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    Lec CRP1 '77

    DATI GENERALI Scuderia: LEC Refrigeration Racing Anno di produzione: 1977 Motore: Ford Cosworth DFV V8 2993cc. Telaio: Monoscocca in alluminio Carburante e lubrificanti: Duckhams Pneumatici: Goodyear Luogo di Produzione: (GBR) Progettista: Mike Pilbeam Impiegata nel: 1977 Piloti: David Purley STATISTICHE GP Disputati: 5 Miglior risultato: D.Purley 13° posto nel GP del Belgio 1977 LEC CRP1 David Purley non sarà probabilmente ricordato come uno dei migliori piloti del suo tempo. Eppure "Maverick", così soprannominato dai giornalisti di allora per il sua personalità davvero imprevedibile, originario di una piccola città del West Sussex affacciata sul Canale della Manica a pochi passi da Brighton, merita un posto davvero particolare nella storia delle corse per il grandissimo atto di coraggio mostrato in occasione del drammatico incidente di Roger Williamson a Zandvoort, durante il GP di Olanda 1973: di fronte all'inerte timore dei commissari di pista che non osavano avvicinarsi alla vettura in fiamme dello sfortunato pilota inglese, David tentò da solo l'impossibile, non esitando a gettarsi fra le fiamme per cercare di salvare il collega, in una delle più drammatiche ed agghiaccianti sequenze televisive che si siano mai viste. Quell'atto di eroismo fu inutile: Williamson perse la vita tra le fiamme. Da allora le figure di Purley e Williamson sono rimaste indissolubilmente legate, anche in una fondazione benefica che porta il nome di entrambi. La foto di Purley disperato davanti alla vettura in fiamme e quella con il casco in mano nei pressi dei rottami della March di Williamson di cui si vede il braccio sporgere sotto la scocca bruciata, valsero al fotografo Cor Mooji il premio World Press Photo nel 1974. Per il suo gesto, David venne decorato con una medaglia al valore dalla Regina Elisabetta e ricevette anche il Siffert Trophy per il coraggio dimostrato. Ma il suo carattere diretto e istintivo eppure così tormentato e profondo non superò mai l'amarezza di quanto successe né accettò di essere additato come eroe sportivo. Figlio del proprietario di una industria di frigoriferi, la Lec, David non era interessato alla carriera di imprenditore ma attratto dagli aerei. Divenne così pilota da caccia e rimase per sette anni nell'Aeronautica Militare inglese, diventando poi parte di uno sceltissimo corpo di paracadutisti. Lasciata la carriera militare, rivolse la sua sete di velocità alle corse in auto, su consiglio dell'amico di vecchia data Derek Bell. Esordì nel 1967 arrivando in F.3 nel 1970, con un team sponsorizzato dal padre: vinse per tre stagioni consecutive sul difficile tracciato belga di Chimay lo storico Gran Premio delle Nazioni. Nel '72 si affaccio alla F.1 nella Champions Victory Race e l'anno successivo acquistò una March 731 partecipando a varie corse del Mondiale, compresa quella tragica di Zandvoort. Dopo una negativa esperienza col piccolo Team Harper, tornò in F.2 e F.3 con buoni risultati soprattutto nei campionati britannici. Nel 1977 tentò anche l'avventura da costruttore con la Lec "CRP1" concepita da Mike Pilbeam: il progetto, nonostante i mezzi economici limitati, sembrava molto promettente. David fu sesto all'esordio nella Race of Champions e a Zolder, dopo essere anche stato al comando della gara, era terzo quando un problema meccanico lo rallentò. Nelle prove del GP di Gran Bretagna a Silverstone, in seguito al bloccaggio dell'acceleratore, David ebbe un tremendo incidente da cui uscì vivo in maniera assolutamente miracolosa – entrando anche nel Guinness dei Primati per essere passato nell'impatto da 173 a zero Km/h in 50 centimetri, sopportando una forza di 179,8 G, circa 9 volte più forte di quella sufficiente ad uccidere un uomo. L'incidente chiuse la sua carriera e quella della Lec. Ma David era soprattutto "Maverick": odiava i test e le sessioni di collaudo, aveva una guida istintiva e indisciplinata, portata dall’adrenalina delle corse che, in fondo, per lui erano poco più di un hobby. Indimenticabile il suo alterco con Niki Lauda al termine del GP del Belgio '77 quando l'austriaco lo accusò di averlo ostacolato e i due chiusero la discussione a male parole nei box. Purley chiosò la questione così: "C'era un tizio con una macchina rossa che voleva passare…". Dopo l'incidente decise di dedicarsi all'azienda di famiglia e si rivelò sorprendentemente un ottimo imprenditore. Ma l'amore per il pericolo e la velocità non abbandonano David, che dopo la lunga convalescenza si diede all'aviazione acrobatica: il 2 luglio 1985, proprio durante uno spettacolo nel Sussex, perse il controllo del suo aereo e si schiantò in mare, morendo sul colpo. Aveva 40 anni. Massimo Piciotti.
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