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Superbike World Championship 2014


R18

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Phillip Island, Day 2: Sykes ristabilisce le gerarchie

Il pilota della Kawasaki sfiora la pole con le Suzuki nella sua scia. In crescita anche Melandri

 

La seconda giornata dei test collettivi del Mondiale Superbike a Phillip Island ha ristabilito le gerarchie, assegnando nuovamente a Tom Sykes i galloni di favorito in vista della partenza della stagione 2014. Il campione del mondo in carica e la sua Kawasaki ZX-10R sono infatti saltati davanti a tutti nella seconda e conclusiva giornata, realizzando un crono di 1'30"239 con cui ha sfiorato di un soffio il crono della pole dello scorso anno.

 

Un segnale importante, specialmente se si pensa che "The Grinner" non ha mai amato particolarmente il tracciato australiano. A conferma dei valori visti nel resto dell'inverno, nella sua scia ci sono le due Suzuki di Eugene Laverty ed Alex Lowes. Il vice-campione del mondo in carica non è riuscito a migliorare la performance realizzata ieri, ma il suo 1'30"513 gli è comunque valso la seconda performance assoluta della due giorni.

 

Dietro di lui si è issata la GSX-R1000 gemella di Lowes, autore del secondo tempo odierno in 1'30"528. Dunque, pur essendo all'esordio assoluto sul difficilissimo tracciato di Phillip Island, il campione in carica del British Superbike ha confermato di poter essere uno dei protagonisti fin da subito.

 

In crescita le quotazioni di Marco Melandri, che ha issato la sua Aprilia RSV4 fino alla quarta posizione. Il ravennate sembra aver trovato il giusto setting per questa pista e si è inserito davanti a Davide Giugliano, che ha leggermente migliorato il tempo che aveva messo a referto ieri. Alla fine però l'italiano e la sua Ducati 1199 Panigale si sono dovuti accontentare della quinta piazza assoluta, davanti all'altra Kawasaki di Loris Baz, protagonista anche di una scivolata in mattinata.

 

Seguono l'Aprilia di Sylvain Guintoli e le due Honda di Leon Haslam e Jonathan Rea, tallonate dalla Ducati di Chaz Davies, che per ora pare decisamente più in difficoltà  rispetto al compagno di squadra. Per quanto riguarda la Casa di Borgo Panigale, va sottolineata la miglior prestazione tra le EVO di Niccolò Canepa: il portacolori del Team Althea ha chiuso 11esimo, mantenendo sette decimi di margine sulla Kawasaki di Luis Salom. Da segnalare anche la caduta spettacolare di Claudio Corti e della sua MV Agusta F4 RR alla curva 11. Fortunatamente l'italiano non ha riportato particolari conseguenze nell'impatto.

 

Purtroppo in questi due giorni sono molti i piloti che hanno avuto bisogno delle cure del medico: già  certo il forfait di Peter Sebestyen per la gara inaugurale, per un infortunio alla spalla sinistra. A rischio pure Sylvain Barrier, vittima di una microfrattura pelvica. Stessa diagnosi anche per Luca Scassa, che però venerdì proverà  a salire in sella alla sua Kawasaki, così come Jeremy Guarnoni, che si è lussato una spalla. Sarà  sicuramente della partita invece Michel Fabrizio, che se l'è cavata solo con qualche contusione.

 

WORLD SUPERBIKE, Phillip Island, 18/02/2014

Classifica cumulativa test collettivi

1. Tom Sykes - Kawasaki Racing Team - Kawasaki ZX-10R - Kawasaki ZX-10R - 1'30"239

2. Eugene Laverty - Voltcom Crescent Suzuki - Suzuki GSX-R 1000 - 1'30"513

3. Alex Lowes - Voltcom Crescent Suzuki - Suzuki GSX-R 1000 - 1'30"528

4. Marco Melandri - Aprilia Racing Team - Aprilia RSV4 Factory - 1'30"579

5. Davide Giugliano - Ducati Superbike Team - Ducati 1199 Panigale R - 1'30"644

6. Loris Baz - Kawasaki Racing Team - Kawasaki ZX-10R - 1'30"757

7. Sylvain Guintoli - Aprilia Racing Team - Aprilia RSV4 Factory - 1'30"766

8. Leon Haslam - Pata Honda World Superbike Team - Honda CBR 1000RR SP - 1'30"798

9. Jonathan Rea - Pata Honda World Superbike Team - Honda CBR 1000RR SP - 1'30"813

10. Chaz Davies - Ducati Superbike Team - Ducati 1199 Panigale R - 1'31"087

11. Niccolò Canepa - Althea Racing - Ducati 1199 Panigale R - 1'31"373 (EVO)

12. Toni Elias - Red Devils Roma - Aprilia RSV4 Factory - 1'31"441

13. David Salom - Kawasaki Racing Team - Kawasaki ZX-10R - 1'32"008 (EVO)

14. Fabien Foret - MAHI Racing Team India - Kawasaki ZX-10R - 1'32"780 (EVO)

15. Claudio Corti - MV Agusta Reparto Corse Yakhnich Motorsport - MV Agusta F4 RR - 1'32"858

16. Sheridan Morais - IRON BRAIN Kawasaki SBK Team - Kawasaki ZX-10R - 1'32"895 (EVO)

17. Jeremy Guarnoni - MRS Kawasaki - Kawasaki ZX-10R - 1'32"897 (EVO)

18. Sylvain Barrier - BMW Motorrad Italia Superbike Team - BMW S1000RR - 1'32"997 (EVO)

19. Alessandro Andreozzi - Team Pedercini Racing - Kawasaki ZX-10R - 1'33"960 (EVO)

20. Luca Scassa - Team Pedercini Racing - Kawasaki ZX-10R - 1'33"960 (EVO)

21. Michel Fabrizio - IRON BRAIN Kawasaki SBK Team - Kawasaki ZX-10R - 1'34"314 (EVO)

22. Imre Toth - BMW Team Toth - BMW S1000RR - 1'34"750

23. Geoff May - Team Hero EBR - EBR 1190RX - 1'34"807

24. Aaron Yates - Team Hero EBR - EBR 1190RX - 1'36"662

25. Peter Sebestyen - BMW Team Toth - BMW S1000RR - 1'42"242 (EVO)

 

http://www.omnicorse.it/magazine/34786/world-superbike-test-phillip-island-day-2-tom-sykes-ristabilisce-le-gerarchie

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Phillip Island, Libere 1 e 2: Lowes davanti ai nostri

Pista bagnata nel primo turno, nel secondo Melandri e Giugliano inseguono il pilota della Suzuki

 

Si è aperto con la pista bagnata il weekend di Phillip Island del Mondiale Superbike, gara di apertura della stagione 2014. Con due giorni di test sulle spalle proprio sul tracciato australiano e le previsioni che parlavano di un miglioramento quasi certo per il pomeriggio, è normale che la prima sessione di prove libere sia andata un po' a rilento.

 

Solamente 14 piloti hanno deciso di prendere la via della pista e di questi appena 9 hanno messo a referto un riferimento cronometrico, nonostante il nuovo regolamento porti un nuovo peso specifico alle prove libere, visto che la classifica cumulativa dei primi tre turni designi l'accesso dei primi dieci piloti alla Superpole 2. Con tanti big col senno di poi giustamente fermi ai box, a svettare in questa prima sessione è stata la Honda CBR1000RR di Jonathan Rea, ma alla fine il suo 1'37"033 si è rivelato un crono di poco valore.

 

Le previsioni, infatti, erano corrette e nel secondo turno i piloti hanno potuto lavorare con l'asfalto asciutto. Non si può dire però che non ci sia stata una bella sorpresa, visto che la prima zampata del 2014 è stata firmata da un quasi rookie: a realizzare il miglior crono è stato il nuovo pilota della Suzuki, Alex Lowes. La parola quasi è d'obbligo per il campione in carica del BSB, che in passato aveva disputato un paio di gare in sella alla Honda ufficiale, ma che ora si è ripresentato molto più pronto sulla scena della SBK, come testimoniato dalle grandi cose mostrate nei test invernali, ma anche dall'1'31"100 sfoderato oggi.

 

In ogni caso, va detto che in pista si è visto un grande equilibrio con cinque moto differenti nella top five. E sicuramente fa piacere che ci siano due piloti di casa nostra nella scia del britannico, per di più su due moto nostrane. La seconda piazza, ad appena 37 millesimi, è occupata dall'Aprilia RSV4 di Marco Melandri, mentre 68 millesimi troviamo la Ducati 1199 Panigale di Davide Giugliano, che quindi ha dato un'ennesima riprova dei segnali di crescita mostrati durante tutto l'inverno dalla bicilindrica di Borgo Panigale.

 

Quarto tempo per il campione del mondo in carica Tom Sykes e per la sua Kawasaki ZX-10R, che hanno chiuso con un gap di poco inferiore ai tre decimi, precedendo l'autore del miglior tempo del turno mattutino, ovvero Rea. Vicinissimo al pilota della Honda c'è anche Eugene Laverty con la seconda Suzuki del Team Crescent, ma al di sotto del mezzo secondo di distacco troviamo anche la Honda di Leon Haslam.

 

Da segnalare le cadute che hanno avuto per protagonisti, ma fortunatamente senza conseguenze, Loris Baz e Sylvain Guintoli. Questo comunque non gli ha impedito di ottenere un posto provvisorio nella Superpole 2, visto che al momento occupano l'ottava e la decima posizione, mentre tra di loro si è inserita la seconda Ducati ufficiale di Chaz Davies. Per quanto riguarda le EVO, proprio come nei test, a dettare il ritmo è stato ancora una volta Niccolò Canepa, 12esimo assoluto con la 1199 Panigale del Team Althea e distanziato solo di 1"2.

 

Rispetto all'inizio di questa settimana però la concorrenza si è avvicinata, con la Kawasaki ZX-10R del veterano Fabien Foret che lo segue a soli quattro decimi, tallonata dall'altra "verdona" di David Salom. In 16esima piazza poi troviamo la MV Agusta F4 RR di Claudio Corti, moto ancora un po' acerba che paga un paio di secondi rispetto ai migliori, mentre le Buell EBR 1199 RX per ora sono rimaste addirittura al di fuori della top 20. Da segnalare, infine, l'ingaggio in extremis da parte del Team Pedercini del pilota locale Matt Walters, che sostituirà  l'infortunato Luca Scassa in sella ad una delle sue Kawasaki EVO.

 

http://www.omnicorse.it/magazine/34918/world-superbike-phillip-island-libere-1-e-2-lowes-davanti-a-melandri-e-giugliano

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Phillip Island, Gara 1: Laverty vince la prima in Suzuki

Rimonta poderosa del nordirlandese che precede le Aprilia di Melandri e Guintoli. Giugliano ai piedi del podio

 

Che la Suzuki fosse cresciuta molto nel corso dell'inverno lo si era capito, ma forse nessuno avrebbe scommesso un euro su una vittoria di Eugene Laverty nella prima gara del Mondiale Superbike 2014. Invece il vice-campione del mondo ha letteralmente aggredito l'asfalto di Phillip Island e si è imposto meritatamente in gara 1, riportando la casa di Hamamatsu al successo dopo oltre tre anni, nonostante una partenza non troppo brillante.

 

Nei primi giri, infatti, si è trovato in bagarre per la quarta posizione, mentre davanti provavano a fare il vuoto le due Aprilia di Sylvain Guintoli e Marco Melandri e la Ducati di Davide Giugliano. Una volta arrivato ai piedi del podio, il nordirlandese si è ritrovato con oltre 3" da recuperare nei confronti del terzetto di testa, ma evidentemente Eugene aveva grande fiducia nel potenziale della sua GSX-R1000, perchè non si è perso d'animo ed ha continuato a spingere fortissimo.

 

La sua progressione è stata davvero clamorosa: al 13esimo giro si è accodato al gruppetto di testa ed ha immediatamente scavalcato Melandri. Due giri più tardi è toccato a Giugliano, ma il sorpasso decisivo è arrivato all'inizio della 17esima tornata, quando ha avuto la meglio su Sylvain Guintoli alla seconda curva.

 

Da quel momento la corsa è diventata un vero e proprio monologo di Laverty, che ha fatto il vuoto alle sue spalle, tagliando alla fine il traguardo con un vantaggio di quasi 3" sulle due RSV4 (cosa che potrebbe aver reso ancora più dolce la vittoria, vista la separazione difficile dalla Casa di Noale a fine 2013), che hanno regalato un bel duello per la piazza d'onore. A spuntarla è stato Melandri, che quindi bagna il suo ritorno in Aprilia con un secondo posto, davanti ad un Guintoli al quale non è bastato comandare la corsa per 16 giri per fare meglio del terzo posto.

 

Alla fine Davide Giugliano si è quindi dovuto accontentare della "medaglia di legno", anche se il bicchiere deve essere sicuramente mezzo pieno per la Ducati, che rispetto alla passata stagione ha ridotto in maniera clamorosa il distacco dalla vetta della 1199 Panigale. Forse un piazzamento sul podio sarebbe stato la ciliegina sulla torta, ma se il buon giorno si vede dal mattina, a Borgo Panigale possono essere davvero contenti.

 

La grande delusione di questa prima gara dell'anno è stata sicuramente il campione del mondo in carica Tom Sykes, che si è dovuto accontentare del settimo posto: il pilota della Kawasaki non ha mai amato la pista di Phillip Island, ma da lui ci si aspettava sicuramente di più che vederlo alle spalle della ZX-10R gemella di Loris Baz ed alla Honda di Jonathan Rea.

 

Ottava piazza per l'altra Ducati di Chaz Davies, che ha preceduto il terzetto che ha battagliato per il successo nella classe EVO composto dalla Kawasaki di David Salom, dalla Ducati di Niccolò Canepa e dalla BMW di Glenn Allerton. Ad imporsi è stato lo spagnolo della "verdona", ma la corsa si è decisa veramente all'ultimo metro, con uno spettacolare duello carena contro carena con l'italiano.

 

Continuando a scorrere la classifica, in 13esima posizione troviamo la MV Agusta di Claudio Corti, che quindi si piazza a punti all'esordio, ma bisogna registrare anche dei ritiri illustri come quelli di Leon Haslam, Toni Elias ed Alex Lowes: quest'ultimo, partito con una caviglia malconcia, si è allontanato dalla sua Suzuki zoppicando, ma non dovrebbe trattarsi di nulla di grave.

 

http://www.omnicorse.it/magazine/35003/world-superbike-phillip-island-gara-1-laverty-subito-re-con-la-suzuki

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Phillip Island, Gara 2: la bandiera rossa lancia Guintoli

Laverty rompe il motore ed inonda la pista d'olio: gara interrotta e consegnata al pilota dell'Aprilia

 

Nel bene e nel male Eugene Laverty è stato il grande protagonista del weekend di Phillip Island del Mondiale Superbike. Suo malgrado, infatti, il vincitore della prima frazione ha consegnato il successo di gara 2 a Sylvain Guintoli quando il motore della sua Suzuki è esploso nel corso del 15esimo giro, inondando la pista di olio.

 

Inevitabile a questo punto l'esposizione della bandiera rossa, che ha premiato proprio il francese dell'Aprilia, che un paio di giri prima aveva preso il comando delle operazioni proprio ai danni della GSX-R1000 di Eugene e che quindi si è visto assegnare la vittoria dalla direzione gara, che ha deciso di non ridare il via alle ostilità .

 

Un trionfo comunque molto importante perchè, proprio come un anno fa, consente a "Guinters" di lasciare l'Australia da leader della classifica con 41 punti, 10 in più rispetto alla grande rivelazione di gara 2, ovvero Loris Baz. Il francese ha portato la sua Kawasaki ZX-10R nelle posizioni di vertice fin dall'inizio e forse, senza l'interruzione, avrebbe avuto anche le carte in regola per lottare per la vittoria. In ogni caso ritrovarsi secondo nel Mondiale è un risultato che va sicuramente oltre alle aspettative del giovane pilota transalpino.

 

Questa situazione particolare ha permesso anche a Tom Sykes di riscattare una prima manche decisamente deludente, andando a piazzare la sua ZX-10R sul gradino più basso del podio. Sicuramente quello visto in questo primo fine settinana dell'anno è stato un "The Grinner" un po' in ombra, ma almeno il campione del mondo in carica è riuscito a limitare i danni su una pista che anche in passato non gli aveva mai sorriso.

 

Proprio come in gara 1, si ferma ai piedi del podio Davide Giugliano, che comunque può essere soddisfatto del suo esordio da pilota ufficiale Ducati, visto che nella passata stagione la 1199 Panigale non è mai stata tanto competitiva come oggi. E' chiaro però che vedere il podio sfumare per così poco in entrambe le gare deve aver lasciato anche un pizzico di rammarico per il pilota italiano.

 

Oltre a Laverty, tra i delusi di questa seconda frazione va sicuramente indicato Marco Melandri: il ravennate dell'Aprilia ha compromesso la sua prova nel corso dell'ottavo giro, con un "drittone" al tornantino che lo aveva retrocesso al 14esimo posto. Poi è stato bravissimo a rimontare fino all'ottavo posto, ma il passo mostrato nei giri successivi non può che aumentare il suo rammarico per un'occasione sprecata. Davanti a lui ne hanno approfittato le Honda di Jonathan Rea e Leon Haslam e l'altra Ducati di Chaz Davies.

 

Per quanto riguarda la classe EVO, David Salom ha completato la sua domenica trionfale con una doppietta, dimostrando che forse la sua Kawasaki sembra avere qualcosa sul passo gara rispetto alla Ducati di Niccolò Canepa, che invece al momento si esprime meglio a livello di prestazione pura, quindi in qualifica.

 

http://www.omnicorse.it/magazine/35006/world-superbike-phillip-island-gara-2-la-bandiera-rossa-premia-guintoli

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Classifica piloti:

1. Sylvain Guintoli 41

2. Loris Baz 31

3. Marco Melandri 28

4. Davide Giugliano 26

5. Eugene Laverty 25

6. Tom Sykes 25

7. Jonathan Rea 21

8. Chaz Davies 17

9. David Salom 13

10. Niccolò Canepa 11

 

Classifica costruttori:

1. Aprilia 45

2. Kawasaki 31

3. Suzuki 28

4. Ducati 26

5. BMW 6

7. MV Agusta 3

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Contento per la Suzuki (ultima vittoria nel 2010 con Haslam) peccato per gara 2 perchè se non era per il motore forse una doppietta poteva arrivare. Appena Lowes si "calma" un po bisogna fare i conti anche con lui. Phillip Island cmq è una pista un po atipica, quindi vediamo ad Aragon se Laverty è uno che può giocarsi il mondiale, ma chiaro che se guida sempre così ci divertiamo! Forza Suzuki!

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Due belle manche.

L'Aprilia si conferma una moto decisamente competitiva, la Suzuki potrebbe non essere sempre in spolvero per l'intera stagione, la Kawasaki, dopo una prima gara opaca si è decisamente ripresa, la Ducati mi è sembrata più presente e solida rispetto all'anno passato ed anche Giugliano più maturo e capace di apprezzare i punti del quarto posto piuttosto che tentare di ammazzare chiunque alla terza curva.

Certo, Phillip Island è spesso stata poco rappresentativa, vista anche la lunga pausa fino alla prossima gara, però direi che ci sono le premesse per una stagione interessante, con diversi papabili per vittorie in gara e lotta per il titolo ... si comincia bene  ;)

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  • 3 weeks later...
  • 2 weeks later...

Jerez, Day 1: volano Giugliano e la Ducati!

L'italiano precede Davies e Sykes, male le Aprilia. Mano fratturata per Salom. In pista Pirro su Ducati MotoGp

 

La Ducati alza la voce nella prima delle tre giornate di test del Mondiale Superbike sul tracciato di Jerez de la Frontera, dove la maggior parte delle squadre di vertice si sono date appuntamento per prepararsi in vista del secondo round stagionale di Motorland Aragon.

 

Dopo aver già  sfiorato il podio in Australia, la 1199 Panigale sembra continuare il trend di grande crescita mostrato durante tutti i test invernali ed oggi Davide Giugliano e Chaz Davies hanno monopolizzato le prime due posizioni, con l'italiano che ha polverizzato il primato ufficiale del tracciato andaluso con un crono di 1'41"056 che gli ha consentito di distanziare di oltre quattro decimi la moto gemella del britannico.

 

In terza posizione troviamo la Kawasaki ZX-10R del campione del mondo in carica Tom Sykes, che a sua volta ha girato a poco meno di mezzo secondo dal battistrada, precedendo la Honda CBR1000RR di Jonathan Rea, che sembra finalmente iniziare a fare dei passi avanti importanti con la nuova elettronica sviluppata dalla HRC.

 

La top five poi si completa con la prima delle Aprilia RSV4, quella del leader iridato Sylvain Guintoli. Il francese paga ben sette decimi, ma ha comunque fatto meglio del compagno di squadra Marco Melandri, settimo a quasi 1". Tra di loro si è inserito Alex Lowes, al rientro sulla sua Suzuki dopo l'infortunio al piede sinistro patito a Phillip Island: il campione in carica del British Superbike ha mostrato la sua consueta grinta, rendendosi anche protagonista di uno scivolone, con il quale comunque non dovrebbe aver peggiorato le sue condizioni.

 

Attardato il suo compagno di squadra Eugene Laverty, decimo dietro anche a Loris Baz ed a Leon Haslam: va detto però che il nordirlandese ha soprattutto effettuato delle prove comparative sulla sua GSX-R1000 per valutare il nuovo forcellone portato in Spagna dalla FTR. Da segnalare, purtropo, la brutta caduta di David Salom: lo spagnolo della Kawasaki si è fratturato la mano destra e la sua presenza in sella alla ZX-10R EVO ad Aragon sembra essere in forte rischio.

 

Da segnalare la presenza in pista anche della Ducati MotoGp di Michele Pirro, che però ha girato senza il transponder. Dunque, non ci sono tempi ufficiali relativi alle prestazioni del collaudatore della Rossa, che da domani sarà  affiancato anche dai due piloti titolari Andrea Dovizioso e Cal Crutchlow, che dovranno anche completare delle riprese commerciali. Il rischio di pioggia però sembra davvero molto concreto.

 

WORLD SUPERBIKE, Jerez de la Frontera, 31/03/2014

Prima giornata di test (tempi ufficiosi)

1. Davide Giugliano - Ducati - 1'41"056

2. Chaz Davies - Ducati - 1'41"468

3. Tom Sykes - Kawasaki - 1'41"545

4. Jonathan Rea - Honda - 1'41"624

5. Sylvain Guintoli - Aprilia - 1'41"754

6. Alex Lowes - Suzuki - 1'41"821

7. Marco Melandri - Aprilia - 1'41"905

8. Loris Baz - Kawasaki - 1'41"932

9. Leon Haslam - Honda - 1'42"153

10. Eugene Laverty - Suzuki - 1'42"648

11. David Salom - Kawasaki EVO - 1'43"642

12. Michele Magnoni - Honda - 1'45"867

 

http://www.omnicorse.it/magazine/36219/world-sbk-test-jerez-day-1-volano-davide-giugliano-e-la-ducati

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Jerez, Day 2: Giugliano e la Ducati si confermano!

L'italiano precede le due Kawasaki di Sykes e Baz (il tempo del campione del mondo però è ufficioso)

 

La Ducati sembra aver trovato davvero la strada giusta per rendere veloce la 1199 Panigale, perchè Davide Giugliano è stato nuovamente il mattatore anche nella seconda giornata dei test di Jerez de la Frontera, dove la maggior parte dei top team si sono dati appuntamento per preparare il secondo round stagionale, fissato per la settimana prossima a Motorland Aragon.

 

Il pilota italiano ha girato in 1'40"166, ritoccando di quasi un secondo la performance che aveva messo a referto nella giornata di ieri ed avrebbe preceduto la Kawasaki di Tom SykesZX-10R del campione del mondo in carica oggi non montava il transponder, quindi i suoi riferimenti cronometrici sono assolutamente ufficiosi.

 

Ma a rigor di logica questo risultato pare plausibile, visto che in terza posizione troviamo l'altra "verdona", quella di Loris Baz, che ha chiuso con un gap di poco più di un decimo nei confronti del battistrada. Interessante poi anche la prestazione di Jonathan Rea, sulla cui Honda sembra davvero cominciare a funzionare la nuova elettronica realizzata dalla HRC.

 

Il britannico è quarto, di poco davanti all'altra Ducati di Chaz Davies. Seguono poi le due Aprilia RSV4 ufficiali di Sylvain Guintoli e Marco Melandri, rimaste distanti di circa 1" anche oggi e quindi parse non particolarmente a loro agio sul tracciato andaluso. Indietro anche le Suzuki, ma Eugene Laverty ed Alex Lowes hanno portato avanti il lavoro di comparazione con le tante nuove componenti portate in Spagna, su tutte il nuovo forcellone realizzato dalla FTR.

 

In pista si sono viste anche le due Ducati del Team 3C, che parteciperanno al campionato tedesco, che hanno occupato rispettivamente la nona e l'undicesima posizione con Max Neukirchner e Xavier Fores. Da segnalare, infine, che David Salom è riuscito subito a risalire sulla sua Kawasaki EVO, nonostante l'infortunio alla mano rimediato ieri: le possibilità  di vederlo in gara ad Aragon, dunque, sono molto più alte rispetto a quanto parevano in un primo momento.

 

WORLD SUPERBIKE, Jerez de la Frontera, 01/04/2014

Seconda giornata di test

1. Davide Giugliano - Ducati - 1'40"166

2. Tom Sykes - Kawasaki - 1'40"2*

3. Loris Baz - Kawasaki - 1'40"283

4. Jonathan Rea - Honda - 1'40"731

5. Chaz Davies - Ducati - 1'40"745

6. Sylvain Guintoli - Aprilia - 1'41"192

7. Marco Melandri - Aprilia - 1'41"201

8. Eugene Laverty - Suzuki - 1'41"377

9. Max Neukirchner - Ducati - 1'41"449

10. Leon Haslam - Honda - 1'41"453

11. Xavier Fores - Ducati - 1'42"083

12. Alex Lowes - Suzuki - 1'42"123

13. David Salom - Kawasaki - 1'44"181

14. Michele Magnoni - Honda - 1'45"858

 

* Tempo ufficioso, rilevato senza transponder

 

http://www.omnicorse.it/magazine/36249/world-superbike-test-jerez-day-2-giugliano-e-la-ducati-si-confermano

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Jerez, Day 3: sul bagnato svetta Guintoli

La pioggia arriva a rovinare i piani dei piloti, che girano poco e con tempi piuttosto alti

 

La pioggia era prevista e non ha fatto mancare la sua presenza nella giornata conclusiva dei test delle squadre del Mondiale Superbike che si sono date appuntamento sul tracciato di Jerez de la Frontera per preparare il round di Motorland Aragon.

 

Le condizioni sono state molto variabili sul tracciato andaluso, quindi non hanno permesso ai piloti di ottenere riscontri cronometrici che si avvicinassero a quelli dei giorni scorsi, invitandoli a passare la maggior parte della giornata al box. Giusto nella prima parte del pomeriggio c'era stato un sensibile miglioramento, ma poi un nuovo acquazzone si è abbattuto sulla pista, che comunque ha consentito alle squadre di fare alcune prove sul bagnato.

 

Il valore della classifica odierna, dunque, è assolutamente relativo, anche se va detto che a comandarla è stata l'Aprilia di Sylvain Guintoli con un tempo alto di 1'42"118. Il leader della classifica iridata ha preceduto di circa mezzo secondo la Suzuki di Alex Lowes, con la Honda di Jonathan Rea in terza posizione ma attardata di oltre un secondo.

 

Scivolano indietro le Ducati, ma sicuramente per Ernesto Marinelli e soci hanno più peso i temponi realizzati ieri e lunedì da Davide Giugliano che quelli poco rilevanti di oggi. Senza tempi invece le Kawasaki ufficiali di Tom Sykes e Loris Baz, che oggi non montavano neppure i transponder. Da segnalare, infine, la caduta di Eugene Laverty nella parte conclusiva del turno pomeridiano. Il pilota della Suzuki comunque se l'è cavata senza particolari conseguenze.

 

WORLD SUPERBIKE, Jerez de la Frontera, 02/04/2014

Terza giornata di test (tempi ufficiosi)

1. Sylvain Guintoli - Aprilia - 1'42"118

2. Alex Lowes - Suzuki - 1'42"662

3. Jonathan Rea - Honda - 1'43"125

4. Eugene Laverty - Suzuki - 1'43"479

5. Leon Haslam - Honda - 1'44"229

6. Davide Giugliano - Ducati - 1'44"444

7. Chaz Davies - Ducati - 1'59"894

8. Marco Melandri - Aprilia - 2'04"204

 

http://www.omnicorse.it/magazine/36285/world-superbike-test-jerez-day-3-sul-bagnato-svetta-guintoli

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E sembra che finalmente ad Aragon vedremo in pista le Bimota del team Alstare, anche se non dovrebbero prendere punti, in quanto ancora mancanti della necessaria omologazione.

Però almeno Badovini e Iddon comincerebbero a girare in pista e confrontarsi con gli altri.

 

http://www.omnicorse.it/magazine/36256/world-superbike-la-bimota-debutta-ad-aragon-ma-non-prende-punti

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  • 2 weeks later...

Bella intervista a Ben Spies. Per me, un ragazzo estremamente simpatico...
 
Ben Spies: I didn't have it to win a MotoGP championship

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In an exclusive interview with Crash.net Ben Spies admitted that he never felt that he was fast enough to be a consistent championship challenger in MotoGP.

The American, who won the 2009 World Superbike championship Andrea Dovizioso 2011 Dutch MotoGP, commented that looking back on his career he stayed in the US for too long racing in the AMA championship.

"I basically came to Europe a little too late to be able to do more things but I can look back and not be upset with anything," said Spies, forced to retire at the end of 2013 due to shoulder injuries. "I definitely miss racing but knowing for sure that there's nothing that I can do to come back and be better I'm not upset about it and I still love watching it on TV and I'm still involved in it. But knowing that I can't be there because it's out of my control makes it easier for me."

Spies added that while he felt ready to leave for Europe earlier in his career, he never had the drive to have to be in MotoGP. Instead his decision to race in Europe came because people within his camp felt that it was necessary to leave the American scene and race in Europe.

"I was probably ready to go at the end of 2006 and definitely at the end of 2007. I went to WSBK and really enjoyed it, it was really fun, and then I went to MotoGP. I went to Europe after AMA but I never really had ambitions of going to Europe, I was just racing in America. But after I won AMA three times everyone said that I needed to go to Europe, so I went to Europe and I was able to win in 2009. After that I was on the fence of going to GP or not. Everyone else was like, 'you need to go to GPs' so I went and did GPs."

While Spies feels he never got the best out of himself in MotoGP, and declares 'I didn't have it to win a championship' on his day he proved he could beat the best in the world.

"I can say that I never clicked on the bike in MotoGP and never got the most out of myself there, but I also know that when I look at Jorge, Casey and Marc - those fastest guys - that on my day I could beat them. I did it at Assen and I was up there a couple of times going for a win, but I also know that when it came to it I didn't have it to win a championship and I can say that.

"Maybe if I was there a couple of years I could have had that one year chance - like Gibernau or Nicky. But I wasn't a guy that could line up every year and go for the championship and I can admit that.

"The reason that I can admit that is that I've seen so many riders after they retire say that if they'd done this or that differently that they could have won that. It pissed me off so much when I was a kid of 16 or 18 years old, so that's why I said that anything that I can control I'd do and it would mean that I wouldn't have any regrets.

“If anyone followed me in my career, starting from when I was 15 until last year, I didn't dominate in anything. The only season I dominated was 2009 in WSBK. I had to fight to find ways to win every year. I was never the guy setting the pace. I didn't have the most natural talent, like Casey did or Marc, and I had to work my ass off to do it. That's why I can understand that after going to GP that I gave it everything that I had.

"At the end of the day speed-wise I know that even if I went two years earlier the only thing that I missed was maybe one title in the right time at the right place, but I know that speed-wise I wasn't fast enough to be a two or three time champion. Top five or six in the world I can see that for sure, but fastest guy in the world? That's hard to do and me knowing that wasn't quite possible and deep down I know that. That's important and that's why I can live with it."

While winning a title eluded him Spies can now look back on his career without feeling regrets with his AMA and WSBK titles clearly defining moments of his career but his performance when winning at Assen stands out as one of the days when Spies felt unbeatable:

"I can live with knowing that on the right day I could win. We did that at Assen and at Valencia we could have won too with Casey and I know that when things were right, like at Assen, that I could win. Casey didn't have to win that race in Assen because of the championship but it was one of those days, and all the top riders know those days, where it didn't matter what happened.

“If Casey had have tried to go faster I could have gone faster and on that day I wasn't going to be beaten. It's good to know that on those days that I could beat the fastest but it wasn't like that week in and week out. I'm big enough to know that and that's why I'm content with all the stuff that we did and it was a pretty good career."

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