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Jps76

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Parlo, tanto per cambiare :asd: per esperienza dovuta all'anagrafe :senilità:
L'avvento di McRae per quello che allora era ancora il Mondiale Rally e non ancora il WRC ebbe l'impatto di un elettroshock. Il pallidissimo pilota figlio d'arte aveva dalla sua una cosa che altri, seppur grandissimi, non avevano: lo stile
Intendiamoci, quella era un epoca zeppa di campioni figlia di un epoca piena di campionissimi :pipa: Si era passati infatti dai vari Alen, Toivonen, Mikkola, Blomqvist, Bettega e Darniche a gente come Sainz, Kankkunen, Auriol, Biasion e compagnia cantante. Però fra questi pilotissimi nessuno aveva la sfrontatezza, l'esuberanza e l'incoscienza di calcare ogni ps come faceva lo scozzese, convinto probabilmente che quella era l'unica prova speciale messa a disposizione dalla vita.
Mi avventuro in un paragone scomodo. Detto da me è piu' scomodo ancora :asd:. McRae (quel McRae) stava ai rally come Gilles Villeneuve era stato alla Formula 1. Era esuberante, grintoso e spericolato al limite del fastidioso e spesso questo lo portava ad andare anche molto oltre. Ma era quella la sua forza, la sua magia, il suo carisma. Ebbe poi il grandissimo merito di sdoganare i rally e farli propri anche di chi no capiva un accidenti di road book e controlli orari. Non era solo una questione di videogiochi di successo: McRae ed il suo rotolantissimo stile di guida condussero le competizioni su strada ad una popolarità che non si vedeva (in italia) neanche ai tempi della 131, giudicata da molti troppo naif seppure proletaria, neanche ai tempi del Drago di Cavarzere o dei mostri Gruppo B
La sua guida aveva un sapore speciale ed esaltante. Lo vidi all'opera sul campo in quattro o cinque occasioni. L'ultima di queste la ricordo bene
Era il Sanremo del 2000 se non ricordo male. Dopo aver dormito sulla brina di un prato del monte Ceppo venni svegliato dal borbottio dei primi ricognitori :vaffanculo: Ero nei pressi di una svolta, una sorta di mini Motodrom posto sulle alpi marittime, posto bellissimo. Poco dopo le nove cominciarono i passaggi del primo giro: Panizzi, Delecour, Makinen, Sainz....compivano una sinistra destra che li faceva atterrare in un piazzalone, dove compivano una lunga sinistra che li faceva scomparire nel bosco....tutti molto puliti (eccezion fatta per Auriol con la Seat) ed apprezzati dal pubblico, esperto e non, tutti esaltati ed esaltanti. Ma quando passato Liatti il tipo del camioncino degli hotdog che seguiva la ps in compagnia di un commissario captò dalla radiolina che il prossimo sarebbe stato lui lo disse in modo da far circolare la voce e fu così che si zittirono (quasi) tutti. Dico sul serio, cambiò l'atmosfera. E quando apparve preannunciato dall'elicottero fu qualcosa di particolare. Gli altri guidavano, sterzavano, cambiavano marcia, sbandavano.... Lui, che non era certo un genio del tarmac faceva qualcosa di diverso. Sembrava danzare, leggero. Sempre di traverso ma senza mai lasciare una traccia sull'asfalto. Un secondo e la Focus non c'era piu'. Fu solo allora che la gente, conscia di aver assistito a qualcosa di speciale, tornò a respirare normalmente, anche perché stavano arrivando le Hyundai :pipa:
Corse qualche stagione di troppo. Il McRae della Citroen e della Skoda non aveva piu' senso. Era come un leone che aveva perso la fame. E' la cosa piu' brutta che possa esserci.
Ma il primo McRae, quello che esaltava e rotolava, quello che per poco non perse un mondiale già vinto ed un altro paio li buttò per colpa sua nel cesso, quello che faceva dannare, quello che cercava fama denaro ma anche pace interiore attraverso la guida, cosa che non gli riusciva mai, quello che non era mai abbastanza soddisfatto del tempo ottenuto, non lo dimenticherò mai.

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