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James Hinchcliffe


Andrea Gardenal

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  • 4 weeks later...
James Hinchcliffe ha la responsabilità  di portare avanti l’importante tradizione dei piloti canadesi in IndyCar. Come tutti inizia la sua carriera nei kart, in cui conquista numerosi campionati tra Canada e USA. Nel 2002 esordisce in monoposto, partecipando alla scuola Bridgestone di F.Ford e al successivo campionato, conquistando una pole e una vittoria. Nel 2003 prosegue l’esperienza in F.Ford, portando a casa 10 podi e 5 vittorie su 12 corse, classificandosi terzo in campionato.  Nel 2004 James passa al campionato F.BMW USA, in cui coglie 4 pole positions, 10 podi e 3 vittorie consecutive nella parte terminale della stagione, che gli valgono il secondo posto in campionato e il titolo di rookie of the year. Disputa anche qualche altra gara in F.Ford, cogliendo 3 vittorie su 4 partecipazioni. L’anno successivo continua l’ascesa verso le categorie top, con il passaggio nel campionato Star Mazda, sempre con l’AIM Autosport, con cui James si conferma uno dei giovani più promettenti, vincendo tre corse a Sonoma, Road America e Laguna Seca, che insieme ad altri tre podi gli valgono il terzo posto in campionato, a pochi punti dal campione Raphael Matos e davanti ai figli d’arte Marco Andretti e Graham Rahal.  Nel 2006 per James inizia una lunga militanza nelle categorie cadette di ChampCar e IndyCar. Il canadese debutta in F.Atlantic col team Forsythe, portando a casa una vittoria a Portland e due podi, a Long Beach e a Montreal. I numerosi ritiri lo relegano però al decimo posto di un campionato estremamente competitivo che Simon Pagenaud conquista all’ultima corsa precedendo Graham Rahal e Andreas Wirth, compagno di Hinch. Sempre nel 2006 James debutta in Grand-Am a Daytona, guidando una Riley-Lexus della sua vecchia squadra, l’AIM Autosport. Nel 2007 passa al team Sierra, col quale si piazza quarto in campionato con 5 podi e 3 pole positions. Il suo compagno Raphael Matos conquista il titolo precedendo Franck Perera. Parallelamente James rappresenta il Canada nel campionato A1 Gp, saltando solo due appuntamenti. Il miglior week end è quello di Brno, dove coglie un secondo e un quinto posto. àˆ poi quarto in gara 1 a Pechino e due volte sesto in Nuova Zelanda. Nel 2008 Hinchcliffe torna al team Forsythe, conquistando la prima vittoria a Long Beach partendo dalla pole. Porta a casa altri tre podi, chiudendo ancora al quarto posto il campionato. Nell’inverno disputa altre 6 corse in A1 Gp, senza ottenere risultati di rilievo. Nel 2009 passa in IndyLights col top team Schmidt Motorsports, non andando però oltre un quinto posto finale, poco dietro l’esperto compagno di squadra Wade Cunningham,  mettendo insieme 5 podi, tra cui un secondo posto a Mid Ohio. Nel 2010 Hinch, adattatosi alle diverse caratteristiche della Dallara, passa al team Moore, lottando per il titolo con Jean Karl Vernay, che ha preso il suo posto al team Schmidt. Il canadese vince tre corse: a Long Beach ancora dalla pole, in casa a Edmonton e poi a Chicago in volata. Il rookie francese soffre sugli ovali ma è incontenibile sugli stradali, vince 5 corse e si aggiudica il titolo con una gara d’anticipo. Vernay meriterebbe senza dubbio una possibilità  in IndyCar, ma senza due soldi in tasca l’ambiente lo dimentica nel giro di pochi mesi. Hinchcliffe invece, seppur meno impressionante come risultati, negli anni ha saputo costruire attorno all’immagine di solido pilota anche quella di grande personaggio. Il canadese è fin da giovane ospite nelle cabine di commento della ChampCar, diventa un beniamino del pubblico e mette sù un sito internet surreale, http://www.hinchtown.com/ , strutturato come una stravagante città , Hinchtown, di cui è ovviamente “il Sindacoâ€. 
 
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Un Hinchcliffe sbarbato ai tempi della F.BMW
 
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In A1 Gp nel 2006
 
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IndyLights 2010
 
Dopo un inverno di dubbi sui supporti economici, James nel 2011 riesce finalmente a debuttare nel campionato IndyCar, al volante della vettura Sprott 06 del team Newman Haas. Nei test Hinch è sempre tra i più veloci, ma per problemi di sponsor la sua stagione comincia al secondo appuntamento in Alabama, dove stacca l’ottavo tempo in qualifica ma in gara è coinvolto in un incidente multiplo che gli costa il ritiro. Nell’appuntamento successivo di Long Beach riesce a concretizzare la velocità  mostrata nelle prove, portando a casa un eccellente quarto posto approfittando dei diversi incidenti davanti a lui e mettendo in mostra un buon passo. A San Paolo chiude nono sotto l’acqua mentre la sua prima Indy500 finisce contro il muro dopo metà  gara, quando finisce nello sporco mentre naviga a centro gruppo. Dopo un fine settimana difficile in Texas arrivano due buoni piazzamenti in top ten a Milwaukee e in Iowa. Le corse successive non regalano particolari soddisfazioni fino a Mid Ohio, dove James esce di pista al primo giro ma è spedito in prima posizione da una bandiera gialla fortunata. Hinch tiene sotto controllo Dixon e Franchitti fino alla sosta successiva ma va in testacoda poco dopo un’altra ripartenza, rovinando un possibile podio. Si rifà  però nelle ultime corse della stagione, mettendo insieme due ottimi quarti posti a Loudon e Kentucky che gli permettono di conquistare il titolo di rookie of the year, precedendo di 6 punti JR Hildebrand. Hinchcliffe chiude il campionato al 12° posto mentre il più esperto compagno Servia, col quale il canadese collabora perfettamente, porta a casa un eccellente quarta piazza, a conferma della grande stagione del team Newman Haas.    
 
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Quarto posto a Long Beach
 
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Debutto difficile a Indianapolis
 
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Davanti a Dixon a Mid Ohio
 
Nonostante gli ottimi risultati Carl Haas, non più in grado di seguire personalmente la squadra a causa delle sue precarie condizioni fisiche, non è più disposto a coprire personalmente buona parte del budget. Il team chiude quindi i battenti, lasciando a piedi Servia e Hinchcliffe. Mentre lo spagnolo riesce ad accasarsi al team Dreyer&Reinbold, per il canadese la situazione è incerta. Dan Wheldon, dato per sicuro nel team Andretti per il 2012 con il supporto dello sponsor GoDaddy, perde la vita nel catastrofico incidente di Las Vegas e Michael Andretti e lo sponsor vedono in Hinchcliffe il miglior candidato, sia da un punto di vista sportivo che promozionale, per rimpiazzare lo sfortunato pilota inglese. Hinch prende quindi il volante della DW12 numero 27, nome proposto dal pilota canadese per onorare il campione 2005, tester ufficiale della nuova Dallara. Hinchcliffe stupisce nelle prime corse del campionato, mettendo in mostra grande solidità , che lo tiene a lungo nelle parti alte dalla classifica. Nella prima corsa a St Pete è quarto, conquistando poi la prima fila a Barber, dove sfiora il podio ma dorme un po’ nelle ultime ripartenze, chiudendo al sesto posto. A Long Beach, al termine di una corsa consistente, arriva il primo podio per gentile concessione di Hunter-Reay, che all’ultimo giro fa fuori Sato e viene penalizzato. Dopo un’altra sesta piazza a San Paolo James conquista la prima fila a Indianapolis, cedendo la pole a Briscoe per pochi millesimi. In gara resta in zona vittoria fino alle fasi finali, ma non riesce a farsi largo nel momento decisivo. “Stavo cercando di guidare con un po’ di dignità â€ dice dopo la bandiera a scacchi, ma gli altri piloti non si fanno gli stessi scrupoli. Nella corsa successiva a Detroit il canadese si ritira quando un cedimento del manto stradale lo spedisce contro il muro, raccogliendo poi un quarto posto in Texas e un buon terzo a Milwaukee, che gli vale la seconda posizione in campionato a pochi punti da Power. Dopo il ritiro per incidente in Iowa però, la stagione di Hinchcliffe praticamente si spegne. Il canadese perde infatti il ritmo dei migliori e tra prestazioni non esaltanti e qualche problema tecnico nelle corse successive conquista solo un settimo posto a Toronto e un quinto a Mid Ohio, risultati che lo fanno precipitare all’ottavo posto finale.
 
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Danica Hinchcliffe alla presentazione dei piloti a St Pete
 
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In buona compagnia
 
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Prima fila a Indy tra Briscoe e Hunter-Reay
 
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Edmonton
 
Per il 2013 Hinchcliffe è confermato al team Andretti, ancora supportato dallo sponsor GoDaddy. Il suo campionato è un continuo alternarsi di alti e bassi. Alla prima corsa di St Pete il canadese parte in seconda fila, rimane in zona vittoria per tutta la gara e alla fine è pronto nell’approfittare di un’incertezza di Castroneves, andando a conquistare la prima vittoria in carriera. Nell’appuntamento successivo di Barber però si qualifica male, è coinvolto in un incidente al primo giro e si ritira poi per problemi al motore. A Long Beach le cose non vanno meglio: partito in quarta fila Hinch rimane nel gruppo dei primi fino a quando un azzardato attacco a Kanaan durante una ripartenza causa una carambola, costringendo al ritiro lui e il compagno Viso. Il riscatto arriva però nella corsa successiva a San Paolo, dove il canadese rimane tra i primi dieci per tutti la corsa, uscendo fuori nel finale e ingaggiando un esaltante duello con Sato, che a più riprese va ben oltre il limite per difendere la sua prima posizione. Proprio all’ultima curva però il giapponese perde il posteriore in frenata lasciando a Hinchcliffe il varco giusto per infilarsi e ottenere una meritata vittoria. A Indianapolis il meccanismo si inceppa di nuovo. Il team Andretti schiera 5 vetture, tutte velocissime eccetto quella di Hinchcliffe, che si barcamena fino al traguardo correndo grossi rischi per terminare solo 21°. Come l’anno precedente, Detroit non porta niente di buono, con il canadese fuori per incidente in entrambe le corse, cui seguono poi un nono posto in Texas e un quinto a Milwaukee. Finalmente in Iowa Hinch torna in forma vittoria, dominando letteralmente e portando a casa il primo successo su ovale. Il canadese non perde però le cattive abitudini a Pocono, dove parte in prima fila ma centra il muro al primo passaggio. Come nel 2012 la metà  stagione segna una flessione nelle prestazioni del canadese, che questa volta riguarda però tutto il team Andretti, incapace di tenere il passo della Penske e del rimontate team Ganassi. Nel week end di casa a Toronto Hinchcliffe parte dalle retrovie in entrambe le corse, terminando la prima ottavo mentre nella seconda un problema elettrico lo mette subito fuori gioco. Piazzamenti poco esaltanti nella parte bassa della top ten conducono al week end di Houston. In gara 1 rimane fermo in partenza e viene centrato da Vautier e Carpenter mentre nella seconda corsa riesce finalmente a mettere a segno una prova pulita e senza intoppi, chiudendo terzo dietro Power e Dixon. Nell’ultimo appuntamento di Fontana infine, Hinch sopravvive a incidenti e guasti tecnici che colpiscono molti concorrenti, chiudendo al quarto posto. Nonostante le tre vittorie, in classifica il canadese si piazza solo ottavo, lo stesso risultato del 2012.
 
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Prima vittoria a St Pete
 
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Trionfo a San Paolo
 
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Vittoria numero 3 in Iowa
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  • 2 months later...
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  • 1 month later...

E chi sono? Maga Magò? :asd:

 

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No, seriamente, non ne ho idea. Mancano una decina di mesi al via del campionato 2016, quindi suppongo di sì, ma non ho alcuna certezza in tal senso.

 

Magari (ma questa è solo una mia ipotesi) con un calendario decente si sarebbe potuto rivedere in pista a fine stagione, però dato che la stagione finirà  tra 3 mesi ( :rotfl: ) mi sembra veramente dura

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No, seriamente, non ne ho idea. Mancano una decina di mesi al via del campionato 2016, quindi suppongo di sì, ma non ho alcuna certezza in tal senso.

 

Magari (ma questa è solo una mia ipotesi) con un calendario decente si sarebbe potuto rivedere in pista a fine stagione, però dato che la stagione finirà  tra 3 mesi ( :rotfl: ) mi sembra veramente dura

 

Buongiorno Maga, assodato che non ce la farà , e forse è pure meglio che a sto punto recuperi definitivamente, direi che partirà  dal 2016 in piena forma. Intanto se per Indianapolis lo sostituisce Briscoe, può darsi che l'australiano possa anche essere confermato per il resto della stagione. Nell'ipotesi che anche questo avvenga, potrebbe darsi che possa essere voluto anche per il 2016 e a questo punto Schmidt potrebbe prenderli entrambi ed appiedare Jakes (che non mi pare un fulmine di guerra) oppure schierare addirittura 3 vetture.

 

Ovvio sono tutte considerazioni volanti le mie.

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Briscoe ha comunque degli impegni (Le Mans) con la Chevrolet, SPM è un team Honda, va bene per Indy ma non sono sicuro che a Detroit un impegno continuativo con i giapponesi farebbe piacere. Non credo che Schmidt possa permettersi di appiedare Jakes a piacimento ($$$), se no probabilmente le scelte anche per questa stagione sarebbero state altre (Daly).

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