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  1. Premessa: mi son divertito a riassumere una serie di articoli usciti in quest'ultimo periodo sulla nuova fase finanziaria della Ferrari. L'intento non è quello di produrre un'analisi economica dettagliata, ma far vedere quanto sia cambiata l'azienda Ferrari. Ringrazio Alessandro per aver "sistemato" il testo -- La pressione della finanza sulla Scuderia Ferrari Siamo all'inizio del mese di ottobre, manca poco alla quotazione in borsa della Ferrari a Wall Street. Il campionato è saldamente nelle mani della Mercedes sia per quanto riguarda quello costruttori, sia per quello piloti con Lewis Hamilton. La Ferrari invece è avviata verso la conclusione di un anno positivo vista la riorganizzazione avvenuta sotto il profilo tecnico e manageriale della Scuderia. Dopo una stagione disastrosa in termini di risultati come quella del 2014 Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen, sotto la guida di Maurizio Arrivabene, si confermano come la seconda forza del mondiale, in grado di agguantare il podio e di sfruttare le poche occasioni che sono concesse dagli avversari. Figure come l'ex-presidente Montezemolo, i direttori sportivi Domenicali e Mattiacci, il pilota Fernando Alonso sono già un lontano ricordo. L'attenzione per la Ferrari nei quotidiani, soprattutto quelli economici, è rivolta principalmente al prezzo della quotazione in borsa ed il conseguente valore totale che avrà sul mercato l'azienda. In particolare, alcuni quotidiani si concentrano sulla strategia ad ampio raggio messa in atto dall'amministratore delegato di FCA e presidente della Ferrari Sergio Marchionne. In sintesi, Marchionne è in trattativa per una fusione del gruppo FCA con General Motors: l'ex-FIAT però, pur cambiando nome, sede amministrativa e sede legale, ha sempre un debito residuo molto alto, stimato in circa 8 miliardi, il quale impedisce un buon fine per qualsiasi proposta fatta dall'amministratore delegato. Per ridurre il debito di FCA si pensa di trasferire parte del debito, per una cifra di 3 miliardi, alla Ferrari: poco meno di due miliardi costituiranno un passivo da recuperare nei prossimi anni principalmente grazie alla vendita delle automobili di lusso, il rimanente verrà recuperato grazie alla quotazione in borsa del 10% della Ferrari stessa. In questo modo FCA riuscirà a ridurre in modo consistente il proprio debito per tornare competitiva nelle contrattazioni. Il 21 ottobre 2015 Marchionne riesce nel suo intento nel migliore dei modi. Quota la Ferrari in borsa al NYSE col ticket RACE al massimo del prezzo indicato nell'intervallo nelle operazioni preliminari: 52 dollari per azione. La diretta conseguenza è che il mercato attribuisce a Ferrari un valore di circa 10 miliardi di dollari, la quale incassa dalla vendita delle azioni 982,4 milioni di euro. Tutto in linea con quanto preventivato, nonostante i dubbi sollevati per una operazione votata esclusivamente a favore del gruppo FCA. Passa qualche settimana. Il campionato del mondo di Formula 1 è ancora in corso. Lewis Hamilton si conferma campione e la Ferrari cerca di portare a casa il maggior numero di punti possibili per provare a chiudere la stagione con il secondo posto nella classifica piloti: si ritrova, però, a dover lottare con un Nico Rosberg rinato. Nel frattempo a Wall Street gli entusiasmi dall'operazione di vendita calano, il titolo RACE al NYSE scende sotto il prezzo di vendita: nulla di preoccupante in quanto i pareri delle banche restano ottimisti per un veloce recupero, fissando un prezzo target che va dai 60 ai 64 dollari. Il campionato di F1 giunge alla sua conclusione. Si archivia un'annata che ha visto una Ferrari come la seconda forza del mondiale. Ora gli sforzi sono concentrati sulla vettura per la nuova stagione, circondata da un brusio di contorno su alcune particolari scelte tecniche più o meno rilevanti e più o meno scontate. Sergio Marchionne procede invece a tutta velocità verso il passo successivo del suo piano finanziario: la quotazione della Ferrari a Piazza Affari. Operazione che serve a separare di fatto il Cavallino Rampante dal gruppo FCA, lasciandolo controllato sempre da quest'ultima. FCA ottiene dopo qualche mese quei 3 miliardi tanto desiderati da Ferrari, con l'aggiunta di sgravi dal punto di vista fiscale in quanto anche Ferrari ha spostato la sede amministrativa in Olanda. Per l'azienda Ferrari ora c'è l'arduo compito di ridurre il debito ricevuto e di mantenere il proprio valore sul mercato. Per l'amministratore delegato di FCA invece è il momento di riaprire le trattative con General Motors. Un paio di mesi dopo la quotazione presso la Borsa di Milano arrivano i primi risultati relativi all'anno 2015: vengono definiti come "i migliori di sempre", con un utile netto in forte crescita. Gli entusiasmi sono ancora una volta frenati dalle previsioni per l'anno 2016, che rivedono al ribasso gli utili e la disponibilità economica dell'azienda. La diretta conseguenza è sul processo per ripianare il debito, in quanto questo procederà più lentamente del previsto. Il mercato non ha accolto bene questa notizia, che per sua natura valuta le possibilità di crescita di un'azienda nel breve e medio periodo. Il titolo perde velocemente valore fino a toccare il minimo di 31.66 dollari alla borsa di New York, lontano dai 52 dollari dal prezzo di vendita e da quei 60 dollari del prezzo obbiettivo. A Milano il titolo viene sospeso per eccesso di ribasso a causa di una inchiesta oltre oceano, che vede il gruppo FCA coinvolta in un problema al cambio elettronico su diversi modelli delle vetture del gruppo, per un più di 850.000 consegne afflitte da questo problema. Il mercato azionario lancia un segnale che mostra come i legami tra il gruppo FCA e la controllata Ferrari sono ancora evidenti malgrado la separazione avvenuta. Per la Scuderia Ferrari il mese di febbraio non vuol dire solo risultati finanziari, è soprattutto il periodo presentare la nuova monoposto: la SF16-H. Un nome e una livrea diversi dai precedenti per rompere ancora di più col passato, con quel periodo negativo della vecchia amministrazione che va rimosso in fretta dalla mente dei tifosi del cavallino e non rievocato. La presentazione in grande stile è stata trasmessa sia online che sulla tv satellitare e ha dato ampio risalto a tutte le caratteristiche tecniche, ma soprattutto alle speranze di vittoria e di lotta serrata per il mondiale. Sotto il profilo tecnico si evince uno sforzo notevole per recuperare quel gap con Mercedes in ogni settore e i dati della galleria del vento e del simulatore lo confermano. Non mancano nemmeno le dichiarazioni ottimiste dei piloti che si aspettano "una grande stagione" e di "lottare per la vittoria sin da subito." Pochi giorni dopo la presentazione la Ferrari è impegnata a Barcellona nei test pre-stagionali in una serie di giri veloci per testare le prestazioni della vettura, la nuova nata di casa Mercedes invece sceglie una strategia completamente diversa macinando più chilometri possibili per verificare l'affidabilità della vettura. Nel frattempo non si ferma il cammino del piano finanziario del presidente, che colloca il primo bond obbligazionario riservato ai grandi azionisti. Di nuovo un successo superiore alle attese in grado di portare nelle casse di Maranello 500 milioni di euro, che dovranno essere restituiti con gli interessi nel 2023. La richiesta di sei volte maggiore rispetto alla domanda ha fatto scendere l'interesse annuo che il Cavallino dovrà restituire alla scadenza del bond. Si avvicina l'inizio della stagione 2016. Tutto sembra pronto per tornare alla vetta. La Scuderia è completamente rinnovata. Il presidente ha terminato quel processo di pulizia perché, a suo modo di vedere, la Ferrari "non era né competitiva, né presentabile" rimarcando la distanza dalla vecchia gestione anche con le scelte tecniche della vettura di Formula 1. Nel frattempo l'azienda Ferrari traccia le proprie linee guida a medio termine: ha come obbiettivo per l'anno 2019 l'azzeramento del debito ricevuto da FCA. Si pensa inoltre di aumentare la produzione di auto della casa di Maranello, qualora la situazione generale di mercato sia resa favorevole da una Ferrari vincente in Formula 1. Sergio Marchionne chiede di più alla Ferrari nella sua globalità, assicurando che tutte le Ferrari saranno prodotte nell'area di Modena. Un modo per non intaccare l'esclusività e il valore del marchio, simbolo del made in Italy. La vittoria per la Scuderia Ferrari diventa quindi un obbiettivo da centrare assolutamente, al pari di quelli finanziari ottenuti da Sergio Marchionne. Diventa obbligatorio essere "vincenti sin da subito" perché il piano finanziario non ammette una Ferrari seconda in campionato. Di conseguenza, se nel 2015 un insperato secondo posto era visto come la rinascita del Cavallino rampante, nel 2016 un secondo posto è una delusione perché l'obbiettivo è star davanti alla Mercedes. Dopo le prime gare si ha la sensazione che le richieste di vittoria a tutti i costi volute dal nuovo management abbiano portato qualche problema sia a livello tecnico per una vettura con componenti al limite, come ad esempio la turbina della vettura di Kimi Raikkonen in Australia o l'errore software che ha portato alla rottura della valvola del motore di Sebastian Vettel in Bahrain; a livello psicologico i due piloti in Cina, pur di sopravanzare la Mercedes di Rosberg al via, si toccano a vicenda compromettendo le prestazioni della vettura e della propria gara. Sergio Marchionne alla conclusione del GP dichiara che la partenza "non è stata da Ferrari" rincarando la dose con un "sono più imbarazzati loro che io" riferito ai piloti malgrado il secondo posto ottenuto da Sebastian Vettel. La presenza del presidente ai box durante una gara si conferma, ironicamente, più come una sfortuna per la gara che uno stimolo ad aumentare il rendimento da parte di tutti i tecnici in loco. La presenza di Marchionne in Cina non è comunque figlia del solo evento in quel di Shanghai, ma anche del memorandum d'intesa per la costruzione del nuovo Ferrari Land sottoscritto da Ferrari assieme a due partner cinesi. Si tratterà di un parco molto simile a quello di Abu Dhabi con una location però ancora da decidere. L'aver intrecciato in modo così stretto la finanza alle prestazioni della Scuderia Ferrari potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio, soprattutto per quest'ultima che si ritrova con una responsabilità che va ben oltre alla pista. Il mondo delle corse per Ferrari torna ad essere l'immagine di tutta l'azienda, dove una vittoria o una sconfitta hanno conseguenze che vanno ben oltre alle classifiche del mondiale di Formula 1.
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