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    Phoenix AP04B '02

    DATI GENERALI Scuderia: Phoenix Grand Prix (di Charles Nickerson) Anno di produzione: 2001 Motore: Arrows T2-F1 V10 2996cc, preparato dalla Hart Telaio: Monoscocca in fibra di carbonio con struttura composita a nido d'ape Carburante e lubrificanti: Total, Fina, Elf Pneumatici: Avon (unica opzione praticabile) Luogo di Produzione: Vichy (FRA) come Prost GP, poi trasferitisi a Leafield (GBR) base della Arrows Progettista: Henri Durand, Jean-Paul Gousset, Loic Bigois (della Prost AP04) Impiegata nel: avrebbe dovuto correre nel 2002 Piloti: Tarso Marques, Gaston Mazzacane STATISTICHE GP Disputati: 0 (non ha avuto autorizzazione dalla FIA) AP04B La storia della AP04B e della sua comparsa nelle entry-list del Mondiale 2002 è una delle più oscure, intriganti e bizzarre che si siano viste negli ultimi venti anni di Formula Uno. Una trama da film di spionaggio con poche luci, molte ombre ed almeno due versioni dei fatti, una ufficiale e l'altra molto meno ufficiale. Cominciamo così dalla prima. Quando la Prost Grand Prix, o quello che ne restava, venne messo all'asta nel gennaio del 2002, gran parte del materiale tecnico e due vetture fra quelle rimanenti – gli chassis 01 e 03 – vennero acquistati dalla società finanziaria inglese Phoenix Finance, il cui amministratore delegato Charles Nickerson era un appassionato di corse automobilistiche, ex-pilota semi-professionista ed amico di Tom Walkinshaw, l'onnipresente e vulcanico patron della TWR al tempo proprietario della Arrows. Proprio Walkinshaw aveva appoggiato l'operazione ed offerto come base operativa il suo quartier generale di Leafileld, in Inghilterra. I piani di Nickerson prevedevano la partecipazione al Mondiale con una Prost AP04 modificata per adattarsi al motore che doveva essere una versione aggiornata dell'Hart T2-F1 utilizzato dalla Arrows nelle stagioni 1998 e 1999. L'auto fu denominata "Phoenix Grand Prix AP04B" e, probabilmente, era inizialmente ancora colorata con il blu "France" senza loghi dello sponsor. Le gomme dovevano essere fornite dalla Bridgestone, ma la società giapponese – così come la Michelin – dichiarò all'inizio di marzo che non sarebbe stata in grado di rifornire la nuova scuderia che così dovette ripiegare su una scorta di pneumatici Avon che erano stati testati mesi prima dalla Minardi. Il team era composto da circa cinquanta persone, in parte provenienti dall'ex team di test Arrows ed in parte dalla fallita Prost Grand Prix. La "AP04B" fu iscritta al Gran Premio di Australia ma di fatto il team non ebbe il tempo fisico sufficiente per presentarsi e l'obiettivo fu spostato per la seconda gara della stagione a Sepang con Gaston Mazzacane e Tarso Marques come piloti. La richiesta di iscrizione fu però respinta dalla FIA che riteneva che la Phoenix avesse acquistato solo i beni materiali della vecchia Prost, ma non il suo titolo sportivo per partecipare al Campionato, cosa che comportava la necessità per Nickerson di versare la "tassa di iscrizione" di 48 milioni di dollari che era richiesta per le nuove scuderie che entravano nel circus. Ne nacque una diatriba legale che si trascinò per diverso tempo: in Malesia la squadra si presentò ma le fu impedito di accedere al circuito, mentre il materiale tecnico e le vetture giunte il giovedì prima della gara su un volo charter, vennero bloccati in aeroporto per problemi di tipo doganale. La stessa cosa si ripeté ad Interlagos, in Brasile. In aprile la vettura scese in pista durante alcuni test Arrows a Silverstone, probabilmente con Tomas Enge al volante. Dopo l'ennesimo diniego alla richiesta di partecipazione al GP di San Marino, Nickerson si rivolse all'Alta Corte di Londra denunciando la FIA e chiedendo che la scuderia fosse ammessa forzatamente al Campionato. Ma il suo sogno si spense il 22 maggio, quando la pronuncia definitiva della corte gli diede torto facendo naufragare definitivamente il suo progetto e facendogli pagare, fra l'altro, i costi dell'istruttoria. Fin qui la versione ufficiale della storia, quella raccontata sugli annali. Poi c'è però l'altra versione, quella decisamente meno ufficiale, più misteriosa e sulla quale non possiamo che fare congetture. Ma la reticenza dei protagonisti di quel progetto che non rilasciano volentieri dichiarazioni – sul web si trovano solo brevi interventi sempre piuttosto vaghi di Nickerson, Mazzacane e qualche altro protagonista – l'assenza totale di immagini della vettura e la mancanza di ogni documento a riguardo, lasciano pensare che dietro al progetto Phoenix ci fosse in realtà solo un tentativo di recuperare i soldi dei diritti televisivi che sarebbero spettati alla Prost come nona classificata del mondiale 2001. A danno della Minardi di Paul Stoddard che, non a caso, fu uno dei più fieri oppositori di Nickerson. Protagonista dietro le quinte Tom Walkinshaw, la cui Arrows navigava già in cattive acque finanziarie e la cui presenza-ombra al fianco di Nickerson era in effetti sospetta. Pare che la AP04B – che venne anche ribattezzata ad un certo punto DART, acronimo sotto il quale si celava un'altra azienda di Walkinshaw che si occupava della commercializzazione e distribuzione dei pneumatici Dunlop negli anni'80 – non fosse altro che una vettura mai assemblata "veramente" ed il cui scopo sarebbe stato solo quello di scendere in pista almeno per un giro in prova a bassa velocità di uno dei Gran Premi della stagione. Cosa che avrebbe permesso di incassare il denaro della Prost e salvare la Arrows. L'operazione, evidentemente piuttosto audace per non dire di peggio, non andò in porto e, infatti, la Arrows quell'anno non riuscì a finire il campionato… ( Massimo Piciotti )
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