AmanteMercedes Inviata November 15, 2012 at 11:58 Share Inviata November 15, 2012 at 11:58 Di recente, Aldo Zana ha presentato presso la "Libreria dell'Automobile" il proprio libro (opera senz'altro da leggere) sul mondiale "sport e prototipi". In quell'occasione, Zana rilasciava al sito automoto.it un'intervista http://www.automoto....-formula-1.html Questa intervista mi pare il condensato di opinioni privilegiate circa temi profondi e problematici (l'evoluzione del motorsport, rispetto al passato e la direzione rispetto al futuro), che meritano secondo me un approfondimento, che porta forse in più direzioni. Per punti, pensando che sia un incipit: a ) evoluzione del motorsport verso fatto di spettacolo, e artificiosità della F1 attuale (il tema è discusso, ma tornarci sopra con un'opinione approfondita come quella di Zana mi sembra interessante); b ) approccio del pubblico di tipo a-critico (o falsamente critico) rispetto alla situazione attuale, anche per assenza di modelli di paragone; c ) punto sub b ) come conseguenza dell'approccio dei commentatori al motorsport, appunto teso a cavalcare "l'artificiosità da reality", voluto proprio da Ecclestone per far breccia sul grande pubblico allargando la platea di interessati al motorsport, ma tanto varrebbe dire oggi la F1. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
sundance76 Inviata November 15, 2012 at 12:39 Share Inviata November 15, 2012 at 12:39 Io sono del tutto d'accordo con Aldo Zana. Ma è inutile. Gli stessi punti che hai elencato sono la ragione per cui pochi o nessuno condividerà quel punto di vista. E' come l'intervista di Donnini a motorsportrants.... Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
AmanteMercedes Inviata November 15, 2012 at 18:35 Autore Share Inviata November 15, 2012 at 18:35 La ho ascoltata .. che dire: condivido a pieno quello che dice Donnini .. il punto é quali correttivi? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Osrevinu Inviata November 17, 2012 at 08:20 Share Inviata November 17, 2012 at 08:20 Mah. Io non ci trovo niente di male nella spettacolarizzazione del motorsport. Anche in America lo show viene su tutto, ma le loro categorie continuano a mantenere una sana e genuina componente di sportività perchè si basano su regole semplici, chiare e comprensibili da tutti. E si potrebbe benissimo fare la stessa cosa con la F1: alzassero le macchine da terra e liberalizzassero i regolamenti. Avremmo spettacolo e sport insieme! Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
S. Bellof Inviata November 17, 2012 at 09:23 Share Inviata November 17, 2012 at 09:23 Ma in America sono un monomarca, ormai hanno palesemente abbandonato ogni velleità tecnologica per puntare tutto sullo spettacolo (credo riuscendoci, anche se vedo una gara di Indycar molto raramente). In F1 stanno cercando di cogliere due piccioni con una fava, standardizzando e promuovendo sistemi di puro intrattenimento (leggasi DRS), ma mantenendo al contempo una finta aura di competizione tecnologica (magari da travasare nelle auto di serie, come il Kers)...il che è molto ipocrita. 3 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare AmanteMercedes Inviata November 17, 2012 at 20:43 Autore Questo è un messaggio popolare Share Inviata November 17, 2012 at 20:43 è l'idea che ad ogni curva ci debba essere il colpo di scena che è sbagliata. Il 2002 è stato l'ultimo anno della f1 vera .. poi da lì si è iniziato un punto di non ritorno. 5 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Andrea Gardenal Inviata November 20, 2012 at 20:42 Share Inviata November 20, 2012 at 20:42 è l'idea che ad ogni curva ci debba essere il colpo di scena che è sbagliata. Verissimo. La cosa ancor più grave è che chi detiene gli interessi economici del Circus (Ecclestone e le varie squadre) alimenta presso lo spettatore non attento l'illusione che "una volta" la Formula 1 fosse più bella, più spettacolare, più ricca di colpi di scena. Niente di più falso. Io è dal 1992 (ma molto probabilmente ciò accadeva anche prima) che sento dire che mancano i sorpassi in Formula 1, sono 20 anni che ci si lamenta. Sotto questa luce, pagine epiche della F1, come il duello tra Gilles e Arnoux a Digione, hanno fatto male alla Formula 1 degli anni successivi, perchè hanno alimentato l'illusione che scene simili potessero ripetersi ad ogni gara. Niente di più sbagliato. Il 2002 è stato l'ultimo anno della f1 vera .. poi da lì si è iniziato un punto di non ritorno. Verissimo anche questo. Il cambiamento del format delle qualifiche, il cambiamento del sistema di assegnazione dei punti, il numero fisso di motori per ogni stagione, l'imposizione del V10, le penalità in griglia, il parco chiuso... Sono tutti cambiamenti introdotti intorno 2003 che poi hanno snaturato la F1. Da lì si è arrivati ai motori V8 tutti uguali, al Kers, al DRS. 2 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Questo è un messaggio popolare Wexx Inviata November 21, 2012 at 10:29 Questo è un messaggio popolare Share Inviata November 21, 2012 at 10:29 Io non credo che la Formula1 odierna sia preordinata, ciononostante è ovvio che è fortemente influenzata dal peso politico dei team e dalla proporzione dei capitali investiti. Ma un conto è dire che la Ferrari ha un grosso peso, un conto è dire che i risultati dei singoli Gran Premi e dei Campionati che essi costituiscono siano preordinati a tavolino. Sono delle esagerazioni, le gare di oggi sono imprevedibili e lo si è visto molte volte. Idem i campionati (dove il colosso Ferrari sta all'asciutto da tanto). E chiaro che Minardi non può vincere, ma è anche chiaro che Ferrari può perdere. Quindi esiste una imprevedibilità tra gli attori di peso economico grossomodo paritario. Minardi avrebbe sbaragliato Mercedes nel 1938? Un conto è ammettere l'egemonia del denaro nel motorsport, un conto è vaneggiare (leggasi ipotizzare senza prove) di "regie occulte". Sicuro che ci sono manini, sicuro che chi investe 100 conta e decide più di chi investe 10, sicuro che di "sportivo" in senso decoubertiniano non c'è nulla. Ma sicuro anche che San Paolo 2008 non è stata scritta a tavolino, come Abu Dhabi 2010. Detto questo, vogliamo provare a ragionare pragmaticamente? Qual è la caratteristica propria dell'automobilismo sportivo? Ci sono macchine molto potenti che corrono. Cosa hanno di particolare questi mezzi? Costano tanto denaro, tanta manutenzione operata da tanti uomini ben pagati, organizzare una corsa è una spesa enorme, eccetera. Automobilismo = costi, prima che ricavi. Siccome non si può istituire uno sport sulla beneficienza occorre che ai costi seguano dei ricavi che almeno li pareggino, o no? Possiamo fare una maratona quasi a costo zero (falso, ma facciamo finta), non possiamo fare un Gran Premio che non costi un iradiddio. Il capitale investito deve avere un ritorno. Poteva essere un ritorno di immagine per il Terzo Reich ieri, può essere pubblicità per il Banco Santander oggi, ma il principio è lo stesso. Mettere insieme un campionato costosissimo che coinvolge una immensa forza lavoro deve in qualche modo generare dei profitti proporzionali. Al massimo livello si parla di costi enormi. Quindi, volenti o nolenti, l'automobilismo è sempre stato sin dagli albori, per via della sua intrinseca e non aggirabile costosità , un business, ossia quella cosa che rende possibile la ripetizione seriale di eventi costosissimi, quella cosa alle spese affianca dei ricavi che rendano come minimo ripetibile una corsa e instituibile un campionato. I soldi sono intrinseci all'automobilismo sportivo, punto. Ce ne voglio tanti, fare pari già non è uno scherzo. Fatalmente, dove in un modo o nell'altro circolano tanti soldi (Sundance insegna che i piloti erano già pagatissimi negli anni '30, anche se ogni singolo Gran Premio era un business a sé con premi propri) arrivano gli affaristi. Ecclestone è un affarista, un volpone che fa venir fuori i soldi anche dalle pietre. Un maneggione. Erano meglio i prototipi? Chi lo sa, fatto sta che Ecclestone stava in F1, se stava nei Prototipi oggi piangeremmo la defunta Formula 1. Ecclestone ha trasformato la Formula 1 in un business, enorme, con ricavi abbastanza superiori ai costi da permetterle di prosperare. E' uno show? Sì, lo era anche negli anni '10 del '900. Oggi gli show si guardano in TV. Perché? Perché è più comodo, si vede tutto e meglio, è più democratico, aumenta i profitti per gli organizzatori dello show. Se tu organizzi una manifestazione che costa 100, devi almeno ricavare 100. Se nessuno sa che questa manifestazione esiste nessuno viene a vederla, non vendi biglietti, la manifestazione non la ripeti più. Per far consocere la tua manifestazione devi pubblicizzarla, per pubblicizzarla, oggi, si usa la TV e Internet. Erano meglio manifesti e riviste? Erano solo la culla di quello che c'è adesso, non erano innocenti. In Formula1 contano i soldi, una volta contava la passione. Che boiata. Contano entrambi da sempre. Non era un affarista Enzo Ferrari? Non era un affarista (di primissimo livello dicono) Ayrton Senna? Ovvio che sì. Che male c'è? Per fare affari occorre una passione incredibile. Credete che quel nazistoide truffaldino di Ecclestone non abbia una passione immensa per ciò che fa? Oggi la Formula1 pensa solo allo spettacolo? Ovvio, era diventata inguardabile. E' artificioso? Sì. Mi spiegate per favore che cosa non è artificioso in una gara di motorsport? Che cosa c'è di non artificioso nel Gran Premio X dell'anno 193Y vinto dal pilota Z della scuderia W? C'erano anche allora regolamenti (come fai senza?), furbate per aggirarli o interpretarli al meglio, gare falsate dalla diversa prestanza dei mezzi, tanti soldi in ballo che in qualche modo dovevano valere l'investimento, la necessità di rendere "mitico" l'evento per il grande pubblico attraverso i media... sono cambiati i mezzi, i materiali, i modelli di business, ma la sostanza è rimasta la stessa. Poi uno dice: preferivo la carta stampata alla TV. Ok, linguaggi diverse in epoche diverse, ma sono discorsi che esulano dall'automobilismo. Oggi si comunica in un certo modo, vanno certi prodotti e così via. Ma non c'è mai stata un'età dell'innocenza seguita da un'epoca oscura di imbarbarimento. Lo stesso Ecclestone non è che un figlio della sua epoca, se non fosse stato lui sarebbe stato qualcun altro magari in un altra categoria, lui è solo quello che si è adattato meglio, darwinianamente parlando. Credete che oggi non ci sia passione? Che non ci sia tensione, lavoro duro e febbrile nel paddok? Credete che siano tutte marionette che sanno già prima come finiranno i Gran Premi? E non era negli anni passati una "messa in scena" l'automobilismo? Una narrazione collettiva con i suoi eroi, i suoi intrecci, i suoi interessi, le sue manipolazioni, la sua politica? Io non vorrei che si cercasse nei tempi andati un ideale di automobilismo che di fatto non è mai esistito e che dovrebbe portare chi lo perora, alla fine dei conti, a seguire solo lo sport dilettantistico (ma dilettantistico sul serio, dove chi partecipa lo fa a proprie spese, senza nessun tipo di ritorno sull'investimento da parte di nessuno, per il puro piacere di competere ad armi pari e IN PERDITA). 8 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Sévero Inviata November 22, 2012 at 08:54 Share Inviata November 22, 2012 at 08:54 Come non quotarti Wexx discorso bellissimo valido ormai per tutti gli sport a tutti i livelli come gli sponsor delle piccole squadre di quartiere. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ayrton4ever Inviata November 22, 2012 at 09:10 Share Inviata November 22, 2012 at 09:10 Mah. Io non ci trovo niente di male nella spettacolarizzazione del motorsport. Anche in America lo show viene su tutto, ma le loro categorie continuano a mantenere una sana e genuina componente di sportività perchè si basano su regole semplici, chiare e comprensibili da tutti. E si potrebbe benissimo fare la stessa cosa con la F1: alzassero le macchine da terra e liberalizzassero i regolamenti. Avremmo spettacolo e sport insieme! non sono d'accordo in America l'unica regola è tentarle tutte per arrivare all'ultimo giro col vincitore ancora da decidere e non mi pare molto sportivo. Rimedi non ne vedo francamente 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Sévero Inviata November 22, 2012 at 09:35 Share Inviata November 22, 2012 at 09:35 non sono d'accordo in America l'unica regola è tentarle tutte per arrivare all'ultimo giro col vincitore ancora da decidere e non mi pare molto sportivo. Rimedi non ne vedo francamente Concordo oltretutto in America sono ancora + monomarca che non in F1, da loro se proprio copierei solo la protezione posteriore delle ruote per evitare certi tipi di incidenti, per il resto sono rimasti alla preistoria della tecnologia automobilistica Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
AmanteMercedes Inviata November 25, 2012 at 20:20 Autore Share Inviata November 25, 2012 at 20:20 Wexx il Tuo intervento è prezioso e mi piace molto perché lo condivido appieno. In sostanza, tutto quello che dici è verissimo, almeno per come la vedo io. Davvero se la critica e la riflessione che ho proposto fosse tesa ad affermare quello che giustamente tu hai negato, sarebbe stato un bell'esercizio di banalità da parte mia. Ora, non mi ritengo un acuto pensatore, però credo di aver sempre impostato la mia passione per il passato delle corse in modo tutt'altro che "nostalgico" .. peggio ancora se mi si parla di "F1 preordinata", tesi che non ho mai sostenuto. Uno dei grossi problemi, è che questa F1 è troppo uniforme, troppe cose standard .. La F1 che sostanzialmente si prende e si mangia tutto il motorsport, altra cosa che non funziona. Infine, preso atto che il motorsport deve essere divertente, ma può essere divertente anche un GP stile 2002. Se si parte dallo psicodramma che occorre lo spettacolo a tutti i costi, il colpo di scena ad ogni curva (e allora si inventano i DRS .. le gomme di pastafrolla ..) si finisce per mescolare le carte giusto per fare caciara ma quello è uno spettacolo ben poco apprezzabile. Senza che ciò significhi disconoscere il lavoro di team e piloti che legittimamente si affrontano con le regole in vigore con il massimo impegno. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
AmanteMercedes Inviata January 1, 2013 at 19:04 Autore Share Inviata January 1, 2013 at 19:04 In questi giorni ho letto il libro di Zana, ed è impressionante rendersi conto di come le sport - prototipi siano state scientemente e progressivamente fatte fuori a scapito della F1; e soprattutto saggiare di cosa è andato perso a livello di qualità .. ecco, una cosa che penso quando si parla di amarcord è che spesso soprattutto noi giovani partiamo dai giudizi prima che dalla ricostruzione dei fatti. Ma la profondità critica poi risulta risibile se non si riesce a contestualizzare adeguatamente i fatti .. facciamo un esempio: se discutiamo di Siffert uno della mia età tende a guardare solo il palmares della F1 e dice "questo è uno qualsiasi ..", poi invece capisce il contesto e si rende conto che le cose stanno ben diversamente .. ecco, tanto per dire quanto è importante evitare di applicare gli schemi del presente al passato, ma soprattutto come per capire il perché il motorsport attuale non funzioni non basti progettare una cura per la F1, ma bisogna pensare a più ampio respiro .. 3 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
AmanteMercedes Inviata January 2, 2013 at 21:13 Autore Share Inviata January 2, 2013 at 21:13 Scusate, periodo negativo, ho scritto a "scapito della F1" avrei dovuto scrivere "a favore". C'è però un lapsus freudiano perché alla fine proprio questa politica ha finito per far del male anche alla F1 .. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Krusty Inviata January 13, 2013 at 11:18 Share Inviata January 13, 2013 at 11:18 Proprio dal libro di Zanardi, si legge: "[primo test Zanardi sulla Williams, Spagna, 1998, ndt] Però gia nella prima presa di contatto in quel test spagnolo, ebbi i primi dubbi perchè mi resi conto di quella che sarebbe stata la situazione in F1 l'anno seguetne: poche gomme - due set al giorno di penumatici Bridgestone, unico fornitore - per provare su una pista come Barcellona, dove al mattino si va mediamente un secondo o un secondo e mezzo più veloce di quando più tardi si scalda la temperatura ambientale. Rovinandosi subito le gomme, era quasi inutile provare nuove soluzioni. Mi resi conto che avere fin dall'inizio una macchina giusta da guidare, punto e basta, era probabilmente la strada migliore. ne parlai con Head, il quale rispose:<<Vediamo>>. [,,.] Lasciai il circuito con qualche punto interrogativo, tantopiù che non ero rimasto particolarmente impressionato da queste macchine di F1: i motori rispetto a quelli della F.Cart, avevano molta meno potenza; le macchine erano più leggere e schizzavano via dalle curve lente con molta più accelerazione, ma in rettilineo, quando inserivi la quinta e la sesta, erano piantate, al contrario delle vettura Cart che continuavano ad accelerare. Inoltre non mi era piaciuta l'idea di avere un'auto talmente leggera da funzionare in modo che nelle curve veloci, più forte entravi più aderenza si generava a causa del carico alare: eri come in un binario, dovevi soltanto girare il volante. Nelle curve lente, invece, non teneva: ti dovevi fermare a farla girare. In più, con le gomme scanalate, avevi sempre scorrimento, non si attaccavano mai al suolo senza scivolare. La gomma scanalata continua costantemente a scivolare: è un po' come guidare in una strada piena di sabbia, non senti mai la macchina che si appoggio e fa la curva, che poi ti dà la sensazione del limite. Sentire che quando lo passi va fuori, ma allo stesso tempo, che se non lo passi sta lì. Quelle F1 erano costantemente in scivolata, e per un pilota come me, abituato alla guida del <<Parigino>>, aggressiva ma poco appariscente e molto pulita, era una sofferenza: cercavo di rallentare per riportare il pneumatico nelle condizioni di aderire e invece non aderiva mai, Il modo giusto di guidare consiste nell'entrare in curva, buttare giù il piede sull'acceleratore anche se davanti la macchina comincia ad andare in sottosterzo; poi, all'aumentare della velocità , comincia a partire il sedere per cui la macchina si bilancia e in qualche modo ne viene fuori. Avevo già percepito grossi dubbi, ma la scelta era fatta [andare in Williams, dalla F. Cart, ndt] e non volevo certo ammetterlo a me stesso" 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
sundance76 Inviata January 13, 2013 at 11:19 Share Inviata January 13, 2013 at 11:19 Questa è un'evoluzione tecnica da un anno all'altro. Penso che il topic si riferisca all'evoluzione del mondo dell'automobilismo nel suo complesso, oserei dire dal lato "filosofico". Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Andrea Gardenal Inviata January 23, 2013 at 21:59 Share Inviata January 23, 2013 at 21:59 Chi ce l'ha si guardi il GP d'Australia 1991 dopo l'interruzione della gara: al 45° minuto circa dopo il via della corsa Pino Allievi e Giorgio Pianta fanno alcune considerazioni che, a risentirle più di 20 anni dopo, risuonano come terribilmente profetiche. Domani dovrei riuscire a trascriverle e a pubblicarle qui (se qualcuno non mi anticipa ), perchè meritano davvero: sono un paio di minuti molto intensi in cui si parla di Ecclestone, Mosley, decadenza del mondiale Prototipi, bandiere gialle, Pace Car, gare lunghe, mancanza di spettacolo... 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Andrea Gardenal Inviata January 24, 2013 at 14:28 Share Inviata January 24, 2013 at 14:28 Ecco la trascrizione degli interventi di Allievi e Pianta durante Adelaide '91. Pino Allievi: "Forghieri prima diceva che Patrese andava a rivolgersi a Ecclestone. Mi pare ci sia uno stravolgimento di ruoli: mi pare che qua quando succede qualcosa vadano tutti da Ecclestone, che non è altro che un tramite commerciale della Federazione Internazionale con la Formula 1, invece che rivolgersi ai commissari sportivi e ai direttori di pista; del resto la stessa FISA esprime degli uomini preoccupanti [...], non ci sono più punti di riferimento credibili dentro la FISA. Io credo che l'asse Ecclestone-Mosley sia pericolosissimo, perchè stravolge completamente i valori sportivi della Formula 1; non dimentichiamo che Mosley è sempre stato un uomo osteggiato da Ferrari, che gli rimproverava di voler portare esclusivamente su un piano commerciale la Formula 1. Ora, Mosley è molto bravo, molto perverso nelle sue decisioni e lo è sempre stato anche in fase regolamentare. Io dico che certamente Mosley potrà portare dei benefici se ne trarrà dei vantaggi pratici, di gloria, di riconoscenza delle Case nel Campionato del mondo degli Sport-Prototipi, anche se sono dell'avviso che oramai gli Sport-Prototipi con gare di durata siano completamente tagliati fuori dal tempo: al di là di Le Mans [..], le corse di durata non hanno più senso perchè la gente non ha più voglia di stare davanti a un televisore 6 ore, 24 ore, 12 ore, bisogna rendersi conto che è un automobilismo finito, come quello dei Gran Premi d'Italia che duravano 5 ore e un quarto" Giorgio Pianta: "Direi che con l'avvento televisivo nelle nostre competizioni io do ragione ad Allievi: oggi la gente vuole gare combattute, gare corte; non per niente in America questa "Bandiera Gialla" esiste per non interrompere la gara, ma delle volte consente allo spettatore di vedere delle nuove partenze, dei nuovi duelli che erano già finiti, quindi direi che nel loro gioco hanno messo questa particolarità per ridare interesse al pubblico. Certamente per noi europei è un pò mortificante, perchè quando un pilota guadagna 40 secondi e poi se li vede annullare dalla bandiera gialla la cosa è un pò "strana"; in ogni caso quelle sono le regole e tutti giocano con queste regole. In ogni caso bisognerà fare senz'altro qualcosa per ridare interesse alle gare che sono abbandonate perchè sono troppo lunghe, come diceva Allievi." A me la cosa che stranisce di più è che al giorno d'oggi tutti gli appassionati si scandalizzano per il DRS e le Pirelli (e a ragione, lo faccio anch'io), ma nessuno dice una parola quando la Safety Car entra in pista ed annulla i 10-15 secondi che ha il leader sul secondo, o addirittura permette a chi è doppiato di sdoppiarsi. Io personalmente non riesco a concepire come sia possibile accettare una cosa del genere... 4 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
mur354n80 Inviata January 24, 2013 at 14:38 Share Inviata January 24, 2013 at 14:38 sono d'accordo posto il mio pensiero già espresso nel topic delle gomme da masticare pirelli: che schifo ! ho letto che le gomme dovranno durare meno per fare più pit stop e poi mi danno del nostalgico ! ! ! questa non è F1 è una pagliacciata ! ! ! piuttosto che vedere 15 diversi vincitori senza merito solo perchè per culo non ha degradato le gomme vorrei rivedere dei monologhi come nel 1988,1989, 1992, 1993, 1995, 1996, 2001, 2002, almeno quella era F1 vera vinceva il più forte, il più meritevole. io non seguo la F1 per il numero di sorpassi, per il numero di vincitori diversi, ma voglio sorpassi VERI, vincitori VERI. scusate lo sfogo, cmq fanno bene a fare queste regoel pagliacciate, in palestra sento gente ensusiasta del DRS (demente, rimedio, sorpassi, -cit-), come al solito siamo sempre noi appassionati a prenderlo da dietro. 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
sundance76 Inviata March 14, 2013 at 09:51 Share Inviata March 14, 2013 at 09:51 A sostegno del fatto che fino agli anni '70 la storia dell'automobilismo era molto meno "segnata" dall'attuale tendenza a ignorare totalmente le vicende e i personaggi dei Gran Premi pre-1950, ecco due frammenti: il primo è tratto dalla voce "Caracciola Rudolf" di un'Enciclopedia automobilistica del 1973, edita dalla Domus e intitolata "Mille Ruote" in 10 volumi. Il secondo frammento è tratto da un articolo della rivista settimanale AutoSprint del 1976. Parliamo quindi di anni in cui il "mondiale" esisteva già da un quarto di secolo: 2 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
sundance76 Inviata April 6, 2013 at 14:40 Share Inviata April 6, 2013 at 14:40 Riguardo un raffronto fra le monoposto di oggi e quelle di mezzo secolo fa, ecco una testimonianza raccolta da una Tavola Rotonda svoltasi all’Automobile Club di Milano, il 28 maggio 2005, a cui ebbi la fortuna di essere presente. Di Giorgio Valentini (*) Io sono abbastanza vecchio per ricordare le corse del periodo che va dal 1947 a oggi. Ho anche partecipato a numerose attività tecniche per le auto da corsa. Di quei tempi, ricordo l’ambiente veramente disteso tra i piloti, l’amicizia che c’era tra di loro, lo spirito semplice e gioviale che aleggiava nell’ambiente (…). Mi sono occupato della Scuderia Platè con le Maserati per anni, fino a quando Enrico Platè è morto in un brutto incidente a Buenos Aires. Allora avevo fatto anche delle proposte di progettazione. Insomma, mi sono divertito, studiando poco, naturalmente. Sulla differenza tra allora e oggi: le corse automobilistiche dovrebbero essere del pilota. Il pilota è il vero protagonista. Ma oggi non è più vero: è difficilissimo capire quando è il pilota a dare il suo contributo determinante o quando è la macchina. Allora occorreva veramente del talento, del vero talento: non poteva diventare pilota una persona qualsiasi che non avesse in sé questa capacità e questa sensibilità . Era un problema di sensibilità enorme, di capacità di capire il problema e di improvvisare. Oggi i piloti sono costruiti. Chiunque, soprattutto fisicamente (oggi quella che conta è la preparazione fisica), può diventare campione, sempre che abbia la macchina giusta. Le macchine di allora erano difficili da guidare. Poi l’elemento importante era soprattutto il motore, anche nella tradizione emiliana, in cui l’automobile viene identificata nel motore e c’è sempre stata poca attenzione all’autotelaio. Gli autotelai erano abbastanza simili tra di loro, quasi sempre derivati da una produzione sportiva, e solo verso la fine degli anni Cinquanta si sono costruite auto da corsa con telaio appositamente studiato. Oggi, io dico che le monoposto F1 non sono automobili, tanto è vero che il pilota è bene che non abbia la patente. L’ideale è che il pilota abbia fatto del karting, che è il più vicino dal punto di vista della guida. Dopo un anno di F3, il giovane pilota di oggi può benissimo entrare in F1 a 19-20 anni e diventare un campione. Il che vuol dire che preparazione e cultura sono ben lontani da quelle del guidatore di automobili. Questi sono atleti che guidano un attrezzo. L’automobile da corsa, oggi, è un attrezzo. Talmente lontano dalla vettura di serie che non è nemmeno più confrontabile. L’elemento fondamentale e più diverso rispetto agli anni passati, è l’aerodinamica, specialmente nella ricerca della deportanza: oggi, una F1 potrebbe benissimo correre su questo soffitto e non cadere giù, perlomeno sopra 250 km/h: attorno a 300 km/h, il carico aerodinamico è di circa 1400 kg, ben superiore a quello della monoposto in assetto corsa. Decelerazioni e accelerazioni sono molto alte: da 300 a 100 km/h si impiegano attorno a 2â€7 con un’accelerazione iniziale dell’ordine di 5G, perché intervengono non soltanto l’impianto frenante, ma la deportanza, che fa aumentare il carico a terra, e la resistenza aerodinamica. Il pilota, che ormai frena con il piede sinistro, è così obbligato a tenere a fondo il piede con circa 100 chili di carico e ad alleggerirlo piano piano fino a 100 all’ora. Insomma, tutte queste considerazioni fanno sì che la monoposto F1 di oggi sia solo un attrezzo: come il bob, come gli sci o altro… _____ * Giorgio Valentini, ingegnere, vice-presidente dell’AISA, una brillante carriera in numerosi settori della progettazione industriale, docente al Politecnico di Milano e nelle università di Brescia e Ferrara. 2 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
sundance76 Inviata April 6, 2013 at 14:40 Share Inviata April 6, 2013 at 14:40 Riguardo un raffronto fra le monoposto di oggi e quelle di mezzo secolo fa, ecco una testimonianza raccolta da una Tavola Rotonda svoltasi all’Automobile Club di Milano, il 28 maggio 2005, a cui ebbi la fortuna di essere presente. Di Giorgio Valentini (*) Io sono abbastanza vecchio per ricordare le corse del periodo che va dal 1947 a oggi. Ho anche partecipato a numerose attività tecniche per le auto da corsa. Di quei tempi, ricordo l’ambiente veramente disteso tra i piloti, l’amicizia che c’era tra di loro, lo spirito semplice e gioviale che aleggiava nell’ambiente (…). Mi sono occupato della Scuderia Platè con le Maserati per anni, fino a quando Enrico Platè è morto in un brutto incidente a Buenos Aires. Allora avevo fatto anche delle proposte di progettazione. Insomma, mi sono divertito, studiando poco, naturalmente. Sulla differenza tra allora e oggi: le corse automobilistiche dovrebbero essere del pilota. Il pilota è il vero protagonista. Ma oggi non è più vero: è difficilissimo capire quando è il pilota a dare il suo contributo determinante o quando è la macchina. Allora occorreva veramente del talento, del vero talento: non poteva diventare pilota una persona qualsiasi che non avesse in sé questa capacità e questa sensibilità . Era un problema di sensibilità enorme, di capacità di capire il problema e di improvvisare. Oggi i piloti sono costruiti. Chiunque, soprattutto fisicamente (oggi quella che conta è la preparazione fisica), può diventare campione, sempre che abbia la macchina giusta. Le macchine di allora erano difficili da guidare. Poi l’elemento importante era soprattutto il motore, anche nella tradizione emiliana, in cui l’automobile viene identificata nel motore e c’è sempre stata poca attenzione all’autotelaio. Gli autotelai erano abbastanza simili tra di loro, quasi sempre derivati da una produzione sportiva, e solo verso la fine degli anni Cinquanta si sono costruite auto da corsa con telaio appositamente studiato. Oggi, io dico che le monoposto F1 non sono automobili, tanto è vero che il pilota è bene che non abbia la patente. L’ideale è che il pilota abbia fatto del karting, che è il più vicino dal punto di vista della guida. Dopo un anno di F3, il giovane pilota di oggi può benissimo entrare in F1 a 19-20 anni e diventare un campione. Il che vuol dire che preparazione e cultura sono ben lontani da quelle del guidatore di automobili. Questi sono atleti che guidano un attrezzo. L’automobile da corsa, oggi, è un attrezzo. Talmente lontano dalla vettura di serie che non è nemmeno più confrontabile. L’elemento fondamentale e più diverso rispetto agli anni passati, è l’aerodinamica, specialmente nella ricerca della deportanza: oggi, una F1 potrebbe benissimo correre su questo soffitto e non cadere giù, perlomeno sopra 250 km/h: attorno a 300 km/h, il carico aerodinamico è di circa 1400 kg, ben superiore a quello della monoposto in assetto corsa. Decelerazioni e accelerazioni sono molto alte: da 300 a 100 km/h si impiegano attorno a 2â€7 con un’accelerazione iniziale dell’ordine di 5G, perché intervengono non soltanto l’impianto frenante, ma la deportanza, che fa aumentare il carico a terra, e la resistenza aerodinamica. Il pilota, che ormai frena con il piede sinistro, è così obbligato a tenere a fondo il piede con circa 100 chili di carico e ad alleggerirlo piano piano fino a 100 all’ora. Insomma, tutte queste considerazioni fanno sì che la monoposto F1 di oggi sia solo un attrezzo: come il bob, come gli sci o altro… _____ * Giorgio Valentini, ingegnere, vice-presidente dell’AISA, una brillante carriera in numerosi settori della progettazione industriale, docente al Politecnico di Milano e nelle università di Brescia e Ferrara. 2 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ayrton4ever Inviata April 6, 2013 at 15:07 Share Inviata April 6, 2013 at 15:07 disse quando secondo luicominciò ad esserci una differenza tra auto e "attrezzo"? forse l'inizio dei '70 con gli alettoni? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
sundance76 Inviata April 6, 2013 at 15:34 Share Inviata April 6, 2013 at 15:34 disse quando secondo luicominciò ad esserci una differenza tra auto e "attrezzo"? forse l'inizio dei '70 con gli alettoni? Non indicò periodi precisi. Il suo intervento faceva parte di un'ampia conferenza, dedicata al ricordo di Ascari a 50 anni dalla scomparsa. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
MPE57 Inviata April 8, 2013 at 21:38 Share Inviata April 8, 2013 at 21:38 Bella valutazione, non avevo mai pensato quanto una F1 fosse distaccata da un'automobile. L'aerodinamica è un elemento controverso: però se ragioniamo tenendo conto che il principio che "muove" una F1 è andare sempre più forte, si capisce che l'auto è stata snaturata in favore di un mezzo che acceleri e deceleri in tempi è spazi ridottissimi, le monoposto sono solo la soluzione alla richiesta di velocità sempre maggiore. Poi le conseguenze "umane" e "cavalleresche" (rapporto pilota-macchina) sono quelle che sono, ma non si può arrestare il progresso e la ricerca tecnologica. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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