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Jax

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Da Wikipedia...

 

Jacques Joseph Charles Villeneuve (Saint-Jean-sur-Richelieu, 9 aprile 1971) è un pilota automobilistico canadese, ex pilota di Formula 1. àˆ vincitore della 500 Miglia di Indianapolis, del Campionato CART e del Campionato mondiale di Formula 1 1997.

In Formula 1 dimostrò indubbie doti velocistiche e grande abilità  nei duelli ravvicinati, fu accostato da Frank Williams al campione australiano Alan Jones per la sua "durezza" in pista e per la mancanza di timori reverenziali nei confronti degli avversari.

La personalità  carismatica e l'atteggiamento schietto, senza peli sulla lingua, lo resero uno dei piloti con maggior seguito nella Formula 1 della seconda metà  degli anni novanta; il suo anticonformismo diede linfa ad una categoria che sotto il profilo delle dichiarazioni risultava piatta.

Dopo aver terminato la carriera in Formula 1, a metà  della stagione 2006, ha preso parte a due edizioni della prestigiosa 24 Ore di Le Mans, ottenendo come miglior risultato il secondo posto. Villeneuve ha quindi sfiorato la leggendaria Triple Crown (Campionato mondiale di Formula 1, 500 miglia di Indianapolis e 24 Ore di Le Mans) affermandosi come uno tra i piloti più versatili nel panorama automobilistico moderno.

Nella Le Mans Series ha vinto la 1000 km di Spa, gara considerata tra le più prestigiose della LMS.

Successivamente ha partecipato ad alcune gare della serie Americana "Nascar Nationwide Series ", ottenendo discrete prestazioni.

Suo padre Gilles, che fu uno dei più amati piloti della Ferrari in Formula 1, morì durante le qualifiche del Gran Premio del Belgio 1982, quando Jacques aveva undici anni. Uno zio, anche lui di nome Jacques, è stato a sua volta pilota professionista di successo.

Jacques Villeneuve si è recentemente unito al team di Sky Sport Italia e a quello di Canal +, in veste di commentatore, per la telecronaca del mondiale di Formula 1 2013.

 

 

GLI INIZI

 

« "In quel momento ho sentito che avrei dovuto gestire da solo la mia vita. Questo mi ha dato una grande determinazione che mi ha fatto crescere e mi ha dato la forza di superare i tanti ostacoli di una carriera difficile". »
(Jacques Villeneuve riferendosi alla tragica morte del padre Gilles.)

 

Appena due anni dopo la morte del padre, il tredicenne Jacques decise di seguirne le orme, ma la sua volontà  si scontrò presto con quella della protettiva madre Joann. Secondo un curioso aneddoto, per scoraggiare il figlio, mamma Joann gli promise che lo avrebbe accompagnato in una pista per kart solo se fosse riuscito a conseguire ottimi risultati in matematica, materia in cui Jacques aveva gravi lacune. Il giovanissimo e caparbio Villeneuve, ribaltando ogni pronostico materno, riuscì a mantenere la sua parola e Joann fu così costretta a rispettare l'accordo.

Il battesimo in pista avvenne ad Imola dove i proprietari del tracciato rimasero sbalorditi nel vedere Jacques passare con disinvoltura dal Kart 100 al 130, fino alla Formula 4. Una volta tornato in Canada Jacques fu iscritto da suo zio Jacques Villeneuve Sr. alla prestigiosa scuola di pilotaggio "Jim Russell". A fine corso, l'istruttore dichiarò che il giovane canadese era il pilota migliore che avesse mai avuto.

Dopo ottimi esordi con l'Alfa 33, Jacques Villeneuve cominciò a correre nella Formula 3 italiana nel 1989 e vi rimase fino 1991, con alterne fortune, per poi trasferirsi nella Formula 3 giapponese nel 1992 dove vinse 3 gare ed arrivò secondo nel campionato. Nel 1993 si trasferì in America, dove corse nel Toyota Atlantic Racing vincendo cinque gare ed ottenendo 7 pole position conquistando il terzo posto generale.

 

 

Formula CART e 500 Miglia di Indianapolis

 

Villeneuve si spostò nel Campionato CART nel 1994, conquistando il titolo di Rookie of the Year (miglior esordiente) e la sua prima vittoria nella gara di Elkhart Lake, oltre ad un secondo posto nella 500 Miglia di Indianapolis.

Nel 1995 vinse la leggendaria 500 Miglia di Indianapolis in una delle sue edizioni più avvincenti e spettacolari. Infatti al trentottesimo giro, Villeneuve, che dopo il caos dei pit stop si ritrovò in prima posizione, non si accorse di aver sorpassato la pace car e quest'infrazione venne punita con due giri di penalità . Il pilota canadese si ritrovò così da primo a ventisettesimo. Tuttavia, sorpasso dopo sorpasso, Jacques Villeneuve riuscì con intelligenza ed aggressività  a recuperare entrambi i giri di svantaggio e quando in testa alla gara il pilota Scott Goodyear sorpassò anch'egli irregolarmente la pace car, Jacques si ritrovò nuovamente in prima posizione, con ampio margine sugli altri concorrenti. Così, nello stupore generale, Jacques Villeneuve vinse una delle corse più importanti del mondo.

Nel corso dell'anno conquistò altre tre vittorie, diventando anche campione di Formula CART, categoria che all'epoca presentava tra le sue file vetture potenti come le Formula 1 ed era riconosciuta, a livello mondiale, come la seconda competizione motoristica per vetture con ruote scoperte. Curiosamente Jacques Villeneuve vinse l'Indy 500 e la Formula Cart con il numero 27, lo stesso che aveva utilizzato il padre sulla sua Ferrari, in Formula 1, quattordici anni prima. Quell'anno ricevette anche il Trofeo Lou Marsh come miglior sportivo canadese dell'anno.

Le ottime prestazioni ottenute attirarono l'interesse di Frank Williams che, dopo avergli fatto effettuare diversi test nel 1995, lo mise sotto contratto per la stagione 1996 come secondo di Damon Hill; l'importanza delle vittorie in America fu tale da indurre lo stesso Jacques Villeneuve a dichiarare che senza la conquista della 500 miglia di Indianapolis e del Campionato CART difficilmente sarebbe riuscito ad entrare in Formula 1.

 

 

 

 

 

 

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FORMULA 1

 

1996-1998  Williams

 

1996

 

Nel 1996 Villeneuve esordì in Formula 1 alla guida di una Williams-Renault. Il pilota canadese si fece notare già  al debutto, sul nuovo Circuito Albert Park a Melbourne, ottenendo pole position e giro più veloce in gara e rimanendo in testa per la maggior parte della corsa, fin quando fu costretto a cedere la vittoria al compagno di squadra Hill a causa di un calo di potenza del motore. La prima vittoria in Formula 1 non tardò molto ad arrivare, grazie anche alla competitività  della Williams: nel quarto Gran Premio della stagione, il Gran Premio d'Europa corso al Nà¼rburgring, il canadese vinse in volata davanti alla Ferrari di Michael Schumacher. Nel prosieguo della stagione il canadese ottenne altre tre vittorie, in Gran Bretagna, Ungheria e in Portogallo, dove, nell'ultima curva precedente il traguardo, effettuò un sorpasso spettacolare e rischioso all'esterno di Schumacher.

Nella parte centrale della stagione, inoltre, riuscì a salire sul podio per ben sette volte consecutive, dimostrando oltre alle doti velocistiche anche una buona costanza. Nella seconda parte del campionato, poi, Villeneuve cominciò a competere apertamente con Damon Hill, arrivando all'ultima gara, in Giappone, con ancora la possibilità  matematica di vincere il titolo; il canadese avrebbe, però, dovuto assolutamente vincere, sperando che il suo compagno di squadra, in testa alla classifica con nove punti di vantaggio, non marcasse punti. Il canadese ottenne la pole position, ma una brutta partenza lo costrinse ad una lunga rimonta, che si arrestò comunque al 37º giro per il distacco di una ruota. Tuttavia, nella stagione di debutto collezionò comunque quattro vittorie, 78 punti e tre pole position e dopo la mancata conferma di Hill da parte della Williams, il pilota canadese si ritrovò ad essere prima guida per la stagione 1997.

 

 

1997

 

Il campionato 1997 si dimostrò più difficile del previsto, a causa della grande crescita prestazionale della Ferrari, che, con Michael Schumacher, contese fino all'ultimo il titolo al pilota canadese. Inoltre, durante il corso della stagione, la Williams non poté più contare sugli sviluppi aerodinamici progettati da Adrian Newey, passato ad inizio campionato alla McLaren. Questo fece sì che si avesse un minor grado di sviluppo della FW19. Il 1997, poi, fu l'ultimo anno (prima del ritorno della partnership nel 2012) che vide il binomio Williams Renault, che aveva dominato gli anni novanta. La casa inglese, fin da inizio stagione, si ritrovò a gestire una pressione molto elevata, visto che si sarebbe avviata verso alcuni anni di transizione che la avrebbero esclusa dalla lotta al titolo mondiale.

In Australia Villeneuve centrò la pole position nelle qualifiche, ma alla partenza scattò lentamente e fu coinvolto in un incidente innescato dalla Ferrari di Eddie Irvine. Riuscì comunque ad affermarsi sia in Brasile che in Argentina con relativa facilità , balzando in testa alla classifica mondiale. Ad Imola, dopo aver conquistato la quarta pole consecutiva, fu però costretto al ritiro per problemi al cambio, mentre in un bagnato Gran Premio di Monaco, Villeneuve e Frentzen pagarono la sbagliata strategia della Williams che li fece partire con gomme ed assetto d'asciutto. Il Gran Premio di Spagna sarà  quello del riscatto per Jacques Villeneuve: il canadese dominò prove e gara, vincendo la terza gara dell'anno; in Canada andò a muro per un errore, quando occupava la seconda posizione ed in Francia giunse quarto subendo la vittoria di Michael Schumacher. Villeneuve vinse altri quattro gran premi: quello d'Inghilterra (dove diede la centesima vittoria alla Williams), poi in Ungheria, in Austria ed al Nà¼rburgring, avendo la possibilità  di chiudere i giochi mondiali in Giappone. Ma al Gran Premio del Giappone Villeneuve fu squalificato per non aver rispettato una bandiera gialla nelle prove libere del sabato mattina, e questo portò il canadese e Michael Schumacher a contendersi il titolo al Gran Premio d'Europa, con il pilota della Ferrari in vantaggio di un punto su Villeneuve. Nelle qualifiche, tre piloti (Villeneuve, Frentzen e Schumacher) ottennero lo stesso tempo, ma il pilota canadese partì dalla pole position, avendo ottenuto il proprio tempo prima degli altri due. Tuttavia, Jacques scattò male e Schumacher prese il comando; per il ferrarista sembrava fatta, ma Villeneuve, dopo il primo pit stop, rimontò velocemente, rischiò tutto ed al 47º giro attaccò improvvisamente Schumacher. Il pilota tedesco, sorpreso dalla manovra del rivale, perse la testa e cercò di buttare fuori pista il canadese, senza riuscirci ed anzi avendo la peggio; Villeneuve arrivò terzo e a fine gara Michael Schumacher venne addirittura squalificato ed eliminato dalla classifica generale. Jacques Villeneuve vinse così il campionato del mondo, conquistando 7 vittorie, 10 pole position e 81 punti complessivi, facendo meglio del padre in Formula 1 e scrollandosi definitivamente di dosso l'ombra del genitore..

Verso la fine del campionato, Villeneuve prese duramente posizione contro Max Mosley (presidente della FIA) e l'introduzione delle nuove regole per il 1998, norme che avrebbero reso le vetture e i circuiti più sicuri, ma che, a giudizio del campione del mondo, avrebbero quasi inibito il fattore rischio, tarpando le ali ai piloti capaci di calcolarlo e sfidarlo, appiattendo così la Formula 1 e rendendola meno attraente.

Nel dicembre 1997 Villeneuve venne votato per la seconda volta come miglior sportivo canadese dell'anno.

 

 

1998

Nel 1998 una serie di cambiamenti fecero cessare l'enorme competitività  della Williams. Infatti la Renault lasciò la Formula 1, cosicché la Williams passò ai poco potenti motori Mecachrome, in realtà  propulsori Renault dell'anno precedente, senza sviluppo e a pagamento. Inoltre la FW20 fu la prima vettura, dopo molti anni, ad essere realizzata senza le indicazioni di Adrian Newey, passato alla McLaren all'inizio del 1997. Tutto questo contribuì a realizzare una macchina che non riuscì più ad essere competitiva per la vittoria, e Villeneuve non poté mai seriamente difendere il proprio titolo.

In Australia, il campione del mondo partì dalla quarta posizione in griglia, ma, a causa del surriscaldamento degli pneumatici, terminò quinto. In Brasile, dopo aver distrutto la sua vettura nelle qualifiche, Villeneuve, in condizioni fisiche precarie, non riuscì ad entrare in zona punti e finì al settimo posto. In Argentina, dopo un esaltante duello con la McLaren di David Coulthard, valevole per la zona punti, Villeneuve fu costretto al ritiro a causa di un incidente con il pilota scozzese. Al Gran Premio di San Marino il campione del mondo mostrò pienamente le sue doti, terminò la gara in quarta posizione, alle spalle di Irvine, ma perse un potenziale podio perché rallentato, nell'imminenza della sua prima sosta, dal doppiaggio del lentissimo Rosset e, successivamente, perché costretto ad una lunghissima seconda fermata ai box (per problemi allo sportellino del serbatoio). Villeneuve andò a punti anche in Spagna (sesto) e a Monaco (quinto); in Canada, dopo aver condotto un'ottima prima parte di gara, compromise la sua corsa compiendo un lungo in seguito ad uno spettacolare tentativo di sorpasso sul momentaneo leader Fisichella. Villeneuve tornò a punti in Francia (quarto), mentre in Inghilterra, partito terzo con un assetto rigido (per condizioni di pista asciutta), scivolò fuori dai primi sei, apparendo poco a suo agio sulla pista bagnata. Al successivo Gran Premio in Austria centrò la zona punti finendo in sesta posizione. In Germania, partì dalla terza posizione ed impressionò per la sua combattività , fu l'unico pilota in grado di tenere il passo delle McLaren; nella parte finale della gara, Hakkinen fu costretto a rallentare in seguito ad alcuni problemi tecnici ed anche Coulthard, che in ottica mondiale non doveva togliere punti preziosi al compagno di scuderia, alzò il piede dall'acceleratore. Villeneuve avrebbe potuto vincere, ma, incredibilmente anch'egli fu costretto a rallentare a causa di un problema al differenziale, terminando al terzo posto.

In Ungheria giunse per la seconda volta consecutiva sul podio, mentre in Belgio fu vittima, in pieno rettilineo, dell'aquaplaning e dovette ritirarsi.

Al Gran Premio d'Italia il campione canadese, dopo un audace giro di qualifica, compiuto con un assetto decisamente scarico, riuscì a conquistare la seconda posizione in griglia alle spalle di Michael Schumacher; durante la gara però la Williams FW20 soffrì di seri problemi all'impianto frenante che andò del tutto in avaria al trentasettesimo giro, causando l'uscita di pista di Villeneuve con un violento testacoda alla seconda curva di Lesmo, il pilota della Williams perse così un potenziale podio.

Al Nà¼rburgring, il pilota Canadese, partito con la strategia dell'unica sosta, perse la quinta posizione a causa di un pasticcio occorso durante il pit-stop: infatti fu costretto a fermarsi una seconda volta per completare il rifornimento, e questo vanificò l'intera gara che lo vide sprofondare in ottava posizione, mentre in Giappone il campione del mondo uscente raccolse il suo ultimo punto in Williams con un sesto posto.

Nella classifica finale Jacques Villeneuve si piazzò al quinto posto assoluto, conquistando 21 punti complessivi: fu in effetti "il primo degli altri", in quanto si classificò alle spalle dei soli piloti appartenenti alle irraggiungibili McLaren e Ferrari. Il pilota canadese dimostrò di essere degno del titolo conquistato l'anno precedente, vinse per il secondo anno consecutivo il confronto interno con il veloce compagno di scuderia Heinz Harald Frentzen e senza il suo accanimento per la ricerca del risultato, la stagione della Williams, classificatasi terza nel mondiale costruttori, sarebbe stata ancora più deludente. Per il 1999 Villeneuve, nonostante la volontà  della Williams di proseguire nel rapporto lavorativo, scelse di trasferirsi nella nuova scuderia BAR diretta dal suo manager ed amico Craig Pollock.

Piccola curiosità , nel 1998 Jacques Villeneuve risultò essere a fine campionato, il pilota più consistente in gara, avendo completato 937 giri totali, 16 in più di Michael Schumacher e addirittura 81 in più del campione del mondo Mika Hakkinen (856 giri totali), dimostrando non soltanto la discreta affidabilità  della FW20, ma anche ottima intelligenza tattica e scarsa propensione all'errore

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1999-2003: BAR

 

Nel 1999 Villeneuve, sorprendendo addetti ai lavori, stampa e tifosi, al posto di cercare un volante in una scuderia vincente decise di trasferirsi al team esordiente BAR (ex Tyrrell). La BAR in parte proprietà  del suo manager personale Craig Pollock insieme alla BAT (British American Tobacco), multinazionale del tabacco, sarebbe stata motorizzata Supertec, e, come compagno di squadra, il campione canadese avrebbe avuto il brasiliano Ricardo Zonta. Le aspettative erano molto alte, ma la scuderia aveva moltissimo da imparare ed in particolare la vettura non si rivelava mai all'altezza soprattutto dal punto di vista dell'affidabilità , infatti, nonostante le buone prestazioni in qualifica, come un 5º posto al gran premio di San Marino e un 6º posto nel Gran Premio di Spagna, in gara le cose andarono sempre al peggio. Proprio in Spagna Villeneuve riuscì a mostrare la sua abilità , quando, con un'ottima partenza, si inserì al terzo posto, precedendo le due Ferrari per lungo tempo e perdendo la posizione solo a causa di una sosta ai box più lenta rispetto a quella degli avversari; successivamente il Canadese fu costretto una volta di più al ritiro. Il calvario proseguì per tutta la stagione. Si registrarono undici ritiri consecutivi, Villeneuve giunse per la prima volta al traguardo al Gran Premio del Belgio ottenendo un quindicesimo posto a cui seguì un ottavo posto in Italia, miglior risultato annuale. La stagione finì quindi senza punti e con più ritiri che arrivi al traguardo, una vera doccia scozzese per l'ex campione del mondo che aveva scelto la BAR per tornare a vincere.

 

Nel 2000 si ebbe alla BAR un cambio di motorizzazione con il passaggio alla casa giapponese Honda. La stagione risultò subito migliore della precedente, infatti, dopo un anno di attesa, nella prima gara stagionale Villeneuve rivide la zona punti giungendo al quarto posto. Giunse al quarto posto in quattro occasioni (Australia, Francia, Austria e Stati Uniti) e sfiorò il podio in occasione del Gran Premio degli Stati Uniti dove intraprese una spettacolare lotta con Frentzen nella parte finale della gara; in totale riusci a raccogliere punti in sette differenti occasioni, che permisero al canadese di classificarsi a fine stagione al settimo posto in classifica mondiale con 17 punti totali. Il bilancio di fine stagione fu quasi sorprendente se comparato con quello dell'anno precedente e il team registrò un deciso balzo in avanti giungendo quinto nel mondiale costruttori. Con la speranza che la squadra stesse finalmente intraprendendo la strada giusta per lanciare la sfida mondiale a Ferrari e McLaren, Villeneuve, nonostante la corte di altri team più importanti, decise di restare fedele al suo manager Craig Pollock e all'idea di vincere insieme alla BAR.

 

Nel 2001 non vi furono sostanziali cambiamenti rispetto al 2000: la BAR 003 risultò essere meno veloce della vettura precedente, ma grazie ad una maggiore affidabilità , Villeneuve fu capace di salire sul podio in Spagna e bissò la prodezza in Germania. Oltre ai due acuti, la stagione però non si rivelò all'altezza delle aspettative: nella gara di apertura a Melbourne, durante il tentativo di sorpasso su Ralf Schumacher, il canadese fu risucchiato dalle turbolenze del pilota tedesco, lo tamponò e la sua vettura volò andando a sbattere violentemente contro un muro e purtroppo, durante l'impatto, una ruota staccatasi colpì un commissario uccidendolo. Inoltre, nelle prime gare stagionali successive all'incidente di Melbourne, il nuovo compagno di squadra Olivier Panis risultò essere leggermente più competitivo di Jacques che, dopo il botto australiano, si trovò a fare i conti con lo spostamento di due vertebre.

Dal Gran Premio di Spagna però, Villeneuve, ormai recuperata la condizione fisica, tornò ad essere più performante, conquistando poi nel corso della stagione punti molto importanti per la BAR Honda e battendo nettamente nel confronto diretto Olivier Panis. Villeneuve ottenne, oltre ai due prestigiosi terzi posti in Spagna e in Germania, anche un ottimo quarto posto a Monaco, dove giunse ad un secondo e mezzo dal terzo classificato Eddie Irvine, ed un sesto posto al Gran Premio d'Italia. Nonostante i saltuari piazzamenti a punti, e con la maggior parte delle gare conclusasi tra il settimo e il nono posto, Jacques conquistò nuovamente la settima posizione finale nel campionato davanti ai piloti Jordan, Benetton e Sauber e alle spalle dei soli piloti appartenenti ai tre top team (Ferrari, McLaren e Williams). La BAR-Honda, quindi, grazie in particolare alla spinta di Villeneuve che fu capace di totalizzare 12 punti finali rispetto ai 5 ottenuti da Panis, riuscì a classificarsi sesta nel mondiale costruttori, un risultato di per sé discreto, ma modesto se paragonato alle ambizioni di Villeneuve e della multinazionale BAT.

 

Nel 2002, dopo essere stato vicino al passaggio alla Renault di Briatore, Villeneuve decise di restare ancora alla BAR con il suo manager Craig Pollock, ma questi ad inizio anno venne estromesso dalla squadra e sostituito dal manager inglese David Richards. Questo influì e condizionò pesantemente il prosieguo dell'avventura del pilota canadese nel team. La nuova vettura fu comunque disastrosa, Villeneuve raccolse solo quattro punti mentre Olivier Panis non andò oltre i tre. L'unica perla fu nel Gran Premio d'Austria dove Villeneuve, con una strategia di gara estremamente aggressiva, sorpasso dopo sorpasso riuscì a raggiungere la terza posizione che dovette poi cedere per la rottura del motore. Jacques Villeneuve, non trovando offerte migliori, con i sedili dei top team ormai occupati, non ebbe altra opportunità  di continuare, ormai demotivato, in BAR "accontentandosi" del suo stipendio, anche se nell'ambiente si vociferava di un suo possibile anno sabbatico per andare a correre nella NASCAR in attesa che qualche posto in una scuderia di vertice potesse eventualmente liberarsi.

 

Il 2003, però, cominciò malissimo ancora prima del via: infatti il manager inglese David Richards non vedeva di buon occhio il considerevole ingaggio che Villeneuve aveva firmato all'epoca del suo trasferimento, e questo diede luogo a grandi incomprensioni e ad un lungo braccio di ferro che danneggiò anche la resa sportiva del pilota canadese ormai giunto all'esaurimento del suo ciclo in BAR. Jacques Villeneuve infatti nel 2003 visse la sua annata sportiva peggiore, perse il confronto interno con il giovane e consistente Jenson Button che diventò quasi subito l'uomo di punta del team. Il pilota inglese fu anche evidentemente avvantaggiato dal rapporto burrascoso che intercorse tra la scuderia e Villeneuve giunto ormai a fine contratto e con un divorzio certo. Inoltre Villeneuve, al contrario del regolarista Button, parve mal adattarsi ai cambi di regolamento, che per il 2003 prevedevano l'introduzione del singolo giro in qualifica, l'abolizione del warm-up e l'ampliamento della zona punti fino all'ottava posizione.

Alla fine del 2003 i rapporti tra il canadese e David Richards si incrinarono a tal punto che Jacques non disputò l'ultima gara della stagione in programma a Suzuka, venendo cosi sostituito dal collaudatore, protetto della Honda, Takuma Sato, il quale sarebbe poi diventato pilota titolare. Il manager inglese iniziò così il cambiamento ai vertici della scuderia, che avrebbe di lì a poco consentito l'acquisizione della BAR da parte della Honda. Alla fine Jacques Villeneuve lasciò quindi la BAR, squadra che probabilmente doveva proprio a lui la nascita, dopo aver speso i suoi migliori anni sportivi a lottare in una scuderia mai sufficientemente competitiva e lasciandosi chiudere per sempre alle sue spalle (forse anche per l'amicizia con il manager Craig Pollock, fondatore della scuderia) le porte dei top team. I suoi migliori risultati restarono i due terzi posti del campionato 2001.

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2004: Renault

 

Per gran parte della stagione 2004 Villeneuve rimase inattivo, per poi tornare negli ultimi tre gran premi dell'anno a guidare per la Renault, senza però ottenere buoni risultati a causa di una non ottimale condizione fisica ed della scarsa conoscenza tecnica della vettura.

 

 

2005-2006: BMW Sauber

 

A partire dal 2005 si accordò con il team Sauber, ma la squadra svizzera non fu all'altezza degli anni passati e, inoltre, Villeneuve faticò a rientrare nel ritmo della gara: infatti nella prima metà  di stagione fu spesse volte superato in prestazioni dal veloce e giovane compagno di squadra Felipe Massa e, per questo motivo, venne poi messo in discussione dalla critica. Villeneuve però si riprese e riuscì a totalizzare 9 punti complessivi e, nonostante le difficoltà  incontrate nella prima metà  del campionato, il pilota canadese stette davanti a Massa nella classifica piloti fino all'ultima gara, dove venne sorpassato dal compagno di squadra per soli due punti. Comunque, le prestazioni di Villeneuve nella seconda metà  dell'anno risultarono essere equivalenti a quelle del compagno di scuderia destinato alla Ferrari. Il risultato migliore ottenuto durante l'anno fu un 4º posto a Imola.

Il contratto di Villeneuve era biennale, quindi continuò nel 2006, quando la squadra prese il nome di BMW Sauber dopo l'acquisto da parte del costruttore BMW. Con la BMW Sauber ebbe un inizio di campionato discreto, meritevole della riconferma, ma a metà  stagione Villeneuve ebbe un serio incidente all'Hockenheimring durante il Gran Premio di Germania. Venne quindi sostituito per problemi fisici nel Gran Premio di Ungheria dal giovane collaudatore Robert Kubica che si dimostrò ben presto competitivo e con un futuro assicurato nella scuderia bavarese; poco dopo, infatti, i vertici BMW proposero al convalescente Jacques Villeneuve di confrontarsi in test privati con il giovane pilota polacco per stabilire chi tra i due piloti sotto contratto fosse più idoneo per il prosieguo della stagione. A quel punto Villeneuve, dopo aver compreso di non rientrare nei progetti futuri del team, decise per la separazione con effetto immediato, sostenendo di aver già  superato prove importanti nella sua carriera e di non avere più niente da dimostrare. Jacques Villeneuve, ormai demotivato e lontano dall'essere il pilota veloce ed ambizioso visto fino al 2002, decise quindi di ritirarsi dalla Formula 1 dopo una carriera di alto profilo (culminata con la conquista dell'iride mondiale) e forse mutilata nelle sue possibilità  da scelte sportive evidentemente sbagliate. Lasciò però la classe regina anche con la doppia soddisfazione di essere stato l'unico figlio d'arte ad aver vinto più del proprio padre, e di essere stato uno tra i pochi piloti in grado di battere Michael Schumacher in un confronto diretto (insieme a Mika Hakkinen e Fernando Alonso)

 

Ps: Su Wikipedia ci sono molte fonti che però ho eòiminato per motivi stilistici.

Modificato da Jax
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Vita privata

 

« Michael era convinto che gli altri non potessero sorpassarlo, si sentiva il più forte. Dovetti agire d'astuzia: dopo il pit-stop avevo le gomme più fresche di lui perché ero entrato dopo. Sapevo che quello sarebbe stato il solo momento per passarlo. Allora l'ho tratto in inganno: non gli sono stato troppo vicino perché non si insospettisse. Sapevo dove avrei potuto attaccarlo e ho fatto la curva precedente tanto forte da rischiare di uscire. Quando gli sono arrivato addosso lui non se lo aspettava. Sono passato. »
(Jacques Villeneuve riferendosi al Gran Premio d'Europa 1997, quando vinse il mondiale)

 

Jacques Villeneuve nell'ambiente della Formula 1, ma anche all'esterno del paddock, è sempre stato un personaggio molto carismatico, diceva esattamente quel che pensava in un ambiente dove la sincerità  era merce rara ed aveva opinioni ed argomentazioni su tutto. Sicuramente poco politico, a volte pagò il suo atteggiamento schietto e forse in taluni casi autolesionistico.

Persona di vivace intelligenza e cultura, parla correntemente tre lingue (inglese, francese, italiano). Jacques Villeneuve era anche molto considerato da artisti e personaggi del mondo dello spettacolo; nella tarda metà  degli anni novanta fu fidanzato con la pop star australiana Dannii Minogue, diva internazionale. Anche il suo personalissimo look cambiò nel corso degli anni: in quelli novanta amava utilizzare tinture per capelli, celebre quella biondo platino del biennio 1997/1998 (tinta utilizzata successivamente anche da Valentino Rossi, all'epoca fan del pilota canadese), per poi cambiare lasciando i capelli al loro stato naturale e facendosi crescere la barba in stile disimpegnato negli anni duemila. Indossava un abbigliamento casual e la sua tuta da gara era più grande almeno di una taglia rispetto a quella reale: al riguardo, sosteneva di volersi sentire comodo al volante come con una sorta di pigiama.

Nel giugno 2006 Villeneuve ha iniziato la distribuzione del suo primo disco[ da cantautore, "Private Paradise", cantato in lingua francese canadese. Il pilota ha scritto la maggior parte delle canzoni e suona la chitarra folk. In questo album vi è anche una canzone cantata dal campione Canadese in collaborazione con la sorella, intitolata "Father", dedicata al padre. Jacques Villeneuve è stato anche proprietario di un noto ristorante a Montreal chiamato NewTown (traduzione inglese del suo cognome). La struttura è stata venduta nel 2009. Il campione canadese ha poi sposato Johanna Martinez il 30 maggio 2006 ed è padre di due figli, Gules (14 novembre 2006) e Jonas (23 dicembre 2007); la famiglia si è trasferita nella famosa località  sciistica di Villars sur Ollon nel Cantone di Vaud in Svizzera. La coppia ha divorziato nel luglio 2009. Jacques Villeneuve si è risposato il 30 giugno 2012 con la modella Brasiliana Camila Lopez dalla quale ha avuto, nel gennaio 2013, il terzo figlio. Risiede al momento nel Principato di Andorra.

 

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Bene,dopo aver proceduto con la biografia di Jacques  tratta dall'imparziale Wikipedia,inizio con le mie riflessioni.

Naturalmente come potrete ben immaginare,sono stato un grande tifoso di Jacques Villeneuve  ,mi piaceva molto sia come pilota che come personaggio,con  i suoi  pregi e  difetti.

Come campione del mondo l'ho sempre trovato sottovalutato,quando si analizza la carriera di Jacques bisogna necessariamente farlo in due parti :

La prima direi che va dal 1995 al 2002,la seconda dal 2003 al 2006 (senza contare il 2004 che praticamente non disputò).

Villeneuve nel primo periodo (1995-2002)  tra formula Indy,500 miglia di Indianapolis, debutto in formula 1 nel 1996, il campionato del mondo del 1997 e le  ottime stagioni disputate  su vetture comunque non all'altezza come nel 1998 e gli anni in Bar dal 1999 al 2002 ,è stato indubbiamente secondo solo a Schumacher e forse ad Hakkinen .

Anche se non riuscì  più a vincere dopo il 1997,fece (per come la vedo io) il massimo a seconda dei mezzi a disposizione...

Infatti ricordo delle gare memorabili sia nel 1998 (Imola,Germania,Ungheria,Monza) che nel 1999 (Imola,Spagna),  nel 2000 quando dopo solo un anno riuscì a portare la BAR a livelli che ad esempio la Jordan aveva impiegato anni per raggiungere,nel 2001 (Spagna ,Germania,Monaco) e nel 2002 (Austria).

Alcuni sostengono che il titolo mondiale di Jacques sia stato "semplice" ,favorito dalla superiorità  della vettura, ma credo che questo tipo di storia valga per quasi tutti i campioni del mondo,da Hakkinen a Mansell,da Alonso a Vettel e Schumacher... etc...

Io credo che il mondiale del 1997 sia stato un mondiale vinto da Villeneuve meritatamente contro un grandissimo Schumacher ed una Ferrari comunque vicina alla Williams,un mondiale vinto non solo con la velocità  ma anche con il coraggio di saper rischiare , con il cuore,oltre che con gli attributi,un mondiale vinto al suo secondo anno,in una Formula 1 diversa da quella attuale ,dove il coefficiente d'errore era molto più alto e lo si pagava a caro prezzo. 

Purtroppo,Villeneuve perse la scommessa alla Bar,dove si consumò in una vettura mai all'altezza ,rinunciando anche a clamorose offerte della Renault e probabilmente anche dalla McLaren,per lealtà  verso Craig Pollock ,sorta di patrigno putativo.

Quando Pollock venne estromesso ad inizio 2002,Jacques Villeneuve si svegliò dal miraggio e probabilmente si rese conto di essersi mutilato una carriera,dopo di chè subentrarono tre fattori che incideranno in negativo sulla sua carriera...

1) Evidente demotivazione (a fine 2002 si vociferava di un suo possibile ingresso in Nascar)

2) L'entrata in vigore nel 2003 del nuovo regolamento a cui Jacques non si abituerà  mai e il massiccio utilizzo di elettronica, da lui detestata ,che ne appiattisce lo stile di guida aggressivo.

3) Dave Richards,che come nuovo  patron della Bar nel 2003 ,si scontrerà  apertamente con il "fondatore" Villeneuve ,causandone il divorzio praticamente già  alla prima gara della stagione....

Dal 2003 in poi,la carriera di Jacques è una veloce parabola discendente,pur conservando degli acuti come ad Imola e Spa nel 2005 e comunque delle prestazioni dignitose nel 2006 ,anche se del Villeneuve che avevo tanto tifato era rimasta solo l'ombra..

Nella parte finale della sua carriera il suo carattere schietto e poco politico gli creò indubbiamente dei problemi e per questo era sicuramente isolato in un Paddock che ormai era cambiato inesorabilmente da quello in cui era stato campione del mondo.

Che ne pensate ?

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Pregherei vivamente di non attingere a Wikipedia perchè è una struttura assolutamente non affidabile in quanto manipolabile a piacere da chiunque abbia un tiramento.

Noi vogliamo tenere un livello il più alto possibile ed è ampiamente dimostrato che Wikipedia ha lacune enormi quando non riporta falsità  enormi.

 

Questo vale in generale, non mi riferisco al caso specifico di JV.

 

Grazie.

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Jacques Villeneuve secondo Alex Zanardi

 

Qualità 

 

Jacques è stato un grande lavoratore e,soprattutto a inizio carriera,un ragazzo molto intelligente ed abile nelle pubbliche relazioni.

Finchè non è diventato troppo schietto al punto di essersi trasformato,per molti,in un personaggio un po' arrogante.

Ma è stato,nell'automobilismo,un ragazzo di grandissimo carattere e anche dotato di un gran piede.

Ha vinto in mondi diversi,dalla Indycar alla F1,dimostrando di essere versatile. E dal padre ha ereditato la caratteristca di non mollare mai.

Questo gli ha consentito di conquistare gare che sembravano perse.

Nella 500 miglia di Indianapolis 1995 era sotto di due giri e alla fine ha vinto.

E sorpassi tipo quello ai danni di Schumacher a Estoril nel 96,che nel manuale del pilota perfettino non sono previsti,a lui sono riusciti.

Jacques ha tentato mosse che altri non avrebbero azzardato e così si è ritagliato un ruolo nella storia della F1.

Ha vinto un mondiale,con una buona macchina e ,forse,con un pizzico di fortuna. Ma avrei voluto riuscirci io.....

 

 

Difetti

 

A fine carriera,se parliamo di Formula 1,ragionava troppo per principio.

Della serie:  "Ho questa idea e non mi piego davanti a nessuno". Creandosi così più nemici di quanti in realtà  ne avesse.

E pian piano si è prestato ad alcune polemiche che hanno creato più danno a lui che agli altri.

E poi ha pagato la scelta,un po' naif,di lasciare la Williams con cui vinceva per un'avventura un po' complicata come quella con la Bar,che non ha funzionato.

In quel frangente ha ragionato più con l'istinto che con la testa: magari sarebbe finito in McLaren,per dire,e avrebbe vinto di più.

Al volante, in realtà  ,non aveva grandi difetti,era anche molto combattivo. Ma ne aveva fuori dall'abitacolo,nelle scelte fatte tutte di petto

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Questo vale in generale, non mi riferisco al caso specifico di JV.

 

Grazie.

ndr-....non sentivo la frase chiunque ha un tiramento dall'avvelenata

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