Vai al contenuto
  • Navigazione recente   0 utenti

    • Non ci sono utenti registrati da visualizzare in questa pagina.

Mick Schumacher


R18

Recommended Posts

3 ore fa, leopnd ha scritto:

Concordo, i piloti paganti ci sono sempre stati... Quello che dispiace oggi e che non ci sono abbastanza squadre per tutti e qualche pilotino buono resta a piedi. Le scuderie piccole, private, magari con una macchina sola, con tanto di prequalifiche, sono e resterano un sogno legato al passato...

Aggiungiamo che un eventuale nuovo team dovrebbe pagare una tassa di iscrizione di 200 Milioni di Euro (che finirebbero in buona parte nelle casse dei 10 team attualmente esistenti) e il quadro è completo. Purtroppo mai come in questi ultimi anni c'è la sensazione che 20 macchine in F1 siano dannatamente poche

  • Like 1
Link al commento
Condividi su altri siti

La tassa di iscrizione di 200 milioni di euro e' stata messa per il motivo opposto: in questo periodo di crisi non perdere le attuali squadre valorizzandole. E nei casi peggiori far si che ci sia interesse a rilavare detti team

 

In futuro quando la situazione si sara' stabilizzata o dovesse migliorare tale quota puo' essere rivista

Modificato da Mak
Link al commento
Condividi su altri siti

11 ore fa, Davide Hill ha scritto:

 

 

Quindi direi che non c'è molto da lamentarsi perché la provenienza dell'attuale roster è variegata e spazia dal tizio normale che fa correre il figlio facendo incredibili sforzi al grande magnate che si compra il mondo. Ma non mi sembra né meglio né peggio del passato e direi che dal punto di vista effettivo della qualità dei partecipanti non possiamo comunque lamentarci. A prescindere da tutto..

Io non mi sono lamentato.

Ho detto che la situazione attuale "conferma" la tendenza, quindi non ho detto che in passato non fosse così.

La qualità dei piloti è comunque altissima, chi lo nega. 

Notavo solo che nei 100 anni precedenti il caso dei figli d'arte era in percentuale tendente allo zero, oggi invece è in crescita costante.

Forse, una volta coloro che erano diventati piloti professionisti tendevano a evitare che i figli facessero lo stesso mestiere, visti i pericoli gravi, la mancanza (o meglio, il numero ridotto) di filiere organizzate per allevare appositamente piloti.

Oggi forse i pericoli estremamente ridotti, l'esistenza di varie Academy e compagnia, induce i papà-piloti a non ostacolare i figli (anzi, a metterli già in fasce su macchinette da corsa). E i milioni, come sempre, aiutano.

Link al commento
Condividi su altri siti

13 minuti fa, sundance76 ha scritto:

Io non mi sono lamentato.

Ho detto che la situazione attuale "conferma" la tendenza, quindi non ho detto che in passato non fosse così.

La qualità dei piloti è comunque altissima, chi lo nega. 

Notavo solo che nei 100 anni precedenti il caso dei figli d'arte era in percentuale tendente allo zero, oggi invece è in crescita costante.

Forse, una volta coloro che erano diventati piloti professionisti tendevano a evitare che i figli facessero lo stesso mestiere, visti i pericoli gravi, la mancanza (o meglio, il numero ridotto) di filiere organizzate per allevare appositamente piloti.

Oggi forse i pericoli estremamente ridotti, l'esistenza di varie Academy e compagnia, induce i papà-piloti a non ostacolare i figli (anzi, a metterli già in fasce su macchinette da corsa). E i milioni, come sempre, aiutano.

 

Beh, è anche la caratteristica "naturale" di uno sport che era è e resterà uno sport "per ricchi".

Non è il calcio dove un signor nessuno qualsiasi, nato e cresciuto a Villa Fiorita in Argentina, iniziando da bambino con un pallone fatto di stracci riesce a diventare il numero 1. 

Per farlo nel motorsport, è necessario che qualcuno ti metta in mano una costosissima vettura da corsa e, molto spesso, le esigenze finanziarie dei team portano a preferire qualcuno che garantisca anche (in certi casi, soprattutto) un supporto economico. 

Secondo me questo è il fatto determinante che, ancor più che in passato, fa la differenza. Un tempo probabilmente mettere in pista una macchina era più semplice. Potevi usare anche macchine vecchie, o assemblarne qualcuna con pezzi rimediati, e se eri bravo potevi comunque metterti in luce. Oggi, con le categorie standardizzate e con mezzi decisamente più sofisticati, questo sarebbe impossibile. 

E ovviamente tutta una serie di altri fattori come quelli che hai scritto tu. 

E' un motorsport diverso, ovviamente, sicuramente meno rischioso del passato ma anche molto più costoso...

  • Like 2
Link al commento
Condividi su altri siti

Certo avete ragione pure voi, ma credo il messaggio lanciato da Sundance sia in riferimento appunto al fatto che la F1 è diventata sempre più costosa col passare del tempo e non basta più vender casa per sperare di correrci un domani. Ormai niente di nuovo ma quanto questo sia diventato discriminante sulla selezione qualitativa dei piloti beh è vero anche se ciò non ha impedito di avere in griglia piloti di assoluto valore nè oggi nè anni fa quando, per contro, ci trovavamo un Rebaque padre che comprò un team al figlio con tanto di meccanici e vettura all'epoca vincente e sappiamo come finì.

  • Like 1
Link al commento
Condividi su altri siti

20 ore fa, Davide Hill ha scritto:

 

Non sono per niente d'accordo. Tra le nuove generazioni forse di "poveracci" non ce ne sono (Russell, Norris, Leclerc, Ocon, provengono tutti da famiglie più o meno benestanti. Ma nessuno di loro, a parte Leclerc il cui povero padre aveva un passato di pilota ma non certo ad alti livelli, proviene da famiglie "corsaiole") ma se guardiamo a coloro che sono stati i mattatori dell'ultimo decennio, né Alonso, né Vettel, né Hamilton, né Raikkonen, provenivano da famiglie abbienti, anzi... Il padre di Alonso non so che mestiere facesse, ma di certo non era ricco. Il padre di Vettel aveva un'azienda formata da 2 persone e una delle due era lui. La storia del padre di Hamilton è talmente nota che non serve ripeterla... Altri piloti hanno avuto aiuti esterni, tipo Perez o Giovinazzi, che pur partendo da situazioni "sfavorevoli" hanno avuto qualcuno che ha creduto in loro. Altri vengono da contesti vari (Gasly, Kvyat, Albon, Ricciardo) di cui non conosco i dettagli "finanziari" ma in ogni caso non parliamo di rampolli di famiglie ricchissime...

Tranne qualche eccezione ultramilionaria come Stroll, Latifi e il prossimo arrivo Mazepin, mi pare che non si possa certo parlare di una casta chiusissima. Poi i figli d'arte, ok, ma ci sta... Ma anche qui abbiamo comunque l'esempio di Verstappen che è (e mi tengo stretto) 10 o 15 volte più forte del padre. 

Quindi direi che non c'è molto da lamentarsi perché la provenienza dell'attuale roster è variegata e spazia dal tizio normale che fa correre il figlio facendo incredibili sforzi al grande magnate che si compra il mondo. Ma non mi sembra né meglio né peggio del passato e direi che dal punto di vista effettivo della qualità dei partecipanti non possiamo comunque lamentarci. A prescindere da tutto..

Anch'io non so di cosa si occupasse il padre di Alonso, ma il buon Fernando ha avuto la fortuna, probabilmente anche meritata, di trovarsi molto presto uno sponsor così come gli altri due che hai citato nel grassetto.

Link al commento
Condividi su altri siti

Il 6/12/2020 at 15:14 , sundance76 ha scritto:

non esiste quasi più il Prost, il Mansell, il Villeneuve che si vendono la casa, che vanno a lavorare come inservienti delle pulizie, pur di continuare a a credere e a puntare sul proprio talento, senza rete.

Abbiamo l'esempio di Alesi e direi che basta e avanza.

Per quanto riguarda Prost e Mansell direi che hanno fatto bene a non sforzarsi più di tanto, visti i (non) risultati dei figli.

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 5 months later...
  • 1 year later...
  • 1 month later...
  • 9 months later...

Crea un account o accedi per commentare

Devi essere un utente per poter lasciare un commento

Crea un account

Registrati per un nuovo account nella nostra comunità. è facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui.

Accedi ora
×
×
  • Crea nuovo...