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mammamia

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Ecco la mia domanda per Dindo:

 

Per un pilota di vertice, attualmente alla 24 ore di Le Mans quanto conta in percentuale il sapersi gestire e quanto invece la velocità  pura?

 

Se la domanda precedente sembra banale, allora eccone un'altra:

 

In genere, a quale ora la stanchezza si fa maggiormente sentire?

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Dopo le prime tre gare del campionato, e in particolare alla luce dell'andamento della 24 Ore, quali ritieni che siano i maggiori punti di forza dell'Audi rispetto alla Toyota e quali invece quelli in cui la casa tedesca deve recuperare rispetto a quella giapponese? In relazione a questa risposta vorrei inoltre sapere se c'è qualche gara tra le 5 rimanenti nel calendario WEC in cui vede l'Audi indietro rispetto alla Toyota, e quindi costretta a recuperare. Se questa seconda domanda viene considerata "di troppo" può tranquillamente essere trascurata.

 

Grazie

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  • 3 years later...

Rinaldo Capello, meglio conosciuto con il soprannome Dindo, non è molto noto tra chi si professa appassionato di motorsport ma in realtà segue solo la F1. Questo pilota piemontese, infatti, non ha mai corso un GP iridato al volante di una monoposto ma è uno dei driver italiani più vincenti nell’endurance. Dindo nasce il 17 giugno 1964 ad Asti. Dopo aver mosso i primi passi, come la stragrande maggioranza dei suoi colleghi, sui kart debutta a 19 anni al volante di una monoposto nel campionato Formula Fiat Abarth.

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Nel 1985 sale di livello e affronta il campionato italiano di Formula 3: gareggia in questa categoria fino alla fine del decennio ottenendo numerose vittorie ma senza tuttavia portare a casa il titolo. La svolta per Dindo Capello arriva nel 1990 con il passaggio alle ruote coperte: diventa campione nazionale turismo Gruppo A con una Volkswagen Golf e l’anno successivo viene ingaggiato dall’Audi. Corre numerose gare, anche in Germania, e nel 1996 ottiene il risultato più importante, diventando campione italiano Superturismo con la A4.

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Le maggiori soddisfazioni arrivano nella categoria Endurance: debutta alla 24 Ore di Le Mans nel 1998 con una McLaren F1 in un equipaggio composto dal tedesco Thomas Bscher e dal nostro Emanuele Pirro e dal 1999 decide di impegnarsi a tempo pieno in questa disciplina con l’Audi. Il primo successo rilevante nelle gare di durata per Dindo Capello arriva nel 2000 con la vittoria alla Petit Le Mans insieme a Michele Alboreto e al britannico Allan McNish mentre nel 2001 e nel 2002 è la volta dei due trionfi consecutivi alla 12 Ore di Sebring: il primo con Alboreto e il francese Laurent Aïello, il secondo con il britannico Johnny Herbert e il nostro Christian Pescatori. Il 2003 è l’anno della prima vittoria alla 24 Ore di Le Mans, con una Bentley, insieme al danese Tom Kristensen e al britannico Guy Smith. Il successo si ripete l’anno seguente sempre con Kristensen ma con un’Audi e con un nuovo compagno di squadra: il giapponese Seiji Ara.

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Dopo una parentesi deludente nel DTM (0 punti) con l’Audi A4 nel 2005 Dindo Capello torna nel 2006 nell’endurance ottenendo subito risultati impressionanti: vince a Sebring con Kristensen e McNish e insieme a quest’ultimo si aggiudica il campionato American Le Mans Series (trionfo, quest’ultimo, ripetuto anche l’anno successivo). Nel 2008 Dindo Capello sale per la terza e ultima volta sul gradino più alto del podio della 24 Ore di Le Mans insieme a Kristensen e McNish e con i due coéquipier porta a casa anche la 12 Ore di Sebring (successo ottenuto anche nel 2009). Il trio anglo-italiano-danese trionfa anche negli States nel 2012: in quell’anno Dindo decide di abbandonare il mondo delle corse per concentrarsi sulla gestione delle sue quattro concessionarie Audi sparse per il Piemonte.

 

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Il mio idolo con Giovanardi e Colcisgo nell'era del Superturismo... Mamma che auto e che sound l'Audi A4... Mi ricordo ancora a Monza quando è uscito alla Parabolica all'ultimo giro per prendersi il podio! Era forse l'ultima gara in assoluto dell'era del Superturismo


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Grande Dindo, simbolo del marchio Audi ancora oggi. Sicuramente sulla A4 non valeva Pirro, ma il titolo del 1996 fu tanta roba, resistendo al ritorno delle BMW nel finale di stagione. Poi ciò che ha fatto nelle corse endurance è stato decisamente degno di nota, con Kristensen e McNish ha formato un trio che solo Lotterer, Tréluyer e Fässler sono riusciti a replicare in quanto a successi.

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