Vai al contenuto
  • Navigazione recente   0 utenti

    • Non ci sono utenti registrati da visualizzare in questa pagina.

19. Gran Premio degli Stati Uniti - Austin [Presentazione]


61066

Recommended Posts

austinf1-logo.jpg

Benvenuti e bentrovati a tutti.

Dove eravamo rimasti?

Il rapporto tra gli USA e la F1 è una storia fatta di ammiccamenti, proposte più o meno indecenti, gravi incidenti e glamour

Questa è la cinquantunesima volta che si corre sul suolo statunitense a partire dal 1959, senza tenere conto delle 11 edizioni della 500 MIglia di Indianapolis che sono state inserite nel calendario iridato tra il 1950 e il 1960 ma che non sono mai state prese in considerazione dai team europei - eccezion fatta per la Ferrari che tentò inutilmente l'impresa con Alberto Ascari nel 1952 - anche perchè le due formule erano molto diverse tra loro.

Curiosamente, i team di F1 presero in considerazione seriamente (e vinsero) la gara più famosa del mondo solo dopo che questa ebbe perduto la validità  mondiale, ma questa è un'altra storia.

Nel 1959 si corse a Sebring, in Florida, un tracciato ricavato da un vecchio aeroporto militare in disuso e che ospita ancora oggi una delle corse di durata più importanti: la "12 Ore". Quel GP vide la prima vittoria del 22enne neozelandese Bruce McLaren al volante dell Cooper-Climax.

20mclarenvp1.jpg

L'anno successivo si corse a Riverside, in California, su un circuito che oggi non esiste più. Vinse Stirling Moss.

A partire dal 1961 il GP degli USA trovò una sede fissa a Watkins Glen, nello stato di New York al confine tra la Pennsylvania e il Canada.

Il tracciato era tanto veloce e spettacolare quanto pericoloso, caratterizzato da una velocissima S in salita che costituiva un sovrappasso sulla strada di accesso al paddock, dal Loop (una curva parabolica a quasi 180°) e dai guardrail verniciati di azzurro.

Nel 1969 Graham Hill ebbe un gravissimo incidente in prova in cui fu sbalzato fuori dall'abitacolo della sua Lotus 49B e riportò serissime fratture alle gambe.

hill1l.jpg

Conseguentemente il tracciato fu modificato allungato con una parte più lenta ma nel 1973 fu teatro dell'atroce morte di Francois Cevert.

Il Glen di solito era la gara conclusiva del campionato e si correva a ottobre, per cui il clima non era mai dei più caldi e il pubblico, che in granparte campeggiava a bordo pista, trovava modo di scaldarsi accendendo numerosissimi falò e bevendo ettolitri di birra. Questo comportava delle conseguenze spesso imbarazzanti con megarisse, auto incendiate e soprattutto con i commissari che dovevano spesso ripulire la pista dai cocci di bottiglia lanciati dalle persone ormai fuori controllo.

7473727.jpg7550915.jpg

Tra l'altro, essendo appunto l'ultimo GP dell'anno, i meccanici ne approfittavano organizzando dei mercatini improvvisati nei quali vendevano ai fans memorabilia e pezzi di auto ormai inutilizzabili arrotondando così il loro salario.

7659225.jpg7657427.jpg

Nel 1976 Bernie Ecclestone tentò la sua difficile “scalata” agli USA raddoppiando quindi le gare americane: una in aprile, l'altra a fine stagione.

La località  prescelta era Long Beach, una ex-città  portuale che viveva una poderosa riqualificazione. Un uomo d’affari inglese, Chris Pook, la volle trasformare nella Montecarlo californiana e convinse Ecclestone ad organizzarvi un GP di F1. Dopo la positiva “prova generale” del 1975, quando si disputò una gara di F5000 con piloti europei e statunitensi, nacque il GP degli USA Ovest (al Watkins Glen si correva quello degli USA Est). Il tracciato si snodava tra le strade del porto turistico, partendo dalla parte alta, più lenta, per scendere sul lungomare (la Shoreline Drive) passando per ampi parcheggi. A delimitare la pista vi erano botti di ferro piene di sabbia e, per la prima volta nella storia della F1, muretti di cemento prefabbricati spessi e pesanti. Il paddock era ricavato all’interno del Long Beach Exhibition Center, la locale Fiera.

L’edizione 1976 venne dominata da Clay Regazzoni, autore anche della pole position, che rischiò di saltare il GP per cause di forza maggiore. Il sabato, dopo le prove, lui e Jacques Laffite fecero conoscenza con due ragazze del posto, decisero di andare in albergo con loro e presero la prima spider che trovarono con le chiavi inserite. Il proprietario informò la polizia che rintracciò Clay, autore materiale del “noleggio agevolato”, e lo portò in guardina. Solo l'apparato diplomatico della Ferrari gli permise di essere in autodromo il giorno dopo.

197603usalongxpodium.jpg

Nel 1978 si mise in luce per la prima volta il talento di Gilles Villeneuve, al suo 7° GP, che condusse con sicurezza fino a metà  gara prima di volare sulle ruote della Shadow di Regazzoni a causa di un doppiaggio un po' troppo ottimistico.

Il GP del 1980 celebrò la prima vittoria in carriera di Nelson Piquet, con la Brabham, ma vide terminare drammaticamente la carriera di Clay Regazzoni.

Partito 23°, il ticinese in giornata di grazia rimontò fino al 4° posto a due terzi di gara ma all’improvviso, in fondo al lunghissimo rettilineo della Shoreline Drive, il pedale del freno della Ensign #14 si ruppe improvvisamente. In quell’occasione la Ensign montava per la prima volta pedali in titanio per ottenere maggior leggerezza. Lo svizzero picchiò prima contro la gomma posteriore destra e il lato destro della Brabham di Ricardo Zunino, parcheggiata e non rimossa nella via di fuga fin dal via, e si schiantò contro i blocchi di cemento posti in fondo al tornante spostandoli di un metro. La violenza dell’impatto fu tale che il motore della sua Ensign si staccò dal telaio colpendolo alla schiena e lesionandogli la spina dorsale. Trasportato al St. Mary Hospital di Long Beach, dopo 17 giorni venne trasferito al Paraplegikerzentrum di Basilea ed affidato alle cure del primario, il dottor Guido Zà¤ch. Successivamente gli “esperimenti” neurochirurgici del cinese prof. Carl Kao (lo stesso che operò Christopher Reeve) gli fecero perdere definitivamente ogni speranza di riprendere l’uso delle gambe.

Quello del 1982 fu un GP storico per il ritorno alla vittoria di Niki Lauda dopo i due anni di pausa nei quali si dedicò alla Lauda Air. Dopo aver lasciato “sfogare” Andrea De Cesaris, autore della pole con l’Alfa Romeo, il vecchio volpone approfittò di un’indecisione del romano in un doppiaggio e si portò in testa andando a vincere indisturbato. Un successo che rilanciò definitivamente la carriera dell’austriaco.

82usaw07.jpg

Anche l’anno successivo Long Beach fu testimone di un’impresa strepitosa. Le McLaren di John Watson e Niki Lauda ottennero un'incredibile doppietta dopo essere scattate della 22ma e 23ma posizione di partenza, un record ancora imbattuto.

Gli scarsi guadagni e lo scarso interesse degli americani per la F1 fecero interrompere a questo punto l’esperienza di Long Beach.

Abbandonato il Glen per motivi organizzativi e di sicurezza, Ecclestone decise di non perdere il 2° GP statunitense ed organizzò la gara decisiva del mondiale 1981 a Las Vegas, nel parcheggio del Caesar’s Palace, un casinò talmente grande e pacchiano da risultare disgustoso quanto il tracciato.

In questo ambiente surreale Nelson Piquet conquistò il suo primo titolo iridato concludendo la gara stremato per la disidratazione.

L’anno successivo fu Michele Alboreto a trionfare per la prima volta riportando la Tyrrell alla vittoria dopo 4 anni di digiuno. Fu l’ultima volta che si corse a Las Vegas.

Sempre nel 1982, Ecclestone riuscì a portare la F1 a Detroit, la capitale mondiale dell’automobile dove hanno sede la Ford e la General Motors.

Il circuito si snodava tra le strade attorno al Renaissance Center delimitate da guardrail e dagli ormai usuali muretti in cemento.

L’asfalto era particolarmente irregolare e le lamentele da parte di teams e piloti si sprecavano. La prima travagliata edizione fu vinta dalla McLaren di Watson per somma di tempi dopo un’interruzione dovuta ad un incidente.

Nel 1983 Alboreto approfittò di una foratura di Piquet e conquistò l’ultima vittoria per la Tyrrell e per il vecchio Ford Cosworth.

L’edizione del 1987 fu caratterizzata dalla prima vittoria di una F1 dotata di sospensioni attive: la Lotus 99T

Dopo l’edizione del 1988, nella quale Pier Luigi Martini conquistò il primo punto mondiale per la Minardi, il Circus abbandonò definitivamente Detroit.

Quello di Dallas si rivelò il più fallimentare tra gli esperimenti cittadini tentati da Ecclestone. Anche qui l’organizzazione era pressoché dilettantistica, l’asfalto era inadeguato alla potenza delle F1, si sbriciolava ad ogni passaggio delle vetture e costrinse gli organizzatori a rattoppare la sede stradale con cemento a presa rapida la mattina prima del GP. In compenso (sic!) facevano bella presenza ai box JR Ewing e Sue Ellen, protagonisti del teletormentone Dallas, recentemente "riesumato" e immediatamente sepolto per la seconda volta.

Nigel Mansell ottenne la sua prima pole ma il GP fu un disastro a causa dell’asfalto scivoloso: alla fine 12 monoposto andarono a muro. Vinse Keke Rosberg che ottenne la prima vittoria per il motore Honda V6 turbo. Mansell, dopo essersi fermato all’ultimo giro per la rottura del differenziale, cercò di spingere la vettura fino al traguardo ma cadde stremato per lo sforzo sull’asfalto rovente. Con il quinto posto di Piercarlo Ghinzani, l’Osella conquistò i suoi ultimi 2 punti.

Nel 1989 Ecclestone si fece tentare di nuovo dai muretti a stelle e strisce e strinse un accordo per far correre la F1 a Phoenix su un ennesimo circuito insulso, simile a Detroit.

L’unico motivo per cui si ricorda Phoenix è il duello tra Ayrton Senna ed il quasi deb Jean Alesi che infiammò per un paio di giri la gara del 1990. Il resto furono solo ritiri e toccate contro il muro.

Lo scarso interesse degli statunitensi per la F1 si evidenziò dai dati che parlavano di appena 25.000 spettatori paganti per l’edizione del 1991 e della mancata diffusione televisiva della gara sul territorio nazionale. Pochi mesi dopo gli organizzatori vendettero addirittura tutta l’attrezzatura servita per l’allestimento del GP, compresi anche i guard-rail, nonostante l’accordo prevedesse altre 2 edizioni.

Nel 2000 si cominciò a correre a Indianapolis, su un tracciato abbastanza ridicolo (Irvine lo definì un mix di Monza e Budapest) ricavato all'interno del catino più famoso del mondo. Il rettilineo di partenza veniva percorso in senso contrario rispetto alle monoposto della F.Indy.

La prima edizione vide un pubblico di 250.000 spettatori, record assoluto per la F1 e fu vinta da Michael Schumacher.

Il pubblico però si rivoltò contro il Circus nel 2005 dopo il patetico episodio delle gomme Michelin che si sfaldavano: solo 6 monoposto in gara.

L'ultima edizione si tenne nel 2007 e vide la vittoria di Lewis Hamilton davanti al compagno di squadra Fernando Alonso.

Domenica si correrà  ad Austin, la meno "texana" delle città  dello stato guerriero per eccellenza.

Il tracciato, ricavato a pochissimi km dalla città  e adiacente all'aeroporto Bergstrom, è un misto veloce da oltre 200 kmh di media.

Libere 1: venerdì 16 dalle 16.00 alle 17.30

Libere 2: venerdì 16 dalle 20.00 alle 21.30

Libere 3: sabato 17 dalle 16.00 alle 17.00

Qualifiche: sabato 17 dalle 19.00

Gara: Domenica 18 alle 20.00

Sarà  molto interessante seguire il duello tra Vettel e Alonso. Che vinca il migliore!

Programma del GP in PDF

OC439.jpg

http://www.youtube.com/watch?v=S5gLoxNE7ms

  • Like 4
Link al commento
Condividi su altri siti

Se posso esprimere un parere, l'ho provato con F12012 giusto stamane e devo dire che il primo tratto è abbastanza interessante. Poi scade nel solito budello tilkiano fatto di curve a gomito e rettilinei chilometrici,

Effettivamente la prima parte sembra qualcosina di Suzuka direi... almeno le curve e l'abilità  ... poi decade tristemente!

Link al commento
Condividi su altri siti

Quello del 1982 fu un GP storico per il ritorno alla vittoria di Niki Lauda dopo i due anni di pausa nei quali si dedicò alla Lauda Air. Dopo aver lasciato “sfogare” Andrea De Cesaris, autore della pole con l’Alfa Romeo, il vecchio volpone approfittò di un’indecisione del romano in un doppiaggio e si portò in testa andando a vincere indisturbato. Un successo che rilanciò definitivamente la carriera dell’austriaco.

Notare la sicurezza con cui i commissari spostano una vettura incidentata

Link al commento
Condividi su altri siti

Ho provato anche io il circuito su f1 2012! :D

La prima parte è davvero molto bella. Curve velocissime in sequenza da raccordare. Ne sbagli una e comprometti le altre.

Bella anche nel finale la tripla a destra che ricorda un po la curva 8 dell'Istanbul speed park.

La pista, considerato chi l'ha disegnata, secondo me non è niente male.

P.S. Le foto che stai postando sono stupende e mi riportano un pò indietro negli anni.

Quelle vetture erano semplicemente fantastiche.

Quando ero piccolo le avevo tutte in scala!!

Link al commento
Condividi su altri siti

  • R18 changed the title to 19. Gran Premio degli Stati Uniti - Austin [Presentazione]

Crea un account o accedi per commentare

Devi essere un utente per poter lasciare un commento

Crea un account

Registrati per un nuovo account nella nostra comunità. è facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui.

Accedi ora
×
×
  • Crea nuovo...