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Coppa dei Prigionieri 1945


sundance76

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Nizza, lunedì di Pasqua 1946
“Le corse sono di nuovo tra di noi”
ma il vero inizio è il 9 settembre 1945, a Parigi

Il lunedì di Pasqua 1946 sulla Promenade des Anglais a Nizza, fu  teatro di un evento straordinario: “Gli anni da poco trascorsi sembrarono svanire come un brutto sogno la settimana prima del week-end di Pasqua. Balle di paglia venivano allineate lungo la strada, venivano erette passerelle, bandiere e striscioni garrivano vistosamente contro gli edifici di un bianco accecante. Le corse erano di nuovo fra noi e giustamente in Francia dove tutto era cominciato più di 50 anni prima”. 


Queste parole del giornalista inglese John Eason Gibson descrivono la febbrile preparazione e la gioiosa aspettativa per il primo Gran Premio internazionale del dopoguerra. Gli organizzatori francesi erano pronti a ricominciare dopo meno di un anno dalla fine del conflitto che aveva, più di ogni altro, creato distruzione in Europa. 

A onor del vero, i motori erano già tornati a farsi sentire in precedenza. Il 9 settembre 1945, 90,000 (alcuni dicono il doppio) parigini avevano affollato il Bois de Boulogne per essere spettatori di un meeting di tre gare. Si trattò, tuttavia, di un evento concepito per liberare, dopo una sosta di sei anni, le emozioni di piloti, addetti ed appassionati francesi più che di una vera e propria manifestazione sportiva. Le gare erano intitolate a Robert Benoist, ai Prigionieri ed alla Liberazione, rispettivamente. Queste dediche sottolineavano il tono eminentemente celebrativo della manifestazione.

Benoist, il grande pilota di Delage e Bugatti, era stato impiccato a Buchenwald nel 1944 dove era stato deportato dopo che la rete di informatori da lui organizzata era stata scoperta. Le fotografie mostrano nella penombra, sotto gli alberi del Bois in un tardo pomeriggio autunnale, i vincitori accolti da una austera signora in nero con cappello e veletta, variamente descritta come la vedova, la figlia o la sorella dell’Eroe e letteralmente circondati da ufficiali delle FFL con i loro baschi, neri anch’essi. Il gaudente Amédée Gordini, vincitore della classe per vetture due litri non sovralimentate, appare attonito in questa compagnia.


La gara principale venne vinta da Jean-Pierre Wimille alla guida della Bugatti 4.7 litri con compressore, dopo essere partito dall’ultima fila avendo ottenuto la licenza di correre solo al mattino della gara dalla sua squadriglia nell’aviazione delle FFL. 
Ettore Bugatti, spettatore ad una corsa per l’ultima volta, era arrivato alla guida della sua Royale indossando l’abituale bombetta per presenziare alla vittoria del suo pilota preferito.

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(Da "Corse Grand Prix e Formule Libre 1945-1949", Conferenza di Alessandro Silva, Museo Automobile di Torino, 22 ottobre 2005, Monografia AISA n. 66)

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