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Coppa Ciano 1938


leopnd

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Nel 1938 la “XVIII Coppa Ciano” ospitava ancora le vetture di Formula 1, che nel frattempo avevano cambiato regolamento tecnico passando dalla formula del “peso massimo”, 750 chili, a quella basata sulla cilindrata massima con motori di 3000cc sovralimentati oppure 4500cc aspirati. Il via alla presenza di Costanzo Ciano con la consorte Carolina ed il nipotino Fabrizio, figlio di Galeazzo. Nella F.1 che partiva alle 17, scattava alla partenza Trossi con la Maserati 8 cilindri, ma ben presto Lang e Caracciola con le Mercedes W154 di 2960cc si piazzavano al comando, alternandosi a condurre. Quando Caracciola si fermava per noie meccaniche la terza Mercedes quella di von Brauchitsch si faceva sotto al capofila Lang, lo attaccava, passava al comando e concludeva per prima la gara con quasi 40” di vantaggio sul compagno di squadra. Ma la gara non finiva con la bandiera a scacchi: von Brauchitsch veniva squalificato perché proprio in vista del traguardo la macchina tedesca dopo una sbandata, era uscita di strada ed era stata rimessa in pista dal pubblico, cosa non consentita dal regolamento sportivo delle corse internazionali. La vittoria andava così a Lang. L’Alfa Romeo che in quella stagione era ritornata ufficialmente alle corse assorbendo la Scuderia Ferrari, conquistava il secondo posto con la nuova 312 a 12 cilindri di 2995cc affidata a Farina, mentre al terzo posto terminava l’altra Alfa Romeo guidata da Biondetti e Wimille. Nella gara riservata alle vetturette da 1500cc che avevano aperto la giornata di gare, netta vittoria di Emilio Villoresi con la nuova Alfa Romeo 158 davanti al compagno di squadra Biondetti, terminato a soli 2” dal vincitore.

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  • 1 month later...
Il 8/12/2016 at 08:27 , leopnd ha scritto:

Nel 1938 la “XVIII Coppa Ciano” ospitava ancora le vetture di Formula 1, che nel frattempo avevano cambiato regolamento tecnico passando dalla formula del “peso massimo”, 750 chili, a quella basata sulla cilindrata massima con motori di 3000cc sovralimentati oppure 4500cc aspirati. 

Diciamo che la categoria maggiore si chiamava ancora "Formula Grand Prix"

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49 minuti fa, leopnd ha scritto:

Diciamo, diciamo, e parliamone anche...

Io sono fascinato dal fatto che c'erano tante corse non-championship... Ma non solo allora, anche dopo, fino ai anni 80...

Ma i costi erano tanto piu' bassi oppure? Come ci riuscivano?

 

In realtà la visione delle cose era totalmente diversa. Non devi ragionare col "Campionato" al centro. Questa è una visione successiva.

Ogni anno veniva stilato un calendario di gare, che avevano diversa importanza, da quelle di rilevanza locale, nazionale fino a quella internazionale. Fra quelle internazionali (ad esempio Coppa Acerbo, i vari GP col nome della nazione ospitante,o anche i GP di Tripoli, Coppa Ciano, Barcellona, Marna, Avus, Donington ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.) le più importanti erano i Grand Prix col nome della nazione ospitante (GP Italia, GP Francia, GP Spagna, GP Germania, GP Belgio, GP Svizzera, GP Monaco). In determinati anni, quando la Federazione (che all'epoca si chiamava "Aiacr", Associazione internazionale degli automobil club riconosciuti) provava a organizzare campionati sovranazionali (perché c'erano già campionati nazionali, in Italia a partire del 1927), ecco che tra quei GP col nome della nazione ospitante venivano scelti alcuni per determinare un riconoscimento come quello di Campione d'Europa (ci fu nel 1931 e 1932, e poi dal 1935 al 1939).

I veri e propri "Grand Prix", quelli che avevano la priorità nella scelta della data in calendario, dovevano ad esempio avere un chilometraggio minimo (500 km), ma poi succedeva che anche altre gare prestigiose (GP di Tripoli o Coppa Acerbo a Pescara) avessero lo stesso chilometraggio pur non essendo veri e propri "Grand Prix" (nel nostro paese c'era già ovviamente il Gran Premio d'Italia), anche se si correvano con macchine rispondenti alla Formula Grand Prix.

Ma quando venivano stilati i calendari stagionali, piloti e squadre non stavano a guardare se quell'anno ci fosse oppure no un Campionato internazionale. Quello era un "di più".

Negli anni '50 e '60 c'erano un equilibrio differente: una decina di gare "iridate" valide per il Mondiale, e almeno un'altra decina totalmente slegate dal campionato.

Dagli anni '70 a oggi la prospettiva è capovolta: ogni Gran Premio è sempre valido per il Campionato, al punto che l'unica cosa che davvero conta è vincere il titolo.

Negli anni '30 non era così, o meglio non era del tutto così. Il discorso è un po' articolato, ci vuole un certo prolungato contatto con le usanze e la mentalità dell'epoca, per comprendere quella realtà.

Per cominciare, si può dare un occhio qui:

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