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  1. Catone

    Talbot Darracq

    Com'è piccolo il mondo! Ricordate la Fiat 806, quella fatta rottamare dopo la sua unica gara dal sen. Agnelli? Nel 1926 la Talbot contrattò due ingegneri italiani, Becchia e Bertarione, che provenivano dalla Fiat. I due progettarono la nuova vettura da gran premio, la Talbot Darracq 700 Guardate l'allegato: secondo me si somigliano. Copio da Wikipedia. La vettura era un 8 cilindri da 1.488 cm³ sovralimentato. Il telaio era costituito da due longheroni in acciaio pressofuso, alti 25 cm e collegati da diverse traverse. Il motore contribuiva alla rigidezza complessiva ed entrambi gli assali passavano in fori praticati nei longheroni, allo scopo di abbassare il baricentro della vettura[1]. . Sulla vettura si adottò così una soluzione inedita nella storia dei Grand Prix, ma che in seguito fu ampiamente utilizzata, ovvero il motore fu montato in maniera sfasata rispetto al telaio, di modo da far passare l'albero di trasmissione a lato del pilota, che poteva così avere una posizione di guida molto più bassa[. Il punto, da me evidenziato, fa sospettare che i due progettisti Talbot conoscessero il progetto 806 e lo risprodussero in parte. Interessante è anche questa parte: Nonostante dal 1924, a seguito di un incidente mortale al Gran Premio di San Sebastián, non fosse più obbligatorio per i piloti portare in gara un meccanico come passeggero, i regolamenti imponevano una cabina di guida abbastanza larga.
  2. 1930: BORZACCHINI DOPO LA TRAGEDIA DI BRILLI PERI La sesta edizione del Gran Premio di Tripoli fu l'occasione per la rivincita del grande sconfitto del '29, Baconin Borzacchini. Il pilota ternano tuttavia vinse una gara che alla vigilia fu funestata dalla morte in prova di Gastone Brilli Peri, vincitore l'anno prima. Borzacchini portava in gara la Maserati 16 cilindri tipo V4, anche in vista del suo utilizzo alla 500 miglia di Indianapolis, dove però poi fu messa fuorigioco dal divieto del compressore. Proprio la morte di Brilli Peri tolse mordente alla corsa, con una facile vittoria di Borzacchini. Dietro di lui si classificarono Arcangeli con l'altra Maserati, e poi Biondetti con la Talbot superstite della Scuderia Materassi. Gli arabi tifavano per Biondetti, il quale era l'unico ad aver dipinto il numero di gara sull'auto anche in caratteri arabi. Nelle batterie la Maserati di Toti perse la ruota posteriore sinistra in pieno rettilineo, mentre Gola dopo una sbandata di duecento metri riuscì miracolosamente a fermare la sua Bugatti il cui cofano si era "impennato" a causa della rottura della cinghia di chiusura. Ecco alla partenza le due forti Maserati, la n. 16 del vincitore Borzacchini e la n.14 di Arcangeli. Durante le prove del sabato, accadde l'incidente mortale di Gastone Brilli Peri. Nella colonia italiana in Libia era popolarissimo anche per le due vittorie dell'anno prima in terra africana, ottenute proprio a Tripoli e poi a Tunisi. Brilli Peri era anche colui che con la vittoria al G.P. d'Italia 1925 aveva sancito la vittoria dell'Alfa Romeo nel primo Campionato Mondiale. Quel maledetto 22 marzo era giunto al circuito insieme al compagno Biondetti e a a Scaletti, direttore tecnico della loro squadra, la Scuderia Materassi. Fece un giro con la sua Talbot, poi con quella di Biondetti, che pareva avere problemi di carburazione. Risalì sulla sua vettura, con l'intenzione di fare due giri di riscaldamento e poi "tirare" al terzo giro. Dopo la Porta di Tagiura c'era un rettilineo tra due muretti di sabbia battuta, che poi si allargava nella piazza del villaggio di Suk el Giuma, poi una veloce ma non velocissima curva a sinistra, infine nuovo rettilineo. In quella curva, all'apparenza semplice e che i piloti affrontavano in terza marcia, c'era una leggera cunetta. Inspiegabilmente, Brilli Peri entrò troppo veloce, in quarta, e troppo stretto, portando la ruota anteriore sinistra sulla cunetta. La Talbot si impennò, proiettando il pilota fuori dall'abitacolo. Brilli Peri cadde sulla pista rimanendo ucciso sul colpo. Pochi giorni dopo avrebbe compiuto 37 anni. A un esame dei meccanici, la vettura risultò in perfetto ordine.
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