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Jaime Alguersuari


aleabr

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Classe 1990, spagnolo, uno dei tanti del vivaio Red Bull messo a piedi. A torto o ragione è uno dei tanti.

 

2009: debutta in Toro Rosso a metà  stagione. Miglior risultato: 14° in Brasile.

2010: in tutta la stagione sempre in Toro Rosso non va oltre la 9a posizione.

Il 2011 è l'ultima annata, il 7° posto è il massimo che lo spagnolo riesce a raccogliere. Per la scuderia non è abbastanza.

 

A fine stagione è a piedi.

 

Nel 2014 arriva la Virgin e lo ingaggia per la neonata formula.e! Miglior risultato in Argentina un 4° posto.

 

Il confronto con Bird è stato non bellissimo. L'inglese lo ha praticamente sempre surclassato. La Virgin probabilmente non vorrà  lo spagnolo nuovamente in squadra la prossima stagione.

 

 

In ungheria nel 2009 su Toro Rosso

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In Bahrein nel 2010 

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In India nel 2011

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In Argentina nel 2015 con la Virgin

 

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  • 8 years later...

Alguersuari: “Il padre di Max gli ha insegnato a vincere con la violenza”

A più di dieci anni dal suo ultimo GP in Formula 1, Jaime Alguersuari è tornato nell’ambiente del Circus nel corso dei recenti test Pirelli a Silverstone, invitato dal connazionale Carlos Sainz in qualità di spettatore. Un’esperienza che ha riacceso i ricordi più belli ma anche quelli meno felici nella mente dello spagnolo, in qualche modo legato al presente con la drastica decisione da parte di Helmut Marko di appiedare Nyck de Vries dall’AlphaTauri, come fece con Alguersuari in Toro Rosso nel 2011, ponendo di fatto la parole ‘fine’ alla sua carriera nella massima serie.

Dopo una parentesi in Formula E, il 33enne iberico si è dedicato alla musica divenendo DJ, ma ha comunque avuto l’opportunità di rivivere alcuni suoi momenti del passato e di descrivere altre sue sensazioni in un’intervista esclusiva ad AS, cominciando proprio dal rapporto con Marko e dalle decisioni prese da quest’ultimo a danno di Alguersuari: “A Silverstone sono andato a salutarlo, ma non mi ha prestato molta attenzione – ha raccontato – mi ha detto che ero diventato un DJ famoso, e gli ho risposto che non era vero. È stata una sensazione strana per me, perché mi sono sentito a mio agio in un posto dove sono stato male e non mi sono divertito. Tornare in modo più rilassato e disteso mi ha fatto chiudere un brutto sogno che ho vissuto. Tuttavia, vedendo tutto di nuovo così vicino, ho avuto dei flashback di momenti di angoscia, e Carlos sa di cosa parlo perché l’ha vissuto in prima persona. La Toro Rosso non era un’auto competitiva, ma nessuno nella squadra dava importanza ai buoni risultati. È stato frustrante. Non credo sia un male essere spinti al limite da un Junior Team, perché fa parte del processo di selezione. Il problema è che vieni allontanato per una decisione commerciale e politica, e chi ti sostituisce fa peggio. Sto parlando di fatti”.

A questo proposito, Alguersuari ha anche descritto quello che è stato il suo peggior ricordo in F1: “È stato in Corea – ha spiegato – l’ho ritenuto ingiusto perché avevo una macchina per fare il 14° posto, e io facevo il 7° e l’8° tempo. Era la terza prova libera, di sabato, e partivo davanti a Vettel. L’ordine rigoroso del team era di lasciare sempre sorpassare le Red Bull. L’ho fatto due volte con Sebastian, ma lui ha frenato troppo alla prima curva e ho pensato che fosse sufficiente, volevo fare un giro pulito perché mancava un minuto alla fine. Erano solo prove libere, non era nemmeno una prova cronometrata. Marko è venuto ai box per rimproverarmi, davanti a tutti, con un atteggiamento infantile, come se dicesse: ‘Voglio essere ripreso per far capire a tutti chi comanda qui’.

Momenti di alta tensione sulle spalle che l’ex pilota ha ricordato di aver vissuto in casa Red Bull, e che non è mai cambiato con il passare degli anni: “Tutti noi che siamo stati alla Red Bull siamo stati delle macchine – ha aggiunto – questa è la scuola che abbiamo frequentato: o vinci o muori. Si trattava di sopravvivere o morire. Tutti noi abbiamo sentito la pressione finale del dottor Marko: Carlos, Vettel, Buemi, io… c’erano telefonate in cui diceva: ‘Se non vinci la prossima gara non correrai più con noi’. Se non avessi vinto il campionato britannico nel 2008 non avrei continuato. Eravamo sempre sul filo del rasoio”.

Un livello di perfezione richiesta che è stato invece raggiunto da Max Verstappen, due volte campione in carica e grande candidato alla conquista del titolo anche quest’anno. Un talento che, secondo Alguersuari, è stato però formato brutalmente dai metodi ricorsi dal padre dell’olandese, ossia l’ex pilota Jos: “Anche mio padre è stato un pilota, ma è l’eccezione che conferma la regola: suo padre, con la violenza, gli ha insegnato a vincere le gare. È stato addestrato in questo modo, non c’era felicità. Lo hanno spinto così tanto al limite che hanno finito per renderlo un pilota perfetto. Non è un modo di dire. Suo padre usava la violenza quando Max non vinceva nel karting. È una cosa incredibile, perché se la vedi oggi pensi che sia una cosa selvaggia da fare, ma è così che è successo. Non avrei mai educato mio figlio in questo modo. Era barbaro, ma per loro funzionava. Era un sistema molto rigido, molto disciplinato, e alla Red Bull piaceva. Non l’ho mai visto farlo di persona, anche perché ho corso contro Max solo una volta, in un campionato del mondo di karting in Francia. Stavo già facendo dei test per Pirelli, ma nelle prove libere si vedeva già quanto fosse aggressivo: non voleva solo vincere, voleva dimostrare di essere superiore agli altri. È l’atteggiamento che gli ha trasmesso suo padre. Max e Jos odiano il compagno di squadra, e sarà sempre così. Max non vuole dare acqua al secondo. Non gli basta vincere, vuole umiliare. L’anno prossimo – ha aggiunto relativamente al dominio della Red Bull – le cose saranno diverse. Il tetto dei costi e la limitazione delle ore nella galleria del vento avranno un impatto su di loro, e non sarà facile. Non so se vinceranno di nuovo l’anno prossimo, ma se lo faranno non sarà facile come quest’anno, questo è certo”.

fonte 

https://www.formulapassion.it/motorsport/formula-1/alguersuari-padre-di-max-insegnato-vincere-con-violenza

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