L'incidente di Taruffi, unico a opporre una vera resistenza agli alfisti, diede il definitivo via libera ai piloti della Scuderia Ferrari. La corsa sembrò cadere di tono.
Chiron prese la testa, poi dovette fermarsi per cambiare le gomme, lasciando la leadership a Varzi e Hamilton (Maserati).
Dopo il pit stop, Chiron sorpassò Hamilton tornando al secondo posto. L'inglese cercò di non lasciar scappare Chiron, ma i suoi sforzi furono vanificati dalla rottura del carburatore.
A tre quarti di gara, Varzi guidava la corsa con un piccolo vantaggio su Chiron.
Ma intanto, dal gruppo degli altri concorrenti, spuntò la terza guida della Scuderia Ferrari: l'algerino Guy Moll, il giovane puledro che aveva già vinto il Gran Premio di Monaco.
Per buona parte della corsa era rimasto indietro, attardato da una serie di cambi gomme, ma poi cominciò a recuperare. Moll diede inizio a un brillante duello con Hugh Hamilton, che guidava una delle due Maserati private iscritte da Whitney Straight.
Moll non era nuovo a queste rimonte, che lo fecero diventare un beniamino del suo team manager, Enzo Ferrari che, tanti anni più tardi, si ricorderà ancora di lui per paragonargli il focoso Gilles Villeneuve.
Moll e Hamilton entusiasmarono il pubblico: erano entrambi giovani e temerari, e purtroppo entrambi destinati, a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro, a un destino fatale.
Come forse qualcuno ricorderà, Guy Moll perderà la vita a Pescara, 15 agosto successivo; Hamilton a Berna, una settimana più tardi al GP della Svizzera del 26 agosto 1934.
Al 30° dei 40 giri previsti, Moll era terzo a un minuto dai suoi due compagni che guidavano la corsa.
Ma Varzi e Chiron, controllandosi a vista, favorirono la rimonta di Moll, che a tre soli giri dalla fine era a trecento metri dai due di testa. Quarto era il regolare Etancelin su Maserati.
Ma mentre tutti gli altri piloti, infastiditi dal sole al tramonto, rallentavano la marcia considerando già acquisite le posizioni, Guy Moll, abituato alla luce bassa del tramonto africano (era algerino), si trovava perfettamente a suo agio e insistette nell'inseguimento, con successo.
Chiron perse terreno per una paurosa sbandata, favorendo il sopraggiungente Moll, che ormai aveva il compagno a tiro.
Dal box della Scuderia Ferrari (che gestiva le Alfa Romeo), veniva esposto a Moll il segnale di rallentare. Il pilota sembrava aver capito, ma continuava a spingere. Al penultimo giro Moll superava Chiron, in difficoltà con la pressione dell'olio, e si portò all'attacco di Varzi.
Si stava delineando un nuovo arrivo in volata, ma stavolta, a differenza del '33, non c'era alcun accordo tra i due contendenti.
Sulle tribune la folla si alzò in piedi.
Il giornalista Giovanni Canestrini, dalla tribuna stampa, cos? descrisse l'arrivo:
"Si vedono spuntare in fondo al rettifilo due vetture vicinissime. Sono le due rosse Alfa di Varzi, con caschetto bianco, e Moll con caschetto blu. Favorito dalla velocità lievemente superiore della sua vettura, Moll attacca tentando di passare all'interno. Ma Varzi, calcolatore fine, non disarma e stringe l'attaccante in curva, com'è suo diritto. Insistendo nel mantenere la sua posizione all'interno, Moll si porta sul bordo sabbioso affiancato alla macchina di Varzi. Il traguardo ormai è vicinissimo e, per quanto l'Alfa di Moll dia l'impressione di guadagnare terreno, è l'italiano a tagliare per primo il traguardo col vantaggio di una sola ruota".