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Troy Bayliss nasce a Taree, nella regione australiana del Nuovo Galles del Sud, il 30 marzo 1969. All'età di 10 anni inizia a correre sulle piste vicine a casa sua, specializzandosi nel motocross e nel dirt track, ma i soldi per continuare terminano ben presto, e così si trova costretto a lavorare in una carrozzeria come verniciatore. Nel 1992 trova il modo per tornare alla sua passione, le corse, e lo fa con una Kawasaki KR1 nel campionato australiano 250 Sport Production, passando poi alla classe Supersport, nella quale si laurea vice-campione nel 1995, a 26 anni. Nel 1996 passa a correre in Superbike, chiudendo al terzo posto, rimanendo anche nel 1997, quando ottiene il secondo posto alle spalle di Martin Craggill. La moto è una Suzuki GSX-R 750. Il 1997 è l'anno che fa conoscere Troy Bayliss in tutto il Mondo: il 23 marzo debutta nel Mondiale Superbike, sul circuito di Phillip Island, in mezzo a piloti come Fogarty, Kocinski, Slight, Chili e Russell. Troy corre con una Suzuki dell'importatore australiano, il numero è il 52, e dimostra subito di saperci fare alla grande, nonostante abbia poco meno di 28 e appena un anno di esperienza con le 1000. Si qualifica dodicesimo, a un secondo e mezzo dalla Honda RC45 di Aaron Slight, ma nelle due gare, corse sul bagnato, emerge tutto il suo talento: chiude quinto in entrambe, nonostante una caduta nella prima, battendo nettamente il suo rivale in patria, Craggill, e pure i piloti più blasonati del Mondiale (in gara-2 precederà sia l'ex campione Russell che il futuro titolato Kocinski). Ma l'anno magico di Bayliss non termina qui: nel GP d'Indonesia del Motomondiale, classe 250, Noriyasu Numata, su Suzuki, cade e si infortuna, e Arie Molenaar, proprietario del team, decide di sostituirlo proprio con Bayliss, che si appresta dunque a debuttare anche nel Motomondiale, sulla RGV 250, di nuovo sul circuito di Phillip Island. Troy non delude: si qualifica in sesta posizione, con una moto non esattamente competitiva, e in gara si gioca il podio con Jacque, Tsujimura e Harada, ottenendo un eccellente sesto posto, davanti a Stefano Perugini. I più attenti si sono dunque accorti di questo australiano, che di stoffa sembra averne. Troy viene ingaggiato, nel 1998, dal team inglese GSE, che lo porta in Inghilterra su una Ducati, per correre il BSB e le gare inglesi del Mondiale. L'adattamento alla 916 non è immediato, e nel campionato nazionale Bayliss termina solo ottavo, con una vittoria a Cadwell Park, mentre nel Mondiale non va oltre un 13° ed un 15° posto a Brands Hatch, mentre a Donington corre appena cinque giri in due gare, colpa di un problema tecnico e di una caduta. Per il 1999 viene riconfermato, e non tradisce: vince sette volte e ottiene 14 podi, battendo Chris Walker e la Suzuki nella corsa al titolo inglese. Campionato sul quale si concentra in tutto e per tutto, evitando di correre come wildcard nel Mondiale onde incappare in infortuni. Nel 2000 la Ducati lo manda negli USA con l'intenzione di vincere il campionato AMA, che manca a Borgo Panigale dal 1994, anno in cui a vincere fu Troy Corser. Finché...
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