi ma Donnini va un po’ oltre la questione “doveva essere penalizzato tizio o caio”... complessivamente ho trovato l’articolo eccessivamente retorico (a mio parere Donnini ci scivola spesso, pur condividendo quasi sempre i suoi contenuti) e facilmente fuorviante... penso abbia messo un po’ troppa carne al fuoco nell’insieme.

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47 minuti fa, BurgerChrist ha scritto:

Sono anche d'accordo sul discorso dell'uniformità di giudizio, soprattutto a campionato in corso. D'altronde, in una partita di calcio, se l'arbitro, sbagliando, assegna un rigore per una squadra e, poi, per episodio simile non lo assegna all'altra, si grida allo scandalo perchè almeno, sbagliando due volte, puoi raddrizzare il torto di prima. Infatti, sono abbastanza convinto che se i protagonisti fossero stati di nuovo Vettel e Hamilton, la penalità ci sarebbe stata.
È anche vero, però, che mi piace essere coerente nella vita e nei giudizi: mai e poi mai avrei penalizzato Vettel in Canada; mai e poi mai avrei penalizzato Verstappen ieri. Mai, dunque, dirò che in nome dell'uniformità di giudizio Leclerc avrebbe dovuto vincere a tavolino il GP di ieri e sono contento, in fondo, di come sia andata.
Ma io sono uno spettatore, un appassionato che vuole un certo tipo di F1 e loro sono (dovrebbero essere) dei professionisti in grado di decidere sugli episodi di una gara e di un campionato. Forse i commissari avrebbero dovuto mantenere gli stessi criteri fino all'anno prossimo, come dice anche Alessandro nel suo editoriale e molti altri del settore in giro (non commento Motorsport che grida allo scandalo, ma vabbè).

Forse...

In Canada c'è stata eccessiva rigidità da parte dei commissari 

Io non voglio uniformità di giudizio con i fatto del Canada se questa deve portare a situazioni come quella vista li

Hanno agito correttamente o hanno sbagliato? 

Si e si...da regolamento hanno agito correttamente, ma hanno sbagliato a prendere il regolamento troppo alla lettera vista la situazione di Vettel...

Mo basta con sto Canada...non deve essere quello l' episodio guida...jo lo considero come una decisione troppo dura e non vorrei che in futuro fosse così, quindi ben venga se in futuro avremo decisioni maggiormente in linea con quelle di ieri

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23 ore fa, KingOfSpa ha scritto:

Lo hanno applicato.

Non so come altro dirlo.

menti sapendo di mentire (oppure prendi in giro, e per carità, non sto a pensar questo, opto per la prima).

il regolamento recita a chiare lettere che devi lasciare lo spazio di una vettura tra te ed il limite della carreggiata finché hai un avversario a fianco. Verstappen non l'ha fatto e da regolamento andava penalizzato.

Modificato da Trailblazer
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Ieri ho scritto in maniera un pochino confusa, c'erano dei refusi e un po' di pasticcio con la punteggiatura. Comunque, credetemi, nella realtà - giudicando di cose serie (reati, situazioni patrimoniali, posti di lavoro ecc...) - si dà sempre preminenza alla correttezza della decisione rispetto all'uniformità del precedente. Persino nei sistemi basati sul precedente vincolante, diventa importante il confronto "ragionato" sulla continuità.

Di base riprendo però il tema del Canada, con la controprova: non esiste tra gli attori della F1 qualcuno che sia nella posizione di poter portare avanti un ragionamento basato su una linea di pensiero e non su una contingenza del momento (circostanza che rende i vari Binotti, Wolf ecc.. nessuno escluso, neanche tra i piloti, delle imbarazzate prima che imbarazzanti banderuole argomentative, o meglio dei tecnici a "critica vincolata").

Vogliamo stendere delle linee guida serie uguali per tutti e chiare? Benissimo. I piloti, un panel di vecchie glorie, esperti, commissari, ecc.. che a inizio anno a bocce ferme, senza nessun episodio da difendere a "critica vincolata" (per dirla in modo elegante) si riuniscano e dettino dei criteri, magari con una bella casistica in Computer grafica (con tante automobiline tipo quelle del manuale della patente). Non risolvi tutto, però magari eviti che qualcuno cada nella tentazione di paragonare le pere con le carote. 

Succede anche nel mio settore: nella quotidianità facciamo tutti "critica vincolata"; poi dovrebbero esistere dei contesti tecnici in grado di segnalare onestamente i problemi tecnici e correggere ciò che non va (ogni tanto, è stupefacente ma arrivano soluzioni e non solo problemi ...)

Ci tengo anche a precisare, che non si tratta di una critica rivolta nello specifico ad un team, ad un pilota oppure ad una tifoserie (certo, quando di mezzo c'è il team più amato tende ad esserci più enfasi ...); penso che sia un problema generalizzato.

 

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