Vai al contenuto
  • Navigazione recente   0 utenti

    • Non ci sono utenti registrati da visualizzare in questa pagina.

03 - Gran Premio del Sudafrica 1977


Andrea Gardenal

Recommended Posts

  • 1 year later...

A proposito di Sudafrica: incidente fatale per Tom Pryce sulla Shadow DN8 nel 1977:
 
tom_pryce__south_africa_1977__by_f1_hist

Alla fine del 21º giro, la Shadow di Renzo Zorzi fu costretta a parcheggiare sulla linea del traguardo, davanti ai box, per problemi al serbatoio della benzina, che provocarono un piccolo ma pericoloso focolaio di incendio. Il pilota italiano fu lesto ad uscire dalla monoposto, mentre due giovani commissari volontari decisero di attraversare la pista con gli estintori per spegnere il fuoco. La corsa nel frattempo continuava come se niente fosse (non esisteva ancora la safety car) e sopraggiunsero sul traguardo le vetture di Hans Joachim Stuck, quella di Pryce e quella di Jacques Laffite che, data la conformazione del terreno (c'era un dosso sul rettilineo) non videro i commissari. Stuck passò senza colpire il primo inserviente, ma il secondo, uno studente olandese di appena 19 anni, Frederik Jansen van Vuuren, venne travolto e letteralmente smembrato dalla macchina di Pryce (nella sequenza video dell'incidente è visibile il corpo del ragazzo che, dopo l'impatto con l'auto, viene sbalzato in aria squarciandosi in più parti). Il corpo dell'inserviente era talmente dilaniato ed irriconoscibile che non fu possibile identificarlo sul posto: si dovette radunare tutti i suoi colleghi e identificarlo per esclusione. Inoltre gli addetti dell'obitorio, disgustati, si rifiutarono categoricamente di effettuare ulteriori accertamenti sul corpo.

L'impatto era stato di media entità  per la macchina di Pryce, che aveva riportato il distacco del musetto e la rottura del roll-bar. Tuttavia l'estintore che van Vuuren aveva con sé, sfuggitogli di mano, colpì in pieno la testa di Pryce. L'effetto fu devastante: il peso dell'estintore (quaranta libbre, circa una ventina di chili), moltiplicato per la velocità  della vettura che, in quel tratto, era di circa 275 km/h, si tradusse in una forza d'urto di diverse centinaia di chili, che si abbatté sulla testa dello sfortunato pilota, disintegrando il casco, sfondando il cranio e provocandogli anche una parziale decapitazione. Pryce morì all'istante. Per avere un'idea della violenza dell'impatto, si pensi soltanto che l'estintore, dopo aver colpito Pryce ed aver divelto il roll-bar della vettura, rimbalzò e fu proiettato successivamente al di sopra delle tribune che costeggiavano la pista, atterrando su una vettura nel parcheggio del circuito.

La Shadow di Pryce (ormai praticamente già  cadavere), proseguì senza guida la sua corsa, diminuendo leggermente la velocità , sbandando sulla destra, uscendo di pista e strisciando contro il guard-rail, mentre la Ligier di Jacques Laffite, che non aveva ancora capito quel che era accaduto, la superava. In prossimità  della curva "Crowthorne", infine, la Shadow rientrò in pista dopo aver urtato contro l'uscita per veicoli d'emergenza e centrò in pieno la vettura di Laffite che stava curvando, trascinandola con sé contro le reti di protezione, dove terminò la sua corsa. Laffite, fortunatamente, pur se scioccato dall'incomprensibile e tragico evento, non riportò conseguenze.

Il pilota gallese fu estratto dalla vettura e, pur essendo ormai morto, fu trasportato verso l'ospedale in autoambulanza. Passarono diverse decine di minuti prima che i due fatti (l'incidente al commissario e quello di Pryce) fossero ricollegati e si capisse quindi l'effettiva causa del tragico fatto...

  • Like 1
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 1 year later...
  • 2 weeks later...
  • 1 month later...
  • 2 months later...
  • 1 month later...
  • 4 months later...
  • 4 weeks later...
  • 2 weeks later...
  • 2 months later...
  • 5 months later...
  • 3 months later...
  • 4 months later...
  • 5 months later...
  • 1 year later...

Vittorio Brambilla a Kyalami nel 1977... Ai box vicino alla Surtees TS19... Partirà dalla quattordicesima piazzola per arrivare al settimo posto a fine gara anche se tentò fino all'ultimo giro di passare Watson, ma i suoi sforzi per artigliare un punto furono vani...

Dietro a lui, Chris Weller, sigaretta in mano... E beh, normale, no... :asd:

yDaDpSE.jpg

  • Like 2
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 2 years later...

IT1Uny0.jpg

Alla fine delle quattro sessioni di prova del mercoledì e del giovedì, Larry Perkins si lascia andare: “Sono davvero soddisfatto. Sono riuscito a compiere quindici giri in tutto. Non avevo la frizione, il cambio si incantava, la mescola era sbagliata, e ho passato tutto il tempo a guardare gli specchietti per vedere se stessi ostacolando gli altri. Si potrebbe sgobbare su questa vettura per un anno intero senza venirne a capo. Manca di competitività.”

In effetti, la BRM P201/4 era un telaio abbastanza datato che vide il debutto con Pescarolo alla fine del 1974, in Italia. L' unica BRM presente in griglia era giunta in Sudafrica, a Città del Capo, via mare, per essere, poi, trasportata a Johannesburg in treno. Rob Walker nel suo resoconto, pubblicato su "Road&Track" fa dell'ironia, scrivendo: "Probabilmente per via della vetustà, i proprietari decisero nel senso che meritasse una bella crociera. Fu così che intraprese il viaggio per mare; da come si è presentata appena arrivata, mi è sembrato avesse dovuto viaggiare sul ponte superiore della nave". Quindi dopo il viaggio di piacere all'aria aperta, una condizione riservata alla merce trasportata, aggiunge questo: "I meccanici hanno consigliato a Larry: “Se ti capita di rompere il motore, cerca di farlo ai box, perché non ci va di inzupparci per riportarla indietro”. Tuttavia, è andato tutto per il verso sbagliato, e il motore ha reso l'anima dopo la prima tornata, alla fine del rettilineo". Qui, Walker si riferisce alle prove del mercoledì pomeriggio, volendo prestare fede al suo metodo di seguire in ordine cronologico l'ordine degli eventi.

Quanto alla gara di Perkins, dopo quindici giri, venne già doppiato dai primi della corsa. La "Rotary Watches" di Stanley, per tutta la durata del gran premio fanalino di coda, riuscì a terminare la corsa a cinque giri di ritardo. Anche qui dell'ironia da parte del giornalista: "Larry Perkins, quando ha portato a compimento un solo giro, deve aver pensato: “Cristo! Cosa sta succedendo? Ancora non si è rotta e riesce a camminare!”. Al momento di finire, quattordicesimo, era esterrrefatto." (ndr a dire la verità, nel testo è scritto "Perkins [...] said to himself", non saprei dire se il pensiero sia frutto di un'invenzione di Walker o sensazioni riportate dallo stesso pilota a Rob, messe poi per iscritto. Io ho virato, con "deve aver pensato", per la prima ipotesi, ma potrei sbagliarmi).

Anche Jenkinson si sbilancia con un giudizio non tenero rivolto al già non troppo benvoluto Stanley: nell'articolo "Pensieri sparsi sul Transvaal" su "MotorSport", scrive: “La BRM ha sempre cercato di differenziarsi, ma stavolta l'individualismo si sta spingendo oltre il limite.”

Modificato da Elio11
  • Like 2
Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per commentare

Devi essere un utente per poter lasciare un commento

Crea un account

Registrati per un nuovo account nella nostra comunità. è facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui.

Accedi ora
×
×
  • Crea nuovo...