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  1. v6dino

    Jordan 191 '91

    DATI GENERALI Scuderia: Team 7Up Jordan Anno di produzione: 1991 Motore: Ford Cosworth HBA4 V8 3494cc Telaio: Monoscocca in fibra di carbonio e kevlar a nido d'ape Carburante e lubrificanti: BP Pneumatici: Goodyear Luogo di Produzione: Silverstone (GBR) Progettista: Gary Anderson, Andrew Green Impiegata nel: 1991 Piloti: 32 Bertrand Gachot, 33 Andrea DeCesaris, 32 Michael Schumacher, 32 Alessandro Zanardi, 32 Roberto Moreno STATISTICHE GP Disputati: 16 Vittorie: 0 Podi: 0 Pole Position: 0 Giri Più Veloci: 1 Miglior risultato: Jordan, 5° posto nel Campionato Costruttori 1991 191 Eddie Jordan è quello che si può definire un self-made-man dell'automobilismo, un uomo che ha saputo costruire una storia di successo – sia sportiva che economica – letteralmente dal nulla, senza avere alle spalle munifici sponsor o grandi patrimoni familiari. Eddie, irlandese di Dublino, iniziò una carriera da pilota privato negli anni '70, partendo dalla F.3 inglese. Con mezzi economici limitatissimi e budget risicati, iniziò nel 1980 a lasciare il volante per dedicarsi alla gestione di vetture portate in pista per conto di piloti-clienti: fu da quel primo approccio manageriale che nacque la Eddie Jordan Racing. Nonostante le "umili" origini, la scuderia funzionò e già nel 1982 raccolse le prime vittorie nell'Europeo F.3 con James Weaver. Fu l'inizio di una serie di fortunate stagioni nelle formule minori: Martin Brundle, Tommy Byrne, Allen Berg, Martin Donnelly, Damon Hill sono solo alcuni dei piloti che raccolsero svariati successi sulle vetture gestite da Jordan negli anni successivi sia in F.3 che in F.3000. D'altronde Eddie Jordan non era solo un abile e competente team manager, ma possedeva soprattutto una dote spiccata e non comune, quella di essere uno straordinario scopritore di talenti. Solo alcuni esempi: fu lui che, nel 1982, accolse nella sua scuderia un giovane brasiliano che faceva Ayrton di nome e Senna di cognome e gli diede la prima opportunità "vera" in Europa. E fu ancora lui che lanciò nel 1986 l'eccezionale talento di Johnny Herbert, frenato dal grave incidente che, proprio al volante di una Jordan, l'inglese ebbe a Brands Hatch in F.3000 nella stagione successiva. Infine, fu ancora Eddie che nel 1989 ingaggiò un po' a sorpresa un giovane francese che si chiamava Jean Alesi che, fra lo stupore generale, sbaragliò la concorrenza vincendo il titolo continentale di F.3000. Insomma, non può dunque sorprende il fatto che, proprio con la 191”, sia stato proprio il team irlandese a far esordire in F.1 un certo Michael Schumacher, chiamato a sostituire il titolare Bertrand Gachot quando questi venne arrestato a Londra dopo una banale lite stradale e trattenuto in carcere proprio nei giorni in cui si doveva svolgere il Gran Premio del Belgio. E, poi, altri futuri campioni come Rubens Barrichello, Eddie Irvine e Ralf Schumacher. Ma torniamo alla Jordan e alla sua vicenda sportiva: questa storia di successi, l'ormai consolidata esperienza in pista maturata nel decennio '80 e la solida reputazione che si era costruito nell'ambiente, convinsero Jordan a compiere il "grande passo" e a varare il programma F.1 in vista della stagione 1991. La Jordan 191 – che come abbiamo visto nella scheda dedicata doveva originariamente chiamarsi 911 – fu dunque la prima Jordan a scendere in pista e, senza dubbio, fu una vettura di notevole successo che portò i suoi piloti ad ottenere risultati che per una scuderia esordiente non possono che definirsi eccellenti. Jordan aveva preparato con cura il suo debutto nel massimo campionato: prima di tutto aveva ingaggiato un tecnico esperto come Gary Anderson strappandolo alla Reynard e poi era riuscito a chiudere un accordo con la Ford per la fornitura di motori che, originariamente, avrebbero dovuto essere i poco performanti Judd. L'accordo prevedeva l'utilizzo non dei classici DFR che la Cosworth metteva a disposizione delle scuderie di bassa classifica, ma il modello "di punta" HB che era riservato allora alla sola Benetton. La "191", ispirata alla Tyrrell 019 di Harvey Postlethwaite, era una vettura elegante ed innovativa, la cui pulizia delle linee era esaltata dalla bella livrea verde Irlanda che purtroppo, per ragioni di sponsor, si perse negli anni successivi. Era anche molto efficace e Andrea De Cesaris la portò per ben due volte in stagione ai piedi del podio. ( Massimo Piciotti )
  2. v6dino

    Jordan EJ14 '04

    DATI GENERALI Scuderia: Jordan Ford Anno di produzione: 2004 Motore: Ford Cosworth RS2 V10 2998cc Telaio: Monoscocca composita in fibra di carbonio e kevlar con struttura a nido d'ape Carburante e lubrificanti: Liqui Moly Pneumatici: Bridgestone Luogo di Produzione: Silverstone (GBR) Progettista: John McQuillam, Gary Anderson, Nicolò Petrucci Impiegata nel: 2004 Piloti: 18 Nick Heidfeld, 19 Giorgio Pantano, 19-39 Timo Glock, 39 Robert Doornbos STATISTICHE GP Disputati: 18 Vittorie: 0 Podi: 0 Pole Position: 0 Giri Più Veloci: 0 Miglior risultato: Jordan, 9° posto nel Campionato Costruttori 2004 EJ14 Dopo che nel corso dell'inverno 2003 sembrava ormai inevitabilmente costretto alla chiusura del suo team alle prese con una ormai irreversibile crisi economica, Eddie Jordan riuscì abilmente ad uscire dalle secche e ad iscriversi al campionato 2004, confermando anche la collaborazione con la Ford come motorista. L'ingaggio di Giorgio Pantano che portò con sé una sponsorizzazione importante, fece il resto. E così dopo essere stata sull'orlo del fallimento la Jordan tornò in pista nel pre-season a Silverstone sfoggiando sulle fiancate la scritta "Lazarus" a simboleggiare la sua resurrezione. Tuttavia la EJ14 non era altro che una evoluzione della precedente EJ13, modificata soprattutto per ospitare la versione "RS2" del Cosworth più potente e leggera. La mancanza di fondi che limitarono le possibilità di test e l'indisponibilità della galleria del vento non permisero però di sviluppare adeguatamente la vettura che andò solo raramente a punti nonostante la modifica del sistema di punteggio che premiava adesso i primi otto al traguardo. Una curiosità: nella stagione 2004 la Jordan si presentò con livree diverse – e spesso sponsor diversi – in ogni gran premio. Fra le scelte "stilistiche" più particolari – oltre alla sopra ricordata citazione biblica di Silverstone – spiccano la colomba della pace in Australia, il marziano di Indianapolis e l'immagine di Ayrton Senna ad Imola, a dieci anni dalla sua morte. ( Massimo Piciotti )
  3. v6dino

    Jordan EJ10 '00

    DATI GENERALI Scuderia: Benson & Hedges Jordan Anno di produzione: 2000 Motore: Mugen Honda MF-301HE V10 3000cc Telaio: Monoscocca composita in fibra di carbonio e kevlar con struttura a nido d'ape Carburante e lubrificanti: Elf Pneumatici: Bridgestone Luogo di Produzione: Silverstone (GBR) Progettista: Mike Gascoyne, Tim Holloway, John Iley Impiegata nel: 2000 Piloti: 5 Heinz-Harald Frentzen, 6 Jarno Trulli STATISTICHE GP Disputati: 10 Vittorie: 0 Podi: 1 Pole Position: 0 Giri Più Veloci: 0 Miglior risultato: Jordan, 6° posto nel Campionato Costruttori 2000 EJ10 Dopo la stagione "di grazia" 1999, la Jordan sembrava destinata ad entrare stabilmente nei top team. Eddie Jordan aveva affrontato il nuovo millennio con rinnovata fiducia e con l'intenzione di dare l'assalto al Titolo Mondiale. La "EJ10" – così battezzata per celebrare il decimo anno della scuderia irlandese in F.1, un marchio che divenne anche una bevanda lanciata sul mercato con il marchio del team – non stravolgeva ma affinava il progetto precedente mirando a superarne i problemi di affidabilità e affidandosi ad una ulteriore evoluzione del motore Mugen Honda, ormai curato direttamente dalla casa-madre giapponese. Purtroppo i risultati furono molto al di sotto delle aspettative con un prestazioni incostanti da circuito a circuito ed una vettura difficile da mettere a punto, dalle reazioni imprevedibili ai cambi di condizione. Nemmeno una versione "B" deliberata a metà stagione riesce ad invertire la tendenza. E così la stagione 2000 che doveva essere quella della consacrazione, fu per la Jordan la prima di un rapido e per certi versi imprevedibile declino. ( Massimo Piciotti )
  4. v6dino

    Jordan 193 '93

    DATI GENERALI Scuderia: Sasol Jordan Anno di produzione: 1993 Motore: Hart 1035 V10 3499cc Telaio: Monoscocca composita in fibra di carbonio e kevlar a nido d'ape Carburante e lubrificanti: Sasol Pneumatici: Goodyear Luogo di Produzione: Silverstone (GBR) Progettista: Gary Anderson, Andrew Green Impiegata nel: 1993 Piloti: 14 Rubens Barrichello, 15 Ivan Capelli, 15 Thierry Boutsen, 15 Marco Apicella, 15 Emanuele Naspetti, 15 Eddie Irvine STATISTICHE GP Disputati: 16 Vittorie: 0 Podi: 0 Pole Position: 0 Giri Più Veloci: 0 Miglior risultato: R.Barrichello, 5° posto nel GP Giappone 1993 193 Il progetto della Jordan 193 nacque in completa discontinuità dei precedenti, con una impostazione aerodinamica completamente nuova la cui concezione fu ancora affidata a Gary Anderson. Il motore, lasciato il disastroso Yamaha, era questa volta l'Hart, certamente migliore del predecessore ma ancora non all'altezza dei propulsori più performanti del lotto. La stagione, dunque, finirà per essere migliore della precedente, ma ancora al di sotto delle aspettative di Jordan che, dopo l'exploit della stagione di esordio, aveva coltivato ben altri sogni di gloria. Il talent scout irlandese portò al debutto con la "192" il giovane brasiliano Rubens Barrichello, delfino di Ayrton Senna, ed il suo talento si cominciò ad intravvedere in qualche occasione, come per esempio a Donington quando Rubens fu al lungo terzo sotto la pioggia prima di dover rallentare per un problema all'alimentazione. Meno fortunata fu la scelta di affiancargli i veterani Ivan Capelli e Thierry Boutsen che, a fine carriera, lasciarono entrambi dopo poche anonime gare. Jordan decise allora di ripescare fra i giovani e, dopo aver dato la chance agli italiani Apicella e Naspetti, a Suzuka accanto a Barrichello fece esordire una altro giovane di belle speranze. Era Eddie Irvine che, al debutto, si piazzò subito sesto e si guadagnò la conferma per il 1994. ( Massimo Piciotti )
  5. v6dino

    Jordan 198 '98

    DATI GENERALI Scuderia: Benson & Hedges Jordan Anno di produzione: 1998 Motore: Mugen Honda MF-301HC V10 3000cc Telaio: Monoscocca composita in fibra di carbonio e kevlar con struttura a nido d'ape Carburante e lubrificanti: Repsol Pneumatici: Goodyear Luogo di Produzione: Silverstone (GBR) Progettista: Gary Anderson, Mike Gascoyne, John Iley Impiegata nel: 1998 Piloti: 9 Damon Hill, 10 Ralf Schumacher STATISTICHE GP Disputati: 16 Vittorie: 1 Podi: 2 Pole Position: 0 Giri Più Veloci: 0 Miglior risultato: Jordan, 4° posto nel Campionato Costruttori 1998 198 Se aveste chiesto ad Eddie Jordan verso il mese di maggio come stesse andando la stagione 1998 avrebbe probabilmente risposto con una sua classica imprecazione. In effetti, le prime otto gare della "198" si erano rivelate semplicemente disastrose. Nonostante la nuova galleria del vento di Brackley e l'ulteriore evoluzione delle soluzioni già scelte per la "197", la scelta di lasciare il tutto sommato buon motore Peugeot per passare al Mugen Honda sembrava essere stata sbagliata. Ma nel mese di giugno Gary Anderson trovò finalmente il bandolo della matassa, anche grazie ad una versione potenziata del propulsore rilasciata da Honda. La metamorfosi della "198" fu incredibile: da luglio Ralf Schumacher e Damon Hill cominciarono ad inanellare piazzamenti con una impressionante continuità fino a quando, sullo storico circuito di Spa-Francorchamps, i due non colsero una straordinaria doppietta con il veterano inglese che regalò la prima vittoria in F.1 alla Jordan precedendo Ralf, secondo. ( Massimo Piciotti )
  6. v6dino

    Jordan 197 '97

    DATI GENERALI Scuderia: B&H Total Jordan Peugeot Anno di produzione: 1997 Motore:Peugeot A14 V10 3000cc Telaio: Monoscocca composita in fibra di carbonio e kevlar con struttura a nido d'ape Carburante e lubrificanti: Total Pneumatici: Goodyear Luogo di Produzione : Silverstone (GBR) Progettista: Gary Anderson, Tim Holloway, Seamus Mullarkey Impiegata nel: 1997 Piloti: 11 Ralf Schumacher, 12 Giancarlo Fisichella STATISTICHE GP Disputati: 17 Vittorie: 0 Podi: 3 Pole Position: 0 Giri Più Veloci: 1 Miglior risultato: Jordan, 5° posto nel Campionato Costruttori 1997 197 Uno sponsor munifico, un lavoro sull'aerodinamica molto accurato ed attento, un affinamento della meccanica con l'introduzione di un nuovo cambio a sette marce e forse il migliore motore Peugeot degli anni '90. Sono questi gli ingredienti che fanno della "197" la vettura della svolta per il team di Eddie Jordan che, finalmente, dopo anni di anticamera entra nel novero dei top team. Ralf Schumacher e Giancarlo Fisichella sono piloti freschi e giovani e dopo qualche gara di assestamento cominciano ad inanellare piazzamenti a punti a ripetizione e tre podi, fra cui spicca il secondo posto dell'italiano a Spa. Ad Hockenheim Giancarlo parte in prima fila, è a lungo in testa, lotta per tutta la gara con Gerhard Berger e deve arrendersi per una foratura quando era saldamente secondo a pochi giri dalla fine. La prima vittoria per la Jordan non si concretizza ancora, ma ormai dà la sensazione di essere matura. Arriverà infatti nel 1998. ( Massimo Piciotti )
  7. v6dino

    Jordan EJ12 '02

    DATI GENERALI Scuderia: DHL Jordan Honda Anno di produzione: 2002 Motore: Honda RA002E V10 3000cc Telaio: Monoscocca composita in fibra di carbonio e kevlar con struttura a nido d'ape Carburante e lubrificanti: Liqui Moly Pneumatici: Bridgestone Luogo di Produzione: Silverstone (GBR) Progettista: Eghbal Hamidy, Gary Anderson Impiegata nel: 2002 Piloti: 9 Giancarlo Fisichella, 10 Takuma Sato STATISTICHE GP Disputati: 17 Vittorie: 0 Podi: 0 Pole Position: 0 Giri Più Veloci: 0 Miglior risultato: Jordan, 6° posto nel Campionato Costruttori 2002 EJ12 Nonostante un budget ancora di tutto rispetto ed il rinnovo nella fornitura dei motori Honda ufficiali in concorrenza con la BAR, la "EJ12" segnò ancora una volta il passo rispetto alle migliori vetture del lotto, relegando la scuderia di Eddie Jordan ad un ruolo di comprimaria. Nonostante gli interventi importanti sull'avantreno della vettura, sulla distribuzione dei pesi e sulla leggerezza complessiva del telaio, i risultati in pista restarono deludenti e, se possibile, ancora inferiori rispetto alla già travagliata stagione 2001. Tallone d'Achille della vettura era senza dubbio l'affidabilità: numerosi cedimenti meccanici di varia natura costrinsero diverse volte Giancarlo Fisichella alla resa ed il suo compagno di squadra, il giapponese Sato voluto da Honda, finì per raccogliere in tutta la stagione due soli miseri punti. Al termine della stagione la Honda annuncia ufficialmente il suo ingresso nella compagine azionaria della BAR, che avrà dal 2003 l'esclusiva nella fornitura dei motori. Il ridimensionamento economico e tecnico della Jordan imbocca così un cammino non più reversibile. ( Massimo Piciotti )
  8. v6dino

    Jordan EJ15 '05

    DATI GENERALI Scuderia: Jordan Grand Prix Anno di produzione: 2005 Motore: Toyota RVX-05 V10 2998cc Telaio: Monoscocca composita in fibra di carbonio e kevlar con struttura a nido d'ape Carburante e lubrificanti: Esso, Liqui Moly Pneumatici: Bridgestone Luogo di Produzione: Silverstone (GBR) Progettista: John McQuillam, Simon Phillips, Nicolò Petrucci Impiegata nel: 2005 Piloti: 18 Tiago Monteiro, 19 Narain Karthikeyan, 39 Robert Doornbos, 39 Franck Montagny, 39 Nicolas Kiesa STATISTICHE GP Disputati: 15 Vittorie: 0 Podi: 1 Pole Position: 0 Giri Più Veloci: 0 Miglior risultato: Jordan, 9° posto nel Campionato Costruttori 2005 EJ15 Al termine della stagione 2004 la Ford annunciò il ritiro dalle competizioni con la cessione del reparto corse e della Cosworth alla Jaguar: la Jordan si trovò così senza fornitura di motori. Alle prese con l'ennesima crisi e alle strette anche in tema di sponsor, Eddie dopo quattordici stagioni in F.1 decise di arrendersi e prima dell'inizio del nuovo campionato cedette la scuderia al miliardario russo Alex Shnaider, plenipotenziario del colosso dell'acciaio Midland, per sessanta milioni di dollari. La scuderia si sarebbe chiamata ancora per un anno Jordan per diventare, dal 2006, Midland F1. Shnaider riuscì a siglare un accordo con la Toyota ed ingaggiò due piloti emergenti come il portoghese Tiago Monteiro e l'indiano Narain Karthikeyan. La "EJ15" era sostanzialmente una versione evoluta della EJ14 adatta ad ospitare il nuovo propulsore Toyota e si confermò come una vettura da fondo classifica, sebbene piuttosto affidabile. Il Gran Premio "dimezzato" di Indianapolis, con sole sei macchine al via, consegnò alla Jordan il suo ultimo podio della storia. Una versione "B" della EJ15 fu utilizzato nelle ultime cinque gare della stagione. ( Massimo Piciotti )
  9. v6dino

    Jordan 196 '96

    DATI GENERALI Scuderia: B&H Total Jordan Peugeot Anno di produzione: 1996 Motore: Peugeot A12 V10 3000cc Telaio: Monoscocca composita in fibra di carbonio e kevlar con struttura a nido d'ape Carburante e lubrificanti: Total Pneumatici: Goodyear Luogo di Produzione: Silverstone (GBR) Progettista: Gary Anderson, Tim Holloway, Darren Davies Impiegata nel: 1996 Piloti: 11 Rubens Barrichello, 12 Martin Brundle STATISTICHE GP Disputati: 16 Vittorie: 0 Podi 0 Pole Position: 0 Giri Più Veloci: 0 Miglior risultato: Jordan, 5° posto nel Campionato Costruttori 1996 196 La "196" segna un passaggio a suo modo storico per la Jordan: l'arrivo dello sponsor tabaccaio britannico Benson & Hedges porta alla caratteristica colorazione gialla che sarà poi segno distintivo della scuderia fino al termine della sua parabola in F.1, anche se, ad onor del vero, nella seconda parte della stagione il giallo lascerà provvisoriamente il posto ad una tonalità oro. In pista la "196" – guidata da Rubens Barrichello, al quarto anno in Jordan, e dal veterano Martin Brundle – mantenne solo in parte le attese e lascò la scuderia irlandese ancora un passo indietro rispetto ai top team. La vettura era notevolmente diversa dalla precedente ed adottava lo stile a muso alto della Benetton ed ospitava una versione evoluta del dieci cilindri Peugeot. Nonostante i numerosi piazzamenti nessuno dei due piloti riuscì mai a trovare il podio: l'appuntamento con la prima agognata vittoria per Eddie Jordan era nuovamente rinviato alla stagione successiva. Visto lo "stallo" la Peugeot annuncia a fine stagione l'interruzione della collaborazione con la Jordan per passare alla Prost. ( Massimo Piciotti )
  10. v6dino

    Jordan 199 '99

    DATI GENERALI Scuderia: Benson & Hedges Jordan Anno di produzione: 1999 Motore: Mugen Honda MF-301HD V10 2999cc Telaio: Monoscocca composita in fibra di carbonio e kevlar con struttura a nido d'ape Carburante e lubrificanti: Elf Pneumatici: Bridgestone Luogo di Produzione: Silverstone (GBR) Progettista: Mike Gascoyne, Tim Holloway, John Iley Impiegata nel: 1999 Piloti: 7 Damon Hill, 8 Heinz-Harald Frentzen STATISTICHE GP Disputati :16 Vittorie: 2 Podi: 4 Pole Position: 1 Giri Più Veloci: 0 Miglior risultato: Jordan, 3° posto nel Campionato Costruttori 1999 199 La "199" è stata senza dubbio la migliore Jordan di sempre che ha consentito al team irlandese di vivere la sua più competitiva stagione in F.1. Heinz-Harald Frentzen, arrivato dalla Williams dopo uno scambio con Ralf Schumacher, coglie due successi in stagione e chiude al terzo posto del Campionato Mondiale, dando addirittura la sensazione per qualche tempo di poter essere il terzo incomodo nella lotta per il Titolo fra la McLaren di Mika Hakkinen e la Ferrari di Eddie Irvine. La vettura era "figlia" di quella dell'anno precedente, sviluppata dal nuovo capo-tecnico Mike Gascoyne che aveva preso il posto di Anderson passato alla Stewart. Rispetto alla "198" aveva un baricentro più basso reso possibile da una nuova disposizione dei serbatoi, delle nuove sospensioni ed un motore Mugen Honda potenziato. Il difetto principale era quello della affidabilità che, specie nella prima parte di stagione, ha portato a diversi ritiri, il più doloroso dei quali fu certamente quello del Nurburgring: Frentzen fu fermato da un banale problema elettrico quando era saldamente in testa dopo aver segnato la pole position. ( Massimo Piciotti )
  11. v6dino

    Jordan EJ13 '03

    DATI GENERALI Scuderia: Jordan Ford Anno di produzione: 2003 Motore: Ford Cosworth RS1 V10 2998cc Telaio: Monoscocca composita in fibra di carbonio e kevlar con struttura a nido d'ape Carburante e lubrificanti: Elf, Liqui Moly Pneumatici: Bridgestone Luogo di Produzione: Silverstone (GBR) Progettista: Gary Anderson, Henri Durand, John McQuillam, Nicolò Petrucci Impiegata nel: 2003 Piloti: 11 Giancarlo Fisichella, 12 Ralph Firman, 12-36 Zsolt Baumgartner, 36 Bjorn Wirdheim, 36 Satoshi Motoyama STATISTICHE GP Disputati: 16 Vittorie: 1 Podi: 0 Pole Position: 0 Giri Più Veloci: 0 Miglior risultato: Jordan, 9° posto nel Campionato Costruttori 2003 EJ13 Perso lo sponsor più munifico, persi i motori Honda e gran parte del budget disponibile, Eddie Jordan si trovò all'inizio del 2003 in difficoltà economiche. L'irlandese dovette ripiegare sui propulsori Ford Cosworth accettando una fornitura di una versione non di ultima generazione riservata alla Jaguar e fu costretto a sviluppare la nuova vettura senza stravolgere il progetto dell'anno precedente che già non si era rivelato strabiliante. Con queste premesse e con lo scarso tempo a disposizione per la messa a punto dovuto al ritardo con cui l'accordo per i motori fu siglato, non può sorprendere il fatto che la "EJ13" si sia rivelata come una vettura da fondo classifica, incapace di permettere a Giancarlo Fisichella, confermato, e al suo nuovo compagno di team Ralph Firman di raccogliere buoni piazzamenti. In questo grigiore generale si collocò tuttavia lo straordinario week-end del Gran Premio del Brasile, una gara che si può tranquillamente definire come il canto del cigno della Jordan. Quel giorno Giancarlo Fisichella sotto una pioggia torrenziale che aveva livellato le prestazioni, riuscì a compiere una gara eccezionale e fu fortunato protagonista quando un cruento incidente con protagonisti Fernando Alonso e Mark Webber gettò lo scompiglio nel gruppo. La gara fu interrotta dopo 54 dei 71 giri previsti e la classifica fu stilata non senza difficoltà, cercando di ricostruire la situazione in pista. Inizialmente assegnata a Kimi Raikkonen per un errore di cronometraggio, la vittoria fu poi correttamente data a Fisichella che così colse il primo successo della sua carriera ed il quarto ed ultimo nella storia della Jordan. ( Massimo Piciotti )
  12. v6dino

    Jordan 911 '90

    DATI GENERALI Scuderia: Jordan Grand Prix Anno di produzione: 1990 Motore: Ford Cosworth HB V8 3494cc Telaio: Monoscocca in fibra di carbonio Carburante e lubrificanti: Pneumatici: Goodyear Luogo di Produzione: Irlanda Progettista: Gary Anderson, Andrew Green Impiegata nel: 1990 (solo test) Piloti: John Watson STATISTICHE GP Disputati: 0 (solo test) 911 La Jordan 911 è semplicemente la prima versione, realizzata nell'inverno del 1990, della Jordan F.1 che sarebbe poi scesa in pista successivamente con la sigla "191". Quando Eddie Jordan decise il "grande salto", stipulò un accordo con la Ford per la fornitura dei motori e incaricò della progettazione il tecnico ex-Reynard Gary Anderson. La vettura venne assemblata nella nuovissima struttura del team costruita a due passi dalla pista di Silverstone e proprio sul circuito inglese mosse i primi passi il 28 novembre in una elegante livrea nera con un pilota d'eccezione, il campione inglese John Watson, per l'occasione tornato al volante. Qualche giorno dopo Eddie Jordan ricevette un telegramma spedito da Stoccarda: la Porsche non era molto contenta dell'utilizzo della sigla "911" per la vettura e chiese "con le buone" ad Eddie di cambiarne il nome. Dopo una riunione tenutasi in Germania, pare che una fiammante Porsche 911 nera sia stata recapitata presso l'abitazione di Eddie. Da quel momento il "911" divenne "191".
  13. v6dino

    Jordan 192 '92

    DATI GENERALI Scuderia: Sasol Jordan Yamaha Anno di produzione: 1992 Motore: Yamaha OX99 V12 3498cc Telaio: Monoscocca in fibra di carbonio e kevlar a nido d'ape Carburante e lubrificanti: Sasol Pneumatici: Goodyear Luogo di Produzione: Silverstone (GBR) Progettista: Gary Anderson, Andrew Green Impiegata nel: 1992 Piloti: 32 Stefano Modena, 33 Mauricio Gugelmin STATISTICHE GP Disputati: 16 Vittorie: 0 Podi: 0 Pole Position: 0 Giri Più Veloci: 0 Miglior risultato: S.Modena, 6° posto nel GP Australia 1992 192 Se da un punto di vista del telaio la nuova Jordan 192 ricordava molto da vicino l'ottima 191, si differenziava da questa per un particolare purtroppo tutt'altro che secondario: il motore. Eddie Jordan, infatti, era rimasto poco soddisfatto dal fatto che, nonostante il costoso contratto con Ford, alla sua scuderia non fossero stati messi a disposizione nel corso della stagione 1991 gli stessi elementi evolutivi che erano forniti alla Benetton. Ragion per cui decise di interrompere il rapporto con lo storico motorista e di adottare il molto meno costoso propulsore Yamaha. Fu una scelta sbagliata. Mal concepito, non molto potente e molto fragile, il motore giapponese si rivelò il vero tallone d'Achille della Jordan 192. Un solo punto raccolto nell'ultima gara in Australia da Stefano Modena ed una collezione di guasti e ritiri furono il deludente refrain che ha accompagnato tutta la stagione. ( Massimo Piciotti )
  14. v6dino

    Jordan EJ11 '01

    DATI GENERALI Scuderia: B&H Jordan Honda Anno di produzione: 2001 Motore: Honda RA001E V10 3000cc Telaio: Monoscocca composita in fibra di carbonio e kevlar con struttura a nido d'ape Carburante e lubrificanti: Elf Pneumatici: Bridgestone Luogo di Produzione: Silverstone (GBR) Progettista: Tim Holloway, John Iley, Eghbal Hamidy Impiegata nel: 2001 Piloti: 11 Heinz-Harald Frentzen, 12-11 Jarno Trulli, 11 Ricardo Zonta, 12 Jean Alesi STATISTICHE GP Disputati: 17 Vittorie: 0 Podi: 0 Pole Position: 0 Giri Più Veloci: 0 Miglior risultato: Jordan, 5° posto nel Campionato Costruttori 2001 EJ11 La nuova EJ11 era una vettura su cui Eddie Jordan riponeva grandi speranze: notevolmente evoluta rispetto alla fallimentare EJ10 e dotata finalmente di un motore Honda ufficiale, la vettura fu portata in pista nelle prove prestagionali dai piloti Frentzen e Trulli con grande entusiasmo. Nonostante i tempi ancora lontani da quelli della Ferrari e della McLaren, Frentzen disse testualmente che quella era "la migliore vettura che avesse mai guidato" e che "avrebbe lottato per i titolo". Inutile dire che quando Eddie Jordan dopo l'ennesima prestazione incolore diede il benservito al tedesco dopo mesi di tensioni e di risultati scadenti doveva essere più o meno all'esasperazione, frustrato da una stagione che si rivelò ancora una volta al di sotto delle aspettative, senza nemmeno un piazzamento sul podio. In questo panorama poco positivo, ci furono comunque almeno due fatti da salvare: il passaggio positivo del veterano Jean Alesi che con la Jordan toccò i suoi duecento Gran Premi in carriera ed il piazzamento finale in campionato costruttori al quinto posto, ovvero davanti alla BAR, rivale motorizzata Honda, cosa che convinse la casa giapponese a rinnovare la fornitura anche per il 2002. ( Massimo Piciotti )
  15. v6dino

    Jordan EJ15B '05

    DATI GENERALI Scuderia: Jordan Grand Prix Anno di produzione: 2005 Motore: Toyota RVX-05 V10 2998cc Telaio: Monoscocca composita in fibra di carbonio e kevlar con struttura a nido d'ape Carburante e lubrificanti: Esso, Liqui Moly Pneumatici: Bridgestone Luogo di Produzione: Silverstone (GBR) Progettista: John McQuillam, Simon Phillips, Nicolò Petrucci Impiegata nel: 2005 Piloti: 18 Tiago Monteiro, 19 Narain Karthikeyan, 39 Sakon Yamamoto STATISTICHE GP Disputati: 5 Vittorie: 0 Podi: 0 Pole Position: 0 Giri Più Veloci: 0 Miglior risultato: Monteiro, 8° posto nel GP del Belgio 2005 EJ15B Ultima versione aggiornata della EJ15, la "B" fu portata in pista a Monza da Monteiro ed utilizzata nelle ultime cinque gare della stagione dalla Midland-Jordan. I tre chassis EJ15 modificati furono anche portati in pista per i primi test in vista della nuova stagione tenutisi a Jerez nel dicembre 2005 con i nuovo colori russi della Midland: al volante sia lo stesso Monteiro che Roman Rusinov, cui fu poi però preferito l'olandese Albers. ( Massimo Piciotti )
  16. v6dino

    Jordan EJ10B '00

    DATI GENERALI Scuderia: Benson & Hedges Jordan Anno di produzione: 2000 Motore: Mugen Honda MF-301HE V10 3000cc Telaio: Monoscocca composita in fibra di carbonio e kevlar con struttura a nido d'ape Carburante e lubrificanti: Elf Pneumatici: Bridgestone Luogo di Produzione: Silverstone (GBR) Progettista: Mike Gascoyne, Tim Holloway, John Iley Impiegata nel: 2000 Piloti: 5 Heinz-Harald Frentzen, 6 Jarno Trulli STATISTICHE GP Disputati: 7 Vittorie: 0 Podi: 1 Pole Position: 0 Giri Più Veloci: 0 Miglior risultato: Jordan, 6° posto nel Campionato Costruttori 2000 EJ10B A metà stagione Eddie Jordan annunciò per l'anno successivo l'accordo con la Honda per ottenere il motore ufficiale della casa giapponese in coabitazione con la BAR. Questa importante novità ed il pessimo andamento del Campionato in corso, fecero concentrare la scuderia sulla nuova stagione, tanto più che Mike Gascoyne, dopo aver detto a Jordan di aver firmato con la Benetton, venne allontanato durante l'estate. La "EJ10B" era dunque una versione aggiornata della "EJ10" che però non riuscì a superare nessuno dei problemi evidenziati dalla vettura originale. Tre chassis, quelli più recenti, furono upgradati lavorando soprattutto sul fondo piatto e sulla distribuzione dei pesi. ( Massimo Piciotti )
  17. R18

    Giorgio Pantano

    Colgo l'occasione della vittoria del titolo GTS nell'International GTOpen a Barcellona per aprire una discussione su un pilota che ritengo tra i più forti del panorama nazionale dell'ultimo decennio. Nato nel 1979, ebutta 22enne nella Formula 3000 internazionale con il team Astromega, vincendo l'ultima prova a Monza e conquistando la nona posizione, nei due anni successivi sarà protagonista della lotta per il titolo, giungendo secondo nel 2002 (con Coloni) e terzo l'anno dopo (con Durango). Poi il salto in Formula 1 con la Jordan, nel 2004. E qui iniziano le difficoltà : la macchina è un catorcio, e Giorgio non riesce ad ottenere punti, venendo poi sostituito da Glock per le ultime tre gare. Ma pare che le colpe del suo insuccesso non siano solo sue. La sua carriera precipita malamente: è costretto a ripartire dalla GP2 con Super Nova, terminando sesto nel 2005, con un paio di apparizioni anche in IndyCar nel team Ganassi che lo vedono terminare quarto sul mitico tracciato di Watkins Glen. Il 2006 inizia pure peggio. Giorgio non ha ingaggio, e viene ripescato da Fisichella per sostituire Filippi a stagione GP2 già iniziata. Vince tre gare con tanto di doppietta a Monza, chiudendo quinto in campionato. Nel 2007 passa a correre per Campos ma un inizio stentato non gli permette di lottare per il titolo con Glock e di Grassi. Termina terzo con due vittorie. Il 2008 sembra l'anno del suo rilancio. Domina il campionato cadetto con Racing Engineering, con quattro vittorie (più un'altra persa in maniera grottesca a Valencia) e sette podi. Tutti i campioni di GP2 fino a quel momento avevano guadagnato un posto in Formula 1. Ma ciò non accade per Giorgio, che non attira l'attenzione di nessun team della categoria massima. Forse a causa dei suoi 29 anni, o probabilmente per ragioni di sponsor. Giorgio subisce la mazzata definitiva. Per regolamento, non può difendere il titolo di GP2 e finisce a correre nella irriverente Superleague Formula, con Azerti Motorsport e i colori del Milan. Vince una gara, a Magny-Cours, ma in campionato non va oltre il settimo posto. La serie fallisce e Pantano nel 2010 corre in AutoGP. Tra mille difficoltà , cambia tre team e prende punti solo nell'appuntamento di Spa, chiudendo addirittura tredicesimo in classifica finale. Dal 2011, corre quattro gare in IndyCar condite ancora con parecchia sfortuna e il campionato GTOpen di quest'anno, nel quale vince il titolo nella categoria GTS con la McLaren della Bhaitech. Ora, vorrei saperne di più sul passato di questo pilota. Cosa successe in Jordan? Ho capito che il patron irlandese non lo vedeva tanto di buon occhio, in che modo lo "penalizzò" durante quella sventurata esperienza? Perché nel 2009 non trovò un posto per la Formula 1? Ritengo Giorgio uno dei migliori piloti italiani degli ultimi 10 anni, e contemporaneamente anche quello che ha fatto la fine peggiore, come carriera, un incredibile spreco di talento...
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